Rabbia nei confronti di tutti, ansia, senso di impotenza
salve, sono una ragazza di 24 anni...sono una persona ansiosa...è da diverso tempo che ho difficoltà soprattutto in famiglia (ma non solo)...non sopporto più i loro comportamenti, tutto ciò che fanno e dicono mi innervosisce...mi sento arrabbiata con tutti e questo fà sì che spesso io sia irrascibile, risponda male...e se scoppio a piangere durante un litigio mio padre puntualmente mi sgrida!(dicendo che non ha senso che io pianga)...a volte odio tutti, me stessa per prima! non mi sento capita da nessuno...mi sembra di esplodere e frequentemente faccio pensieri suicidi...il problema è che poi non ho nemmeno il coraggio di farlo (mi sento anche codarda per questo) e finisco in pianto...mi sento impotente e irrealizzata sia dal punto di vista affettivo che lavorativo...penso sia arrivato il momento di chiedere aiuto a qualcuno, ma non mi sento ancora pronta ad andare da uno psicologo di persona...o meglio voglio evitare che i miei mi guardino come una "pazza", dato che qui purtroppo è ancora un tabù...
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"mi sento impotente e irrealizzata sia dal punto di vista affettivo che lavorativo..."
Gentile Utente,
sarebbe gentile da spiegarmi un po' meglio che cosa sta succedendo nella Sua vita? E' alla ricerca di un lavoro e non ha una storia d'amore?
Da quanto tempo si verificano questi scatti di rabbia?
Prima di affrontare questo periodo stressante riusciva a modulare la rabbia e l'aggressività?
Infine lo psicologo non è il professionista che si occupa della cura dei pazzi! Talvolta può essere utile rivolgersi allo psicologo per imparare, ad es, a gestire meglio una sana emozione come la rabbia e a canalizzarla a proprio vantaggio e per poter di conseguenza vivere più sereni.
Saluti,
Gentile Utente,
sarebbe gentile da spiegarmi un po' meglio che cosa sta succedendo nella Sua vita? E' alla ricerca di un lavoro e non ha una storia d'amore?
Da quanto tempo si verificano questi scatti di rabbia?
Prima di affrontare questo periodo stressante riusciva a modulare la rabbia e l'aggressività?
Infine lo psicologo non è il professionista che si occupa della cura dei pazzi! Talvolta può essere utile rivolgersi allo psicologo per imparare, ad es, a gestire meglio una sana emozione come la rabbia e a canalizzarla a proprio vantaggio e per poter di conseguenza vivere più sereni.
Saluti,
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
[#2]
Ex utente
La ringrazio per la celere risposta...Comunque ho un lavoro da diversi mesi, ma non ha alcun nesso con quello che mi sarebbe piaciuto fare, lo tengo solo perchè mi fa guadagnare qualcosina...in realtà anni fa avevo intrapreso l'università, ma dopo il primo anno, dopo essermi stressata non poco, l'ho lasciata poichè si sono presentati sempre più frequentemente attacchi di ansia, in maniera quotidiana, tanto da non riuscire più nemmeno a studiare, in quanto mi sentivo male anche fisicamente...ho pensato che la mia ansia fosse connessa all'università, cioè alla mia sensazione di non essere in grado di portarla a termine (nonostante avessi superato gli esami dati con il massimo dei voti), di deludere i miei genitori...
Una persona a me molto vicina,(psicologo), mi disse che la mia ansia poteva essere legata alla paura di andare via di casa, nonostante sia sempre stato il mio obiettivo! Ma ho dei genitori, in particolare mia madre, molto ossessivi, opprimenti, non mi lasciano fare le mie scelte liberamente...mi è stato detto "non ti legano mica!"...lo so, ma mi sento legata mentalmente e finisco per non avere la capacità di prendere decisioni che contraddicano il loro volere...(mi hanno sempre detto che non posso andare via di casa).
Le chiedo scusa se mi sono dilungata così tanto su un singolo episodio, ma ritenevo davvero molto importante ciò che ho scritto.
Per quanto riguarda la mia rabbia, non ho dei veri e propri scatti di ira, sono più che altro atteggiamenti di intolleranza, dovuti al fatto che non sopporto più tutto ciò che mi è intorno...le restrizioni dei miei...mi sento satura, ecco...e ritengo i miei una delle fonti principali del mio malessere, e della mia mancata realizzazione...penso che sia questo a non farmeli tollerare più. Non sono mai stata aggressiva fisicamente, in passato questa rabbia riuscivo ad elaborarla meglio in quanto pensavo che prima o poi sarei andata via di casa...ora mi sento in trappola invece, incapace di far cambiare la situazione...
Una persona a me molto vicina,(psicologo), mi disse che la mia ansia poteva essere legata alla paura di andare via di casa, nonostante sia sempre stato il mio obiettivo! Ma ho dei genitori, in particolare mia madre, molto ossessivi, opprimenti, non mi lasciano fare le mie scelte liberamente...mi è stato detto "non ti legano mica!"...lo so, ma mi sento legata mentalmente e finisco per non avere la capacità di prendere decisioni che contraddicano il loro volere...(mi hanno sempre detto che non posso andare via di casa).
Le chiedo scusa se mi sono dilungata così tanto su un singolo episodio, ma ritenevo davvero molto importante ciò che ho scritto.
Per quanto riguarda la mia rabbia, non ho dei veri e propri scatti di ira, sono più che altro atteggiamenti di intolleranza, dovuti al fatto che non sopporto più tutto ciò che mi è intorno...le restrizioni dei miei...mi sento satura, ecco...e ritengo i miei una delle fonti principali del mio malessere, e della mia mancata realizzazione...penso che sia questo a non farmeli tollerare più. Non sono mai stata aggressiva fisicamente, in passato questa rabbia riuscivo ad elaborarla meglio in quanto pensavo che prima o poi sarei andata via di casa...ora mi sento in trappola invece, incapace di far cambiare la situazione...
[#3]
Gentile Utente,
se si hanno attacchi d'ansia tali da impedire il normale svolgimento di un'attività (es l'università) è l'ansia che deve essere curata e non fare il contrario (lasciare gli studi)!
Nella relazione con i suoi genitori probabilmente entrano in gioco dinamiche disfunzionali che mantengono vivo il suoi disagio: non so se sia il suo caso, ma ci sono genitori che non "mollano" i figli e che magari non dichiarano neppure "non devi andare via", ma trattengono il figlio a casa con modalità più subdole, come ad esempio farsi vedere bisognosi o trattando il figlio anche se adulto come fosse un bimbo non autonomo nè indipendente, a livello psicologico intendo.
Ciò nonostante è anche vero che il potere è tutto nelle sue mani. Probabilmente in questo momento non riesce a vederlo (e questo fa parte del problema), ma ha il potere di scegliere di prendere le distanze da questa relazione e situazione. Questo NON significa andare via nè non continuare a volere bene ai suoi genitori. Vuol dire vedere la situazione in maniera diversa e COMPORTARSI di conseguenza, con una maggiore autonomia e padronanza della sua vita.
Se le cose stanno così come qui stiamo ipotizzando, la sua rabbia è del tutto normale.
Il problema vero è che lei probabilmente collude con la mamma che la opprime e magari -per evitare di sentirla brontolare- finisce con l'accontentarla per evitare discussioni. La conseguenza di tutto ciò è sentirsi frustrati e arrabbiati.
Dalla psicologa non va più? Se da sola non riesce a prendere le distanze un aiuto professionale potrebbe fare al caso suo.
Buona serata,
se si hanno attacchi d'ansia tali da impedire il normale svolgimento di un'attività (es l'università) è l'ansia che deve essere curata e non fare il contrario (lasciare gli studi)!
Nella relazione con i suoi genitori probabilmente entrano in gioco dinamiche disfunzionali che mantengono vivo il suoi disagio: non so se sia il suo caso, ma ci sono genitori che non "mollano" i figli e che magari non dichiarano neppure "non devi andare via", ma trattengono il figlio a casa con modalità più subdole, come ad esempio farsi vedere bisognosi o trattando il figlio anche se adulto come fosse un bimbo non autonomo nè indipendente, a livello psicologico intendo.
Ciò nonostante è anche vero che il potere è tutto nelle sue mani. Probabilmente in questo momento non riesce a vederlo (e questo fa parte del problema), ma ha il potere di scegliere di prendere le distanze da questa relazione e situazione. Questo NON significa andare via nè non continuare a volere bene ai suoi genitori. Vuol dire vedere la situazione in maniera diversa e COMPORTARSI di conseguenza, con una maggiore autonomia e padronanza della sua vita.
Se le cose stanno così come qui stiamo ipotizzando, la sua rabbia è del tutto normale.
Il problema vero è che lei probabilmente collude con la mamma che la opprime e magari -per evitare di sentirla brontolare- finisce con l'accontentarla per evitare discussioni. La conseguenza di tutto ciò è sentirsi frustrati e arrabbiati.
Dalla psicologa non va più? Se da sola non riesce a prendere le distanze un aiuto professionale potrebbe fare al caso suo.
Buona serata,
[#4]
Ex utente
Gentile Dott.ssa,
so bene che lasciando gli studi non ho eliminato la fonte della mia ansia...ma in quel periodo ero talmente poco lucida che non pensai ad altro che far cessare l'ansia (anche se solo in maniera apparente!).
Per quanto riguarda i miei genitori sì, loro mi vietano espressamente di andare via di casa e in più spesso mi sento trattata da bambina...
Le faccio un esempio banalissimo...qualche giorno fa mio padre mi diede un passaggio in macchina e quando scesi mi raccomandò di fare attenzione quando attraversavo la strada...insomma ho 24 anni, ho imparato ad attraversare a 10! Mi rendo conto che ciò possa essere una futilità, ma appunto mi fa sentire trattata da bambina.
Come diceva Lei cerco di evitare discussioni, perchè mi mettono ansia... se ad es. i miei stabiliscono un'ora di rientro, superata di poco quell'ora mi parte l'ansia perchè già so che cominceranno a chiamarmi e a brontolare (come infatti succede).
Dallo psicologo invece non ci sono mai andata, quello di cui parlavo prima era il mio compagno, non ero la sua paziente...mi ha aiutato molto, ma essendo una persona a me così vicina mi impediva di aprirmi totalmente. E in effetti mi ha sempre consigliato di rivolgermi a uno psicoterapeuta, per correggere alcuni atteggiamenti comportamentali...
La ringrazio per l'attenzione e per l'aiuto datomi. Distinti saluti.
so bene che lasciando gli studi non ho eliminato la fonte della mia ansia...ma in quel periodo ero talmente poco lucida che non pensai ad altro che far cessare l'ansia (anche se solo in maniera apparente!).
Per quanto riguarda i miei genitori sì, loro mi vietano espressamente di andare via di casa e in più spesso mi sento trattata da bambina...
Le faccio un esempio banalissimo...qualche giorno fa mio padre mi diede un passaggio in macchina e quando scesi mi raccomandò di fare attenzione quando attraversavo la strada...insomma ho 24 anni, ho imparato ad attraversare a 10! Mi rendo conto che ciò possa essere una futilità, ma appunto mi fa sentire trattata da bambina.
Come diceva Lei cerco di evitare discussioni, perchè mi mettono ansia... se ad es. i miei stabiliscono un'ora di rientro, superata di poco quell'ora mi parte l'ansia perchè già so che cominceranno a chiamarmi e a brontolare (come infatti succede).
Dallo psicologo invece non ci sono mai andata, quello di cui parlavo prima era il mio compagno, non ero la sua paziente...mi ha aiutato molto, ma essendo una persona a me così vicina mi impediva di aprirmi totalmente. E in effetti mi ha sempre consigliato di rivolgermi a uno psicoterapeuta, per correggere alcuni atteggiamenti comportamentali...
La ringrazio per l'attenzione e per l'aiuto datomi. Distinti saluti.
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Secondo me potrebbe provare a contattare uno psicologo nella sua zona; non è detto che lei abbia bisogno di una psicoterapia, o almeno da qui non posso saperlo.
Potrebbe essere l'occasione per vedere bene queste dinamiche, che peraltro lei già sembra aver compreso, e soprattutto per provare a distaccarsene.
Le faccio tanti auguri per tutto.
Cordiali saluti,
Potrebbe essere l'occasione per vedere bene queste dinamiche, che peraltro lei già sembra aver compreso, e soprattutto per provare a distaccarsene.
Le faccio tanti auguri per tutto.
Cordiali saluti,
Questo consulto ha ricevuto 6 risposte e 7.4k visite dal 25/08/2012.
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Approfondimento su Ansia
Cos'è l'ansia? Tipologie dei disturbi d'ansia, sintomi fisici, cognitivi e comportamentali, prevenzione, diagnosi e cure possibili con psicoterapia o farmaci.