Protezione

Salve,
finalmente a 35 anni ho capito di avere un problema serio che mi perseguita (penso) da quando sono nata ed è questo: sono ossessionata dalla protezione, nel senso che devo, devo, devo, necessariamente proteggere le persone che amo. Ad esempio: non mi sono mai sentita protetta tra le braccia di un uomo, sono io che devo proteggerlo; non riesco a lasciarmi andare nemmeno mentre faccio l'amore, non riesco a "staccare" la spina in nessun modo. La conseguenza di tutto ciò è che ovviamente penso prima di tutto al benessere degli altri (inteso come la mia famiglia, i miei amici, i miei animali, eccetera...) e poi al mio, sempre e comunque in un secondo momento. La cosa in contrasto con tutto ciò è che non sono possessiva, ma do tanta fiducia. Sono davvero stufa e vorrei tanto cambiare questo mio modo di essere...
Grazie.
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Dr.ssa Giselle Ferretti Psicologo, Psicoterapeuta 615 14
Gentile signora,
per parlare di problema "serio" bisognerebbe avere altre informazioni!

Sicuramente è "seria" nel senso di degna di attenzione, la sua preoccupazione a riguardo: sta soffrendo molto per questo suo modo di porsi? Perché si pone solo ora "il problema"? Non è più funzionale ai rapporti interpersonali?

Da quello che scrive sembrerebbe che lei abbia perso di vista i suoi bisogni e desideri per favorire la risoluzione di quelli degli altri, e che questo non le vada più bene. Questa modalità di rapportarsi a volte nasconde una profonda insicurezza e bisogno di sentirsi accettati a tutti i costi, ovvero perdendo di vista se stessi. Le mie sono ipotesi.

Questo potrebbe essere per lei l'occasione per interrogarsi "seriamente" sulla sua vita, magari effettuando una consulenza psicologica per valutare meglio la questione.
Cosa ne pensa?

Un caro saluto,

Dott.ssa Giselle Ferretti Psicologa Psicoterapeuta
www.giselleferretti.it
https://www.facebook.com/giselleferrettipsicologa?ref=hl

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Utente
Utente
Grazie per la risposta tempestiva. In realtà sono stata in analisi per qualche mese, ma per altri problemi risolti per fortuna. In effetti ha centrato in pieno il problema: fin da piccola sono stata abituata ad assecondare gli umori dei miei genitori, unione alquanto infelice che è sfociata in una cirrosi epatica da abuso di alcool per mio padre e dipendenza da tranquillanti per mia madre. In pratica ho avuto sempre un ruolo diverso a seconda di chi mi si presentava davanti: confidente per mio padre; madre per mia sorella (ha 10 anni meno di me) e per mia madre invece... nessun tipo di rapporto con lei, niente carezze, niente baci, le sue massime esternazioni erano: "hai fatto il tuo dovere". A 20 anni sono scappata da questo inferno e ho iniziato una vita da sola, adesso sono mamma di una bimba di 4 anni ed ho un compagno, il suo papà, da 12 anni. Ma la cosa che mi preme è che loro stiano bene, antepongo tutto ciò che desidero per loro, li coccolo e cerco di non fargli mancare nulla, insomma: cerco di dargli tutto ciò che non ho avuto io. E ultimamente mi pongo questa domanda: dove sono io in tutto questo? Cosa voglio io? Non lo so, non sono abituata a pormi certe domande ma mi sento stanca e ho voglia di stare da sola con i miei pensieri.
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Dr.ssa Giselle Ferretti Psicologo, Psicoterapeuta 615 14
>>dove sono io in tutto questo? Cosa voglio io?>>

Dice che non è abituata a porsi queste domande, però ora sembra non poter sfuggire a certe riflessioni sulla sua vita. Questo succede spesso quando ci si può rilassare un pò dopo aver avuto tante difficoltà da superare nella vita.

Io le rinnovo il mio invito ad iniziare un percorso psicologico, a farsi accompagnare da un esperto in questi pensieri, per renderli produttivi per sé e per la sua vita.

Io mi sento anche di consigliarle un percorso di tipo analitico per due ragioni: primo perché ne ha già fatto esperienza positiva, secondo perché conoscendo in modo approfondito questo orientamento, da quello che scrive, a me sembra adatto alle questioni che porta.
Ovviamente, il mezzo telematico ha dei limiti, quindi potrei sbagliare.

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Utente
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Grazie per il consiglio.