Aritmie cardiache
Gentilissimi dottori,
da qualche mese la mia vita è un inferno.
Tuttò iniziò i primi di aprile qnd, dopo fortissimo stress, iniziai ad avvertire delle extrasistoli.
Si ripetevano ogni giorno, di mattina presto e poi alla sera, dopo cena.
Visto che qualche anno fa mi riscontrarono un lieve prolasso del lembo anteriore della mitralica (anomalia che, del tutto simile alla mia, ha anche mio padre, oggi ultrasessantenne e senza alcuna sofferenza cardiaca) e dal momento che, da allora, mi sottopongo a controlli periodici, decisi di accellerare i tempi del controllo.
Recatami dal mio cardiologo di fiducia, sono stata sottoposta ad elettrocardiogramma, dal quale fu riscontrata solo lieve tachicardia sinusale, 104 bpm e all'ecocardio in ecocolordopler, che risultò del tutto uguale ai precedenti. Il prolasso del lembo era sempre lo stesso, gli atrii, come mi ha detto il medico nella norma, così come il miocardio e l'aorta.
Il cardiologo, per tagliare la testa al toro, mi ha fatto tre elettrocardiogrammi in consecutio, terminati i quali mi suggerì di rilassarmi e di non pensare più al cuore e di vivere serena.
Ritenne inoltre, dopo aver fatto la visita cardiologica, auscultati cuore, polmoni e palpeggiato le diramazioni venose di gambe, braccia e carotide, che non era neppure il caso di fare l'holter.
Da allora, però, l'ansia non dà tregua.
Le extrasistoli sono passate, o quasi, ma è iniziata la tachicardia.
Da un mese ne soffro insieme ad attacchi di panico.
Se mangio un po' di più la sensazione precipita.
Sento come un mattone tra stomaco e cuore.
Lo stomaco comincia a pulsare.
La situazione migliora se vado di corpo o se espello aria.
HO la pancia perennemente gonfia e, da un po' di tempo a questa parte, il solo pensiero di mangiare mi fa venire la tachicardia.
Mi è anche capitato, qualche volta, di svegliarmi con la tachicardia (97 btm). O di avvertirla se mi alzo di botto.
Sono talmente terrorizzata, soprattutto di avere degli attacchi nel sonno, che da venti giorni assumo, tutte le sere e al bisgno, una pillola 0.25 di Xanax, presa la quale la situazione migliora.
La mia vita è un inferno. Ero già depressa, almeno così mi definì il neurologo, per via di due aborti e di un'estenuante causa di separazione, che riguarda il mio compagno e che non ci consente di andare a nozze.
Per mesi mi sono arrovellata in questi pensieri.
Oggi dipendo dallo xanax, ho paura a fare sport, a fare l'amore.
So che non posso continuare così, ora che i medici hanno scoperto il perchè dei miei aborti: una tiroidite autoimmunitaria, che sto curando con eutirox 75, ora ridotto alla metà, per via dei distubi.
oggi il pensiero di rimanere incinta mi terrorizza, temo possa scoppiarmi il cuore. Con il mio compagno non mi posso sfogare, non comprende e prendo lo Xanax di nascosto. Mi date un consiglio cortesemente, la mia vita si è trasformata, non sono più io.
da qualche mese la mia vita è un inferno.
Tuttò iniziò i primi di aprile qnd, dopo fortissimo stress, iniziai ad avvertire delle extrasistoli.
Si ripetevano ogni giorno, di mattina presto e poi alla sera, dopo cena.
Visto che qualche anno fa mi riscontrarono un lieve prolasso del lembo anteriore della mitralica (anomalia che, del tutto simile alla mia, ha anche mio padre, oggi ultrasessantenne e senza alcuna sofferenza cardiaca) e dal momento che, da allora, mi sottopongo a controlli periodici, decisi di accellerare i tempi del controllo.
Recatami dal mio cardiologo di fiducia, sono stata sottoposta ad elettrocardiogramma, dal quale fu riscontrata solo lieve tachicardia sinusale, 104 bpm e all'ecocardio in ecocolordopler, che risultò del tutto uguale ai precedenti. Il prolasso del lembo era sempre lo stesso, gli atrii, come mi ha detto il medico nella norma, così come il miocardio e l'aorta.
Il cardiologo, per tagliare la testa al toro, mi ha fatto tre elettrocardiogrammi in consecutio, terminati i quali mi suggerì di rilassarmi e di non pensare più al cuore e di vivere serena.
Ritenne inoltre, dopo aver fatto la visita cardiologica, auscultati cuore, polmoni e palpeggiato le diramazioni venose di gambe, braccia e carotide, che non era neppure il caso di fare l'holter.
Da allora, però, l'ansia non dà tregua.
Le extrasistoli sono passate, o quasi, ma è iniziata la tachicardia.
Da un mese ne soffro insieme ad attacchi di panico.
Se mangio un po' di più la sensazione precipita.
Sento come un mattone tra stomaco e cuore.
Lo stomaco comincia a pulsare.
La situazione migliora se vado di corpo o se espello aria.
HO la pancia perennemente gonfia e, da un po' di tempo a questa parte, il solo pensiero di mangiare mi fa venire la tachicardia.
Mi è anche capitato, qualche volta, di svegliarmi con la tachicardia (97 btm). O di avvertirla se mi alzo di botto.
Sono talmente terrorizzata, soprattutto di avere degli attacchi nel sonno, che da venti giorni assumo, tutte le sere e al bisgno, una pillola 0.25 di Xanax, presa la quale la situazione migliora.
La mia vita è un inferno. Ero già depressa, almeno così mi definì il neurologo, per via di due aborti e di un'estenuante causa di separazione, che riguarda il mio compagno e che non ci consente di andare a nozze.
Per mesi mi sono arrovellata in questi pensieri.
Oggi dipendo dallo xanax, ho paura a fare sport, a fare l'amore.
So che non posso continuare così, ora che i medici hanno scoperto il perchè dei miei aborti: una tiroidite autoimmunitaria, che sto curando con eutirox 75, ora ridotto alla metà, per via dei distubi.
oggi il pensiero di rimanere incinta mi terrorizza, temo possa scoppiarmi il cuore. Con il mio compagno non mi posso sfogare, non comprende e prendo lo Xanax di nascosto. Mi date un consiglio cortesemente, la mia vita si è trasformata, non sono più io.
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Gentile Utente,
dato che già c'è la copertura farmacologica, ora non le resta che attuare la cura psicologica, che per forza di cose deve avvenire attraverso uno specialista, che più che consigli saprà stabilire con Lei un adeguato percorso psicologico di sostegno.
dato che già c'è la copertura farmacologica, ora non le resta che attuare la cura psicologica, che per forza di cose deve avvenire attraverso uno specialista, che più che consigli saprà stabilire con Lei un adeguato percorso psicologico di sostegno.
Dr. Fernando Bellizzi
Albo Psicologi Lazio matr. 10492
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 3k visite dal 26/08/2012.
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