Senso di debolezza, di apatia e di confuzione
Buon giorno, sono un ragazzo di 19 anni, affetto sin dalla nascita dalla sindrome di Asperger, che tutt'ora conduce una vita misera, ripetitiva, solitaria, caotica, dalla quale vorrebbe liberarsi.
Preciso che la mia tendenza, generalizzata, è quella di costruirmi dei "mondi paralleli" nei quali vivere, isolato dal mondo reale, i cui "contenuti" sono determinati dai miei complessi d'inferiorità e di succubità verso gli altri, ovvero dal fatto che vivo ancora seguendo modelli, idee e schemi d'idee provenienti dall'esterno, e ivi mi ci faccio condizionare (plagiare), senza seguire una linea individuale e delle idee basate sull'esperienza e sul buonsenso. Il che è ovviamente rafforzato dalle mie "storiche" disabilità relazionali e affettive che, nei tempi andati, oltre ad isolarmi dal contatto con i miei coetanei e a rendermi un autentico pagliaccio in mezzo alle altre persone per via delle mie eclatanti esternazioni, mi hanno fatto sempre inseguire illusioni, ambizioni stereotipate, falsi idoli, ciarlatani, specie quando sono diventato ancora più "Internet-dipendente", a costo di fare le ore piccole (e andare a letto tra mezzanotte e le quattro di notte, per 4 anni consecutivi) e di farmi spegnere ancor più le emozioni e la fantasia.
E arrivo al dunque. A tutt'oggi sento d'essere inferiore per forza ed energie alle altre persone (nel senso che non ho le forze per poterle fronteggiare), d'essere più apatico, più annebbiato mentalmente, più pigro, più "spento", più statico, persino più regredito in quanto a cultura, soprattutto scientifica, che fino a pochi anni fa era un mio fiore all'occhiello. Mi sento chiaramente come se fossi uno "zombie" che vaga in giro tra la gente, sapendo d'essere inferiore a loro, d'essere debole, che il mio mondo interiore non è più ricco, variato, preciso e schematico, ma vago, caotico, rozzo, povero. Il caos, assieme alla miseria e alla debolezza, domina la mia vita. Il mondo attorno a me è tremendamente caotico. Io stesso vagheggio nell'assoluta mancanza di punti di riferimento e di schemi d'azione e di pianificazione. Ho una gran confuzione nei concetti mentali, che mi paiono sbiaditi, poco chiari, poco netti, o non rigorosamente collegati ad un certo significato semantico. Per di più sono assai stanco, e debole pure fisicamente.
Qualcuno può darmi un consiglio? Io, che vorrei così tanto essere attivo, ordinato, ma pure creativo, e che non sono tanto dissimile da un vegetale, non aspetterei tanto altro che di sapere come uscirne. Tanto più che è per me arrivato il momento di prendere un lavoro. Grazie.
Preciso che la mia tendenza, generalizzata, è quella di costruirmi dei "mondi paralleli" nei quali vivere, isolato dal mondo reale, i cui "contenuti" sono determinati dai miei complessi d'inferiorità e di succubità verso gli altri, ovvero dal fatto che vivo ancora seguendo modelli, idee e schemi d'idee provenienti dall'esterno, e ivi mi ci faccio condizionare (plagiare), senza seguire una linea individuale e delle idee basate sull'esperienza e sul buonsenso. Il che è ovviamente rafforzato dalle mie "storiche" disabilità relazionali e affettive che, nei tempi andati, oltre ad isolarmi dal contatto con i miei coetanei e a rendermi un autentico pagliaccio in mezzo alle altre persone per via delle mie eclatanti esternazioni, mi hanno fatto sempre inseguire illusioni, ambizioni stereotipate, falsi idoli, ciarlatani, specie quando sono diventato ancora più "Internet-dipendente", a costo di fare le ore piccole (e andare a letto tra mezzanotte e le quattro di notte, per 4 anni consecutivi) e di farmi spegnere ancor più le emozioni e la fantasia.
E arrivo al dunque. A tutt'oggi sento d'essere inferiore per forza ed energie alle altre persone (nel senso che non ho le forze per poterle fronteggiare), d'essere più apatico, più annebbiato mentalmente, più pigro, più "spento", più statico, persino più regredito in quanto a cultura, soprattutto scientifica, che fino a pochi anni fa era un mio fiore all'occhiello. Mi sento chiaramente come se fossi uno "zombie" che vaga in giro tra la gente, sapendo d'essere inferiore a loro, d'essere debole, che il mio mondo interiore non è più ricco, variato, preciso e schematico, ma vago, caotico, rozzo, povero. Il caos, assieme alla miseria e alla debolezza, domina la mia vita. Il mondo attorno a me è tremendamente caotico. Io stesso vagheggio nell'assoluta mancanza di punti di riferimento e di schemi d'azione e di pianificazione. Ho una gran confuzione nei concetti mentali, che mi paiono sbiaditi, poco chiari, poco netti, o non rigorosamente collegati ad un certo significato semantico. Per di più sono assai stanco, e debole pure fisicamente.
Qualcuno può darmi un consiglio? Io, che vorrei così tanto essere attivo, ordinato, ma pure creativo, e che non sono tanto dissimile da un vegetale, non aspetterei tanto altro che di sapere come uscirne. Tanto più che è per me arrivato il momento di prendere un lavoro. Grazie.
[#1]
Caro ragazzo,
ci puoi dire quando e da chi hai ricevuto la diagnosi che ci riferisci?
In seguito non sei mai stato seguito professionalmente con lo scopo di attuare una riabilitazione psicologica/psicoterapia?
Ci dici che da ben 4 anni vai a dormire tardissimo e quindi vorrei chiederti se nel frattempo hai frequentato la scuola e in che modo si sono relazionati a te i tuoi genitori in tutto questo tempo: si sono preoccupati per il tuo disturbo? Ti hanno aiutato in qualche modo?
ci puoi dire quando e da chi hai ricevuto la diagnosi che ci riferisci?
In seguito non sei mai stato seguito professionalmente con lo scopo di attuare una riabilitazione psicologica/psicoterapia?
Ci dici che da ben 4 anni vai a dormire tardissimo e quindi vorrei chiederti se nel frattempo hai frequentato la scuola e in che modo si sono relazionati a te i tuoi genitori in tutto questo tempo: si sono preoccupati per il tuo disturbo? Ti hanno aiutato in qualche modo?
Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it
[#2]
Utente
Salve, le rispondo di seguito.
La diagnosi di sindrome di Asperger mi fu fatta dieci anni fa, durante un "soggiorno" all'Istitituto di Ricovero e cura di Calambrone. E' stata più recentemente inquadrata nel HFA (High Functioning Autism), a seguito di alcune considerazioni dei medici specialisti a cui ho segnalato il disturbo.
Sono a tutt'ora seguito da un gruppo ristretto di specialisti in psicoterapia e psichiatria, essenzialmente dell'A.S.L., col compito di svolgere la riabilitazione a cui lei allude.
Riguardo le cattive abitudini al sonno, preciso (cosa che non feci nel mio messaggio), che da almeno un anno le ho corrette, almeno per ciò che riguarda gli orari, ma non sono sicuro di avere un sonno corretto e ristoratore.
Comunque, nel periodo stesso in cui frequentavo la Scuola superiore, per i primi quattro anni (biennio e triennio, a parte il quinto) non vi ho mai prestato nessuna attenzione, in quanto tutto il mio tempo era concentrato su attività assai improduttive e logoranti di tutt'altro genere: leggere assiduamente riviste di elettronica di consumo o di politica, immergersi interamente nel "mondo virtuale" di Internet (staccandomi perciò dal mondo reale) per consultare siti contenenti materiale politico di un certo genere (che non preciso), bufale, teorie del complotto, leggende urbane e via dicendo, interagire (in modo goffo) con altri utenti che condividevano la passione per tali contenuti, introdurre i miei contenuti (scritti, commenti, video) sui canali che consultavo, con affermazioni e concetti deliranti eccetera. Tutti gli appunti di scuola erano tratti da supplenti (insegnanti di supporto fornitimi dalla Scuola) che seguivano le lezioni attivamente, facendosi carico del compito che spettava a me. In questo mio periodo sprecato, i miei genitori hanno avvertito un patologico attaccamento al mio computer, frequenti insuccessi e disinteresse verso la scuola, oltre ad una frequente scontrosità ed aggressività nei loro confronti, ma non hanno saputo aiutarmi, poichè non avevano nessun mezzo per fare ciò. Per fortuna, l'ultimo anno scolastico è stato come un "risveglio" per me, in quanto ho preso consapevolezza di dover "scendere dalle nuvole" e ritornare alla realtà, cercare d'essere produttivo, disciplinato e organizzato, saper vivere con gli altri. Gli esami di Stato sono stati un successo per me.
La diagnosi di sindrome di Asperger mi fu fatta dieci anni fa, durante un "soggiorno" all'Istitituto di Ricovero e cura di Calambrone. E' stata più recentemente inquadrata nel HFA (High Functioning Autism), a seguito di alcune considerazioni dei medici specialisti a cui ho segnalato il disturbo.
Sono a tutt'ora seguito da un gruppo ristretto di specialisti in psicoterapia e psichiatria, essenzialmente dell'A.S.L., col compito di svolgere la riabilitazione a cui lei allude.
Riguardo le cattive abitudini al sonno, preciso (cosa che non feci nel mio messaggio), che da almeno un anno le ho corrette, almeno per ciò che riguarda gli orari, ma non sono sicuro di avere un sonno corretto e ristoratore.
Comunque, nel periodo stesso in cui frequentavo la Scuola superiore, per i primi quattro anni (biennio e triennio, a parte il quinto) non vi ho mai prestato nessuna attenzione, in quanto tutto il mio tempo era concentrato su attività assai improduttive e logoranti di tutt'altro genere: leggere assiduamente riviste di elettronica di consumo o di politica, immergersi interamente nel "mondo virtuale" di Internet (staccandomi perciò dal mondo reale) per consultare siti contenenti materiale politico di un certo genere (che non preciso), bufale, teorie del complotto, leggende urbane e via dicendo, interagire (in modo goffo) con altri utenti che condividevano la passione per tali contenuti, introdurre i miei contenuti (scritti, commenti, video) sui canali che consultavo, con affermazioni e concetti deliranti eccetera. Tutti gli appunti di scuola erano tratti da supplenti (insegnanti di supporto fornitimi dalla Scuola) che seguivano le lezioni attivamente, facendosi carico del compito che spettava a me. In questo mio periodo sprecato, i miei genitori hanno avvertito un patologico attaccamento al mio computer, frequenti insuccessi e disinteresse verso la scuola, oltre ad una frequente scontrosità ed aggressività nei loro confronti, ma non hanno saputo aiutarmi, poichè non avevano nessun mezzo per fare ciò. Per fortuna, l'ultimo anno scolastico è stato come un "risveglio" per me, in quanto ho preso consapevolezza di dover "scendere dalle nuvole" e ritornare alla realtà, cercare d'essere produttivo, disciplinato e organizzato, saper vivere con gli altri. Gli esami di Stato sono stati un successo per me.
[#3]
"Sono a tutt'ora seguito da un gruppo ristretto di specialisti in psicoterapia e psichiatria, essenzialmente dell'A.S.L., col compito di svolgere la riabilitazione"
Da quanto ci hai raccontato di te nel primo post non pensavo che fossi in terapia, ma visto che lo sei ti chiedo allora come mai hai sentito la necessità di consultare anche noi: ti trovi male con i professionisti che ti seguono?
Hai parlato anche a loro delle cose che ci hai detto?
"l'ultimo anno scolastico è stato come un "risveglio" per me, in quanto ho preso consapevolezza di dover "scendere dalle nuvole" e ritornare alla realtà, cercare d'essere produttivo, disciplinato e organizzato, saper vivere con gli altri. Gli esami di Stato sono stati un successo per me."
Questo passaggio è stato sicuramente molto impegnativo e anche gratificante per te, una volta conseguito il diploma, e penso che ora tu ti stia chiedendo (come molti tuoi coetanei) come affrontare il "dopo".
Ne hai parlato con i tuoi?
Avete formulato qualche ipotesi?
Da quanto ci hai raccontato di te nel primo post non pensavo che fossi in terapia, ma visto che lo sei ti chiedo allora come mai hai sentito la necessità di consultare anche noi: ti trovi male con i professionisti che ti seguono?
Hai parlato anche a loro delle cose che ci hai detto?
"l'ultimo anno scolastico è stato come un "risveglio" per me, in quanto ho preso consapevolezza di dover "scendere dalle nuvole" e ritornare alla realtà, cercare d'essere produttivo, disciplinato e organizzato, saper vivere con gli altri. Gli esami di Stato sono stati un successo per me."
Questo passaggio è stato sicuramente molto impegnativo e anche gratificante per te, una volta conseguito il diploma, e penso che ora tu ti stia chiedendo (come molti tuoi coetanei) come affrontare il "dopo".
Ne hai parlato con i tuoi?
Avete formulato qualche ipotesi?
[#4]
Utente
Mi dispiace se non avevo chiarito il fatto che ero in terapia, ma la sbigatività, l'impulsività e i deficit comunicativi della mia sindrome mi hanno sempre portato a comunicare malissimo con gli altri e col mondo. Sempre.
Sulla sua prima domanda le rispondo: i professionisti che mi seguono, seppur io faccia fatica a capirli, sono delle persone che si sforzano un sacco nel capire me e di aiutarmi nella riabilitazione. Loro cercano d'aiutarmi, nonostante io sia sempre stato portato ad un atteggiamento giudizioso, intollerante e carico di pregiudizio nei confronti degli altri: questo anche per il fatto di essermi indottrinato con le teorie complottistiche di Internet, che instillano ad una mentalità radicalmente paranoide, manichea, diffidente, fonte di un ottuso ascetismo/conservatorismo materiale, culturale e sessuale in primis e di una ostilità verso le altre persone e verso il mondo in cui si vive. Ma confido in questi specialisti.
Più semplicemente, per causa della varietà dei miei problemi, cerco di diversificare gli specialisti in Psicoterapia al fine di ottenere quanti più suggerimenti possibili, diversità di vedute e ricchezza di contenuti. Cerco, insomma, di farci stare tutti nel "paniere". Perchè anche la monotonia, la ripetitività e la scarsità sono, nel mio mondo privato, un elemento gravissimo e logorante per me. E perchè non credo nella "Verità" singolare, ma nelle "verità" plurali.
Sulla seconda domanda: sì, ne stiamo discutendo insieme. Poichè il mio percorso era inerente l'Informatica industriale, e recentemente anche le Telecomunicazioni e Internet, tale è l'idea su cui orientare i futuri sviluppi.
Anche se ritengo ugualmente importante rinfrescare la mia cultura di arte, scienze naturali, matematica, statistica e lingua inglese, cioè nella cosiddetta cultura generale: tutte materie per le quali ho avuto un differenziato interesse, spesso pregiudizi (la matematica e la statistica, in particolare, non mi erano mai piaciute e mai le compresi, e solo adesso le sto capendo, ed apprezzando) e stupidi stereotipi (in particolare nell'arte, ma pure nell'informatica).
A tutt'oggi, la mia scelta ricade sulla rinfrescata della "cultura" da me smarrita. Ma prima è fondamentale "bonificare" la mia mente dal ciarpame paranoide, (para-, fanta-)politico, filosofico che mi sono sorbito come un qualunque ingenuo, per il quale ancora oggi sono schiavo di conflitti interiori: conflitti tra i miei istinti (plasmati apposta in funzione della cieca fede nelle convinzioni paranoidi già citate) e la mia volontà (di piegare la mia mente a ciò in cui io, e solo io, voglio credere). Dopodichè mi mancano tantissimo i rapporti umani "diretti" e di affetto, l'idea di avere delle persone oneste ed equilibrate che mi stiano accanto ed insieme, l'idea di riappropriarmi di tutto ciò che la vita offre, e che io per tanto tempo demonizzai come "un complotto", rinchiudendomi così in un guscio protetto isolato dal mondo. Mentre le altre persone si relazionavano tra loro ed acquisivano esperienze che io nemmeno immaginavo.
Mi perdoni il discorso lungo.
Sulla sua prima domanda le rispondo: i professionisti che mi seguono, seppur io faccia fatica a capirli, sono delle persone che si sforzano un sacco nel capire me e di aiutarmi nella riabilitazione. Loro cercano d'aiutarmi, nonostante io sia sempre stato portato ad un atteggiamento giudizioso, intollerante e carico di pregiudizio nei confronti degli altri: questo anche per il fatto di essermi indottrinato con le teorie complottistiche di Internet, che instillano ad una mentalità radicalmente paranoide, manichea, diffidente, fonte di un ottuso ascetismo/conservatorismo materiale, culturale e sessuale in primis e di una ostilità verso le altre persone e verso il mondo in cui si vive. Ma confido in questi specialisti.
Più semplicemente, per causa della varietà dei miei problemi, cerco di diversificare gli specialisti in Psicoterapia al fine di ottenere quanti più suggerimenti possibili, diversità di vedute e ricchezza di contenuti. Cerco, insomma, di farci stare tutti nel "paniere". Perchè anche la monotonia, la ripetitività e la scarsità sono, nel mio mondo privato, un elemento gravissimo e logorante per me. E perchè non credo nella "Verità" singolare, ma nelle "verità" plurali.
Sulla seconda domanda: sì, ne stiamo discutendo insieme. Poichè il mio percorso era inerente l'Informatica industriale, e recentemente anche le Telecomunicazioni e Internet, tale è l'idea su cui orientare i futuri sviluppi.
Anche se ritengo ugualmente importante rinfrescare la mia cultura di arte, scienze naturali, matematica, statistica e lingua inglese, cioè nella cosiddetta cultura generale: tutte materie per le quali ho avuto un differenziato interesse, spesso pregiudizi (la matematica e la statistica, in particolare, non mi erano mai piaciute e mai le compresi, e solo adesso le sto capendo, ed apprezzando) e stupidi stereotipi (in particolare nell'arte, ma pure nell'informatica).
A tutt'oggi, la mia scelta ricade sulla rinfrescata della "cultura" da me smarrita. Ma prima è fondamentale "bonificare" la mia mente dal ciarpame paranoide, (para-, fanta-)politico, filosofico che mi sono sorbito come un qualunque ingenuo, per il quale ancora oggi sono schiavo di conflitti interiori: conflitti tra i miei istinti (plasmati apposta in funzione della cieca fede nelle convinzioni paranoidi già citate) e la mia volontà (di piegare la mia mente a ciò in cui io, e solo io, voglio credere). Dopodichè mi mancano tantissimo i rapporti umani "diretti" e di affetto, l'idea di avere delle persone oneste ed equilibrate che mi stiano accanto ed insieme, l'idea di riappropriarmi di tutto ciò che la vita offre, e che io per tanto tempo demonizzai come "un complotto", rinchiudendomi così in un guscio protetto isolato dal mondo. Mentre le altre persone si relazionavano tra loro ed acquisivano esperienze che io nemmeno immaginavo.
Mi perdoni il discorso lungo.
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Vorrei commentare due punti del tuo ultimo post:
1: "per causa della varietà dei miei problemi, cerco di diversificare gli specialisti in Psicoterapia al fine di ottenere quanti più suggerimenti possibili, diversità di vedute e ricchezza di contenuti"
Se da un lato è vero che, in teoria, puoi raccogliere più suggerimenti da più professionisti, dall'altro ti puoi fidare pienamente solo di chi ha la completa conoscenza del tuo caso e ti segue direttamente.
Se ci sono dei problemi con chi ti segue puoi sempre cambiare, ma è importante che ti fidi di chi si occupa di te e ti sta aiutando.
2: "Mi dispiace se non avevo chiarito il fatto che ero in terapia, ma la sbrigatività, l'impulsività e i deficit comunicativi della mia sindrome mi hanno sempre portato a comunicare malissimo con gli altri e col mondo. Sempre."
Quando si riceve una diagnosi come la tua, precoce e complessa, si corre il rischio di attribuire qualunque proprio comportamento (soprattutto se "indesiderabile") al disturbo, anche quando così non è.
Pur avvenendo in perfetta buona fede e con assoluta convinzione, questo tipo di attribuzione risulta a volte errata e soprattutto limitante, perchè non consente di riconoscere ciò che dipende dalla persona e non dalla sua patologia e quindi cosa è sotto la sua responsabilità (ed è quindi correggibile).
In questo caso non hai scritto di essere già in terapia come non lo fanno moltissimi altri: alcuni per dimenticanza, altri per raccogliere dei pareri fingendo di non essere già seguiti (poichè ovviamente un utente che è già seguito da uno psicologo viene almeno in parte rimandato al parere del Collega e al lavoro che sta svolgendo con lui).
Ti suggerisco di riflettere su cosa, a questo punto della tua vita e del tuo percorso terapeutico, dipende dalla Sindrome e cosa da te.
Potresti accorgerti del fatto che una parte degli errori che compi dipendono da te e sono quindi rimediabili ed evitabili in futuro.
1: "per causa della varietà dei miei problemi, cerco di diversificare gli specialisti in Psicoterapia al fine di ottenere quanti più suggerimenti possibili, diversità di vedute e ricchezza di contenuti"
Se da un lato è vero che, in teoria, puoi raccogliere più suggerimenti da più professionisti, dall'altro ti puoi fidare pienamente solo di chi ha la completa conoscenza del tuo caso e ti segue direttamente.
Se ci sono dei problemi con chi ti segue puoi sempre cambiare, ma è importante che ti fidi di chi si occupa di te e ti sta aiutando.
2: "Mi dispiace se non avevo chiarito il fatto che ero in terapia, ma la sbrigatività, l'impulsività e i deficit comunicativi della mia sindrome mi hanno sempre portato a comunicare malissimo con gli altri e col mondo. Sempre."
Quando si riceve una diagnosi come la tua, precoce e complessa, si corre il rischio di attribuire qualunque proprio comportamento (soprattutto se "indesiderabile") al disturbo, anche quando così non è.
Pur avvenendo in perfetta buona fede e con assoluta convinzione, questo tipo di attribuzione risulta a volte errata e soprattutto limitante, perchè non consente di riconoscere ciò che dipende dalla persona e non dalla sua patologia e quindi cosa è sotto la sua responsabilità (ed è quindi correggibile).
In questo caso non hai scritto di essere già in terapia come non lo fanno moltissimi altri: alcuni per dimenticanza, altri per raccogliere dei pareri fingendo di non essere già seguiti (poichè ovviamente un utente che è già seguito da uno psicologo viene almeno in parte rimandato al parere del Collega e al lavoro che sta svolgendo con lui).
Ti suggerisco di riflettere su cosa, a questo punto della tua vita e del tuo percorso terapeutico, dipende dalla Sindrome e cosa da te.
Potresti accorgerti del fatto che una parte degli errori che compi dipendono da te e sono quindi rimediabili ed evitabili in futuro.
[#6]
Utente
Già. Avrei dovuto precisare meglio il mio messaggio, distinguendo meglio certi comportamenti in relazione alle rispettive, note o non, cause.
Poi vorrei scusarmi con lei per tutte quelle cose che scrissi prima della sua risposta, ciò specie nel caso in cui lei non vi avrà capito nulla/un granchè: sono i miei inopportuni, inordinati e disperati modi che io appiccico in coda ai miei discorsi verso gli psicologi/psicoterapeuti per sfogare futili esperienze del passato recente, che tendo a sopravvalutare.
Inoltre mi vorrei scusare anche per ciò che dissi riguardo gli specialisti A.S.L. che mi seguono: sono senz'altro capaci, e anche determinati a capire, tuttavia non li avverto realmente comprensivi, e soprattutto non li reputo sufficientemente preparati in merito alle tematiche specifiche delle persone Asperger come me. La chiave con la quale essi mi si approcciano, mi reputano, mi giudicano, forniscono consigli e diagnosi a me e ai miei genitori è, per quanto credo, insufficiente, spesso impropria, per il mio caso specifico, nel senso che molto spesso sfocia in malintesi circa la comprensione delle cause dei miei comportamenti, delle mie azioni ecc. In generale, tutta la realtà sociale mi disorienta, mi complica la capacità di darmi una certezza circa le persone che vorrebbero/si incaricano di occuparsi di persone come me, circa le loro intenzioni, la loro idoneità al mio caso, circa la loro sincerità e la loro volontà di aiutarmi concretamente rispettando la mia filosofia di vita.
Aggiungo poi che gli specialisti A.S.L. succitati, inquadrano nella mia diagnosi complessiva personale (sindrome di Asperger/HFA) alcuni sgradevoli problemi, inerenti la capacità di concentrazione, di applicazione, di esecuzione dei compiti assegnatimi e l'irrequietezza, che i miei genitori avvertivano in me da giovane e che io tutt'ora avverto in me, aventi una netta affinità con il Disturbo da Deficit di attenzione e di Iperattività (ADHD).
E preciso anche che il mio principale scopo in questo luogo è quello di recepire consigli/informazioni inerenti le tematiche di cui al titolo e al corpo di questo consulto. Che presenterò, in un certo giorno, ad uno specifico specialista, da definire.
Poi vorrei scusarmi con lei per tutte quelle cose che scrissi prima della sua risposta, ciò specie nel caso in cui lei non vi avrà capito nulla/un granchè: sono i miei inopportuni, inordinati e disperati modi che io appiccico in coda ai miei discorsi verso gli psicologi/psicoterapeuti per sfogare futili esperienze del passato recente, che tendo a sopravvalutare.
Inoltre mi vorrei scusare anche per ciò che dissi riguardo gli specialisti A.S.L. che mi seguono: sono senz'altro capaci, e anche determinati a capire, tuttavia non li avverto realmente comprensivi, e soprattutto non li reputo sufficientemente preparati in merito alle tematiche specifiche delle persone Asperger come me. La chiave con la quale essi mi si approcciano, mi reputano, mi giudicano, forniscono consigli e diagnosi a me e ai miei genitori è, per quanto credo, insufficiente, spesso impropria, per il mio caso specifico, nel senso che molto spesso sfocia in malintesi circa la comprensione delle cause dei miei comportamenti, delle mie azioni ecc. In generale, tutta la realtà sociale mi disorienta, mi complica la capacità di darmi una certezza circa le persone che vorrebbero/si incaricano di occuparsi di persone come me, circa le loro intenzioni, la loro idoneità al mio caso, circa la loro sincerità e la loro volontà di aiutarmi concretamente rispettando la mia filosofia di vita.
Aggiungo poi che gli specialisti A.S.L. succitati, inquadrano nella mia diagnosi complessiva personale (sindrome di Asperger/HFA) alcuni sgradevoli problemi, inerenti la capacità di concentrazione, di applicazione, di esecuzione dei compiti assegnatimi e l'irrequietezza, che i miei genitori avvertivano in me da giovane e che io tutt'ora avverto in me, aventi una netta affinità con il Disturbo da Deficit di attenzione e di Iperattività (ADHD).
E preciso anche che il mio principale scopo in questo luogo è quello di recepire consigli/informazioni inerenti le tematiche di cui al titolo e al corpo di questo consulto. Che presenterò, in un certo giorno, ad uno specifico specialista, da definire.
Questo consulto ha ricevuto 6 risposte e 3.4k visite dal 08/08/2012.
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