Complesso di elettra da adulti -possibili cause
Buongiorno, sono una ragazza di 24 anni e vivo da 6 lontano da casa per seguire gli studi di scienze psicologiche.
Da 2 anni ho iniziato psicoterapia ma, non soddisfatta, ho cambiato due psicologi (il primo di approccio dinamico e il secondo di psicologia integrata).
Quest'ultimo mi ha diagnosticato una depressione minore e stati ansiosi forti.
La mia domanda però è indirizzata ad un altro fatto : da qualche tempo (ultimo mese circa) ho iniziato ad avvertire una strana sensazione di "attrazione" ....ben più che amorevole... verso mio padre, cosa che non avevo mai percepito così intensamente negli anni precedenti.....
A COSA POTREBBE ESSERE DOVUTO QUESTO " desiderio di mio padre" e allo stesso tempo, l'odio che provo verso mia madre?
Sono disperata.....mi sento "inaccettabile" quando provo questi sentimenti però allo stesso tempo mi piacciono e ne sono attratta....AIUTATEMI A CAPIRMI!
Grazie in anticipo..
Da 2 anni ho iniziato psicoterapia ma, non soddisfatta, ho cambiato due psicologi (il primo di approccio dinamico e il secondo di psicologia integrata).
Quest'ultimo mi ha diagnosticato una depressione minore e stati ansiosi forti.
La mia domanda però è indirizzata ad un altro fatto : da qualche tempo (ultimo mese circa) ho iniziato ad avvertire una strana sensazione di "attrazione" ....ben più che amorevole... verso mio padre, cosa che non avevo mai percepito così intensamente negli anni precedenti.....
A COSA POTREBBE ESSERE DOVUTO QUESTO " desiderio di mio padre" e allo stesso tempo, l'odio che provo verso mia madre?
Sono disperata.....mi sento "inaccettabile" quando provo questi sentimenti però allo stesso tempo mi piacciono e ne sono attratta....AIUTATEMI A CAPIRMI!
Grazie in anticipo..
[#1]
Difficile dirle a cosa potrebbe essere dovuto, senza conoscerla. Un'ipotesi è che le terapia che ha fatto/sta facendo abbiano smosso qualcosa che si sta manifestando in quel modo.
Ritengo debba parlarne con il suo terapeuta attuale, nel caso in cui non l'avesse fatto, per aiutarla a risolvere questo sentimento in modo positivo, anche per la sua terapia.
Non è necessario che si senta inaccettabile, ma nemmeno che si lasci ossessionare dall'idea. Ne parli con il terapeuta.
Domanda importante: come sta andando la sua terapia attuale?
Ritengo debba parlarne con il suo terapeuta attuale, nel caso in cui non l'avesse fatto, per aiutarla a risolvere questo sentimento in modo positivo, anche per la sua terapia.
Non è necessario che si senta inaccettabile, ma nemmeno che si lasci ossessionare dall'idea. Ne parli con il terapeuta.
Domanda importante: come sta andando la sua terapia attuale?
[#2]
gentile ragazza, riformulando i concetti del collega precedente le chiedo se di questa dimensione edipica ne ha già discusso con i terapeuti che l hanno seguita e se ne avete sviluppato qualche considerazione.
Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks
[#3]
Gentilissima,
ha parlato a chi la sta seguendo di questi pensieri?
Non so che tipo di lettura possa essere data a ciò che sta accandendo da chi non segua un'ottica psicoanalitica, visto che il Complesso del quale lei parla è stato teorizzato in quest'ambito, ma è comunque necessario che ne parli al suo attuale psicoterapeuta se prova un disagio significativo e quindi degno di attenzione.
Dal punto di vista psicoanalitico, come lei sa, il Complesso di Elettra è la versione al femminile del Complesso di Edipo, e descrive il forte fisiologico attaccamento della figlia femmina al padre nel corso dell'infanzia (in particolare fra i 3 e i 5 anni) che porta la bambina a volere il papà tutto per sè e, contemporaneamente, a sviluppare una sorta di avversione/rivalità nei confronti della madre.
Se il genitore dello stesso sesso del figlio (in questo caso la madre) non si frappone e non rivendica il proprio ruolo all'interno della coppia e della famiglia è possibile che questo tipo di legame non sia elaborato e superato e che in seguito porti allo sviluppo di pensieri sgraditi come quelli ai quali lei sta accennando, perchè l'affetto dell'infanzia si trasforma in pensieri inconsci d'altro tipo in seguito allo sviluppo sessuale.
Di solito questi contenuti restano inconsci e si manifestano eventualmente nei sogni, ma a volte possono emergere apertamente e suscitare una reazione allarmata e/o angosciata.
Ci può dire per quale motivo ha iniziato una psicoterapia?
ha parlato a chi la sta seguendo di questi pensieri?
Non so che tipo di lettura possa essere data a ciò che sta accandendo da chi non segua un'ottica psicoanalitica, visto che il Complesso del quale lei parla è stato teorizzato in quest'ambito, ma è comunque necessario che ne parli al suo attuale psicoterapeuta se prova un disagio significativo e quindi degno di attenzione.
Dal punto di vista psicoanalitico, come lei sa, il Complesso di Elettra è la versione al femminile del Complesso di Edipo, e descrive il forte fisiologico attaccamento della figlia femmina al padre nel corso dell'infanzia (in particolare fra i 3 e i 5 anni) che porta la bambina a volere il papà tutto per sè e, contemporaneamente, a sviluppare una sorta di avversione/rivalità nei confronti della madre.
Se il genitore dello stesso sesso del figlio (in questo caso la madre) non si frappone e non rivendica il proprio ruolo all'interno della coppia e della famiglia è possibile che questo tipo di legame non sia elaborato e superato e che in seguito porti allo sviluppo di pensieri sgraditi come quelli ai quali lei sta accennando, perchè l'affetto dell'infanzia si trasforma in pensieri inconsci d'altro tipo in seguito allo sviluppo sessuale.
Di solito questi contenuti restano inconsci e si manifestano eventualmente nei sogni, ma a volte possono emergere apertamente e suscitare una reazione allarmata e/o angosciata.
Ci può dire per quale motivo ha iniziato una psicoterapia?
Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it
[#4]
Ex utente
---infatti volevo premettere che il mio analista è in vacanza fino a fine settembre e non riesco a contattarlo...perciò ho scritto--
Ho iniziato la terapia perchè sn molto riservata e faccio fatica a relazionarmi cn gli altri, indistintamente tra maschi e femmine...e sono sempre triste e irascibile... faccio fatica a percepire le emozioni (positive, mentre sembro essere molto sensibile a quelle negative).
Inoltre....non vedo risultati cn l'attuale analista...anzi....mi sento molto più agitata e rabbiosa da quando, 6 mesi fa, ho iniziato il cammino con il secondo psicologo.
Ho iniziato la terapia perchè sn molto riservata e faccio fatica a relazionarmi cn gli altri, indistintamente tra maschi e femmine...e sono sempre triste e irascibile... faccio fatica a percepire le emozioni (positive, mentre sembro essere molto sensibile a quelle negative).
Inoltre....non vedo risultati cn l'attuale analista...anzi....mi sento molto più agitata e rabbiosa da quando, 6 mesi fa, ho iniziato il cammino con il secondo psicologo.
[#5]
gentile ragazza lei ha chiesto a cosa fosse dovuto il suo desiderio e per meglio comprendere le abbiamo posto un quesito. ha parlato di questa tematica con i suoi analisti? quali temi avete affrontato? di questo complesso di elettra è stato fatto cennmo durante la sua analisi?
[#6]
Ex utente
fino ad un mese fa non si era mai presentato, quindi non ho potuto ricever alcuna interpretazione dal mio analista, e visto che ora è in vacanza, non ne ricevero' una fino a fine mese...
STATO ATTUALE TERAPIA: non vedo miglioramenti in me stessa...anzi, i pensieri di morte (sotto ogni forma) si stanno ripresentando sempre di più.....forse mollerò la terapia...
i temi affrontati sono stati
-cercare di percepire le emozioni positive e i feedback dell'ambiente circostante senza distorcerli in negativo
- nell'accettazione di vissuti di sofferenza passati, dovuti al mio isolamento sociale ...
STATO ATTUALE TERAPIA: non vedo miglioramenti in me stessa...anzi, i pensieri di morte (sotto ogni forma) si stanno ripresentando sempre di più.....forse mollerò la terapia...
i temi affrontati sono stati
-cercare di percepire le emozioni positive e i feedback dell'ambiente circostante senza distorcerli in negativo
- nell'accettazione di vissuti di sofferenza passati, dovuti al mio isolamento sociale ...
[#7]
(..)quindi non ho potuto ricever alcuna interpretazione dal mio analista, e visto che ora è in vacanza, non ne ricevero' una fino a fine mese...
(..) i pensieri di morte (sotto ogni forma) si stanno ripresentando sempre di più.....
gentile ragazza i modelli psicoterapici "interpretativi" non sempre sono util iper determinate problematiche.
cosa intende con pensieri di morte? idee invasive che non riesce a scacciare? pensieri esistenziali negativi sul futuro?
in tal caso dovrebbe seguire un approccio più direttivo e meno interpretativo.
saluti
[#8]
Ex utente
Concordo pienamente con quello che mi ha detto Dr. Armando, in effetti preferirei avere più consigli pratici che interpretativi circa le mie difficoltà....lei mi consiglierebbe di cambiare terapeuta(scegliendo un'altra "scuola" di pensiero- e se si quale?) oppure di chiedere esplicitamente di cambiare "metodologia" a quello attuale?
-pensieri di morte intendo: paura ossessionata che i miei genitori muoiano(e perciò non li voglio abbandonare un attimo), voglia di non vivere...senso di vuoto profondo, pensieri depressivi ricorrenti (di tutti i fallimenti passati, piccoli e grandi che siano), paura di morire presto
[quasi invoco la morte ma nello stesso tempo ne ho paura]
-pensieri di morte intendo: paura ossessionata che i miei genitori muoiano(e perciò non li voglio abbandonare un attimo), voglia di non vivere...senso di vuoto profondo, pensieri depressivi ricorrenti (di tutti i fallimenti passati, piccoli e grandi che siano), paura di morire presto
[quasi invoco la morte ma nello stesso tempo ne ho paura]
[#9]
(..)lei mi consiglierebbe di cambiare terapeuta(scegliendo un'altra "scuola" di pensiero- e se si quale?) (..)
legga questa
https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/533-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico.html
legga questa
https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/533-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico.html
[#11]
Concordo con le osservazioni del collega precedente.
Un approccio che appare adatto a lei è il breve strategico, che si basa su indicazioni e prescrizioni specifiche, caso per caso. Per sapere però se davvero potrebbe beneficiarne dovrebbe fare almeno un primo colloquio ed esporre il suo problema.
>>> volevo premettere che il mio analista è in vacanza fino a fine settembre e non riesco a contattarlo
>>>
Ciò potrebbe indicare che con il suo attuale terapeuta si sta innescando (o è già partita) una dinamica di dipendenza, tale per cui non riesce a tollerarne bene la distanza.
Un approccio che appare adatto a lei è il breve strategico, che si basa su indicazioni e prescrizioni specifiche, caso per caso. Per sapere però se davvero potrebbe beneficiarne dovrebbe fare almeno un primo colloquio ed esporre il suo problema.
>>> volevo premettere che il mio analista è in vacanza fino a fine settembre e non riesco a contattarlo
>>>
Ciò potrebbe indicare che con il suo attuale terapeuta si sta innescando (o è già partita) una dinamica di dipendenza, tale per cui non riesce a tollerarne bene la distanza.
[#13]
Se lei ha forti problemi a relazionarsi con le persone, in pratica se è un inetto sociale, può esserle successo di riversare inconsapevolmente le sue attenzioni su una persona che conosce bene e che stima, anche se non proprio la più adatta.
Risolvendo i problemi relativi alle abilità sociali è probabile che non sentirà più codeste attenzioni per suo padre.
Risolvendo i problemi relativi alle abilità sociali è probabile che non sentirà più codeste attenzioni per suo padre.
[#15]
Discuterne con il suo psicologo è la cosa migliore, anche perchè a differenza nostra la conosce, ma soprattutto a mio avviso deve parlargli del cambiamento che riscontra e che non va nel senso desiderato, e che può consistere ad es. in un temporaneo/apparente peggioramento suscitato da tematiche particolari che siete andati a toccare.
Visto che riferisce un aumento della rabbia è infatti possibile che stiano emergendo emozioni inespresse che è utile non bloccare ancora una volta, ma lasciar defluire ed elaborare.
In psicoterapia - come in qualunque altro percorso psicologico - è sempre necessario che il paziente mantenga uno sguardo ampio nel giudicare il lavoro che sta compiendo, che racchiuda l'insieme del percorso, se vuole evitare inutili scoraggiamenti (o entusiasmi eccessivi) in corrispondenza di uno degli alti e bassi che solitamente caratterizzano il percorso.
Non posso inoltre non notare che la attrae il pensiero di ricevere consigli e indicazioni su cosa fare, mettendosi quindi in una posizione di passività (e maggiore "comodità"), visto che ci ha detto questo:
"preferirei avere più consigli pratici che interpretativi circa le mie difficoltà"
Il lavoro però, per avere un'utilità reale, deve essere in ogni caso fatto da lei: nessuno psicologo psicoterapeuta (intendo di nessun orientamento) le dirà cosa fare e come farlo, ma potrà solo affiancarla nel suo pecorso di ricerca di una soluzione utilizzando gli strumenti che ha appreso.
La fatica che lei sente è evidente, ma non esistono scorciatoie da prendere per evitarla nè soluzioni preconfezionate che possano essere calate dall'alto.
Può chiarire meglio il discorso sulla diagnosi? Ci ha parlato di depressione minore e forti stati ansiosi, ma vorrei sapere se secondo il suo psicoterapeuta si tratta di disturbi a sè stanti o per es. secondari ad un disturbo di personalità.
Visto che riferisce un aumento della rabbia è infatti possibile che stiano emergendo emozioni inespresse che è utile non bloccare ancora una volta, ma lasciar defluire ed elaborare.
In psicoterapia - come in qualunque altro percorso psicologico - è sempre necessario che il paziente mantenga uno sguardo ampio nel giudicare il lavoro che sta compiendo, che racchiuda l'insieme del percorso, se vuole evitare inutili scoraggiamenti (o entusiasmi eccessivi) in corrispondenza di uno degli alti e bassi che solitamente caratterizzano il percorso.
Non posso inoltre non notare che la attrae il pensiero di ricevere consigli e indicazioni su cosa fare, mettendosi quindi in una posizione di passività (e maggiore "comodità"), visto che ci ha detto questo:
"preferirei avere più consigli pratici che interpretativi circa le mie difficoltà"
Il lavoro però, per avere un'utilità reale, deve essere in ogni caso fatto da lei: nessuno psicologo psicoterapeuta (intendo di nessun orientamento) le dirà cosa fare e come farlo, ma potrà solo affiancarla nel suo pecorso di ricerca di una soluzione utilizzando gli strumenti che ha appreso.
La fatica che lei sente è evidente, ma non esistono scorciatoie da prendere per evitarla nè soluzioni preconfezionate che possano essere calate dall'alto.
Può chiarire meglio il discorso sulla diagnosi? Ci ha parlato di depressione minore e forti stati ansiosi, ma vorrei sapere se secondo il suo psicoterapeuta si tratta di disturbi a sè stanti o per es. secondari ad un disturbo di personalità.
[#16]
Ex utente
rispondo ora a <<Può chiarire meglio il discorso sulla diagnosi? ...>>.
Che io sappia no, ha ribadito più volte depressione minore come unico e solo problema -nonostante io abbia chiesto, ultimamente una revisione della sua diagnosi in quanto, studiando le stesse materie, non rilevo solo gli elementi depressivi ...(ma anche sbalzi repentini di umore, scatti d'ira accesi, disistima, senso di solitudine molto forte...ecc)
Che io sappia no, ha ribadito più volte depressione minore come unico e solo problema -nonostante io abbia chiesto, ultimamente una revisione della sua diagnosi in quanto, studiando le stesse materie, non rilevo solo gli elementi depressivi ...(ma anche sbalzi repentini di umore, scatti d'ira accesi, disistima, senso di solitudine molto forte...ecc)
Questo consulto ha ricevuto 16 risposte e 32k visite dal 03/09/2012.
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