Le manca il nonno e ha paura del buio
Sono la madre di una ragazza di 14 anni e vorrei chiedervi se c'è un modo per aiutarla a superare due cose: la morte del nonno e la fobia del buio.
Penso che queste due cose abbiamo qualcosa che le lega insieme, perchè anche se da piccola, aveva paura del buio, da quanto le è morto il nonno, questa paura si è intensificata, tanto che alcune volte, veniva a dormire con me e mio marito. Poi, quando le ho comprato una di quelle luci notturne, sembra che alla notte riesca a dormire a meglio.
Inoltre, se lei si ritrova in una stanza buia le vengono degli attacchi di panico (è anche claustrofobica) e posso anche dire che il fratello non l'aiuta molto, poichè alcune volte, quando è sera, e lei è in cucina, lui le spegne tutte le luci e arriva alle sue spalle spaventandola.
Un'altra cosa che può avere intensificato molto la sua paura è il terremoto del 29 maggio, siccome ci trovavamo proprio nella città che è stata l'epicentro delle scosse più grandi.
Preciso anche, che mia figlia non esprime con molta facilità e sue emozioni, tende a tenersi tutto dentro.
E per quel che riguarda la morte del nonno, posso dire che per lei è stato un trauma dato che lei è cresciuta proprio con i suoi nonni che, diciamo, le hanno insegnato praticamente tutto della vita.
Nei periodi successivi alla morte del nonno e anche adesso, guarda la vita in un modo completamente diverso.
La vede in modo pessimista e vorrebbe solo poter raggiungere suo nonno.
Perciò vi chiedo: c'è un modo per fare in modo che riesca a superare queste due cose?
Gentile Signora,
da quanto tempo è venuto a mancare il nonno?
<dato che lei è cresciuta proprio con i suoi nonni > Nel senso che stava molto tempo con loro o cosa?
<se lei si ritrova in una stanza buia le vengono degli attacchi di panico (è anche claustrofobica) >
Ci potrebbe dire qualcosa di più in merito?
Com'è il clima familiare?
Perdoni le molte domande ma sono utili per comprendere meglio questa paura del buio e darle, pur nei limiti di un consulto on line, indicazioni più precise.
Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it
1) il nonno è venuto a mancare da 9 mesi.
2) Passava molto tempo con loro, siccome io e mio marito lavoravamo quasi sempre e quindi lei passava le giornate con loro. Inoltre, nel 2003, direi, è stata per 2 settimane dai nonni poichè io sono dovuta andare in Calabria per alcuni problemi di famiglia. Perciò, in quelle due settimane, lei era abituata anche a dormire con i suoi nonni.
3) Per quel che riguarda la paura le posso dire che appena si ritrova al buio in una stanza, inizia a sentirsi male e le sembra di essere in una stanza piccolissima anche se è nella stanza più grande della casa. Per quel che riguarda la claustrofobia, penso che abbia iniziato a soffrire quando era piccola, anche se non ricordo molto bene la causa.
4) Il clima familiare è abbastanza tranquillo, anche se alcune volte, io e mio marito tendiamo a responsabilizzarla fin troppo.
Spero che le mie risposte le siano state utili.
la scomparsa di una persona cara è di per sé un'esperienza dolorosa e traumatica. In questo caso sua figlia ha perso il nonno, figura affettivamente particolarmente significativa, in un periodo abbastanza delicato quale quello adolescenziale. Un lutto richiede un certo lasso di tempo per essere elaborato, la qualità e i tempi dell'elaborazione dipendono da vari fattori (storia di vita,risorse personali e ambientali, tipo di relazione con il defunto).
La vostra comprensione e vicinanza emotiva, sono importanti per poterla sostenere in questo periodo.
<io e mio marito tendiamo a responsabilizzarla fin troppo.> qui bisognerebbe comprendere di più."fin troppo" , cioè richieste eccessive?
Ci riferisce comunque disagi preesistenti che potrebbero essersi riacutizzati in seguito alla perdita(punto 3)., La paura del buio, fisiologica per i bambini piccoli entro certi limiti, e il timore degli spazi chiusi meriterebbero dal mio punto di vista un consulto psicologico.
Cordiali saluti
Per quel che riguarda un eventuale consulto psicologico, è già da un pò che mia figlia mi dice che vorrebbe provare ad andare, almeno una volta, da uno psicologo e mi ha detto che molto probabilmente andrà dallo psicologo presente nella sua scuola, che si occupa proprio di adolescenti.
Cordiali saluti.
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