Carattere debole e deficit di autostima
Buongiorno, non è facile ma riassumo i fatti. Grazie in anticipo per l'attenzione. Ho 36 anni.
Da sempre ho difficoltà a farmi rispettare e far valermi valere; nel momento in cui subisco un sopruso (psicologico o "reale") mi blocco e non riesco a difendermi. In quei momenti ho il buio in testa, nessuna parola e un grande senso di impotenza. Sembrano le stesse dinamiche tra me e mio padre quando io ero piccolo.
Sono anche timido, al punto che certe volte arrivo a non chiedere le cose perché o ho paura di ferire o imbarazzare l'altra persona o per la paura di ricevere un rifiuto, o perché penso di non valere abbastanza per quello che chiedo. Capita che anche con persone con cui c'è confidenza ho grinta pari a zero.
Identifico la causa di questi atteggiamenti in una carenza di autostima. Fino alla mia adolescenza ho avuto problemi con mio padre e ricordo ancora nitidamente "varie sue lezioni" mortificanti e repressive. Negli anni è riuscito ad ammettere i suoi errori e ho ricevuto le sue scuse... anche se non mi sono servite a risolvere i problemi. Mia madre (sua moglie) è una persona diversa e infatti il rapporto con lei è ottimo.
Il punto è che tutto questo si è tradotto nel farmi sentirmi inferiore e avere paura degli altri, quindi mi isolo e vivo le situazioni in modo distaccato e passivo, concentrato a starne più fuori che dentro.
Anche se non è stato tutto merito mio, finalmente ho deciso farmi aiutare da uno psicologo. Tra l'altro su questo cercavo un consenso e l'ho avuto proprio da mio padre. Ora vi chiedo:
1. tra i vari tipi di terapia, ce n'è uno più indicato per il mio caso? Se si crea la confidenza a me piace parlare... ma l'analisi classica mi spaventa (non ne esco più!).
2. è meglio che mi rivolga ad un uomo o a una donna?
3. il mio problema ha un nome...?
Ogni altro consiglio è ovviamente più che gradito.
Grazie.
Da sempre ho difficoltà a farmi rispettare e far valermi valere; nel momento in cui subisco un sopruso (psicologico o "reale") mi blocco e non riesco a difendermi. In quei momenti ho il buio in testa, nessuna parola e un grande senso di impotenza. Sembrano le stesse dinamiche tra me e mio padre quando io ero piccolo.
Sono anche timido, al punto che certe volte arrivo a non chiedere le cose perché o ho paura di ferire o imbarazzare l'altra persona o per la paura di ricevere un rifiuto, o perché penso di non valere abbastanza per quello che chiedo. Capita che anche con persone con cui c'è confidenza ho grinta pari a zero.
Identifico la causa di questi atteggiamenti in una carenza di autostima. Fino alla mia adolescenza ho avuto problemi con mio padre e ricordo ancora nitidamente "varie sue lezioni" mortificanti e repressive. Negli anni è riuscito ad ammettere i suoi errori e ho ricevuto le sue scuse... anche se non mi sono servite a risolvere i problemi. Mia madre (sua moglie) è una persona diversa e infatti il rapporto con lei è ottimo.
Il punto è che tutto questo si è tradotto nel farmi sentirmi inferiore e avere paura degli altri, quindi mi isolo e vivo le situazioni in modo distaccato e passivo, concentrato a starne più fuori che dentro.
Anche se non è stato tutto merito mio, finalmente ho deciso farmi aiutare da uno psicologo. Tra l'altro su questo cercavo un consenso e l'ho avuto proprio da mio padre. Ora vi chiedo:
1. tra i vari tipi di terapia, ce n'è uno più indicato per il mio caso? Se si crea la confidenza a me piace parlare... ma l'analisi classica mi spaventa (non ne esco più!).
2. è meglio che mi rivolga ad un uomo o a una donna?
3. il mio problema ha un nome...?
Ogni altro consiglio è ovviamente più che gradito.
Grazie.
[#1]
Psicologo
Gentile Utente,
ha già identificato il nocciolo della questione e questo è un ottimo punto di partenza per un percorso di cambiamento.
Ora che ha assodato quanto peso possa avere una bassa autostima, sa anche che deve finalmente reagire e uno psicoterapeuta Le sarà di grande aiuto.
Partendo da queste premesse non è detto che un'analisi classica duri all'infinito, comunque c'è anche l'approccio cognitivista che usa in modo più interattivo la discussione dei vari aspetti della questione.
L'importante è che scelga una modalità che tenga conto anche del versante emotivo.
Tra professionista uomo e donna scelga liberamente; direi che più che una questione di genere, è principalmente una questione di intesa reciproca.
ha già identificato il nocciolo della questione e questo è un ottimo punto di partenza per un percorso di cambiamento.
Ora che ha assodato quanto peso possa avere una bassa autostima, sa anche che deve finalmente reagire e uno psicoterapeuta Le sarà di grande aiuto.
Partendo da queste premesse non è detto che un'analisi classica duri all'infinito, comunque c'è anche l'approccio cognitivista che usa in modo più interattivo la discussione dei vari aspetti della questione.
L'importante è che scelga una modalità che tenga conto anche del versante emotivo.
Tra professionista uomo e donna scelga liberamente; direi che più che una questione di genere, è principalmente una questione di intesa reciproca.
[#2]
Gentile Utente.,
Il nome del suo disagio, che sarebbe una diagnosi clinica, non si puo' fare online.
Sicuramente ci sono tanti punti su cui poter lavorare in terapia.
Non esistono orientamenti migliori di altribo piu' indicati , ma allenaze terapeutiche piu ' funzionali ad un processo di cambiamento .
V. RAndone
Il nome del suo disagio, che sarebbe una diagnosi clinica, non si puo' fare online.
Sicuramente ci sono tanti punti su cui poter lavorare in terapia.
Non esistono orientamenti migliori di altribo piu' indicati , ma allenaze terapeutiche piu ' funzionali ad un processo di cambiamento .
V. RAndone
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
[#3]
Utente
Grazie per le risposte, penso che andrò dallo stesso psicologo che tanti anni fa mi ha aiutato a smettere di fumare (terapia di gruppo organizzata dalla lega antitumori della mia città). E' specializzato in psicoterapia individuale ad orientamento analitico.
Però consideravo una cosa... se dovessi andarci oggi ad esempio non saprei proprio cosa raccontargli, nel senso che sto bene e il problema "non ce l'ho". Comunque andrò e cercherò di spiegare il mio disagio al meglio.
Cordiali saluti.
Però consideravo una cosa... se dovessi andarci oggi ad esempio non saprei proprio cosa raccontargli, nel senso che sto bene e il problema "non ce l'ho". Comunque andrò e cercherò di spiegare il mio disagio al meglio.
Cordiali saluti.
[#4]
Se conserva un buon ricordo ed ha gia' fatto un pregresso percorso con il suo terapeuta, le varra' piu' semplice.
Su cosa di, stia sereno, in sede adeguata e setting riservato e protetto, trovera' le parole giuste e potrete analizzare le sue difficolta' , anche se intermittenti.
Puo' sempre effettuaree qualche colloquio consulenziale e valutare in corso d' opera se intraprendere o meno, un ulteriore percorso
Su cosa di, stia sereno, in sede adeguata e setting riservato e protetto, trovera' le parole giuste e potrete analizzare le sue difficolta' , anche se intermittenti.
Puo' sempre effettuaree qualche colloquio consulenziale e valutare in corso d' opera se intraprendere o meno, un ulteriore percorso
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 30.8k visite dal 20/08/2012.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Approfondimento su Disfunzione erettile
La disfunzione erettile è la difficoltà a mantenere l'erezione. Definita anche impotenza, è dovuta a varie cause. Come fare la diagnosi? Quali sono le cure possibili?