Famiglia da sistemare
Dottori, Vi presento la mia famiglia.
Mio fratello (21)dopo il quarto anno di scuola superiore, per colpa degli amici, inizia a non studiare più, uscire continuamente, non ritornare a casa la sera, diventare maleducato nei confronti di mia madre, credersi superiore ed altezzoso, ordinare mia madre come se fosse una serva e sgridandola a voce alta. Adesso che la scuola è finita, ha abbandonato l'università per lavorare nell'azienda di mio padre. Dato che mio padre non lo tratta come un vero dipendente (gli ha anche comprato la macchina, ipad e iphone, carta di credito senza che avesse meriti), lui si sente autorizzato a presentarsi al lavoro anche alle 12 di mattina. A volte non si presenta perchè ritorna dai locali verso le 5 di mattina e ha sonno. Mio padre si lamenta ma dopo il momento di rabbia, tutto ritorna punto e a capo.
Per fortuna ha superato un periodo in cui era vittima di internet 24/24.
La colpa di mio padre è averlo viziato, la colpa di mia madre è che è troppo debole e ancora a 50 anni non riesce a farsi valere, non ha autorità nè in famiglia nè nella vita perchè è oscurata dal carattere tutto-fare di mio padre.
Mia madre venera mio fratello, gli prepara panini, piadine, gli compra la coca e gli porta il cibo a letto. E se lui dorme, è capace di fare avanti-indietro fra cucina e la sua stanza anche per una ventina di volte. Insomma...è pur fastidioso credo!
Io gli metterei il piatto in tavola, se lo vuole BENE, altrimenti lo diamo ai cani. STOP. Cos'è questo servilismo? Mio fratello si chiude in casa e mamma dice che vive in un albergo. Ella ha pure paura ad aprire la porta della stanza vivendo con l'ossessione che dentro stia facendo chissà cosa e ha paura di entrare nella sua macchina scoprendo nei cassetti chissà cosa. Insomma mia madre la sera non si fa nemmeno una bella doccia, non si legge un libro, non si guarda la tv perchè è tormentata da tutti questi fantasmi. E inoltre ha paura che mio padre, vedendolo sempre uscire, lo sgridi e che lui reagisca scappando di casa. Secondo me finchè la mia famiglia continuerà a distribuire denaro, mio fratello crederà davvero di vivere in albergo. Ogni sera non mangia più con noi, compra pizze ed invita gli amici a casa. Mia madre per AUTO-tranquilizzarsi si AUTO-inventa delle teorie di AUTO-difesa del tipo: si, i suoi amici sono bravi ragazzi, si poverino oggi ha lavorato ed ha fame, si si sta facendo l'idromassaggio perchè si rilassa. ma insomma...mia madre ha paura di mio fratello, perchè non lo mandano a lavorare? A casa in 2 mesi io e mio fratello abbiamo parlato si e no 3 volte, 2 di queste sono litigi. Tutte le volte che mio fratello (stranamente) si siede a tavola, mia mamma trema e subito cambia discorso se per esempio papà gli chiede come ha trascorso la notte. Mia madre ha paura di risolvere questi problemi, è triste, scontenta, grida per nervosismo e fa "grugniti di paura" strani con la voce. Aiuto!
Mio fratello (21)dopo il quarto anno di scuola superiore, per colpa degli amici, inizia a non studiare più, uscire continuamente, non ritornare a casa la sera, diventare maleducato nei confronti di mia madre, credersi superiore ed altezzoso, ordinare mia madre come se fosse una serva e sgridandola a voce alta. Adesso che la scuola è finita, ha abbandonato l'università per lavorare nell'azienda di mio padre. Dato che mio padre non lo tratta come un vero dipendente (gli ha anche comprato la macchina, ipad e iphone, carta di credito senza che avesse meriti), lui si sente autorizzato a presentarsi al lavoro anche alle 12 di mattina. A volte non si presenta perchè ritorna dai locali verso le 5 di mattina e ha sonno. Mio padre si lamenta ma dopo il momento di rabbia, tutto ritorna punto e a capo.
Per fortuna ha superato un periodo in cui era vittima di internet 24/24.
La colpa di mio padre è averlo viziato, la colpa di mia madre è che è troppo debole e ancora a 50 anni non riesce a farsi valere, non ha autorità nè in famiglia nè nella vita perchè è oscurata dal carattere tutto-fare di mio padre.
Mia madre venera mio fratello, gli prepara panini, piadine, gli compra la coca e gli porta il cibo a letto. E se lui dorme, è capace di fare avanti-indietro fra cucina e la sua stanza anche per una ventina di volte. Insomma...è pur fastidioso credo!
Io gli metterei il piatto in tavola, se lo vuole BENE, altrimenti lo diamo ai cani. STOP. Cos'è questo servilismo? Mio fratello si chiude in casa e mamma dice che vive in un albergo. Ella ha pure paura ad aprire la porta della stanza vivendo con l'ossessione che dentro stia facendo chissà cosa e ha paura di entrare nella sua macchina scoprendo nei cassetti chissà cosa. Insomma mia madre la sera non si fa nemmeno una bella doccia, non si legge un libro, non si guarda la tv perchè è tormentata da tutti questi fantasmi. E inoltre ha paura che mio padre, vedendolo sempre uscire, lo sgridi e che lui reagisca scappando di casa. Secondo me finchè la mia famiglia continuerà a distribuire denaro, mio fratello crederà davvero di vivere in albergo. Ogni sera non mangia più con noi, compra pizze ed invita gli amici a casa. Mia madre per AUTO-tranquilizzarsi si AUTO-inventa delle teorie di AUTO-difesa del tipo: si, i suoi amici sono bravi ragazzi, si poverino oggi ha lavorato ed ha fame, si si sta facendo l'idromassaggio perchè si rilassa. ma insomma...mia madre ha paura di mio fratello, perchè non lo mandano a lavorare? A casa in 2 mesi io e mio fratello abbiamo parlato si e no 3 volte, 2 di queste sono litigi. Tutte le volte che mio fratello (stranamente) si siede a tavola, mia mamma trema e subito cambia discorso se per esempio papà gli chiede come ha trascorso la notte. Mia madre ha paura di risolvere questi problemi, è triste, scontenta, grida per nervosismo e fa "grugniti di paura" strani con la voce. Aiuto!
[#2]
Utente
In che modo si potrebbe risolvere questo problema?
Mia madre deve consultare uno psichiatra? Le serve certamente una rieducazione alla vita e per vita intendo vita famigliare. Non si può continuare cosi. Lei vive male. Soffre. Piange. Non ha autostima. Ha sicuramente un disturbo dell'ansia. Paure immotivate.
Dalla descrizione si può intuire che mia madre vive una vita di certo non facile!
Viviamo nella stessa famiglia ma io e mio fratello per esempio non ci parliamo nemmeno.
Che famiglia è questa??
Mia madre deve consultare uno psichiatra? Le serve certamente una rieducazione alla vita e per vita intendo vita famigliare. Non si può continuare cosi. Lei vive male. Soffre. Piange. Non ha autostima. Ha sicuramente un disturbo dell'ansia. Paure immotivate.
Dalla descrizione si può intuire che mia madre vive una vita di certo non facile!
Viviamo nella stessa famiglia ma io e mio fratello per esempio non ci parliamo nemmeno.
Che famiglia è questa??
[#3]
Gentile utente,
bisogna considerare che per le persone meno giovani, che hanno già fatto molte esperienze di vita, che hanno già "formato" la propria personalità, ed hanno perfino cresciuto la famiglia può essere più difficile fare la "rieducazione alla vita", compresa la "vita famigliare". Comunque non voglio minimizzare la sofferenza della Sua madre, e, se la Sua madre lo accetta, penso che una consulenza specialistica sarebbe senz'altro utile. Tuttavia, penso che questo passo andrebbe visto come un inizio di lavoro con tutti i componenti della famiglia, perché la Sua madre ne può rappresentare solo un elemento più sensibile, tramite il quale si manifesta la problematica comune. Viste le cose in tale ottica, eventualmente il primo passo può fare anche Lei stesso tramite una consulenza dal vivo (accompagnando la mamma o, se lei non accetta, venendo anche Lei da solo). Penso comunque che lo specialista che verrebbe consultato nel vostro caso in prima battuta non sarebbe lo psichiatra, ma lo psicologo (nel caso di ciascuno e di tutti assieme), mentre lo psichiatra potrebbe essere coinvolto eventualmente in seguito, se verrà ritenuto necessario. Per cui, sottopongo la Sua richiesta e la nostra discussione ai colleghi psicologi del nostro sito, per avere anche un loro parere.
bisogna considerare che per le persone meno giovani, che hanno già fatto molte esperienze di vita, che hanno già "formato" la propria personalità, ed hanno perfino cresciuto la famiglia può essere più difficile fare la "rieducazione alla vita", compresa la "vita famigliare". Comunque non voglio minimizzare la sofferenza della Sua madre, e, se la Sua madre lo accetta, penso che una consulenza specialistica sarebbe senz'altro utile. Tuttavia, penso che questo passo andrebbe visto come un inizio di lavoro con tutti i componenti della famiglia, perché la Sua madre ne può rappresentare solo un elemento più sensibile, tramite il quale si manifesta la problematica comune. Viste le cose in tale ottica, eventualmente il primo passo può fare anche Lei stesso tramite una consulenza dal vivo (accompagnando la mamma o, se lei non accetta, venendo anche Lei da solo). Penso comunque che lo specialista che verrebbe consultato nel vostro caso in prima battuta non sarebbe lo psichiatra, ma lo psicologo (nel caso di ciascuno e di tutti assieme), mentre lo psichiatra potrebbe essere coinvolto eventualmente in seguito, se verrà ritenuto necessario. Per cui, sottopongo la Sua richiesta e la nostra discussione ai colleghi psicologi del nostro sito, per avere anche un loro parere.
[#4]
Gentile Utente,
completamente d'accordo con il parere del Dott. Gukov, le dinamiche in essere nella sua famiglia meriterebbero l'attenzione di uno psicologo/psicoterapeuta familiare.
Senza sottovalutare la sofferenza di sua madre, in questa situazione sembra non stia bene nessuno, andrebbe spezzato il circolo vizioso in cui vi trovate nel quale il disagio viene sostenuto e amplificato dalle interazioni in atto, così ben descritte da lei.
Provi a parlarne con i suoi genitori e senta se sono disposti a rivolgersi ad uno specialista.
Se crede ci può aggiornare.
Cordialmente
completamente d'accordo con il parere del Dott. Gukov, le dinamiche in essere nella sua famiglia meriterebbero l'attenzione di uno psicologo/psicoterapeuta familiare.
Senza sottovalutare la sofferenza di sua madre, in questa situazione sembra non stia bene nessuno, andrebbe spezzato il circolo vizioso in cui vi trovate nel quale il disagio viene sostenuto e amplificato dalle interazioni in atto, così ben descritte da lei.
Provi a parlarne con i suoi genitori e senta se sono disposti a rivolgersi ad uno specialista.
Se crede ci può aggiornare.
Cordialmente
Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it
[#5]
Utente
io ho già provato a parlare con mia madre,
ma voi lo sapete meglio di me...il paziente che necessita uno psicologo od uno psichiatra cerca di minimizzare il proprio problema...e finisce per pensare che l'idea di parlare con un esperto sia semplicemente ridicola.
Mia madre infatti pensa proprio questo.
Rispondendo al dott Gukov, io non sono proprio colpito da questo evento perchè vivo lontano da casa per via dell'università.
Rispondendo alla dott.ssa Rinella, si è vero c'è un circolo vizioso, un ritornello che non si sistema più, ma torna a creare disagio ogni giorno ripetutamente.
Non so...altri pareri di altri dottori?
ma voi lo sapete meglio di me...il paziente che necessita uno psicologo od uno psichiatra cerca di minimizzare il proprio problema...e finisce per pensare che l'idea di parlare con un esperto sia semplicemente ridicola.
Mia madre infatti pensa proprio questo.
Rispondendo al dott Gukov, io non sono proprio colpito da questo evento perchè vivo lontano da casa per via dell'università.
Rispondendo alla dott.ssa Rinella, si è vero c'è un circolo vizioso, un ritornello che non si sistema più, ma torna a creare disagio ogni giorno ripetutamente.
Non so...altri pareri di altri dottori?
[#6]
Gentile utente,
se apprezzerà la mia sincerità, anche Lei stesso "minimizza".
Minimizza il proprio ruolo nella situazione che si è creata. Se a Lei non toccasse emotivamente, Lei non ci avrebbe scritto, ma il problema non è tanto o solo la sofferenza emotiva (o meno) Sua piuttosto che della Sua madre (senza che io voglia sottostimarla), quanto il modo di funzionare del vostro organismo familiare, e qui Lei ha un ruolo.
Se Lei non sentisse questo ruolo, non ci avrebbe scritto. In sodo, è possibile che il comportamento e l'atteggiamento di tutti influisca negativamente, compreso il Suo atteggiamento ed il Suo comportamento. Intendo, ad esempio, il distacco relazionale dal fratello, lasciando in tal modo ai genitori a gestire la relazione di lui con la famiglia, quando Lei ha capito già che loro hanno i propri limiti in tal senso. Dall'altra parte insistere che chi ha bisogno di visita specialistica è il genitore e non Lei e che Lei lo sa meglio di loro, è un atteggiamento che può farli sentire ancora meno rispettati nella data situazione e non migliora loro autostima.
Penso che, "paradossalmente", questi Suoi atteggiamenti possono avere a livello delle dinamiche familiari le conseguenze simili rispetto a come si comporta il Suo fratello, pur senza che Lei lo voglia.
Penso che lo psicologo può essere consultato non sempre necessariamente per curarsi, ma anche per capire come gestire la situazione, e, visto il rifiuto degli altri, può farlo Lei per primo. Dall'atteggiamento che assume Lei può dipendere molto.
Specifico che sto parlando sempre di come iniziare ad approcciare la problematica e non di come verrà poi risolta. Lei stesso scrive: "voi lo sapete meglio di me...il paziente che necessita uno psicologo od uno psichiatra cerca di minimizzare il proprio problema..." E sono certamente d'accordo. Appunto, e, nei casi gravi, chi viene per primo a parlarne è spesso un parente o una persona vicina, il quale, assieme allo specialista possono concordare il miglior approccio relazionale alla persona (o alle persone, nel caso vostro), che favorisca la loro successiva eventuale presa in carico.
Vediamo, certamente, anche che cosa dicono gli altri specialisti.
se apprezzerà la mia sincerità, anche Lei stesso "minimizza".
Minimizza il proprio ruolo nella situazione che si è creata. Se a Lei non toccasse emotivamente, Lei non ci avrebbe scritto, ma il problema non è tanto o solo la sofferenza emotiva (o meno) Sua piuttosto che della Sua madre (senza che io voglia sottostimarla), quanto il modo di funzionare del vostro organismo familiare, e qui Lei ha un ruolo.
Se Lei non sentisse questo ruolo, non ci avrebbe scritto. In sodo, è possibile che il comportamento e l'atteggiamento di tutti influisca negativamente, compreso il Suo atteggiamento ed il Suo comportamento. Intendo, ad esempio, il distacco relazionale dal fratello, lasciando in tal modo ai genitori a gestire la relazione di lui con la famiglia, quando Lei ha capito già che loro hanno i propri limiti in tal senso. Dall'altra parte insistere che chi ha bisogno di visita specialistica è il genitore e non Lei e che Lei lo sa meglio di loro, è un atteggiamento che può farli sentire ancora meno rispettati nella data situazione e non migliora loro autostima.
Penso che, "paradossalmente", questi Suoi atteggiamenti possono avere a livello delle dinamiche familiari le conseguenze simili rispetto a come si comporta il Suo fratello, pur senza che Lei lo voglia.
Penso che lo psicologo può essere consultato non sempre necessariamente per curarsi, ma anche per capire come gestire la situazione, e, visto il rifiuto degli altri, può farlo Lei per primo. Dall'atteggiamento che assume Lei può dipendere molto.
Specifico che sto parlando sempre di come iniziare ad approcciare la problematica e non di come verrà poi risolta. Lei stesso scrive: "voi lo sapete meglio di me...il paziente che necessita uno psicologo od uno psichiatra cerca di minimizzare il proprio problema..." E sono certamente d'accordo. Appunto, e, nei casi gravi, chi viene per primo a parlarne è spesso un parente o una persona vicina, il quale, assieme allo specialista possono concordare il miglior approccio relazionale alla persona (o alle persone, nel caso vostro), che favorisca la loro successiva eventuale presa in carico.
Vediamo, certamente, anche che cosa dicono gli altri specialisti.
Questo consulto ha ricevuto 6 risposte e 1.9k visite dal 28/08/2012.
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