Relazioni affettive con disturbo di personalità borderline
Salve,
sono una ragazza 27enne, a cui è stato diagnosticato da un bravo psichiatra, due anni fa, il disturbo di personalità borderline. Mi riconosco pienamente nella diagnosi: sento un vuoto incolmabile (forse dovuto alla figura del padre, totalmente assente nella mia infanzia e nella mia vita), sono spesso inquieta, lunatica, a volte disperata. Ma il mio problema più grande è il non avere mai avuto una relazione con l'altro sesso. Sono una bella ragazza, ho decine di corteggiatori, ma ne scarto tantissimi, perchè tendono a piacermi persone molto più grandi di me, che reputo possano 'tenermi testa' più facilmente. Ho avuto sempre lo stesso copione: uomini con quasi 30 anni di più che ci provano, in modo più o meno insistente; io che ci casco; nasce una relazione con sesso alle stelle, ma poi io pretendo attenzioni continue, e soffro disperatamente, divento possessiva all'estremo limite, gelosa (e spesso non ho torto), e puntualmente la relazione finisce, in tempi sempre più rapidi. Per me, che credo fortemente nell'amore, è un dramma senza pari, e ultimamente riprendermi diventa sempre più difficile. Ho appena il tempo di innamorarmi, e poi subito finisce tutto. Penso sempre più spesso al suicidio, non riesco a concentrarmi sul lavoro, e più il tempo passa stando sola, più mi sento un'aliena rispetto alla massa. Non riesco neanche ad avere amicizie con ragazze fidanzate, perchè mi sento diversa e mi vergogno. In più mi scelgo sempre uomini molto complicati, forse per conquistare quel padre che non mi ha mai amata. Tuttavia i miei gusti non cambieranno mai. Ma vorrei sapere se esiste anche per una ragazza borderline un po' di amore. Io accetterei una relazione che nasce poi finisce, paradossalmente ne soffrirei molto meno, mentre questi 'aborti' mi uccidono. Leggo di codipendenze, forse sono solo le persone più deboli che accettano gli sbalzi di umore di un borderline, ma a me piacciono solo gli uomini duri e impossibili. Ho molta paura di non farcela più a riprendermi. Spero che qualcuno possa darmi una speranza. Grazie a quanti risponderanno.
sono una ragazza 27enne, a cui è stato diagnosticato da un bravo psichiatra, due anni fa, il disturbo di personalità borderline. Mi riconosco pienamente nella diagnosi: sento un vuoto incolmabile (forse dovuto alla figura del padre, totalmente assente nella mia infanzia e nella mia vita), sono spesso inquieta, lunatica, a volte disperata. Ma il mio problema più grande è il non avere mai avuto una relazione con l'altro sesso. Sono una bella ragazza, ho decine di corteggiatori, ma ne scarto tantissimi, perchè tendono a piacermi persone molto più grandi di me, che reputo possano 'tenermi testa' più facilmente. Ho avuto sempre lo stesso copione: uomini con quasi 30 anni di più che ci provano, in modo più o meno insistente; io che ci casco; nasce una relazione con sesso alle stelle, ma poi io pretendo attenzioni continue, e soffro disperatamente, divento possessiva all'estremo limite, gelosa (e spesso non ho torto), e puntualmente la relazione finisce, in tempi sempre più rapidi. Per me, che credo fortemente nell'amore, è un dramma senza pari, e ultimamente riprendermi diventa sempre più difficile. Ho appena il tempo di innamorarmi, e poi subito finisce tutto. Penso sempre più spesso al suicidio, non riesco a concentrarmi sul lavoro, e più il tempo passa stando sola, più mi sento un'aliena rispetto alla massa. Non riesco neanche ad avere amicizie con ragazze fidanzate, perchè mi sento diversa e mi vergogno. In più mi scelgo sempre uomini molto complicati, forse per conquistare quel padre che non mi ha mai amata. Tuttavia i miei gusti non cambieranno mai. Ma vorrei sapere se esiste anche per una ragazza borderline un po' di amore. Io accetterei una relazione che nasce poi finisce, paradossalmente ne soffrirei molto meno, mentre questi 'aborti' mi uccidono. Leggo di codipendenze, forse sono solo le persone più deboli che accettano gli sbalzi di umore di un borderline, ma a me piacciono solo gli uomini duri e impossibili. Ho molta paura di non farcela più a riprendermi. Spero che qualcuno possa darmi una speranza. Grazie a quanti risponderanno.
[#1]
(..)cui è stato diagnosticato da un bravo psichiatra, due anni fa, il disturbo di personalità borderline. Mi riconosco pienamente nella diagnosi: sento un vuoto incolmabile (..)
gentile ragazza dopo la diagnosi è stata fatta una proposta terapeutica? cosa ha fatto in merito?
la diangosi non è una condanna sulla quale adagiarsi e conviverci
(..) Ma vorrei sapere se esiste anche per una ragazza borderline un po' di amore.(..)
non esiste un amore per una borderline ma strategie più funzionali per far si che la borderline trovi il suo amore attivamente.
saluti
gentile ragazza dopo la diagnosi è stata fatta una proposta terapeutica? cosa ha fatto in merito?
la diangosi non è una condanna sulla quale adagiarsi e conviverci
(..) Ma vorrei sapere se esiste anche per una ragazza borderline un po' di amore.(..)
non esiste un amore per una borderline ma strategie più funzionali per far si che la borderline trovi il suo amore attivamente.
saluti
Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks
[#3]
Gentile utente,
A mio avviso, ma è un mio modo di capire e fare psicologia e psicoterapia, dire che Lei soffre di una sindrome bipolare, significa tutto e niente.
Vale molto di più la descrizione che lei fa di se stessa. Accurata, penso abbastanza profonda e sufficientemente chiara per capire il suo problema.
"Forse per conquistare quel padre che non mi ha mai amata": suo padre non l'ha mai amata? ma se lei ritiene che non l'abbia mai amata, questo non lo dice e non ci dice nemmeno cosa glielo fa supporre o sentire. Manca questa informazione nella descrizione che Lei fa di sé. Però io ci credo a quello che dice, cioè essere attratta da persone, maschi, più mature e più grandi di 30 anni può avere questo significato: cercare di compensare quel dolore per non essere stata mai amata da suo padre, che sia vero o soltanto sentito come un moto del suo animo.
Un buon analista potrà portarla alla comprensione di questo suo dinamismo psichico che la pervade di una forte eccitazione, e poi che le fa vivere cocenti delusioni verso uomini molto più grandi di lei.
E' difficile comunque potersi fidare anche dei giovani, ma fidarsi di quelli più anziani è cosa ancora più problematica: hanno famiglia, figli, sono soliti avere anche relazioni brevi e senza molti impegni sentimentali etc.
Lei è capace di leggere dentro di sé e di capire molte problematiche psicologiche che la angosciano.
Sono tutti elementi, eventi ed argomenti che potrà discutere con uno psicologo/a psicoterapeuta in un percorso terapeutico che potrà iniziare con uno specialista della sua città.
Con molti auguri e con cordiali saluti.
A mio avviso, ma è un mio modo di capire e fare psicologia e psicoterapia, dire che Lei soffre di una sindrome bipolare, significa tutto e niente.
Vale molto di più la descrizione che lei fa di se stessa. Accurata, penso abbastanza profonda e sufficientemente chiara per capire il suo problema.
"Forse per conquistare quel padre che non mi ha mai amata": suo padre non l'ha mai amata? ma se lei ritiene che non l'abbia mai amata, questo non lo dice e non ci dice nemmeno cosa glielo fa supporre o sentire. Manca questa informazione nella descrizione che Lei fa di sé. Però io ci credo a quello che dice, cioè essere attratta da persone, maschi, più mature e più grandi di 30 anni può avere questo significato: cercare di compensare quel dolore per non essere stata mai amata da suo padre, che sia vero o soltanto sentito come un moto del suo animo.
Un buon analista potrà portarla alla comprensione di questo suo dinamismo psichico che la pervade di una forte eccitazione, e poi che le fa vivere cocenti delusioni verso uomini molto più grandi di lei.
E' difficile comunque potersi fidare anche dei giovani, ma fidarsi di quelli più anziani è cosa ancora più problematica: hanno famiglia, figli, sono soliti avere anche relazioni brevi e senza molti impegni sentimentali etc.
Lei è capace di leggere dentro di sé e di capire molte problematiche psicologiche che la angosciano.
Sono tutti elementi, eventi ed argomenti che potrà discutere con uno psicologo/a psicoterapeuta in un percorso terapeutico che potrà iniziare con uno specialista della sua città.
Con molti auguri e con cordiali saluti.
[#4]
Ex utente
Mi scuso per avere omesso- onde evitare estrema prolissità- il dettaglio forse più importante: i miei non si sono mai sposati, mio padre abbandonò mia madre senza riconoscermi. Sono stata cresciuta da mio nonno, e conobbi mio padre biologico per la prima volta solo nell'adolescenza. Ecco perchè parlavo di un padre mai presente. Non ho mai avuto relazioni con uomini sposati, ma i miei 50enni sono spesso uomini immaturi. Tuttavia, come avevo già scritto, non potrò mai cambiare gusti, perchè per i miei coetanei o per tutti gli uomini che ritengo 'facili' non riesco a provare alcuna attrazione, anzi provo quasi del disprezzo quando ci provano con me. Mi vergogno anche a dirlo, ma è questo quel che sento. Lo psichiatra mi diagnosticò il DPB, e devo dire che il tratto in cui mi ci ritrovo maggiormente è l'impulsività estrema, che mi porta a fare spesso scenate in pubblico nonappena gli uomini che frequento non si comportano come vorrei, o quando penso ci siano altre donne.
[#5]
Ex utente
quindi vivo in una sorta di montagne russe, passando in pochissimo tempo dalla beatitudine, quasi empirica, che mi pervade quando inizio un rapporto, all'angoscia più pura, la gelosia che non mi fa respirare e anche l'odio che provo per gli stessi uomini, quando mi accorgo che la storia anche stavolta non nascerà. In realtà avrei tanto bisogno di amore, ma lo maschero, sono burbera, li faccio ingelosire, sembro una zitella acida, e non mi sento affatto bella, e anche il sex appeal ritengo non mi serva assolutamente a niente. Ultimamente penso sempre più spesso al suicidio, perchè ritengo che in ogni vita siano possibili e quasi fisiologiche alcune delusioni d'amore, ma penso di essere l'unica al mondo a non avere mai avuto una storia stabile, e questo mi angoscia e costituisce una fonte di complessi indicibile. Sto cercando di consultare un terapeuta, ma mi sembra che smuinuiscano quasi le cose che dico
[#6]
Ex utente
Egr. Dott. De Vincentiis,
dopo la diagnosi lo psichiatra in questione non accennò neanche ad una possibile terapia. Sto cercando un terapeuta al quale affidarmi, ma devo ammettere che sono molto scettica sui reali risvolti pratici che una psicoterapia potrebbe portare nella mia vita. Credo di essere sufficientemente in grado di analizzare il mio vissuto da sola, quindi inizierei una terapia solo se avessi la certezza matematica di riuscire a sbloccare questa situazione, per me fonte di disagio indescrivibile.
dopo la diagnosi lo psichiatra in questione non accennò neanche ad una possibile terapia. Sto cercando un terapeuta al quale affidarmi, ma devo ammettere che sono molto scettica sui reali risvolti pratici che una psicoterapia potrebbe portare nella mia vita. Credo di essere sufficientemente in grado di analizzare il mio vissuto da sola, quindi inizierei una terapia solo se avessi la certezza matematica di riuscire a sbloccare questa situazione, per me fonte di disagio indescrivibile.
[#7]
Gentile Utente,
il fatto di poter *analizzare il proprio vissuto da sola* non è sufficiente, anche perchè, per pura e semplice constatazione, da sola ha costruito la sua vita, cioè quella stessa situazione che Lei stessa descrive come *fonte di disagio indescrivibile*.
Un percorso con uno psicologo serve anche a sperimentarsi ed avere una controparte che stimola una riflessione e pone delle domande, a volte scomode, a volte semplicemente diverse, ed in un certo modo obbliga la persona ad una riflessione che per motivi propri non era in grado di fare o non voleva fare, o non aveva il coraggio di rispondere.
Lo spazio mentale che si crea in un percorso psicologico è un luogo sicuro dove poter sperimentare qualcosa che da soli non si è stato in grado di fare, e questo non vuol dire assolutamente che si doveva essere in grado di farlo; anche se facciamo del nostro meglio, non è detto che otteniamo il risultato desiderato.
La comprensione di cui parla il collega Vita avviene il quel luogo protetto e professionale che un percorso psicoterapeutico.
il fatto di poter *analizzare il proprio vissuto da sola* non è sufficiente, anche perchè, per pura e semplice constatazione, da sola ha costruito la sua vita, cioè quella stessa situazione che Lei stessa descrive come *fonte di disagio indescrivibile*.
Un percorso con uno psicologo serve anche a sperimentarsi ed avere una controparte che stimola una riflessione e pone delle domande, a volte scomode, a volte semplicemente diverse, ed in un certo modo obbliga la persona ad una riflessione che per motivi propri non era in grado di fare o non voleva fare, o non aveva il coraggio di rispondere.
Lo spazio mentale che si crea in un percorso psicologico è un luogo sicuro dove poter sperimentare qualcosa che da soli non si è stato in grado di fare, e questo non vuol dire assolutamente che si doveva essere in grado di farlo; anche se facciamo del nostro meglio, non è detto che otteniamo il risultato desiderato.
La comprensione di cui parla il collega Vita avviene il quel luogo protetto e professionale che un percorso psicoterapeutico.
Questo consulto ha ricevuto 7 risposte e 21.2k visite dal 22/08/2012.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Approfondimento su Disturbi di personalità
I disturbi di personalità si verificano in caso di alterazioni di pensiero e di comportamento nei tratti della persona: classificazione e caratteristiche dei vari disturbi.