Indecisione e confusione, sul presente e sul futuro.

Gentile dottore,
ho 21 anni e da tempo vivo un periodo di crisi fatto di confusione. Il nocciolo della questione riguarda l'università, il futuro. Appena terminato il liceo classico fieramente, decido di intraprendere l'università. Non avevo un idea negli ultimi anni di liceo. Mi basai molto sulle esperienze dei compagni più grandi di me al liceo, uno dei quali scelse Ingegneria parlandomene molto bene. Fin da piccolo ho avuto uno spirito inventivo, cimentandomi in lavori manuali, costruzioni di oggetti ecc. Pertanto scelsi quella (gestionale nello specifico). Ero entusiasta della nuova realtà, di dire faccio Ingegneria. Scelsi il liceo Classico perché i professori mi dissero: puoi fare o scientifico o classico. E perché era tra gli indirizzi più importanti. Solo negli ultimi 2 anni capii che avevo fatto la scelta più bella della mia vita. E negli stessi 2 anni incominciai a sviluppare una passione: il cinema e le arti. Dunque mi iscrivo in Ingegneria. Avvertìi le prime difficoltà legate alla difficoltà delle materie scientifiche e della mia maturità classica. Vedevo tutti più avanti, mi demotivava. Arrivò dicembre, la mia ragazza dopo 3 anni (mia unica storia) mi lascia. Mi crolla tutto. E non riesco più a studiare. Nello sconforto, mi dedico alla mia passione, realizzo un corto con annessi successi. (Nel frattempo riesco a dare la prima materia, poco impegno ma non era nulla di che. )Da li rivivo, abbandono la facoltà. Faccio diverse esperienze nel cinema. Vedo che tutto è insicuro. Arriva settembre,(e con lui la mia ex e i suoi discorsi sul futuro, le fa infermieristica) provo alla Facoltà di Lettere, per dedicarmi all'arte, ma non ho il coraggio di cambiare, ricomincio con Ingegneria. Seguo, cerco di impegnarmi anche se con la testa pensavo ad altro, provo alcuni esami. Nulla di fatto. Ad oggi ho aggiunto solo un'altra materia. Disegno. Molto facile. E ora sono qui a scrivere. Perché? Perché ancora oggi mi ritrovo a cercare di capire chi sono. Non so più cosa voglio, ho pensato di cambiare perché frequentavo ingegneria senza alcun interesse, passando il tempo in aula a leggere libri su Allen. Ho paura del futuro. Mi sono chiuso, non parlo con nessuno. Sono già 2 anni che in famiglia parlo di questa situazione e tutti mi confortano e mi dicono sempre le stesse cose, e io che mi contraddico continuamente. Non so più cosa mi piace. Non so cosa voglio fare. Vivo una modesta condizione di famiglia in termini economici, e mi sono sempre sentito in debito, sono sempre stato il più bravo in famiglia, e ho sempre puntato in alto (vedi il liceo classico) ma ora mi ritrovo in una situazione di crisi. Non sono sicuro che l'ingegneria sia il mio futuro. L'ho sempre considerata per la sicurezza economica. Ma ogni giorno di più spero di svegliarmi con altre idee, non avere passioni che mi influenzano. Soffro di autostima in modo incredibile, penso sempre a fare paragoni.

Scusate il poema. Vi ringrazio anticipatamente.
Distinti saluti.
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Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Gentile ragazzo, mi sembra che queste due facolta' rappresentino le due grandi aree della psiche: la parte cognitiva e quella affettiva. Nell'essere umano. Esistono entrambe ma ne prevale una. Forse in lei coesistono in pari quantita' e pertanto si antagonizzano vicendevolmente..
Con ingegneria c'e il pensiero la realta', non la creativita' e la fantasia che risiedono in lettere e nell'arte.
Non possiamo scegliere noi per Lei. Deve elaborare la sua scelta magari sulla base di questi suggerimenti.
Esistono dei centri di orientamento presso le Facolta'. Provi a chIedere anche a loro una valutazione delle sue motivazioni.
I migliori saluti

Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132

[#2]
Dr.ssa Paola Scalco Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 4.3k 102
Gentile Ragazzo,
per quanto riguarda la scelta, la invito a leggere il seguente articolo:

https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/1091-sono-maturo-ora-cosa-faccio.html

anche se ritengo che la sua crisi sia a più ampio raggio e che dovrebbe essere affrontata di persona con l'ausilio di uno psicologo della sua zona.
Oltre ad unirmi alla dott.ssa Esposito nel consigliarle di effettuare una consulenza presso lo psicologo dell'Università

http://www.orientamento.unipa.it/servizicotcounsel.html

le suggerirei di rivolgersi anche allo Spazio Giovani del Consultorio Famigliare della sua ASL a cui potrà accedere gratuitamente:

http://www.consultoripalermo.it/index.php?option=com_content&view=frontpage

Cordiali saluti.

Dr.ssa Paola Scalco, Psicoterapia Cognitiva e Sessuologia Clinica
ASTI - Cell. 331 5246947
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