Come superare la morte di un cane
Il 14 luglio il mio cane è morto tra le mie braccia, l'ho accompagnato nel suo ultimo viaggio. Ora, anche se so che la sua morte è stata un evento naturale, dovuta alla sua età avanzata e alle varie patologie di cui soffriva, ed anche se so di avergli dato tutto l'amore possibile, non riesco più a vivere. Il dolore è troppo grande, il vuoto che ho dentro mi sta devastando. Mi dicono di trarre forza dal mio bambino, che ha poco più di un mese, ma non ci riesco. Passo le giornate a di tenermi impegnata per non pensare, ma appena resto sola con i miei pensieri, piango come una bambina. Passo le notti a piangere e a desiderare di ricongiungermi al mio piccolino.Non riesco più a mangiare, se non per un fatto meccanico. Mi sento persa. Faccio le cose perché vanno fatte, ma non perché ho desiderio di farle. Non riesco a mettere via le sue cose sparse per casa, mi sembra di farlo morire per la seconda volta. Non trovo nulla che possa farmi stare meglio o possa alleviare la mia sofferenza. Per me quel cane era tutto. Ho pensato anche di prenderne un altro, ma non credo sia la cosa giusta, mancherei di rispetto al mio angelo volato in cielo. Ho bisogno di aiuto, perché così non posso più andare avanti.
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Psicologo, Psicoterapeuta
Gentile signora, a volte i nostri "amici a quattro zampe" assumono un ruolo ed un'importanza nella nostra vita davvero eccezionali. Sanno essere presenti, fedeli, ci accompagnano per un bel pezzo della nostra vita; abbiamo ricordi che li coinvolgono, aneddoti, momenti in cui eravamo giù e loro erano lì, a darci senza chiedere nulla in cambio.
Per questo motivo, quando vengono a mancare, possiamo vivere un vero e proprio "lutto", esattamente come se venisse a mancare un nostro congiunto, un amico o una persona comunque cara. Per cui le porgo le mie condoglianze per la morte del suo amato amico.
Ma nelle sue parole leggo una tristezza, uno sconforto maggiori, come se pensasse che la sua vita non ha più un senso senza il suo cagnolino. Ipotizzo allora che questa morte, pur dolorosa, possa accompagnarsi ad una sofferenza molto più grande, di cui non conosco la natura o l'origine e che potrebbe meritare un approfondimento.
Non conosco nulla della sua storia personale, per cui le faccio qualche domanda.
Lei ha una relazione affettiva stabile, ad es. è sposata o fidanzata?
Ha degli amici, dei parenti, una rete di persone che la supportano?
Ha mai sofferto di depressione nella sua vita, o qualche suo diretto congiunto ne ha sofferto?
Leggo infine che lei ha avuto un bambino da poco più di un mese. Ha pensato all'ipotesi di una depressione post-partum, che sarebbe importante far valutare ed eventualmente trattare da uno specialista?
Le allego un link ad un articolo MinForma che contiene informazioni su questa eventualità: lo legga, e magari lo faccia leggere a qualcuno che la possa supportare ed aiutare a chiedere aiuto:
https://www.medicitalia.it/minforma/psichiatria/161-la-depressione-post-partum.html
In particolare, mi ha colpito il modo in cui lei parla del suo defunto cagnolino, appellandolo come se fosse un bambino (magari, per lei era "come" un figlio!):
>>ricongiungermi al mio piccolino
>>Non riesco a mettere via le sue cose sparse per casa, mi sembra di farlo morire per la seconda volta
>>mancherei di rispetto al mio angelo volato in cielo
Ipotizzo anche che ci sia stato un "corto circuito" tra l'avere un bambino ed il perdere "il suo bambino", che possa scatenare in lei sentimenti così intensi e dolorosi da meritare attenzione.
Gentile signora, due raccomandazioni.
- Faccia leggere questo consulto e l'articolo a qualcuno che possa supportarla seriamente: quando siamo in difficoltà, e ci sentiamo come una barca sballottata in un mare in tempesta, lasciamoci trainare in un porto tranquillo da qualcuno che ci possa aiutare davvero.
- Può darsi che tutto le sembri inutile e vuoto. Può darsi che tutto le sembri senza speranza. Se è in atto una problematica di tipo depressivo, e potrebbe essere così, è normale che tutto le appaia grigio e senza valore, e che il futuro le possa sembrare senza speranza. Potrebbero essere sintomi, e come tali, se trattati adeguatamente, possono andar via e non condizionare la sua vita.
Ma per far questo avrà bisogno di un aiuto "reale", da parte di uno specialista.
Ne ha parlato con il suo medico di famiglia?
Per questo motivo, quando vengono a mancare, possiamo vivere un vero e proprio "lutto", esattamente come se venisse a mancare un nostro congiunto, un amico o una persona comunque cara. Per cui le porgo le mie condoglianze per la morte del suo amato amico.
Ma nelle sue parole leggo una tristezza, uno sconforto maggiori, come se pensasse che la sua vita non ha più un senso senza il suo cagnolino. Ipotizzo allora che questa morte, pur dolorosa, possa accompagnarsi ad una sofferenza molto più grande, di cui non conosco la natura o l'origine e che potrebbe meritare un approfondimento.
Non conosco nulla della sua storia personale, per cui le faccio qualche domanda.
Lei ha una relazione affettiva stabile, ad es. è sposata o fidanzata?
Ha degli amici, dei parenti, una rete di persone che la supportano?
Ha mai sofferto di depressione nella sua vita, o qualche suo diretto congiunto ne ha sofferto?
Leggo infine che lei ha avuto un bambino da poco più di un mese. Ha pensato all'ipotesi di una depressione post-partum, che sarebbe importante far valutare ed eventualmente trattare da uno specialista?
Le allego un link ad un articolo MinForma che contiene informazioni su questa eventualità: lo legga, e magari lo faccia leggere a qualcuno che la possa supportare ed aiutare a chiedere aiuto:
https://www.medicitalia.it/minforma/psichiatria/161-la-depressione-post-partum.html
In particolare, mi ha colpito il modo in cui lei parla del suo defunto cagnolino, appellandolo come se fosse un bambino (magari, per lei era "come" un figlio!):
>>ricongiungermi al mio piccolino
>>Non riesco a mettere via le sue cose sparse per casa, mi sembra di farlo morire per la seconda volta
>>mancherei di rispetto al mio angelo volato in cielo
Ipotizzo anche che ci sia stato un "corto circuito" tra l'avere un bambino ed il perdere "il suo bambino", che possa scatenare in lei sentimenti così intensi e dolorosi da meritare attenzione.
Gentile signora, due raccomandazioni.
- Faccia leggere questo consulto e l'articolo a qualcuno che possa supportarla seriamente: quando siamo in difficoltà, e ci sentiamo come una barca sballottata in un mare in tempesta, lasciamoci trainare in un porto tranquillo da qualcuno che ci possa aiutare davvero.
- Può darsi che tutto le sembri inutile e vuoto. Può darsi che tutto le sembri senza speranza. Se è in atto una problematica di tipo depressivo, e potrebbe essere così, è normale che tutto le appaia grigio e senza valore, e che il futuro le possa sembrare senza speranza. Potrebbero essere sintomi, e come tali, se trattati adeguatamente, possono andar via e non condizionare la sua vita.
Ma per far questo avrà bisogno di un aiuto "reale", da parte di uno specialista.
Ne ha parlato con il suo medico di famiglia?
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 5.7k visite dal 06/08/2012.
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