Ansia quando interrompo la psicoterapia, consigli ?

Cari dottori,

Vi scrivo perchè la mia psicoterapeuta è andata in ferie venerdì e non ci rivedremo prima del 7 settembre.
Normalmente faccio un incontro a settimana e tutte le volte che c'è una pausa più lunga del normale mi faccio sempre un sacco di pensieri e ho paura che possa capitare qualcosa che mi crei ansia trovandomi nella condizione di non poterne parlare fino a che non ci rivedremo.

Al momento non è capitato nulla di grave, ma oggi ho pensato diverse volte che 25 giorni sono tanti e che potrebbe benissimo capitare qualcosa.
Vorrei evitare di crearmi problemi dove non ce ne sono, ma come faccio se a volte conto i giorni e guardo il calendario per vedere quanto manca al prossimo incontro?

Mi piacerebbe che questi giorni passassero sereni senza l'ansia che possa capitare qualcosa e magari cercare di godermi questi ultimi giorni d'estate senza assilli o paranoie

Grazie in anticipo e buon ferragosto
[#1]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Gentile Utente, da quanto tempo è in terapia?
E' riuscito in questo periodo di psicoterapia ad apprendere strategie per la gestione dell'ansia?
Come va la relazione terapeutica?

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

[#2]
Dr. Armando De Vincentiis Psicologo, Psicoterapeuta 7.2k 220
(..)oggi ho pensato diverse volte che 25 giorni sono tanti e che potrebbe benissimo capitare qualcosa(..)

gentile utente il problema non sta in quel che può succedere davvero ma nel suo timore che possa accadere. ha già lavorato su questo aspetto sintomatico? che tipo di terapia sta effettuando?

Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks

[#3]
Utente
Utente
Sono in terapia da circa 7 anni.
Prima non mi era mai capitata una cosa simile, un po' perchè il periodo era abbastanza tranquillo, un po' perchè la pausa è estiva non è mai stata piu lunga di 3 settimane.
Abbiamo lavorato su alcune strategie per la gestione dell'ansia, ma per la gestione di situazioni che si possono effettivamente verificare e non della "paura della paura"

Proprio come dice il dottor Armando De Vicentis, il timore non è che che possa succedere qualcosa davvero ma semplicemente la paura che possa succedere.

Non ho mai lavorato su questo aspetto perchè prima non mi era mai capitato, credo che appena ci rivedremo sarà una delle prime cose che le dirò
[#4]
Dr. Armando De Vincentiis Psicologo, Psicoterapeuta 7.2k 220
...Sono in terapia da circa 7 anni....

gentile utente 7 anni non sono certamente pochi, che tipo di lavoro ha effettuato?

dopo un lavoro di 7 anni affermare:

(..)e tutte le volte che c'è una pausa più lunga del normale mi faccio sempre un sacco di pensieri (..)
potrebbe essere indicativo di un qualcosa che, sotto l'aspetto terapeutico, andrebbe rivalutato

diagnosi o motivazione che l ha spinta in terapia?
[#5]
Utente
Utente
Purtroppo quando mi chiedete "che tipo di lavoro ha fatto" e "che tipo di terapia sta facendo" mi trovo sempre in difficoltà, perchè non saprei che rispondere.
La mia psicologa dovrebbe essere junghiana, così c'è scritto sul biglietto da visita, non conosco altri dettagli purtroppo..

Per quanto riguarda la motivazione che mi ha spinto in terapia:

Ho sempre avuto fin dall'età di 14 anni piccoli periodi d'ansia, ma duravano poco, tipo 2-3 giorni ed erano abbastanza gestibili.
Arrivò però un periodo dove per via dell'ansia incominciai ad uscire meno e se lo facevo ero forzato e preferivo sempre andare con la mia macchina, in modo che se avessi sentito la necessità di allontamarmi avrei potuto farlo.
La paura principale era il pensiero di dover stare male o che mi prendesse un'attacco di panico mentre ero fuori o mentre ero a cena.

Questo aspetto è stato pressochè risolto adesso ho un modo di ragionare è diverso rispetto a prima.
Una volta se mi chiedevano di uscire diversi giorni prima e a me non andava, iniziavo ad andare in panico cercavo tutte le alternative, cercavo di costruire delle scuse credibili in modo da far credere che non potevo.
Ora invece, se proprio non mi va gli dico direttamente no con motivazione reale (il piu delle volte dico non mi fa voglia, ed è vero) oppure se sono indeciso mi limito a dire penso di si, per poi trovarmi sul posto e capire se realmente ce la faccio oppure no, se non dovessi farcela invento un imprevisto dell'ultimo minuto.

Un'altro fattore era il discorso lavoro, non riuscivo ad inserirmi perchè la condizione di obbligo mu buttava giù andavo in depressione anche prima di iniziare. Ho rifiutato delle offerte di lavoro ottime proprio per la paura di non riuscire a farcela o che fossi andato in ansia da un momento all'altro.

Anche questo aspetto si può dire che è stato risolto, da circa 1 anno e mezzo sono riuscito ad aprire una piccola attività e mi trovo molto bene, il lavoro mi piace e ho scoperto di essere portato ad interagire con le persone...ogni tanto certo.. penso che se dovessi andare a lavoro dipendente sarei nella condizione di come ero prima, però insomma rispetto a non avere nulla, è già un passo avanti importante

Facendo un bilancio credo che qualche risultato c'è stato, ma ancora mi sembra di cadere sulle piccolezze..

Ansia

Cos'è l'ansia? Tipologie dei disturbi d'ansia, sintomi fisici, cognitivi e comportamentali, prevenzione, diagnosi e cure possibili con psicoterapia o farmaci.

Leggi tutto