Problemi con nonna e badanti: come gestire la situazione

Gentili medici,
vi scrivo per una consulenza. Circa un anno fa mia nonna di 84 anni è caduta, e ha subito una micro frattura al bacino. Lei vive sola da molti anni e dal momento della caduta, anche perché io e mio fratello abitiamo a circa 80km da lei, si è reso necessario assumere una badante a tempo pieno. Inizialmente lei stava male fisicamente, non potendo quasi alzarsi; oggi cammina con l’aiuto di un deambulatore, purtroppo non esce di casa. Ha cambiato già 4 badanti e oggi la solita discussione che introduce il periodo di tensione…le badanti “durano” circa 3 mesi con lei, ha un caratteraccio e non sappiamo più come gestirla. Il suo dottore curante le prescrive lorazepam 2,5 per dormire e talofen all’occorrenza, ma lei è sempre più insoddisfatta e spesso aggressiva.
Io spesso cerco di calmarla anche stando dalla sua parte, facendole capire che con le badanti trattiamo io e mio fratello e che lei ha ragione, è sola, è anziana, e tutti le siamo vicini. Purtroppo alcuni anni fa mia nonna ha subito prima la morte del marito e poi di mia madre, e certamente non ha elaborato questo secondo lutto, ancora oggi prova molta rabbia e percepisce l’ingiustizia di una figlia morta prima di lei. Però al di là dell’umana comprensione, io (e mio fratello) non posso “annullare” la mia vita, lasciare il lavoro e andare a vivere da lei come lei pretenderebbe…non lo dice chiaramente, ma sarebbe il suo sogno. Irrealizzabile assolutamente!
Non so come gestire la situazione, oggi la badante mi ha detto che vuole lasciare il lavoro (è in periodo di prova prima di farle il contratto) e se va via anche questa, non so proprio come fare. Siamo sempre in emergenza, lei le prime settimane va d’accordo con tutte, apparentemente, però poi si innervosisce per qualcosa e da quel momento il rapporto si deteriora irrimediabilmente. Vorrei precisare che sono tutte badanti esperte, due anche ex infermiere.
L’idea di una casa di riposo la manda nel panico e inizia a urlare che si ucciderebbe dopo una settimana, anche se onestamente io la ritengo l’ipotesi migliore per lei: invece di star sola nella sua casa, potrebbe dialogare con altre persone anziane, avrebbe le cure di diverse persone – magari religiose che le danno tanta fiducia – invece di condividere 24 ore con la stessa persona (che è normale che porti a maggiori incomprensioni!).
So che non siete un consultorio né un CAF, ma vi chiedo un consiglio per gestire la situazione senza impazzire!!
Vi ringrazio anticipatamente, cordiali saluti
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Dr.ssa Giselle Ferretti Psicologo, Psicoterapeuta 615 14
Gentile signora,
la situazione che si trova a vivere è tipica di molte famiglie e decisamente di non semplice risoluzione.

Mi è venuta in mente un'altra possibilità, un Centro Diurno, ovvero un luogo dove sua nonna potrebbe trascorrere la giornata insieme ad altri anziani, seguiti da personale specifico, poi la sera tornerebbe a dormire nella propria abitazione. A casa potrebbe essere seguita da una badante, ma non a tempo a pieno, soluzione più vivibile per l'eventuale badante e per sua nonna.
Esistono delle case di riposo che effettuano questo servizio, ma ci sono anche centri specializzati.
Ha già visto se esistono nella zona dove vive sua nonna?


Un caro saluto,

Dott.ssa Giselle Ferretti Psicologa Psicoterapeuta
www.giselleferretti.it
https://www.facebook.com/giselleferrettipsicologa?ref=hl

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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
Cara Utente,

sicuramente la situazione che ci descrive non è facile da gestire perchè un anziano che è rimasto solo e si ritrova di colpo a non essere più autosufficiente come prima non può che reagire con rabbia alla perdita di autonomia.
Questa reazione comporta anche il rifiuto ad accettare che altri - soprattutto se estranei - si occupino di mansioni che prima l'anziano svolgeva senza avere bisogno di assistenza.

Mi sembra di capire che le badanti che si sono finora occupate di sua nonna erano persone preparate e che non abbiano dato oggettivamente dei problemi nè a lei nè a voi: è così?

La nonna ha qualcuno che può passare a trovarla (parenti, amici, conoscenti) o è rimasta del tutto sola?

Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it

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Utente
Utente
Gent.mi dottori,
vi ringrazio molto per le tempestive risposte.

@ Dott.ssa Ferretti, quella del centro diurno può essere un'idea anche se lei è abbastanza restia a muoversi, proverò ad informarmi grazie mille!

@Dott.ssa Massaro, a dir la verità la prima e la terza badante sono state un po' problematiche, una dal punto di vista strettamente caratteriale e l'altra per questioni economiche. Questo ha sicuramente esacerbato le difficoltà e aumentato la sfiducia di mia nonna. Lei avrebbe dei nipoti, ma si disinteressano(altra cosa che ne peggiora il carattere ovviamente!)

Lei si appoggia completamente a me e mio fratello,il che stressa notevolmente anche noi(soprattutto me per il mio carattere più apprensivo)e-scusate se sembro molto egoista-ma lo trovo fortemente ingiusto.Sacrifichiamo tutti i fine settimana per lei e vorremmo una vita da persone giovani..senza abbandonare un anziano!
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Dr.ssa Giselle Ferretti Psicologo, Psicoterapeuta 615 14
I suoi sentimenti sono normali! C'è il desiderio di aiutare un proprio caro in difficoltà, e l'esigenza di vivere la propria vita.
Anche sua nonna è da capire: vorrebbe il suo mondo e le sue abitudini stabili, ma ciò non è possibile e ovviamente manca l'elasticità per adattarsi ai cambiamenti che la vita inevitabilmente impone.
Ci vuole molta pazienza e gradualità. Non a caso si dice che gli anziani sono come i bambini.
Informatevi sulla presenza di Centri Diurni e, se non li trovate da soli, rivolgetevi ai Servizi Sociali. A volte non sono molto pubblicizzati, per così dire, mentre i Servizi Pubblici hanno una maggiore conoscenza del territorio.
Se proprio non dovessero esserci, continuate nella ricerca di una badante adeguata, oppure di un Operatore Socio Sanitario.

Tanti cari auguri,
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Utente
Utente
Grazie dottoressa,
mi informerò quanto prima.
Cordiali saluti
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
Oltre a seguire le indicazioni della Collega le suggerirei di consultare il medico curante della nonna per valutare assieme se non sia il caso di provare a somministrarle un antidepressivo.

Lei ci ha detto infatti questo:

"Il suo dottore curante le prescrive lorazepam 2,5 per dormire e talofen all’occorrenza, ma lei è sempre più insoddisfatta e spesso aggressiva",

ma difficilmente degli ansiolitici potranno essere risolutivi e andare oltre al temporaneo effetto sedativo, se il porblema è complesso come appare.

Non è da escludere che lei abbia ragione nel dirci che la nonna non ha superato del tutto il lutto per la perdita del marito e della figlia - vostra madre - ed è quindi possibile che prima dell'incidente fosse già presente un disturbo depressivo non diagnosticato che ha agevolato il peggioramento del quadro a seguito del nuovo lutto, quello per la propria autonomia e integrità fisica.

Se le cose stessero così un antidepressivo potrebbe essere di grande aiuto nel modificare il tono dell'umore e smorzare l'aggressività della nonna, consentendole di accettare più serenamente la situazione e magari anche di provare a riprendersi un po' della libertà di movimento che ha perso con l'incidente.