Alcolismo e confusione
Buonasera,
ho iniziato a frequentare un ragazzo che dall'inizio manifestava una certa ansia nell'affrontare il rapporto, pur dimostrando moltissimo trasporto.
Mi chiedeva tempo nell'affrontare certe situazioni a due a cui secondo me non reagiva con il giusto equilibrio.
Dopo circa due mesi, alla prima uscita di coppia con amici, si è presentato ubriaco, cosa che è ricapitata a casa mia più volte. E tutte le volte non lo nasconde, vuole farsi vedere da me in quello stato.
Da quella sera é esploso come un fiume in piena, spiegandomi che sente la necessità di bere per allentare le tensioni e per aumentare i suoi momenti di positività, ma questa necessità è ormai un'abitudine e credo sia più legata alla sua situazione lavorativa instabile da tempo e alla sua generale poca voglia di porsi degli obiettivi di vita (ha 39 anni!).
Da 3 mesi frequenta uno psicoterapeuta, ma senza molta convinzione, come se fosse una cosa "giusta" da fare ma senza capirne realmente il motivo.
Fino a 2 settimane fa era convintissimo del nostro rapporto, dopo anni (a detta sua) di solitudine e di un pò di male di vivere. Non vedeva l'ora di vedermi, di stare con me, come se fossi la sua medicina.
Ha sempre continuato a ripetermi di non essere abituato ad un rapporto di coppia serio, e di dargli il tempo di metabolizzare le emozioni che prova stando insieme a me. Ed in effetti, dopo un pò l'ansia iniziale è sparita ed ha iniziato a vivere con più tranquillità il nostro rapporto.
Abbiamo sempre parlato molto di questa situazione, speravo almeno così di potergli essere d'aiuto.
Da un giorno all'altro tutto è cambiato, ora non sa cosa vuole, non sa cosa prova, sente questa storia come un peso, quasi mi incolpa di essere consapevole dei miei sentimenti al contrario suo. é come se volesse autoconvincersi che il nostro rapporto non funziona, adducendo motivazioni prive di reale fondamento.
Sinceramente credo che i suoi sentimenti nei miei confronti siano sempre stati sinceri, e che la voglia di allontanarmi sia dettata dalla poca voglia che ha di reagire a questo suo stato di malessere generale nei confronti della propria vita.
Dopo l'ennesima discussione, gli ho chiesto di provare a capire almeno se mi vuole ancora vicino o meno, aldilà dei problemi che ci sono da risolvere. Mi ha risposto chiedendomi "cosa pensi che dovremmo fare?", se voglio una pausa o chiudere del tutto...è lui il confuso dei due e io dovrei decidere al posto suo.
Ho deciso di non sentirlo per un pò, sperando che questo lo sproni a reagire in qualsiasi modo.
A lui tengo tantissimo, e non so se ho fatto la cosa giusta, non so proprio come reagire a questa situazione, sicuramente discutere con lui del nulla ormai è diventato insostenibile.
Vi chiedo un sincero aiuto.
Un grazie di cuore in anticipo
ho iniziato a frequentare un ragazzo che dall'inizio manifestava una certa ansia nell'affrontare il rapporto, pur dimostrando moltissimo trasporto.
Mi chiedeva tempo nell'affrontare certe situazioni a due a cui secondo me non reagiva con il giusto equilibrio.
Dopo circa due mesi, alla prima uscita di coppia con amici, si è presentato ubriaco, cosa che è ricapitata a casa mia più volte. E tutte le volte non lo nasconde, vuole farsi vedere da me in quello stato.
Da quella sera é esploso come un fiume in piena, spiegandomi che sente la necessità di bere per allentare le tensioni e per aumentare i suoi momenti di positività, ma questa necessità è ormai un'abitudine e credo sia più legata alla sua situazione lavorativa instabile da tempo e alla sua generale poca voglia di porsi degli obiettivi di vita (ha 39 anni!).
Da 3 mesi frequenta uno psicoterapeuta, ma senza molta convinzione, come se fosse una cosa "giusta" da fare ma senza capirne realmente il motivo.
Fino a 2 settimane fa era convintissimo del nostro rapporto, dopo anni (a detta sua) di solitudine e di un pò di male di vivere. Non vedeva l'ora di vedermi, di stare con me, come se fossi la sua medicina.
Ha sempre continuato a ripetermi di non essere abituato ad un rapporto di coppia serio, e di dargli il tempo di metabolizzare le emozioni che prova stando insieme a me. Ed in effetti, dopo un pò l'ansia iniziale è sparita ed ha iniziato a vivere con più tranquillità il nostro rapporto.
Abbiamo sempre parlato molto di questa situazione, speravo almeno così di potergli essere d'aiuto.
Da un giorno all'altro tutto è cambiato, ora non sa cosa vuole, non sa cosa prova, sente questa storia come un peso, quasi mi incolpa di essere consapevole dei miei sentimenti al contrario suo. é come se volesse autoconvincersi che il nostro rapporto non funziona, adducendo motivazioni prive di reale fondamento.
Sinceramente credo che i suoi sentimenti nei miei confronti siano sempre stati sinceri, e che la voglia di allontanarmi sia dettata dalla poca voglia che ha di reagire a questo suo stato di malessere generale nei confronti della propria vita.
Dopo l'ennesima discussione, gli ho chiesto di provare a capire almeno se mi vuole ancora vicino o meno, aldilà dei problemi che ci sono da risolvere. Mi ha risposto chiedendomi "cosa pensi che dovremmo fare?", se voglio una pausa o chiudere del tutto...è lui il confuso dei due e io dovrei decidere al posto suo.
Ho deciso di non sentirlo per un pò, sperando che questo lo sproni a reagire in qualsiasi modo.
A lui tengo tantissimo, e non so se ho fatto la cosa giusta, non so proprio come reagire a questa situazione, sicuramente discutere con lui del nulla ormai è diventato insostenibile.
Vi chiedo un sincero aiuto.
Un grazie di cuore in anticipo
[#1]
Cara Utente,
senza conoscere il suo ragazzo nè potergli parlare direttamente è impossibile stabilire se il cambiamento avvenuto due settimane fa sia frutto del desiderio di allontanare una persona che lo sprona a cambiare (e che magari lo fa sentire un fallimento, visto che un alcolista non può riuscire a cambiare in tempi rapidi) o se invece i suoi sentimenti siano effettivamente venuti meno.
In generale deve considerare il fatto che chi ha problemi di dipendenza da una sostanza, come sembra ne abbia il suo ragazzo, può essere in difficoltà anche nel regolare la distanza da tenere con le persone per lui significative, oscillando fra la paura di perderle e la paura di essere "risucchiato" dalla relazione, arrivando a non poterne fare a meno e quindi ad esserne dipendente.
La tendenza a dipendere da qualcosa o da qualcuno può insomma riguardare più di un ambito della vita di chi ha questo tipo di problema.
Di conseguenza è plausibile che il suo compagno sia confuso ed è comprensibile che, in questa situazione, cerchi di demandare a lei la responsabilità delle sorti della vostra relazione, perchè da solo può non essere in grado di prendere una decisione.
E' molto importante che abbia iniziato una psicoterapia, perchè questa scelta significa che ha capito di avere delle difficoltà che non può superare da solo e che ha avuto il coraggio e la forza di chiedere aiuto, cosa che non è davvero da tutti.
Vista la particolarità del suo problema può essere opportuno che sia seguito non solo da uno psicologo psicoterapeuta, ma anche da un medico psichiatra: sa se questo sta avvenendo?
senza conoscere il suo ragazzo nè potergli parlare direttamente è impossibile stabilire se il cambiamento avvenuto due settimane fa sia frutto del desiderio di allontanare una persona che lo sprona a cambiare (e che magari lo fa sentire un fallimento, visto che un alcolista non può riuscire a cambiare in tempi rapidi) o se invece i suoi sentimenti siano effettivamente venuti meno.
In generale deve considerare il fatto che chi ha problemi di dipendenza da una sostanza, come sembra ne abbia il suo ragazzo, può essere in difficoltà anche nel regolare la distanza da tenere con le persone per lui significative, oscillando fra la paura di perderle e la paura di essere "risucchiato" dalla relazione, arrivando a non poterne fare a meno e quindi ad esserne dipendente.
La tendenza a dipendere da qualcosa o da qualcuno può insomma riguardare più di un ambito della vita di chi ha questo tipo di problema.
Di conseguenza è plausibile che il suo compagno sia confuso ed è comprensibile che, in questa situazione, cerchi di demandare a lei la responsabilità delle sorti della vostra relazione, perchè da solo può non essere in grado di prendere una decisione.
E' molto importante che abbia iniziato una psicoterapia, perchè questa scelta significa che ha capito di avere delle difficoltà che non può superare da solo e che ha avuto il coraggio e la forza di chiedere aiuto, cosa che non è davvero da tutti.
Vista la particolarità del suo problema può essere opportuno che sia seguito non solo da uno psicologo psicoterapeuta, ma anche da un medico psichiatra: sa se questo sta avvenendo?
Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it
[#2]
Gentile Utente,
mi scusi ma non mi è chiaro l'aiuto che chiede, cioè quale è la sua richiesta di aiuto?
Provi a leggere questi articoli su alcol ed alcolismo
https://www.medicitalia.it/minforma/psichiatria/567-alcol-e-alcolismo-domande-e-risposte.html
https://www.medicitalia.it/minforma/psichiatria/13-depressione-alcol-e-droghe.html
mi scusi ma non mi è chiaro l'aiuto che chiede, cioè quale è la sua richiesta di aiuto?
Provi a leggere questi articoli su alcol ed alcolismo
https://www.medicitalia.it/minforma/psichiatria/567-alcol-e-alcolismo-domande-e-risposte.html
https://www.medicitalia.it/minforma/psichiatria/13-depressione-alcol-e-droghe.html
Dr. Fernando Bellizzi
Albo Psicologi Lazio matr. 10492
[#3]
Utente
No, per ora è seguito solo dallo psicoterapeuta due volte al mese.
Lui sa di aver bisogno d'aiuto e tutte le volte abbiamo affrontato l'argomento in modo costruttivo, ho sempre cercato di stargli molto vicino ed ascoltarlo senza dargli consigli che non credo siano utili.
A parole sa benissimo quello che deve fare (e questo credo sia molto positivo), ma concretamente ha questi periodi di alti e bassi difficili da seguire.
Sono conscia del fatto che si tratta di un processo lungo e travagliato e non mi aspetto che cambi da un giorno all'altro, vorrei continuare a stargli vicino, ma non so come fare.
Crede sia opportuno da parte mia aspettare una sua reazione alla nostra situazione?
Lui sa di aver bisogno d'aiuto e tutte le volte abbiamo affrontato l'argomento in modo costruttivo, ho sempre cercato di stargli molto vicino ed ascoltarlo senza dargli consigli che non credo siano utili.
A parole sa benissimo quello che deve fare (e questo credo sia molto positivo), ma concretamente ha questi periodi di alti e bassi difficili da seguire.
Sono conscia del fatto che si tratta di un processo lungo e travagliato e non mi aspetto che cambi da un giorno all'altro, vorrei continuare a stargli vicino, ma non so come fare.
Crede sia opportuno da parte mia aspettare una sua reazione alla nostra situazione?
[#4]
Utente
Vorrei capire come affrontare la sua voglia di allontanarmi da un giorno all'altro.
Siccome ha demandato la decisione a me, non so se sia meglio stargli lontano e aspettare che sia lui a volersi riavvicinare, o continuare a stargli vicino (magari chiamandolo ogni tanto) per fargli capire che comunque può contare su di me.
Siccome ha demandato la decisione a me, non so se sia meglio stargli lontano e aspettare che sia lui a volersi riavvicinare, o continuare a stargli vicino (magari chiamandolo ogni tanto) per fargli capire che comunque può contare su di me.
[#5]
Non mi è chiaro cosa prova lei per questo ragazzo.
Ne è innamorata o prova semplicemente dell'affetto nei suoi confronti?
Mi sembra infatti dispiaciuta, ma non particolarmente affranta all'idea di interrompere ogni rapporto con lui.
Le è già successo in passato di legarsi a qualcuno che avesse problemi non indifferenti in ambito psicologico, relazionale o d'altro genere?
Per quanto riguarda la psicoterapia una seduta ogni 15 giorni - e quindi 2 sedute al mese - rappresenta una frequenza davvero molto bassa di incontri per poter vedere dei risultati, e immagino che lo sia anche solo perchè il paziente possa ricevere una diagnosi ben precisa.
Potrebbe per esempio soffrire di un disturbo depressivo e/o d'ansia oppure di un disturbo di personalità, al di là della dipendenza da sostanze (in questo caso alcool).
Sa se si è rivolto ad una struttura pubblica o a un privato?
Ne è innamorata o prova semplicemente dell'affetto nei suoi confronti?
Mi sembra infatti dispiaciuta, ma non particolarmente affranta all'idea di interrompere ogni rapporto con lui.
Le è già successo in passato di legarsi a qualcuno che avesse problemi non indifferenti in ambito psicologico, relazionale o d'altro genere?
Per quanto riguarda la psicoterapia una seduta ogni 15 giorni - e quindi 2 sedute al mese - rappresenta una frequenza davvero molto bassa di incontri per poter vedere dei risultati, e immagino che lo sia anche solo perchè il paziente possa ricevere una diagnosi ben precisa.
Potrebbe per esempio soffrire di un disturbo depressivo e/o d'ansia oppure di un disturbo di personalità, al di là della dipendenza da sostanze (in questo caso alcool).
Sa se si è rivolto ad una struttura pubblica o a un privato?
[#6]
Utente
In realtà sono cresciuta con un padre che ha sempre avuto molta difficoltà nel relazionarsi con me e mia sorella, e col tempo ho imparato a non pretendere dalle persone dimostrazioni che potrebbero non arrivare mai.
Con il mio compagno è diverso.
Io sono molto innamorata di lui, ed ho molta difficoltà ad affrontare la situazione in modo più oggettivo. Essendo molto coinvolta, in fondo forse mi aspetto da lui delle risposte che per ora non può darmi.
Non voglio soffocarlo, ma vorrei che la nostra relazione continuasse.
So che va da un privato, la frequenza è purtroppo legata alle sue disponibilità economiche (ha un lavoro a termine e poco remunerato).
Ci sono anche centri pubblici a cui si potrebbe rivolgere?
Con il mio compagno è diverso.
Io sono molto innamorata di lui, ed ho molta difficoltà ad affrontare la situazione in modo più oggettivo. Essendo molto coinvolta, in fondo forse mi aspetto da lui delle risposte che per ora non può darmi.
Non voglio soffocarlo, ma vorrei che la nostra relazione continuasse.
So che va da un privato, la frequenza è purtroppo legata alle sue disponibilità economiche (ha un lavoro a termine e poco remunerato).
Ci sono anche centri pubblici a cui si potrebbe rivolgere?
[#7]
Certamente, ci sono centri pubblici che si occupano di alcolismo e forse è il caso che si rivolga proprio ad una di queste strutture per essere seguito in maniera più continuativa.
Per esempio può iniziare a contattare il Ser.T. più vicino:
http://portale2011.asl.at.it/dipartimento_dipendenze.htm
Nel vostro capoluogo è inoltre attivo un gruppo di AA:
http://portale2011.asl.at.it/dipartimento_dipendenze.htm
Per esempio può iniziare a contattare il Ser.T. più vicino:
http://portale2011.asl.at.it/dipartimento_dipendenze.htm
Nel vostro capoluogo è inoltre attivo un gruppo di AA:
http://portale2011.asl.at.it/dipartimento_dipendenze.htm
[#9]
Vorrei infine riprendere un particolare di non poco conto che lei ci ha riferito nel primo post:
"alla prima uscita di coppia con amici, si è presentato ubriaco, cosa che è ricapitata a casa mia più volte. E tutte le volte non lo nasconde, vuole farsi vedere da me in quello stato"
Questo mi fa pensare che lei possa essere pericolosamente portata a prendersi cura di persone molto problematiche che necessitano di ben altro che di solo amore e interessamento.
Non so se le cose stiano effettivamente così, ma le consiglio comunque la lettura di questo libro:
"Donne che amano troppo", di R. Norwood.
"alla prima uscita di coppia con amici, si è presentato ubriaco, cosa che è ricapitata a casa mia più volte. E tutte le volte non lo nasconde, vuole farsi vedere da me in quello stato"
Questo mi fa pensare che lei possa essere pericolosamente portata a prendersi cura di persone molto problematiche che necessitano di ben altro che di solo amore e interessamento.
Non so se le cose stiano effettivamente così, ma le consiglio comunque la lettura di questo libro:
"Donne che amano troppo", di R. Norwood.
[#10]
Utente
Sinceramente spero di no. Non mi è mai capitato un rapporto così problematico, neanche in amicizia.
Proprio quello che non voglio in questo rapporto è fare la parte della crocerossina, per questo ho tanti dubbi su come affrontare la nostra relazione.
Raccolgo comunque il suo consiglio e leggerò il libro.
Proprio quello che non voglio in questo rapporto è fare la parte della crocerossina, per questo ho tanti dubbi su come affrontare la nostra relazione.
Raccolgo comunque il suo consiglio e leggerò il libro.
[#11]
Gentile utente,
> Non mi è mai capitato un rapporto così problematico, neanche in amicizia.
E forse questo spiega
> Vorrei capire come affrontare la sua voglia di allontanarmi da un giorno all'altro.
Mi corregga se sbaglio, ma se è problematico vogliamo allontanarlo, no?
> Non mi è mai capitato un rapporto così problematico, neanche in amicizia.
E forse questo spiega
> Vorrei capire come affrontare la sua voglia di allontanarmi da un giorno all'altro.
Mi corregga se sbaglio, ma se è problematico vogliamo allontanarlo, no?
[#13]
E' degno di nota il fatto che lui abbia cercato di attirare la sua attenzione sul problema del quale soffre, mostrandosi ubriaco sia in presenza d'altri, sia quando eravate da soli: questo fa capire che la situazione è complessa, e anche che ha trovato in lei la "sponda" che cercava.
E' possibile che questa sponda gli serva per uscirne, ma è anche possibile che la stia coinvolgendo in dinamiche delle quali può non essere del tutto consapevole.
Da questa osservazione nasce il mio consiglio di leggere quel libro, ma penso che possa esserle utile anche dare un'occhiata a questo documento per avere altri elementi utili a comprendere la situazione del suo compagno:
http://www.fsm.it/bs/pdf/pdf_documenti_004_03.pdfù
E' possibile che questa sponda gli serva per uscirne, ma è anche possibile che la stia coinvolgendo in dinamiche delle quali può non essere del tutto consapevole.
Da questa osservazione nasce il mio consiglio di leggere quel libro, ma penso che possa esserle utile anche dare un'occhiata a questo documento per avere altri elementi utili a comprendere la situazione del suo compagno:
http://www.fsm.it/bs/pdf/pdf_documenti_004_03.pdfù
[#14]
Utente
In effetti la funzione dell'alcool di accentuare situazioni già positive è proprio quella che descrive il mio compagno.
Devo dire che da quando mi ha parlato chiaramente della sua situazione di difficoltà, è poi sempre stato propositivo nel rendermi partecipe dei momenti in cui si sente giù. Mi ripete spesso che non mi vuole nascondere nulla e che è intenzionato ad uscirne.
é questo a cui si riferisce quando mi dice che potrebbe tendere a coinvolgermi in dinamiche di cui non è del tutto conscio?
Mi creda, sono davvero convinta dei miei sentimenti, ma credo anche che lui debba continuare il suo percorso indipendentemente dalla nostra coppia. Per questo tendo a non dar consigli ma ad ascoltarlo e basta (non sapendo davvero in cuor mio cosa sia giusto o sbagliato fare).
E devo dire che lui parla molto del suo stato d'animo, ma non mi ha mai chiesto consigli sul come affrontare i suoi momenti di debolezza. è come se lui sapesse quello che deve fare, e stia cercando la forza per farlo.
Il punto è che, invece, per quanto riguarda il nostro legame, da due settimane gioca al tira e molla. Un giorno mi dice che non può stare senza di me, e l'altro che non sa cosa vuole. Mi ha detto che è entrato in confusione e che sente la necessità di capire se è davvero innamorato, ma poi ha chiesto a me di decidere sul come fare (se stando ancora insieme o allontanandoci).
é questo punto il punto da cui nasce la mia confusione.
Da persona innamorata, gli ho chiesto di stare lontani per un pò perchè vorrei che fosse convinto di voler stare con me (proprio perchè più che la sua medicina, vorrei essere la sua compagna).
Continuare a stare insieme con questo enorme dubbio mi sarebbe pesato troppo.
Però sono passati solo 2 giorni e mi pesa altrettanto non sentirlo e non dirgli che mi manca, quindi istintivamente vorrei continuare a mantenere con lui un contatto, anche se a distanza (non so, una telefonata o qualche sms).
Come valuta lei questa cosa e la mia reazione rispetto al suo totale stato di confusione?
Devo dire che da quando mi ha parlato chiaramente della sua situazione di difficoltà, è poi sempre stato propositivo nel rendermi partecipe dei momenti in cui si sente giù. Mi ripete spesso che non mi vuole nascondere nulla e che è intenzionato ad uscirne.
é questo a cui si riferisce quando mi dice che potrebbe tendere a coinvolgermi in dinamiche di cui non è del tutto conscio?
Mi creda, sono davvero convinta dei miei sentimenti, ma credo anche che lui debba continuare il suo percorso indipendentemente dalla nostra coppia. Per questo tendo a non dar consigli ma ad ascoltarlo e basta (non sapendo davvero in cuor mio cosa sia giusto o sbagliato fare).
E devo dire che lui parla molto del suo stato d'animo, ma non mi ha mai chiesto consigli sul come affrontare i suoi momenti di debolezza. è come se lui sapesse quello che deve fare, e stia cercando la forza per farlo.
Il punto è che, invece, per quanto riguarda il nostro legame, da due settimane gioca al tira e molla. Un giorno mi dice che non può stare senza di me, e l'altro che non sa cosa vuole. Mi ha detto che è entrato in confusione e che sente la necessità di capire se è davvero innamorato, ma poi ha chiesto a me di decidere sul come fare (se stando ancora insieme o allontanandoci).
é questo punto il punto da cui nasce la mia confusione.
Da persona innamorata, gli ho chiesto di stare lontani per un pò perchè vorrei che fosse convinto di voler stare con me (proprio perchè più che la sua medicina, vorrei essere la sua compagna).
Continuare a stare insieme con questo enorme dubbio mi sarebbe pesato troppo.
Però sono passati solo 2 giorni e mi pesa altrettanto non sentirlo e non dirgli che mi manca, quindi istintivamente vorrei continuare a mantenere con lui un contatto, anche se a distanza (non so, una telefonata o qualche sms).
Come valuta lei questa cosa e la mia reazione rispetto al suo totale stato di confusione?
Questo consulto ha ricevuto 14 risposte e 2.7k visite dal 06/08/2012.
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