Dubbi. Crisi esistenziale, o di coppia?
Buongiorno.
Sono giunta all'azione di chiedere un consulto psicologico, a seguito dei dubbi che da un mese mi attanagliano, e che non sto riuscendo a sciogliere. Non so se mi basterà a capire come risolvere la situazione, ma ora credo che ogni tentativo non vada lasciato perso. So che dovrei essere capace di darmi una risposta da sola, ma questa volta non ci riesco. Cerco di essere breve. ho 23 anni e sto insieme ad un ragazzo di 26, da quando ne avevo 19. Avevo dei progetti di crescita per me, ma ho incontrato lui, e la nostra storia è partita bene, ci siamo subito amati. Lui era un pò geloso, ma dopo il primo anno è passata, e tra noi c'è sempre stato rispetto, collaborazione, comprensione, fiducia. Lui veniva da una situazione dura, il padre sparito, la mamma trasferita, la nonna che lo chiudeva fuori casa.. conclusione: dopo 6 mesi di relazione lui vive in casa mia (della mia famiglia), e ciò fa si che per non pesare sui miei genitori, presto prendiamo casa in affitto io e lui. Decisione voluta. Passano circa 2 anni, belli, d'amore vero, ma fatti anche di difficoltà dovuti il più delle volte a sue "mancanze"; rispetto a me lui è più irresponsabile: lascia diversi lavori, e in più occasioni mi sento pesare tutto sulle spalle, è da 3 anni che cerco di fargli prendere la patente, che tuttora non ha, ma io non mollo, cerco di aiutarlo a maturare, e attualmente si sta sforzando di mantenere gli impegni presi.. inoltre lui è un pigro anche nello svago, se non prendo iniziative io, lui starebbe tutto il tempo a giocare ai videogames.. tutto ciò fino ad ora sono riuscita ad accettarlo, ma adesso mi sta facendo stare male. mi pongo continue domande del tipo: ma ne vale la pena? ma un giorno sarò felice? forse sono cambiate le mie esigenze? io ho parlato con lui di come mi sento, di cosa mi sta passando per la testa, della mia voglia di evadere da tutto questo, e di riprendere in mano la mia vita e gestirla come meglio credo. io so di essere in gamba, e mi sento come se stessi sacrificando me stessa, se mi stessi pian piano spegnendo, se stessi rallentando io per non lasciare indietro lui. in questi 4 anni io ho rinunciato a tanto, ed ora non so più se voglio continuare a farlo. come posso capire se quello che sto attraversando è un momento che devo superare con lui, o è un cambiamento mio da cui lui deve restare fuori, e che mi porterà a cambiare strada nella mia vita? io starei bene anche da sola, forse meglio. è questo un pensiero costante. ho paura un giorno di guardarmi indietro e sentirmi una stupida per aver rinunciato a fare le mie esperienze per lui.. non so davvero cosa fare. qual'è il modo per riuscire a guardarmi dentro e darmi una risposta sincera? se qualcuno mi potesse aiutare, o anche solo provarci, a capire come chiarire questo stato dentro di me, ne sarei immensamente grata. se potesse servire potrei parlare anche dei sogni ricorrenti che spesso faccio. grazie infinite in anticipo ed in ogni caso. Michela
Sono giunta all'azione di chiedere un consulto psicologico, a seguito dei dubbi che da un mese mi attanagliano, e che non sto riuscendo a sciogliere. Non so se mi basterà a capire come risolvere la situazione, ma ora credo che ogni tentativo non vada lasciato perso. So che dovrei essere capace di darmi una risposta da sola, ma questa volta non ci riesco. Cerco di essere breve. ho 23 anni e sto insieme ad un ragazzo di 26, da quando ne avevo 19. Avevo dei progetti di crescita per me, ma ho incontrato lui, e la nostra storia è partita bene, ci siamo subito amati. Lui era un pò geloso, ma dopo il primo anno è passata, e tra noi c'è sempre stato rispetto, collaborazione, comprensione, fiducia. Lui veniva da una situazione dura, il padre sparito, la mamma trasferita, la nonna che lo chiudeva fuori casa.. conclusione: dopo 6 mesi di relazione lui vive in casa mia (della mia famiglia), e ciò fa si che per non pesare sui miei genitori, presto prendiamo casa in affitto io e lui. Decisione voluta. Passano circa 2 anni, belli, d'amore vero, ma fatti anche di difficoltà dovuti il più delle volte a sue "mancanze"; rispetto a me lui è più irresponsabile: lascia diversi lavori, e in più occasioni mi sento pesare tutto sulle spalle, è da 3 anni che cerco di fargli prendere la patente, che tuttora non ha, ma io non mollo, cerco di aiutarlo a maturare, e attualmente si sta sforzando di mantenere gli impegni presi.. inoltre lui è un pigro anche nello svago, se non prendo iniziative io, lui starebbe tutto il tempo a giocare ai videogames.. tutto ciò fino ad ora sono riuscita ad accettarlo, ma adesso mi sta facendo stare male. mi pongo continue domande del tipo: ma ne vale la pena? ma un giorno sarò felice? forse sono cambiate le mie esigenze? io ho parlato con lui di come mi sento, di cosa mi sta passando per la testa, della mia voglia di evadere da tutto questo, e di riprendere in mano la mia vita e gestirla come meglio credo. io so di essere in gamba, e mi sento come se stessi sacrificando me stessa, se mi stessi pian piano spegnendo, se stessi rallentando io per non lasciare indietro lui. in questi 4 anni io ho rinunciato a tanto, ed ora non so più se voglio continuare a farlo. come posso capire se quello che sto attraversando è un momento che devo superare con lui, o è un cambiamento mio da cui lui deve restare fuori, e che mi porterà a cambiare strada nella mia vita? io starei bene anche da sola, forse meglio. è questo un pensiero costante. ho paura un giorno di guardarmi indietro e sentirmi una stupida per aver rinunciato a fare le mie esperienze per lui.. non so davvero cosa fare. qual'è il modo per riuscire a guardarmi dentro e darmi una risposta sincera? se qualcuno mi potesse aiutare, o anche solo provarci, a capire come chiarire questo stato dentro di me, ne sarei immensamente grata. se potesse servire potrei parlare anche dei sogni ricorrenti che spesso faccio. grazie infinite in anticipo ed in ogni caso. Michela
[#1]
Gentile Utente,
se legge con attenzione la Sua richiesta ha già risposto alle domande che pone a noi:
"lui starebbe tutto il tempo a giocare ai videogames.. tutto ciò fino ad ora sono riuscita ad accettarlo, ma adesso mi sta facendo stare male. mi pongo continue domande del tipo: ma ne vale la pena? ma un giorno sarò felice?"
Il fatto di sentire tutta la responsabilità sulle spalle come la fa sentire? Una coppia è una relazione alla pari, che solo in alcune particolari situazioni si sbilancia un po', anche solo per gioco o per necessità, ma fondamentalmente è paritetica.
Cordiali saluti,
se legge con attenzione la Sua richiesta ha già risposto alle domande che pone a noi:
"lui starebbe tutto il tempo a giocare ai videogames.. tutto ciò fino ad ora sono riuscita ad accettarlo, ma adesso mi sta facendo stare male. mi pongo continue domande del tipo: ma ne vale la pena? ma un giorno sarò felice?"
Il fatto di sentire tutta la responsabilità sulle spalle come la fa sentire? Una coppia è una relazione alla pari, che solo in alcune particolari situazioni si sbilancia un po', anche solo per gioco o per necessità, ma fondamentalmente è paritetica.
Cordiali saluti,
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
[#2]
Utente
Grazie tante Dottoressa per l'aiuto.
so che la risposta ai miei interrogativi è già dentro di me, ma non riesco ad elaborarla.
o meglio, non capisco se la causa di ciò che sto attraversando risieda nel mio continuo pensare e razionalizzare, o se nel mio malessere siano cambiati i miei sentimenti.
l'amore finisce? quando si inizia a razionalizzare forse..
si può ridurre una relazione, un amore, ad un discorso razionale sulle responsabilità?
mi sento in torto per questo.
eppure, se dovessi rispondere alla sua domanda, direi che la situazione mi pesa, ora più che mai.
Lui cerca sempre di venirmi incontro quando gli dico cosa non va.
ma non è una persona costante, e quindi puntualmente si ricasca negli stessi problemi..
grazie ancora.
cordiali saluti.
so che la risposta ai miei interrogativi è già dentro di me, ma non riesco ad elaborarla.
o meglio, non capisco se la causa di ciò che sto attraversando risieda nel mio continuo pensare e razionalizzare, o se nel mio malessere siano cambiati i miei sentimenti.
l'amore finisce? quando si inizia a razionalizzare forse..
si può ridurre una relazione, un amore, ad un discorso razionale sulle responsabilità?
mi sento in torto per questo.
eppure, se dovessi rispondere alla sua domanda, direi che la situazione mi pesa, ora più che mai.
Lui cerca sempre di venirmi incontro quando gli dico cosa non va.
ma non è una persona costante, e quindi puntualmente si ricasca negli stessi problemi..
grazie ancora.
cordiali saluti.
[#3]
L'amore può finire, ma il punto cruciale della richiesta -con i limiti di un consulto on line- è che tipo di persona vuole accanto a Lei. E che ruolo vuole avere nella relazione? La mamma? La persona che risolve i guai all'altro? In tal senso si tratta di una relazione asimmetrica. La compagna cammina fianco a fianco al suo uomo, che da parte sua (anche se in difficoltà, es perdita del lavoro o altri stress che possono capitare nella vita) fa la sua parte, non aspetta che siano gli altri a prendere decisioni al posto suo, pur discutendone.
Chiaramente non c'è un modo di stare nella coppia che va bene proprio per tutti: ci sono donne molto remissive che stanno bene così e donne più intraprendenti che vivono benissimo. Ma tornando a Lei, che cosa vuole da una relazione e dal suo compagno?
Chiaramente non c'è un modo di stare nella coppia che va bene proprio per tutti: ci sono donne molto remissive che stanno bene così e donne più intraprendenti che vivono benissimo. Ma tornando a Lei, che cosa vuole da una relazione e dal suo compagno?
[#4]
Utente
no no no!! non voglio essere la mamma, eppure.. non so quante volte ho pronunciato la frase "io non ho messo al mondo figli, eppure mi sembra di averne uno!"
ma ho sempre avuto la speranza che si responsabilizzasse, credendo che fosse stato "penalizzato" dal fatto di essere cresciuto senza un padre, e dal successivo abbandono da parte della madre durante la sua adolescenza..
io so di averlo aiutato a migliorarsi e a sistemare varie situazioni della sua vita, ma sento che per "supportare" lui, non sono andata avanti io..
con questo non voglio sminuire tutto l'amore che ho ricevuto e che tuttora ricevo,
ma il pensiero di trascorrere una vita così mi terrorizza!
non sento di realizzarmi come vorrei.. avevo dei "sogni", delle esperienze che volevo vivere, e che ho lasciato nel cassetto per intraprendere questo cammino con lui, e ho paura un giorno di pentirmene.
io non ho la necessità di una persona che stia al mio fianco, perchè sono capace di stare bene anche da sola con me stessa..
se proprio devo scegliere vorrei una persona un più intraprendente, che sappia rinnovarsi, e darmi stimoli, che sappia essere indipendente da me, e che non si faccia schiacciare dalla monotonia. e che sia Uomo. tante volte mi sembra il contrario.
insomma questo è ciò che mi manca
per quanto riguarda i sentimenti invece non mi manca nulla.
io lo sento forte il suo amore.
e questo è il motivo per cui continuo a voler credere in noi..
grazie davvero Dottoressa per l'interessamento e l'aiuto.
ma ho sempre avuto la speranza che si responsabilizzasse, credendo che fosse stato "penalizzato" dal fatto di essere cresciuto senza un padre, e dal successivo abbandono da parte della madre durante la sua adolescenza..
io so di averlo aiutato a migliorarsi e a sistemare varie situazioni della sua vita, ma sento che per "supportare" lui, non sono andata avanti io..
con questo non voglio sminuire tutto l'amore che ho ricevuto e che tuttora ricevo,
ma il pensiero di trascorrere una vita così mi terrorizza!
non sento di realizzarmi come vorrei.. avevo dei "sogni", delle esperienze che volevo vivere, e che ho lasciato nel cassetto per intraprendere questo cammino con lui, e ho paura un giorno di pentirmene.
io non ho la necessità di una persona che stia al mio fianco, perchè sono capace di stare bene anche da sola con me stessa..
se proprio devo scegliere vorrei una persona un più intraprendente, che sappia rinnovarsi, e darmi stimoli, che sappia essere indipendente da me, e che non si faccia schiacciare dalla monotonia. e che sia Uomo. tante volte mi sembra il contrario.
insomma questo è ciò che mi manca
per quanto riguarda i sentimenti invece non mi manca nulla.
io lo sento forte il suo amore.
e questo è il motivo per cui continuo a voler credere in noi..
grazie davvero Dottoressa per l'interessamento e l'aiuto.
[#5]
Gentile Utente,
ma non sarà mica che la Sua (di Lei che scrive) idea su di lui e cioè "...credendo che fosse stato "penalizzato" dal fatto di essere cresciuto senza un padre, e dal successivo abbandono da parte della madre durante la sua adolescenza.."
venga fuori da una sorta di mission da salvatrice di un ragazzo che ha sofferto (?) per l'abbandono e per non avere un papà? Le cose stanno realmente così oppure Lei le vede così e lui... si è adeguato a questa visione e adesso in un certo senso gli fa pure comodo (inconsapevolmente, intendo)?
Inoltre il modo migliore per permettere all'altro di crescere è lasciargli porprio gli spazi e le opportunità per farlo: se lui ha sempre dietro qualcuno pronto a coprirgli le spalle, sarà difficile che potrà cambiare la visione che ha di se stesso e della padronanza sulle circostanze della vita. Non per chissà quale ragione, ma semplicemente perchè non avrà mai il bisogno di farlo, saprà sempre che c'è un paracadute in tutte le occasioni.
Ma la cosa che riguarda Lei e che è degna di nota è: "...sento che per "supportare" lui, non sono andata avanti io..".
Allora, forse, non è tanto una questione di non amare più, ma di avere impostato una relazione partendo da presupposti sbagliati.
A questo punto conviene rivedere insieme questi presupposti, sapendo che ci vorrà impegno da entrambe le parti per modificare le dinamiche sottostanti, molte delle quali sicuramente inconsapevoli da parte di entrambi, e anche per cambiare alcune cattive abitudini che, come sappiamo, si creano molto più facilmente di quelle buone e che non richiedono uno sforzo consapevole.
Qualora non fosse possibile, magari dopo un dialogo molto aperto col Suo compagno e tentativi di responsabilizzarlo e di cambiare da parte Sua (cioè sforzarsi di non fare la mamma del Suo compagno, ma la fidanzata! ^__^), una buona idea sarebbe rivolgersi allo psicologo psicoterapeuta, anche insieme.
Buona giornata,
ma non sarà mica che la Sua (di Lei che scrive) idea su di lui e cioè "...credendo che fosse stato "penalizzato" dal fatto di essere cresciuto senza un padre, e dal successivo abbandono da parte della madre durante la sua adolescenza.."
venga fuori da una sorta di mission da salvatrice di un ragazzo che ha sofferto (?) per l'abbandono e per non avere un papà? Le cose stanno realmente così oppure Lei le vede così e lui... si è adeguato a questa visione e adesso in un certo senso gli fa pure comodo (inconsapevolmente, intendo)?
Inoltre il modo migliore per permettere all'altro di crescere è lasciargli porprio gli spazi e le opportunità per farlo: se lui ha sempre dietro qualcuno pronto a coprirgli le spalle, sarà difficile che potrà cambiare la visione che ha di se stesso e della padronanza sulle circostanze della vita. Non per chissà quale ragione, ma semplicemente perchè non avrà mai il bisogno di farlo, saprà sempre che c'è un paracadute in tutte le occasioni.
Ma la cosa che riguarda Lei e che è degna di nota è: "...sento che per "supportare" lui, non sono andata avanti io..".
Allora, forse, non è tanto una questione di non amare più, ma di avere impostato una relazione partendo da presupposti sbagliati.
A questo punto conviene rivedere insieme questi presupposti, sapendo che ci vorrà impegno da entrambe le parti per modificare le dinamiche sottostanti, molte delle quali sicuramente inconsapevoli da parte di entrambi, e anche per cambiare alcune cattive abitudini che, come sappiamo, si creano molto più facilmente di quelle buone e che non richiedono uno sforzo consapevole.
Qualora non fosse possibile, magari dopo un dialogo molto aperto col Suo compagno e tentativi di responsabilizzarlo e di cambiare da parte Sua (cioè sforzarsi di non fare la mamma del Suo compagno, ma la fidanzata! ^__^), una buona idea sarebbe rivolgersi allo psicologo psicoterapeuta, anche insieme.
Buona giornata,
[#6]
Utente
la Sua analisi è molto attenta, e precisa, rispecchia la realtà.
è vero che ho un certo istinto che mi spinge a voler dare il mio aiuto quando qualcuno ha difficoltà.. ed è vero anche che lui si adagia spesso comodamente sugli allori.. (comportamento che non condivido in nessuna circostanza ma che tuttavia mi sono abituata a "giustificare")
mi sono innamorata di lui ed ho preso questa strada, perchè l'ho sempre percepito come una persona capace di tanto amore
ma forse ora non mi basta più?
io ho affrontato queste problematiche parlandone con lui, in diverse fasi della nostra storia. e lui ha sempre dimostrato comprensione, e disponibilità con dei piccoli miglioramenti, ma puntualmente poi ricade negli stessi "errori", o negligenze, se così si possono chiamare, a cui poi bisogna rimediare in 2..
mi sento stanca di ripetere da 3 anni le stesse cose.
stanca di essere io quella che guida per uscire, o per andare al mare perchè lui non si sveglia a fare la patente..
stanca di essere io quella che tiene via due spiccioli per arrivare a fine mese perchè lui non si sa dove fa sparire i soldi,
stanca di accontentarmi di una vita che non è quella che avevo immaginato
stanca di essere stanca!
non ho più nemmeno voglia di tenere in ordine la casa, tanta è la voglia di evadere!
io non vorrei trovarmi a fargli da "mamma", ma purtroppo in certe situazioni è stato necessario, nel senso che se lo avessi lasciato agire da solo ci avrebbe incasinati di più a entrambi, quindi intervenivo io a rimediare le cose!
il sentimento c'è, altrimenti non sarei andata avanti per tutto questo tempo a fare tanti sforzi per "noi"... eppure
qualcosa in me è cambiato. le mie esigenze forse. oppure sono cadute le speranze.
credo che forse dovrei lasciarlo, altrimenti questi dubbi mi tormenteranno la vita.
non so dove, ma cercherò di trovare il coraggio per prendere questa ardua decisione.
solo il tempo potrà dirmi ciò che è stato giusto e ciò che non lo è stato.
credo!
io la ringrazio tanto Dottoressa,
non voglio stressarla troppo (non più di quanto non abbia già fatto!!) con queste mie turbe mentali!!
è stata molto cordiale e paziente
Le mando un sincero abbraccio
buona giornata a Lei.
Michela
è vero che ho un certo istinto che mi spinge a voler dare il mio aiuto quando qualcuno ha difficoltà.. ed è vero anche che lui si adagia spesso comodamente sugli allori.. (comportamento che non condivido in nessuna circostanza ma che tuttavia mi sono abituata a "giustificare")
mi sono innamorata di lui ed ho preso questa strada, perchè l'ho sempre percepito come una persona capace di tanto amore
ma forse ora non mi basta più?
io ho affrontato queste problematiche parlandone con lui, in diverse fasi della nostra storia. e lui ha sempre dimostrato comprensione, e disponibilità con dei piccoli miglioramenti, ma puntualmente poi ricade negli stessi "errori", o negligenze, se così si possono chiamare, a cui poi bisogna rimediare in 2..
mi sento stanca di ripetere da 3 anni le stesse cose.
stanca di essere io quella che guida per uscire, o per andare al mare perchè lui non si sveglia a fare la patente..
stanca di essere io quella che tiene via due spiccioli per arrivare a fine mese perchè lui non si sa dove fa sparire i soldi,
stanca di accontentarmi di una vita che non è quella che avevo immaginato
stanca di essere stanca!
non ho più nemmeno voglia di tenere in ordine la casa, tanta è la voglia di evadere!
io non vorrei trovarmi a fargli da "mamma", ma purtroppo in certe situazioni è stato necessario, nel senso che se lo avessi lasciato agire da solo ci avrebbe incasinati di più a entrambi, quindi intervenivo io a rimediare le cose!
il sentimento c'è, altrimenti non sarei andata avanti per tutto questo tempo a fare tanti sforzi per "noi"... eppure
qualcosa in me è cambiato. le mie esigenze forse. oppure sono cadute le speranze.
credo che forse dovrei lasciarlo, altrimenti questi dubbi mi tormenteranno la vita.
non so dove, ma cercherò di trovare il coraggio per prendere questa ardua decisione.
solo il tempo potrà dirmi ciò che è stato giusto e ciò che non lo è stato.
credo!
io la ringrazio tanto Dottoressa,
non voglio stressarla troppo (non più di quanto non abbia già fatto!!) con queste mie turbe mentali!!
è stata molto cordiale e paziente
Le mando un sincero abbraccio
buona giornata a Lei.
Michela
[#7]
Gentile Utente,
se Lei è così tanto stanca di tante cose, corre il serio rischio di andare incontro a una sofferenza, più che al piacere di stare insieme a qualcuno.
Inoltre dovrebbe fare attenzione anche ad altre questioni: quando ci si sente in tal modo "vulnerabili" davanti agli altri e quasi in obbligo di prendersene cura, oltre a dover guardare questo meccanismo e a modificarlo (sia chiaro: non c'è nulla di male ad essere disponibili e gentili per gli altri, il problema sorge quando non si riesce a sottrarsi a tale ruolo), c'è il concreto rischio di ritrovarsi a portare il peso delle mancanze ed errori altrui (un esempio: come mai il Suo compagno non è in grado di badare alle proprie finanze e soprattutto perchè deve occuparsene Lei?).
Ribadisco, se non riesce a sganciarsi da questo ruolo (non sto dicendo che deve lasciare il fidanzato!), uno psicologo psicoterapeuta saprà mostrarLe bene il tutto e aiutarLa a prenderne le distanze, in modo tale da non arrivare stremata, ma far notare in modo assertivo al Suo fidanzato ciò che non va bene e, eventualmente, scegliere persone meno problematiche e bisognose.
Un cordiale saluto,
se Lei è così tanto stanca di tante cose, corre il serio rischio di andare incontro a una sofferenza, più che al piacere di stare insieme a qualcuno.
Inoltre dovrebbe fare attenzione anche ad altre questioni: quando ci si sente in tal modo "vulnerabili" davanti agli altri e quasi in obbligo di prendersene cura, oltre a dover guardare questo meccanismo e a modificarlo (sia chiaro: non c'è nulla di male ad essere disponibili e gentili per gli altri, il problema sorge quando non si riesce a sottrarsi a tale ruolo), c'è il concreto rischio di ritrovarsi a portare il peso delle mancanze ed errori altrui (un esempio: come mai il Suo compagno non è in grado di badare alle proprie finanze e soprattutto perchè deve occuparsene Lei?).
Ribadisco, se non riesce a sganciarsi da questo ruolo (non sto dicendo che deve lasciare il fidanzato!), uno psicologo psicoterapeuta saprà mostrarLe bene il tutto e aiutarLa a prenderne le distanze, in modo tale da non arrivare stremata, ma far notare in modo assertivo al Suo fidanzato ciò che non va bene e, eventualmente, scegliere persone meno problematiche e bisognose.
Un cordiale saluto,
[#8]
Utente
capisco perfettamente cosa intende quando dice che rischio di andare incontro ad una sofferenza, ho passato giorni davvero difficili all'inizio di questa presa di coscienza, ma ogni giorno rinnovo la forza per affrontare tutto questo con serenità.
e tuttora, nonostante io sia in cerca della soluzione, riesco a viverla bene, pur sapendo che non è così che vorrei vivere. tutto ciò che lei dice è giusto. tranne una cosa forse, se mi permette. sa, io non credo che il problema nasca dalla mia natura (non eccessivamente) altruista.. ma piuttosto dal fatto che sono una persona che prende sul serio le proprie responsabilità, e che le affronta con costanza giorno per giorno, pensando anche al domani, a differenza del mio fidanzato che è incostante in questo e vive più "alla giornata".
non è un'accusa, semplicemente abbiamo due prospettive diverse. Lei mi dice: "c'è il concreto rischio di ritrovarsi a portare il peso delle mancanze ed errori altrui", ed è già così. da 3 anni. ma non perchè io non gli abbia lasciato lo spazio per responsabilizzarsi da solo, bensì perchè ogni volta ne combinava una!! è normale, credo, che questo ti porti poi a pensare che prevenire è meglio che curare, e a comportarti di conseguenza. non è che io passi le giornate a supervisionarlo. ma se fino ad ora ho affrontato questi ostacoli senza farmelo pesare più di tanto (a parte qualche periodo), perchè ora mi chiedo se ne valga la pena?
perchè per la prima volta mi trovo a voler pensare a me, piuttosto che a noi? lo so che lei non mi sta dicendo di lasciarlo, ma se è vero che abbiamo a disposizione solo questa vita, perchè fare tante rinunce, per poi magari un domani trovarsi ferite, o tradite? o peggio, insoddisfatte? ci vuole coraggio per lasciare una persona che si ama, ma credo che non sia giusto nei confronti di se stessi rinunciare a vivere delle esperienze di cui si sente necessità, per legarsi ad un' altra persona. chi meglio di se stesso può donarsi la felicità?
grazie ancora Dottoressa del sostegno dimostratomi
colgo ogni suo consiglio.
Le auguro una buona giornata.
e tuttora, nonostante io sia in cerca della soluzione, riesco a viverla bene, pur sapendo che non è così che vorrei vivere. tutto ciò che lei dice è giusto. tranne una cosa forse, se mi permette. sa, io non credo che il problema nasca dalla mia natura (non eccessivamente) altruista.. ma piuttosto dal fatto che sono una persona che prende sul serio le proprie responsabilità, e che le affronta con costanza giorno per giorno, pensando anche al domani, a differenza del mio fidanzato che è incostante in questo e vive più "alla giornata".
non è un'accusa, semplicemente abbiamo due prospettive diverse. Lei mi dice: "c'è il concreto rischio di ritrovarsi a portare il peso delle mancanze ed errori altrui", ed è già così. da 3 anni. ma non perchè io non gli abbia lasciato lo spazio per responsabilizzarsi da solo, bensì perchè ogni volta ne combinava una!! è normale, credo, che questo ti porti poi a pensare che prevenire è meglio che curare, e a comportarti di conseguenza. non è che io passi le giornate a supervisionarlo. ma se fino ad ora ho affrontato questi ostacoli senza farmelo pesare più di tanto (a parte qualche periodo), perchè ora mi chiedo se ne valga la pena?
perchè per la prima volta mi trovo a voler pensare a me, piuttosto che a noi? lo so che lei non mi sta dicendo di lasciarlo, ma se è vero che abbiamo a disposizione solo questa vita, perchè fare tante rinunce, per poi magari un domani trovarsi ferite, o tradite? o peggio, insoddisfatte? ci vuole coraggio per lasciare una persona che si ama, ma credo che non sia giusto nei confronti di se stessi rinunciare a vivere delle esperienze di cui si sente necessità, per legarsi ad un' altra persona. chi meglio di se stesso può donarsi la felicità?
grazie ancora Dottoressa del sostegno dimostratomi
colgo ogni suo consiglio.
Le auguro una buona giornata.
Questo consulto ha ricevuto 8 risposte e 7.1k visite dal 05/09/2012.
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