Genitori detestano il mio fidanzato

Buongiorno, come leggerete dalla mia scheda sn una ragazza di 27 anni. ho un fidanzato di 28 anni e stiamo insieme da quattro anni e tre mesi. lui mi è stato molto accanto quando ho avuto disturbi del comportamento alimentare e quando ho avuto problemi di ansia e panico. Con lui ho un bellissimo rapporto, siamo amici e amanti allo stesso tempo. lui andava molto d'accordo con i miei genitori, soprattutto con mia madre, e questo mi rendeva molto felice. ad un tratto però ho iniziato ad avere attacchi di panico e mia madre ha ipotizzato che il colpevole potesse essere lui, perchè non aveva la macchina e non mi portava in giro, perchè è timido e non ha amici, insomma secondo lei non soddisfava le mie esigenze. è stato inutile spiegarle che io mi sentivo soddisfatta dal rapporto, nulla. premetto che ho iniziato a soffrire di panico gia a 14 anni quindi quando lui nemmeno era nella mia vita. quando ho iniziato ad avere un disturbo di ansia generalizzato, non mangiavo piu, non dormivo piu, pensavo al suicidio, loro hanno pensato bene di chiudermi in casa e nascondere la chiave. mi impedivano di uscire, mi hanno costretta a lasciarlo, io gridavo nel letto che lo volevo e cercavo di scappare ma loro mi bloccavano nel letto. mi dicevano che se l'avessi rivisto non mi avrebbero portata dallo psichiatra e non mi avrebbero curata. lui ha cercato di trovare una soluzione ma mio padre l'ha minacciato di morte, gli ha detto che mi stava per portare al suicidio, che era una persona malata, che mi aveva rovinata, e che se si fosse avvicinato ancora a me per punirlo oltre a fare del male a lui avrebbe fatto del male a me. gli ha detto che è un immaturo che con lui non avrò futuro e che se continuavo a stare con lui sarei finita suicida. insomma mi hanno impedito di fare le mie scelte segregandomi in casa all'eta di 26 anni, sequestrandomi i telefoni, costringendomi a stare reclusa. dopo un mese di questo supplizio sono riuscita a rompere le catene e a tornare da lui. l'ho ritrovato depresso, senza fiducia in se stesso, convinto della sua colpevolezza, insomma distrutto, spaventato, deluso dal fatto che i miei dopo 3 anni di amore gli si fossero rivoltati contro. quando ci siamo rimessi insieme hanno continuato a tormentarmi e a tormentarci, contro il parere di ben due psichiatri che hanno tentato di indurre i miei alla ragione. premetto che i miei hanno sempre avuto un controllo psicologico quasi ossessivo su di me. la fine della fiera è che ora lui non li vuol nemmeno piu sentire nominare, e io ho insistito a lungo affinche li perdonasse. ma lui nulla non se la sente, ora io mi sento tra due fuochi perche da una parte amo i miei nonostante tutto quello che mi hanno fatto e dall'altra amo ovviamente lui. come dovrei comportarmi?
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
Le circostanze e i fatti che descrive sembrano abbastanza delicati ed emotivamente carichi tanto da non poterle dire chiaramente cosa fare o non fare. Se ha avuto o ha degli specialisti che l'hanno seguita/la seguono per altri versi, è a loro che dovrebbe rivolgersi.

Tenga presente però che ha 27 anni, quindi autonoma quanto a capacità decisionale. Forse non autonoma economicamente, mi rendo conto, per cui sarà costretta a render conto in qualche modo ai suoi, ma il percorso di emancipazione progressiva dalla famiglia d'origine che lei è chiamata a fare è lo stesso di ogni giovane che deve costruirsi un futuro. Se non riesce a farcela da sola dovrebbe farsi seguire da un professionista.

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

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Utente
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la ringrazio molto. effettivemente mi rendo conto di dipendere molto dai miei soprattutto psicologicamente, difatti nonostante tutto quello che mi hanno fatto subire io li ho perdonati. sono in cura da un anno e per un anno mio padre ha anche accusato me di farlo apposta, che sto male perchè mi piace stare male, che non voglio crescere, che sono un'immatura e mi ha più volte rimproverata di non saper gestire la situazione. in passato lui ha avuto episodi depressivi e fa continuamente confronti su come reagiva lui, gettando le medicine nel cestino, e su come reagisco invece io. difatti ho dovuto penare un mese per convincerlo a portarmi da uno specialista, dal momento che lui era contrario alle medicine. quando mi vede piangere mi sgrida bruscamente dicendomi di scuotermi, di svegliarmi, di crescere.
eppure io non riesco a provare rabbia ne nei suoi confronti ne nei confronti di mia madre.
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Utente
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più racconto queste cose al mio ragazzo, sfogandomi con lui, più lui non riesce a perdonare i miei. dice che capisce quanto li amo, ma che non posso costringere lui a volere bene a delle persone che lo hanno minacciato e che mi hanno segregata in casa. talvolta mi rendo conto di non giustificare minimamente lui e di giustificare enormemente i miei
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Utente
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ho davvero bisogno di tanti pareri, grazie a chi li darà.
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