Relazioni con colleghi
Buongiorno,
vi spiego il problema che ho, a grandi linee, da un anno e mezzo lavoro in una grossa azienda, nella quale lavoro con una persona (una ragazza) in team.
Precedentemente lavoravo in un azienda piccola, completamente famigliare nella quale avevo un ruolo di responsabilità e nella quale aveva un rapporto stretto con i componenti della famiglia, a seguito di un incidente e di un lungo fermo a causa di una mancata telefonata a un componente del gruppo, mi sono ritrovato con terra bruciata attorno, accuso di spionaggio su dati sensibili tanto che mi sono stati disattivati dal pc mail, internet e supporti quali CD e USB, accuse di aver truccato i rimborsi ecc... per quasi due anni.
Ora sono riuscito a levarmi da quella situazione ma nella nuova azienda mi sono trascinato paranoie varie con i colleghi che mi sembrano sempre li per "fregarmi".
So che è una paranoia mia, la collega stessa me lo ha ripetuto più volte, mi piacerebbe uscirne da questa idea, avreste qualche consiglio da dare per alleviare la cosa?!
Vi ringrazio anticipatamente maurizio
vi spiego il problema che ho, a grandi linee, da un anno e mezzo lavoro in una grossa azienda, nella quale lavoro con una persona (una ragazza) in team.
Precedentemente lavoravo in un azienda piccola, completamente famigliare nella quale avevo un ruolo di responsabilità e nella quale aveva un rapporto stretto con i componenti della famiglia, a seguito di un incidente e di un lungo fermo a causa di una mancata telefonata a un componente del gruppo, mi sono ritrovato con terra bruciata attorno, accuso di spionaggio su dati sensibili tanto che mi sono stati disattivati dal pc mail, internet e supporti quali CD e USB, accuse di aver truccato i rimborsi ecc... per quasi due anni.
Ora sono riuscito a levarmi da quella situazione ma nella nuova azienda mi sono trascinato paranoie varie con i colleghi che mi sembrano sempre li per "fregarmi".
So che è una paranoia mia, la collega stessa me lo ha ripetuto più volte, mi piacerebbe uscirne da questa idea, avreste qualche consiglio da dare per alleviare la cosa?!
Vi ringrazio anticipatamente maurizio
[#1]
Caro Maurizio,
è molto importante riuscire a voltare pagina e sapere concentrarsi sul presente. Imparando che le "paure" sono appunto paure, non dati di realtà.
Qualche consiglio pratico?
Intanto cerchi un rapporto di fiducia con il suo responsabile: senza dilungarsi in dettagli o piagnistei, gli spieghi che è molto contento del nuovo lavoro e che vorrebbe dare il massimo, dunque sarebbe interessato ad avere da lui dei rewards sulle proprie prestazioni, comportamenti e rendimenti. Chieda insomma dei feedback ufficiali, e poi si attenga a quelli. Poi sorrida e sia gentile con tutti: sempre.
Provi però un po' a pensare se in realtà alla base della situazione attuale non stia una questione più nodale, legata alla bassa autostima. Si rende conto di faticare nell'autocritica? Di dipendere dal giudizio e dalle rassicurazioni altrui? Pensa che siano caratteristiche del suo carattere più che elementi del contingente? Se così le pare, forse un piccolo percorso psicoterapeutico può aiutarla a stabilizzare un'immagine di sè più serena ed obiettiva, liberandosi dall'ansia continua della valutazione o del tiro mancino altrui.
Buon lavoro di cuore!
Dott.ssa Barbara Alessio
psicologa psicoterapeuta
www.almadea.it
è molto importante riuscire a voltare pagina e sapere concentrarsi sul presente. Imparando che le "paure" sono appunto paure, non dati di realtà.
Qualche consiglio pratico?
Intanto cerchi un rapporto di fiducia con il suo responsabile: senza dilungarsi in dettagli o piagnistei, gli spieghi che è molto contento del nuovo lavoro e che vorrebbe dare il massimo, dunque sarebbe interessato ad avere da lui dei rewards sulle proprie prestazioni, comportamenti e rendimenti. Chieda insomma dei feedback ufficiali, e poi si attenga a quelli. Poi sorrida e sia gentile con tutti: sempre.
Provi però un po' a pensare se in realtà alla base della situazione attuale non stia una questione più nodale, legata alla bassa autostima. Si rende conto di faticare nell'autocritica? Di dipendere dal giudizio e dalle rassicurazioni altrui? Pensa che siano caratteristiche del suo carattere più che elementi del contingente? Se così le pare, forse un piccolo percorso psicoterapeutico può aiutarla a stabilizzare un'immagine di sè più serena ed obiettiva, liberandosi dall'ansia continua della valutazione o del tiro mancino altrui.
Buon lavoro di cuore!
Dott.ssa Barbara Alessio
psicologa psicoterapeuta
www.almadea.it
Dr.ssa BARBARA ALESSIO
[#2]
Ex utente
Buongiorno dr. Alessio,
la ringrazio per la risposta, mi trova d'accordo che probabilmente c'è anche un attimo di autostima da recuperare.
Avrebbe qualche consiglio da darmi su quello?
Per il resto valuterò il discorso del feedbak con il responsabile.
La ringrazio per la cortesia Maurizio
la ringrazio per la risposta, mi trova d'accordo che probabilmente c'è anche un attimo di autostima da recuperare.
Avrebbe qualche consiglio da darmi su quello?
Per il resto valuterò il discorso del feedbak con il responsabile.
La ringrazio per la cortesia Maurizio
[#3]
Caro Maurizio,
penso che la psicoterapia possa ben rappresentare un utile strumento per accrescere l'autostima, sotto la guida di una persona preparata e "neutra", in un rapporto intimo e fiducioso, che possa sviscerare anche le questioni più spinose e dolorose al di fuori del giudizio.
Certo in libreria troverà molte letture, non credo tutte utilissime. Negli ultimi tempi mi trovo a consigliare "Chi ha spostato il mio formaggio", una piccola fiaba, nulla più, che ha il pregio di accomunarci tutti nell'esperienza penosa del cambiamento e della difficoltà che pare insormontabile perchè si è frenati dalla paura. E' lettura breve ma può aiutare.
Infine esistono molte tecniche, dallo yoga alla meditazione a molte discipline orientali che aiutano la disciplina interiore accompagnando all'equilibrio, agendo anche sull'autostima dunque, attivando un'immagine di sè capace e valida.
Non sono da trascurare gli amici: può incontrarli singolarmente e col cuore in mano chiedere a loro quali siano i ssuoi punti di forza e debolezza. Non per abbattesri, si intende, ma per puntare sui primi e cercare di trasformare i secondi.
Ogni esperienza positiva che facciamo concorre ad accrescere la nostra immagine di noi: cerchi allora di vivere con entusiasmo ogni cosa che fa.
Buone cose.
Dott.ssa Barbara Alessio
psicologa psicoterapeuta
www.almadea.it
penso che la psicoterapia possa ben rappresentare un utile strumento per accrescere l'autostima, sotto la guida di una persona preparata e "neutra", in un rapporto intimo e fiducioso, che possa sviscerare anche le questioni più spinose e dolorose al di fuori del giudizio.
Certo in libreria troverà molte letture, non credo tutte utilissime. Negli ultimi tempi mi trovo a consigliare "Chi ha spostato il mio formaggio", una piccola fiaba, nulla più, che ha il pregio di accomunarci tutti nell'esperienza penosa del cambiamento e della difficoltà che pare insormontabile perchè si è frenati dalla paura. E' lettura breve ma può aiutare.
Infine esistono molte tecniche, dallo yoga alla meditazione a molte discipline orientali che aiutano la disciplina interiore accompagnando all'equilibrio, agendo anche sull'autostima dunque, attivando un'immagine di sè capace e valida.
Non sono da trascurare gli amici: può incontrarli singolarmente e col cuore in mano chiedere a loro quali siano i ssuoi punti di forza e debolezza. Non per abbattesri, si intende, ma per puntare sui primi e cercare di trasformare i secondi.
Ogni esperienza positiva che facciamo concorre ad accrescere la nostra immagine di noi: cerchi allora di vivere con entusiasmo ogni cosa che fa.
Buone cose.
Dott.ssa Barbara Alessio
psicologa psicoterapeuta
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Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 1.4k visite dal 28/08/2012.
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