Il mio psicologo sbadiglia.
Buonasera,
Vi scrivo per una poco piacevole situazione. Faccio da sei mesi circa sedute di psicoterapia e succede con abbastanza frequenza che il terapeuta faccia dei gustosi sbadigli per niente contenuti. Qualche volta invece è successo che mentre io parlavo le sue palpebre si sono lentamente abbassate e la testa si è piano piano chinata in avanti per poi avere un improvviso sussulto. La cosa all'inizio non mi ha toccato molto perchè ho pensato ad una circostanza momentanea, vista anche l'ora postprandiale, ma col tempo ho cominciato a sentirmi a disagio, veramente a disagio, perchè ho cominciato a pensare che di quello che gli stavo dicendo non gliene fragasse niente. Allora un giorno, con un certo imbarazzo ho deciso di dirglielo, se per caso lo stessi annoiando, ma lui mi ha risposto che no, assolutamente, che trovava interessanti le cose dicevo. Ok, per quel giorno poi è stato veramente attento, ma questa tendenza c'è tutt'ora. Io sinceramente non so cosa dire, e cosa fare. Mi sento poco considerato, poco interessante. Pensavo di attendere fuori dal portone l'uscita di qualche suo altro paziente per sapere se lo fa anche con altri o solo con me. Dite che è corretto fare una cosa simile? Se lo fa solo con me vuol dire che non mi sopporta, però avrebbe avuto la possibilità di dirmelo quel giorno che gliel'ho chiesto. Non avrei altre idee, certo così io non mi sento a mio agio. Tra l'altro non costano neanche poco queste sedute, di questi tempi poi...
Vi scrivo per una poco piacevole situazione. Faccio da sei mesi circa sedute di psicoterapia e succede con abbastanza frequenza che il terapeuta faccia dei gustosi sbadigli per niente contenuti. Qualche volta invece è successo che mentre io parlavo le sue palpebre si sono lentamente abbassate e la testa si è piano piano chinata in avanti per poi avere un improvviso sussulto. La cosa all'inizio non mi ha toccato molto perchè ho pensato ad una circostanza momentanea, vista anche l'ora postprandiale, ma col tempo ho cominciato a sentirmi a disagio, veramente a disagio, perchè ho cominciato a pensare che di quello che gli stavo dicendo non gliene fragasse niente. Allora un giorno, con un certo imbarazzo ho deciso di dirglielo, se per caso lo stessi annoiando, ma lui mi ha risposto che no, assolutamente, che trovava interessanti le cose dicevo. Ok, per quel giorno poi è stato veramente attento, ma questa tendenza c'è tutt'ora. Io sinceramente non so cosa dire, e cosa fare. Mi sento poco considerato, poco interessante. Pensavo di attendere fuori dal portone l'uscita di qualche suo altro paziente per sapere se lo fa anche con altri o solo con me. Dite che è corretto fare una cosa simile? Se lo fa solo con me vuol dire che non mi sopporta, però avrebbe avuto la possibilità di dirmelo quel giorno che gliel'ho chiesto. Non avrei altre idee, certo così io non mi sento a mio agio. Tra l'altro non costano neanche poco queste sedute, di questi tempi poi...
[#1]
Gentile Utente,
immagino come possa farla sentire a disagio questo comportamento del suo terapeuta.
Oltra che chiarire ulteriormente la faccenda ed esplicitare il suo sentire al suo curante, valuti come si trova con lui e se sta ottenendo benefici dal percorso in atto.
Tenga presente che una buona relazione terapeutica, vale a dire quel clima di fiducia reciproca tra cliente e terapeuta è un fattore importantissimo per la riuscita di un percorso.
Cordialmente
immagino come possa farla sentire a disagio questo comportamento del suo terapeuta.
Oltra che chiarire ulteriormente la faccenda ed esplicitare il suo sentire al suo curante, valuti come si trova con lui e se sta ottenendo benefici dal percorso in atto.
Tenga presente che una buona relazione terapeutica, vale a dire quel clima di fiducia reciproca tra cliente e terapeuta è un fattore importantissimo per la riuscita di un percorso.
Cordialmente
Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it
[#3]
Caro Signore,
ciò che conta è come lei si trova con questo psicologo e quali risultati sta o non sta vedendo.
Anche se scoprisse che sembra essere sul punto di addormentarsi (mentre magari è molto concentrato) anche quando è con gli altri pazienti cosa cambierebbe per lei?
I suoi problemi riguardano forse in qualche modo lo stesso tema che ci sta proponendo, e cioè il timore di non essere considerato e/o di essere poco interessante agli occhi delle altre persone, oppure si tratta di tutt'altro?
ciò che conta è come lei si trova con questo psicologo e quali risultati sta o non sta vedendo.
Anche se scoprisse che sembra essere sul punto di addormentarsi (mentre magari è molto concentrato) anche quando è con gli altri pazienti cosa cambierebbe per lei?
I suoi problemi riguardano forse in qualche modo lo stesso tema che ci sta proponendo, e cioè il timore di non essere considerato e/o di essere poco interessante agli occhi delle altre persone, oppure si tratta di tutt'altro?
Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it
[#4]
Ex utente
Se devo fare un bilancio dei risulati, non ce ne sono, al momento. Lei mi chiede cosa cambierebbe per me sapere che succede anche con gli altri, beh, sapere che non sono io la causa del suo abbiocco in effetti cambierebbe un pò le cose ma non tantissimo, perchè comunque mi sentirei un cliente seguito male o quantomeno in modo distratto.
Io non mi sono rivolto a lui per i problemi che ha ipotizzato, tuttavia è vero, devo ammettere che in genere questa è una questione che mi riguarda. Allora vuol dire che devo lavorarci su per rendere questo fatto accettabile?
Grazie per la risposta.
Io non mi sono rivolto a lui per i problemi che ha ipotizzato, tuttavia è vero, devo ammettere che in genere questa è una questione che mi riguarda. Allora vuol dire che devo lavorarci su per rendere questo fatto accettabile?
Grazie per la risposta.
[#5]
Gent.le utente,
la psicoterapia se è efficace avvia un processo di cambiamento che è inequivocabile nella percezione della persona, se non è così occorre fare il punto della situazione rispetto agli obiettivi inizialmente concordati e verificare se ci sono le premesse per proseguire il percorso.
Per quanto riguarda la sonnolenza dello specialista credo che sia un ulteriore aspetto che alimenta il suo vissuto, ovvero lei non si sente adeguatamente considerato.
la psicoterapia se è efficace avvia un processo di cambiamento che è inequivocabile nella percezione della persona, se non è così occorre fare il punto della situazione rispetto agli obiettivi inizialmente concordati e verificare se ci sono le premesse per proseguire il percorso.
Per quanto riguarda la sonnolenza dello specialista credo che sia un ulteriore aspetto che alimenta il suo vissuto, ovvero lei non si sente adeguatamente considerato.
Dr.ssa SABRINA CAMPLONE
Psicologa-Psicoterapeuta Individuale e di Coppia a Pescara
www.psicologaapescara.it
[#7]
Gentile Utente,
Quanti anni ha il suo terapeuta?
Sa se lavora molto e riceve molti clienti-pazienti nel corso della giornata?
Che tipo di indirizzo psicoterapeutico segue, il suo psicologo?
Non che in questi quesiti che le pongo ci sia un tentativo di scusare il comportamento del suo psicoterapeuta, ma almeno si può trovare un' attenuante visione del'insieme.
Succede però che appena pranzato, o alla fine della giornata, ci sia un rallentamento delle capacità di ascoltare e di stabilire una relazione verbale, a volte.
Ma il terapeuta sa come gestire questi attimi di rilassamento.
Comunque, gliel' ha già detto, l'ha già avvisato.
Credo che non si tratti di scarso interesse per i suoi problemi, si tratta forse di stanchezza che assale ogni lavoratore e contro la quale non bisognerebbe abusare della propria capacità di operare più del dovuto o eccedere della propria resistenza psicofisica.
Il lavoro psicoterapeutico non è semplice, spesso è faticoso. Le sedute che "vengono meglio" sono quelle dalle 16 alle 19, nel pomeriggio. A prescindere dalla persona che ci sta di fronte.
Ha fatto bene a dirglielo, comunque.
Le auguro di poter godere di una maggiore attenzione.
Cordiali saluti.
Quanti anni ha il suo terapeuta?
Sa se lavora molto e riceve molti clienti-pazienti nel corso della giornata?
Che tipo di indirizzo psicoterapeutico segue, il suo psicologo?
Non che in questi quesiti che le pongo ci sia un tentativo di scusare il comportamento del suo psicoterapeuta, ma almeno si può trovare un' attenuante visione del'insieme.
Succede però che appena pranzato, o alla fine della giornata, ci sia un rallentamento delle capacità di ascoltare e di stabilire una relazione verbale, a volte.
Ma il terapeuta sa come gestire questi attimi di rilassamento.
Comunque, gliel' ha già detto, l'ha già avvisato.
Credo che non si tratti di scarso interesse per i suoi problemi, si tratta forse di stanchezza che assale ogni lavoratore e contro la quale non bisognerebbe abusare della propria capacità di operare più del dovuto o eccedere della propria resistenza psicofisica.
Il lavoro psicoterapeutico non è semplice, spesso è faticoso. Le sedute che "vengono meglio" sono quelle dalle 16 alle 19, nel pomeriggio. A prescindere dalla persona che ci sta di fronte.
Ha fatto bene a dirglielo, comunque.
Le auguro di poter godere di una maggiore attenzione.
Cordiali saluti.
[#8]
"devo ammettere che in genere questa è una questione che mi riguarda. Allora vuol dire che devo lavorarci su per rendere questo fatto accettabile?"
Se lei è particolarmente sensibile alle situazioni in cui si sente poco considerato è possibile che stia sovrastimando il presunto scarso interesse del terapeuta nei suoi confronti.
Ha fatto bene a parlargliene e fossi in lei gli riparlerei, eventualmente chiedendo di essere ricevuto in un altro orario.
Alcune persone sembrano distratte o assenti mentre sono molto concentrate, quindi verificherei l'ascolto che riceve dal Collega non tanto da eventuali sbadigli, ma da come comunica con lei: dà segno di ricordare o di non ricordare ciò che lei gli ha detto?
Se lei è particolarmente sensibile alle situazioni in cui si sente poco considerato è possibile che stia sovrastimando il presunto scarso interesse del terapeuta nei suoi confronti.
Ha fatto bene a parlargliene e fossi in lei gli riparlerei, eventualmente chiedendo di essere ricevuto in un altro orario.
Alcune persone sembrano distratte o assenti mentre sono molto concentrate, quindi verificherei l'ascolto che riceve dal Collega non tanto da eventuali sbadigli, ma da come comunica con lei: dà segno di ricordare o di non ricordare ciò che lei gli ha detto?
[#9]
>>> Io non mi sono rivolto a lui per i problemi che ha ipotizzato, tuttavia è vero, devo ammettere che in genere questa è una questione che mi riguarda. Allora vuol dire che devo lavorarci su per rendere questo fatto accettabile?
>>>
Ha posto questa domanda al suo terapeuta? Lo faccia, magari le sarà più utile che chiederlo a noi.
Dal punto di vista di un approccio come il breve strategico sarebbe inaccettabile arrivare sul punto di addormentarsi davanti al paziente. Il terapeuta può mettere in atto comportamenti che sottlineano o "commentano" in vario modo aspetti del problema portato dal paziente o altri comportamenti che lo riguardano. L'abbiocco sembrerebbe però un po' sopra le righe in questo senso. Ne riparli direttamente con il suo terapeuta.
>>>
Ha posto questa domanda al suo terapeuta? Lo faccia, magari le sarà più utile che chiederlo a noi.
Dal punto di vista di un approccio come il breve strategico sarebbe inaccettabile arrivare sul punto di addormentarsi davanti al paziente. Il terapeuta può mettere in atto comportamenti che sottlineano o "commentano" in vario modo aspetti del problema portato dal paziente o altri comportamenti che lo riguardano. L'abbiocco sembrerebbe però un po' sopra le righe in questo senso. Ne riparli direttamente con il suo terapeuta.
[#10]
Ex utente
Allora, per rispondere al dr. Vita, lo psicologo è di indirizzo psicoanalitico, penso abbia passato la "sessantina" già da qualche anno e non saprei se riceve molti pazienti al giorno, ma di sicuro se salta una seduta non è facile rimpiazzarla in settimana.
Oggi con la dovuta cautela gliel'ho ridetto e mi ha ribatito che il fatto non ha a che vedere con l'interesse nei miei confronti, allora gli ho detto che questo mi fa piacere ma che comunque io mi sento seguito un pò distrattamente, e lui mi ha chiesto, spazientendosi pò, se con tutti i problemi che ho mi sembra che sia questo il più importante. Io gli ho detto che no, non sarà il più importante, ma un pò lo è anche questo, per me.Comunque, dr. Vita, Lei dice che il terapeuta sa come gestire i momenti di rlilassamento, io direi "dovrebbe sapere" perchè il mio lo fa spalancando le fauci (tra l'altro ho notato che quando sono da lui chissà perchè non è contagioso).
Quella domanda che il dr. Santonocito mi ha suggerito di rivolgere a lui più che a Voi, non ho potuto farla perchè l'ho letta dopo. Io gliela farei anche la volta prossima, ma non vorrei che tornando di nuovo sull'argomento mi mordesse un orecchio!
Alla dr.ssa Massaro vorrei dire che ha ragione quando dice che sono particolarmente sensibile nelle situazioni in cui non mi sento considerato e qundi è ovvio che in queste circostanze provi queste sensazioni, magari anche sovrastimando, però penso che a nessuno passerebbe inosservato questo fatto, trattandosi di 60 minuti dedicati alla persona e fondati proprio sull'attenzione verso il cliente. Comunque vabbè dai, vediamo come vanno le prossime sedute... grazie a tutti.
Oggi con la dovuta cautela gliel'ho ridetto e mi ha ribatito che il fatto non ha a che vedere con l'interesse nei miei confronti, allora gli ho detto che questo mi fa piacere ma che comunque io mi sento seguito un pò distrattamente, e lui mi ha chiesto, spazientendosi pò, se con tutti i problemi che ho mi sembra che sia questo il più importante. Io gli ho detto che no, non sarà il più importante, ma un pò lo è anche questo, per me.Comunque, dr. Vita, Lei dice che il terapeuta sa come gestire i momenti di rlilassamento, io direi "dovrebbe sapere" perchè il mio lo fa spalancando le fauci (tra l'altro ho notato che quando sono da lui chissà perchè non è contagioso).
Quella domanda che il dr. Santonocito mi ha suggerito di rivolgere a lui più che a Voi, non ho potuto farla perchè l'ho letta dopo. Io gliela farei anche la volta prossima, ma non vorrei che tornando di nuovo sull'argomento mi mordesse un orecchio!
Alla dr.ssa Massaro vorrei dire che ha ragione quando dice che sono particolarmente sensibile nelle situazioni in cui non mi sento considerato e qundi è ovvio che in queste circostanze provi queste sensazioni, magari anche sovrastimando, però penso che a nessuno passerebbe inosservato questo fatto, trattandosi di 60 minuti dedicati alla persona e fondati proprio sull'attenzione verso il cliente. Comunque vabbè dai, vediamo come vanno le prossime sedute... grazie a tutti.
[#11]
Non ha però risposto alla mia domanda: il collega dà segno di averla ascoltata o non si ricorda quello che gli ha detto?
Vorrei inoltre chiederle se - prendendo per buona questa ipotesi - sarebbe la prima volta che le succede di annoiare visibilmente il suo interlocutore, o se questo le è già accaduto con altre persone.
Vorrei inoltre chiederle se - prendendo per buona questa ipotesi - sarebbe la prima volta che le succede di annoiare visibilmente il suo interlocutore, o se questo le è già accaduto con altre persone.
[#12]
Ex utente
Buonasera dottoressa,
Riguardo la prima domanda: pochissime volte c'è stata l'opportunità di trovarmi in questa situazione, ma direi che non ci siano stati problemi in questo senso.
Sulla seconda domanda: no solitamente non mi succede di vedere sbadigliare i miei interlocutori, però siccome ho la tendenza ad isolarmi mentalmente con i mie pensieri, a volte mi accorgo di non essere molto loquace nelle relazioni quindi può essere benissimo che questo non mi faccia apparire particolamente elettrizzante. Ma supponiamo anche fossi talmente deprimente da far concorrenza ad un gas soporifero, potrebbe essere, no? Tra i pazienti ci sono anche dei depressi incalliti...e il professionista cosa fa? non va come si suol dire "oltre"? E poi è un cliente che paga come gli altri, no?
Non mi riesce di vederla in modo "pragmatico", in questi due giorni mi sono reso conto che la qualità del "servizio" fa anch'essa parte, per me, della prestazione.
Ne ho parlato con lui due volte, a questo punto...se è bravo sarà capace di gestire l'abbiocco o se sbaglio io di far riflettere me.
Grazie.
Riguardo la prima domanda: pochissime volte c'è stata l'opportunità di trovarmi in questa situazione, ma direi che non ci siano stati problemi in questo senso.
Sulla seconda domanda: no solitamente non mi succede di vedere sbadigliare i miei interlocutori, però siccome ho la tendenza ad isolarmi mentalmente con i mie pensieri, a volte mi accorgo di non essere molto loquace nelle relazioni quindi può essere benissimo che questo non mi faccia apparire particolamente elettrizzante. Ma supponiamo anche fossi talmente deprimente da far concorrenza ad un gas soporifero, potrebbe essere, no? Tra i pazienti ci sono anche dei depressi incalliti...e il professionista cosa fa? non va come si suol dire "oltre"? E poi è un cliente che paga come gli altri, no?
Non mi riesce di vederla in modo "pragmatico", in questi due giorni mi sono reso conto che la qualità del "servizio" fa anch'essa parte, per me, della prestazione.
Ne ho parlato con lui due volte, a questo punto...se è bravo sarà capace di gestire l'abbiocco o se sbaglio io di far riflettere me.
Grazie.
[#13]
"Ma supponiamo anche fossi talmente deprimente da far concorrenza ad un gas soporifero, potrebbe essere, no? Tra i pazienti ci sono anche dei depressi incalliti...e il professionista cosa fa? non va come si suol dire "oltre"? E poi è un cliente che paga come gli altri, no?"
Gentile Utente,
ci sono pz. (ovviamente non so se si tratta del Suo caso) che non solo possono essere depressi, ma possono anche avere un deficit narrativo (per apprendimento, ovvero fin da quando erano bambini nessuno li stimolava a parlare nè li ascoltavano, o anche per altre ragioni) e pertanto risultano noiosi.
Davanti ad una persona noiosa anche lo psicoterapeuta si annoia, ma non perchè non sia un bravo psicoterapeuta, ma perchè le dinamiche all'interno della diade prevedono per forza che le cose vadano in questo modo. Le faccio un altro esempio. Se Lei è sereno e tranquillo e una persona gioca il ruolo della vittima con Lei autocommiserandosi, La costringe ad indossare i panni del carnefice e inevitabilmente farà emergere la Sua aggressività. Non esiste una coppia con due vittime o due carnefici: uno farà la vittima e l'altro il carnefice. Ancora, se una persona è arrabbiata, potrebbe spaventare o fare arrabbiare a propria volta e così via.
Oppure ci sono anche altri casi, molto più gravi, in cui il pz si trova in uno stato di dissociazione e questo determina la stessa reazione nel terapeuta. Si tratta di casi più rari, ma che possono anche spegnere la coscienza del terapeuta: il terapeuta si addormenta.
Inoltre c'è un interessante fenomeno, detto "attenzione fluttuante": mica tutto ciò che il pz dice in una psicoterapia è ugualmente importante. Il pz. si presenta in terapia portando contenuti certamente importanti per lui, ma è lo psicoterapeuta che lo aiuta a mettere ordine. Ci sono delle parole chiave più importanti che hanno una risonanza emotiva in terapia e altre che non significano nulla.
Io non voglio con questo giustificare il terapeuta, ma mi pare importante sottolineare che non si tratta di ricevere un cattivo servizio. Piuttosto è qualcosa su cui il terapeuta insieme a Lei dovrebbe fermarsi e capire di che si tratta.
Lei per quale motivo è in terapia? Quale diagnosi è stata formulata?
Gentile Utente,
ci sono pz. (ovviamente non so se si tratta del Suo caso) che non solo possono essere depressi, ma possono anche avere un deficit narrativo (per apprendimento, ovvero fin da quando erano bambini nessuno li stimolava a parlare nè li ascoltavano, o anche per altre ragioni) e pertanto risultano noiosi.
Davanti ad una persona noiosa anche lo psicoterapeuta si annoia, ma non perchè non sia un bravo psicoterapeuta, ma perchè le dinamiche all'interno della diade prevedono per forza che le cose vadano in questo modo. Le faccio un altro esempio. Se Lei è sereno e tranquillo e una persona gioca il ruolo della vittima con Lei autocommiserandosi, La costringe ad indossare i panni del carnefice e inevitabilmente farà emergere la Sua aggressività. Non esiste una coppia con due vittime o due carnefici: uno farà la vittima e l'altro il carnefice. Ancora, se una persona è arrabbiata, potrebbe spaventare o fare arrabbiare a propria volta e così via.
Oppure ci sono anche altri casi, molto più gravi, in cui il pz si trova in uno stato di dissociazione e questo determina la stessa reazione nel terapeuta. Si tratta di casi più rari, ma che possono anche spegnere la coscienza del terapeuta: il terapeuta si addormenta.
Inoltre c'è un interessante fenomeno, detto "attenzione fluttuante": mica tutto ciò che il pz dice in una psicoterapia è ugualmente importante. Il pz. si presenta in terapia portando contenuti certamente importanti per lui, ma è lo psicoterapeuta che lo aiuta a mettere ordine. Ci sono delle parole chiave più importanti che hanno una risonanza emotiva in terapia e altre che non significano nulla.
Io non voglio con questo giustificare il terapeuta, ma mi pare importante sottolineare che non si tratta di ricevere un cattivo servizio. Piuttosto è qualcosa su cui il terapeuta insieme a Lei dovrebbe fermarsi e capire di che si tratta.
Lei per quale motivo è in terapia? Quale diagnosi è stata formulata?
[#14]
>>> Quella domanda che il dr. Santonocito mi ha suggerito di rivolgere a lui più che a Voi, non ho potuto farla perchè l'ho letta dopo. Io gliela farei anche la volta prossima, ma non vorrei che tornando di nuovo sull'argomento mi mordesse un orecchio!
>>>
Tranquillo: sarà l'ultima cosa che le potrà capitare. Al massimo, quando si avvicinerà per morderla, aprendo la bocca gli verrà da sbadigliare e così lei farà in tempo a scansarsi! ^_^
>>>
Tranquillo: sarà l'ultima cosa che le potrà capitare. Al massimo, quando si avvicinerà per morderla, aprendo la bocca gli verrà da sbadigliare e così lei farà in tempo a scansarsi! ^_^
[#15]
Psicologo, Psicoterapeuta
>>Non mi riesce di vederla in modo "pragmatico", in questi due giorni mi sono reso conto che la qualità del "servizio" fa anch'essa parte, per me, della prestazione
Gentile utente, si può andare da un terapeuta per tanti motivi. Se lei si è rivolto a questo terapeuta per risolvere dei problemi, è questo fattore che potrebbe tenere in considerazione.
La qualità del "servizio" la valuterei più da un benzinaio o in un grande magazzino: in una relazione terapeutica, valuterei altri fattori:
- se ho la percezione di essere sulla strada per risolvere le mie difficoltà
- se il professionista si comporta in modo corretto e trasparente (ad es., mi ha detto chiaramente in cosa consiste il lavoro di terapia, quante volte a settimana ci si incontra, quali sono i costi, etc.)
- se la "relazione" con lui è buona (e qui comprendo che vedersi sbadigliare in faccia non mette facilmente a proprio agio).
Mi complimento con lei per aver affrontato direttamente la questione in terapia: non per tutti è facile (non so neppure se lo è stato per lei), ma chiarire i propri punti di vista e bisogno è un'abilità che torna spesso utile, se amministrata con giudizio!
Mi scusi il tono un pò provocatorio, ma se il terapeuta la sta davvero aiutando, se lei ha la sensazione di star affrontando e risolvendo le sue difficoltà, etc., qual è il problema?
Al contrario, se la terapia non va, se lei sente di non fare alcun passo avanti, se ha la sensazione di star perdendo tempo e che non si muove, allora forse il problema da affrontare è questo, fermo restando che lei ha il diritto di essere trattato con rispetto, come qualsiasi altra persona.
Cordialmente
Gentile utente, si può andare da un terapeuta per tanti motivi. Se lei si è rivolto a questo terapeuta per risolvere dei problemi, è questo fattore che potrebbe tenere in considerazione.
La qualità del "servizio" la valuterei più da un benzinaio o in un grande magazzino: in una relazione terapeutica, valuterei altri fattori:
- se ho la percezione di essere sulla strada per risolvere le mie difficoltà
- se il professionista si comporta in modo corretto e trasparente (ad es., mi ha detto chiaramente in cosa consiste il lavoro di terapia, quante volte a settimana ci si incontra, quali sono i costi, etc.)
- se la "relazione" con lui è buona (e qui comprendo che vedersi sbadigliare in faccia non mette facilmente a proprio agio).
Mi complimento con lei per aver affrontato direttamente la questione in terapia: non per tutti è facile (non so neppure se lo è stato per lei), ma chiarire i propri punti di vista e bisogno è un'abilità che torna spesso utile, se amministrata con giudizio!
Mi scusi il tono un pò provocatorio, ma se il terapeuta la sta davvero aiutando, se lei ha la sensazione di star affrontando e risolvendo le sue difficoltà, etc., qual è il problema?
Al contrario, se la terapia non va, se lei sente di non fare alcun passo avanti, se ha la sensazione di star perdendo tempo e che non si muove, allora forse il problema da affrontare è questo, fermo restando che lei ha il diritto di essere trattato con rispetto, come qualsiasi altra persona.
Cordialmente
[#16]
Ex utente
“Io non voglio con questo giustificare il terapeuta…”
Per dirla alla romana…Anvedi sto impunito! Mi sbadiglia in faccia e si becca pure gratis n’arringa degna del miglior Perry Mason (si scherza ovviamente…) Grazie a TUTTI per le preziose risposte dalle quali mi pare si sia desunto tra righe ed anche nelle righe che un po’ singolare questo fatto lo è. Allora la prossima volta affronterei la questione in questi termini (è vero dr. Calì, non è stato facile per me rompere il ghiaccio):
- come da suggerimento del dr. Santonocito chiederò A LUI se dobbiamo “lavorarci su” per rendere questo fatto a me più accettabile
-chiederò di formulare una diagnosi (grazie dr.ssa Pileci)
-non avendo percepito inequivocabilmente l’avvio di un processo di cambiamento, proporrò di fare il punto della situazione (grazie dr.sse Rinella, Camplone e dr. Calì)
-proporrò di cambiare orario delle sedute (grazie dr.ssa Massaro e dr. Vita)
- Se ne esco vivo e proseguiamo le sedute mi porterò dietro i pocket coffee...
grazie dr. Vita per la visione d'insieme.
Questo consulto ha ricevuto 18 risposte e 19.6k visite dal 04/09/2012.
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