Persistente insoddisfazione/tristezza interiore

Egregio Dottore,chiedo solo un consiglio (se c'è) a riguardo della mia situazione di "permanente insoddisfazione interiore" che io attribuisco al lavoro e forse in parte ad una vita privata inevitabilmente piatta e perchè no, a delle mie carenze caratteriali forse.Ho 35 anni, laureato, bancario: due anni fa ho conosciuto una ragazza, abbiamo avuto una bambina e conviviamo: mi sono trasferito nella sua città che in realtà è un paesino molto diverso da quello dal quale provengo io che è una città e già questo è stato un cambiamento piuttosto "forte" per me.
Il lavoro sinora mi ha procurato solo delusioni perchè non esiste meritocrazia, riflesso ovviamente del paese nel quale viviamo: dovrei, con un briciolo di coerenza in più, ricercare più soddisfazioni in un altro lavoro...ma chi se la sente di mollare la strada vecchia (che procura uno stipendio certo) per quella nuova soprattutto in presenza di una famiglia da mantenere...soprattutto in questi tempi? Sento il bisogno di esprimere qualcosa ma non so cosa... Non vorrei parere infantile (anche se probabilmente l'immagine che Le arriverà sarà questa) e, pur conscio dell'esistenza di situazioni ben peggiori alla mia, mi sento sempre all'ultimo posto in tutto...nel lavoro perchè dopo dieci anni sono ancora al livello di un neoassunto (solo per il fatto di non essere mai sceso a compromessi...nessuno che ti riconosca comunque i meriti ed il lavoro fatto...)nella vita privata perchè avverto, e forse a torto, priorità da parte della mia compagna che sono date dalla famiglia d'origine e non da me...di questo ho parlato con lei chiarendo tutto ma, ovviamente ci sono delle situazioni particolari anche a livello della sua famiglia che richiedono un suo dedicarsi oltre alla presenza di una figlia che richiede a noi tutte molte attenzioni...non ci sono comunque situazioni di crisi nella nostra coppia.
Tutte cose che oggettivamente capisco ma emotivamente a volte mi turbano...
Così mi ritrovo a vivere una vita "spersonalizzata"...ammetto i miei limiti caratteriali...piuttosto introverso (non il classico "timidone" ma una persona piuttosto "impostata ed inquadrata in schemi rigidi", solitario e molto riflessivo...forse frutto dell'educazione ricevuta)...però questo appiattimento della mia vita mi lascia uno stato di tristezza e desolazione che non riesco a superare...non riesco a dare la giusta svolta alla mia vita...e subisco di conseguenza più o meno continui sbalzi d'umore perchè spesso i pensieri "negativi" prendono il sopravvento su tutto.
Che consiglio mi può dare per uscire da questa situazione?...fermo restando che non vorrei intraprendere terapie psicologiche lunghe anni...
La ringrazio e le auguro una buona serata!
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Psicologo attivo dal 2012 al 2016
Psicologo
Gentile Utente,

direi che il suo quesito non esprime affatto una posizione infantile; mi sembra invece che abbia valutato attentamente i vari aspetti della Sua vicenda, a cui per certi aspetti concorre sicuramente anche la situazione socio-economica nazionale.

Senza dubbio le soddisfazioni da qualche parte devono pur pervenire; se non dal lavoro, almeno dalla vita privata.

Penso che dovrebbe cercare di introdurre nel Suo vivere quotidiano delle novità che possano almeno rendere più liete le giornate Sue e della Sua famiglia; sta a Lei decidere di che tipo.

Tenga presente che a 35 anni si è decisamente giovani e con tutte le possibilità di programmare e poi di raggiungere gli obiettivi prefissati, ovviamente mettendoci il necessario impegno.
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Dr. Alberto Migliore Psicologo, Psicoterapeuta 53
Gentile signore, un'idea potrebbe essere una valutazione psicologica per capire se stiamo parlando di un problema esistenziale o piuttosto di uno stato depressivo. Il suo medico di base saprà indirizzarla.
Inoltre lei scrive: "ma chi se la sente di mollare la strada vecchia (che procura uno stipendio certo) per quella nuova soprattutto in presenza di una famiglia da mantenere...soprattutto in questi tempi? Sento il bisogno di esprimere qualcosa ma non so cosa..." forse vuole esprimere se stesso, nel lavoro, nella famiglia, etc... Un consulto psicologico potrebbe essere utile per lavorare anche "sugli schemi rigidi" (come le chiama lei) che la imbrigliano e mantengono questa insoddisfazione.

Cordiali saluti

Dr. Alberto Migliore
Psicologo - Psicoterapeuta
Torino - Chieri
www.migliorepsicologia.com