Ansia retroattiva

Salve, sono una ragazza di 18 anni. Non mai avuto problemi di ansia, sono sempre stata una ragazza solare..i primi di agosto ho iniziata ad avvertirla con una crisi di pianto e tachicardia. Sono andata dalla mia dottoressa e mi ha dato 7 gocce di compendium e me ne ha prescritto 7 gocce la mattina e 7 la sera per una settimana. Inizialmente le avevo prese solo 3 volte quando proprio non riuscivo a dormire..dopo un paio di giorni mi è passata. E' una settimana fà mi è tornata di nuovo con sintomi come : crisi di pianto, mal di testa, tristezza, senso di debolezza, senso di strozzamento e niente fame. Così ho deciso di prenderle e adesso diciamo che sto meglio..riesco ad uscire con gli amici, a stare in piedi, a mangiare e a studiare. La mia paura è che scattata la settimana dove poi non devo prendere più le gocce mi ritorna di nuovo. Vorrei un vostro parere e dei consigli
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Dr. Fernando Bellizzi Psicologo, Psicoterapeuta 1.1k 37
Gentile Utente,

le gocce servono a gestire i sintomi ed i sintomi servono come campanello d'allarme.

È come dire che c'è un incendio che fa scattare l'allarme, ed io spengo l'allarme... ma se non faccio qualcosa anche per l'incendio, questo potrebbe propagarsi.

L'ansia, come definisce Lei questo quadro emotivo, è appunta un'attivazione emotiva, cioè sta provando qualcosa. Il perchè prova qualcosa può avere svariate motivazioni, che possono essere passeggere e legate ad un momento speciale oppure possono più personali e caratteriali. Ed il fatto di provare ansia non è detto sia un problema, dato che l'ansia, come qualsiasi emozione ha una sua funzione.

E se non ha mai provato ansia, forse deve semplicemente imparare a gestire questo suo nuovo sentire, questa nuova forma di provare emozioni.
Ora se questa ansia le è funzionale e di aiuto o se è limitante, dovrebbe essere uno specialista a stabilirlo.

Dr. Fernando Bellizzi
Albo Psicologi Lazio matr. 10492

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Dr.ssa Magda Muscarà Fregonese Psicoterapeuta, Psicologo 3.8k 149
Cara ragazza, l'ansia è una reazione di allarme che ci dice che ci stiamo preparando e preoccupando perchè all'orizzonte si affacciano problemi, svolte di vita, cose nuove che temiamo di non saper superare..
nell'attesa di decidere di farsi aiutare da uno psicologo , anche a livello consultivo, provi a riflettere su cosa sta cambiando nella sua vita.. esami ? amore ,scelte di studio e di vita ??
il compendium va bene, poi chieda al medico se può prenderlo al bisogno e se lo metta in borsa per un periodo, come una copertina di Linus.. coraggio, la vita è difficile, ma meravigliosa..
Cari auguri

MAGDA MUSCARA FREGONESE
Psicologo, Psicoterapeuta psicodinamico per problemi familiari, adolescenza, depressione - magda_fregonese@libero.it

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Utente
Utente
Salve..il 3 settembre sono andata da uno psichiatra oltre a fare delle sedute dallo psicologo e mi ha sostituito il compendium con alprazolam.. 7 gocce la mattina e 10 la sera per 20 giorni poi 5 gocce al mattino e 8 la sera per 10 giorni poi 8 gocce solo la sera per 10 giorni e 4 gocce solo la sera per 10 giorni, questa sarebbe la cura che io ho iniziato il 4 settembre..sono arrivata al 13° giorno e mi sento meglio però oggi ho avvertito di nuovo crisi di pianto..soffocamento ecc ..allora ho deciso di documentarmi. Ho letto su internet della fitoterapia cioè l'utilizzo di erbe o di piante per la cura di ansia e stress. Volevo avere un vostro parere. Sicuramente così non posso continuare..faccio il 5 anno delle superiori e ho bisogno di stare tranquilla per poter studiare. Penso che una cura a base di erbe naturali sia migliore di un farmaco che magari a lungo andare potrebbe causare dipendenza e per una ragazza di 18 anni non credo sia una buona cosa.
Aspetto una vosta risposta.
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
"Sicuramente così non posso continuare..faccio il 5 anno delle superiori e ho bisogno di stare tranquilla per poter studiare"

Cara ragazza,

non hai pensato che forse la tua ansia è legata proprio alla scuola e cioè all'inizio dell'ultimo anno delle superiori, quello che ti porterà a sostenere gli esami di maturità e a prendere scelte importanti per la tua vita?

Non è secondario stabilire come mai, di punto in bianco, ti stai sentendo così, e non è salutare trovare un rimedio (di qualunque natura sia) che soffochi i sintomi prima di aver capito da cosa dipendono.

Visto che sei giovanissima e che il malessere si è appena presentato sei nella situazione migliore per affrontarlo e spegnerlo sul nascere, ma nel modo giusto: approfondendo la questione con uno psicologo per comprendere cosa ti accade e intervenire di conseguenza è sicuramente preferibile rispetto all'ipotesi di mettere tutto a tacere con il rischio concreto che il disagio che provi continui a "lavorare" in maniera sotterranea, per poi riemergere più intenso in un successivo momento di crisi o di passaggio della tua vita.

Pensaci!

Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it

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Dr. Fernando Bellizzi Psicologo, Psicoterapeuta 1.1k 37
Gentile Utente,

purtroppo è vero che dobbiamo fare i conti con le dipendenze, ma dobbiamo stare anche attenti al fatto che comunque l'essere umano è *dipendente sempre da qualcosa*.
Più che stare attenti a non diventare dipendenti, dobbiamo scegliere meglio le nostre dipendenze, cioè scegliere i nostri legami (ovviamente quelli che possiamo scegliere).

> Penso che una cura a base di erbe naturali sia migliore di un farmaco che
> magari a lungo andare potrebbe causare dipendenza e per una ragazza di 18
> anni non credo sia una buona cosa.

Anche una cura a base di rimedi naturali può generare dipendenze!
Se io sto meglio grazie ad X (laddove X può essere qualunque cosa, sia materiale che mentale) tenderò ad ottenere più X possibile e farò di tutto per assicurarmi che X sia disponibile.

I farmaci nascono comunque dalla sintesi di piante, animali e minerali, cioè dagli elementi presenti in natura, solo che il farmaco porta solo quel determinato principio attivo in quella quantità ben determinata e specifica.

Il farmaco non è *per sempre*, ma *fin che serve*, e se serve, perchè vanificare lo sforzo di averlo preso e poi negare all'organismo un qualcosa che serve per riabituarlo con un'altra sostanza che rappresenta comunque un'incognita?
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