Problemi sfera sessuale.
Gentili Dottori,
Da alcuni mesi ho una relazione con una ragazza che amo tantissimo.
Abbiamo iniziato ad avere rapporti sessuali fin da subito e sono sempre andati relativamente bene (nonostante io, abbastanza inesperto, avessi una paura folle di fare cilecca).
Una sera lei mi parla del suo ex-ragazzo, rivelandomi che aveva avuto un rapporto con lui non molto prima che ci conoscessimo... Dopo tanto tempo che avevano rotto. Niente di che, non avrebbe avuto senso ingelosirsi, ma la cosa mi ha scosso e il giorno dopo ho avuto la mia prima "defaillance" con lei.
Ho imputato ufficialmente la cosa alla sospensione di una terapia di psicofarmaci che assumevo in quel periodo ma dentro di me pensavo che la causa fosse stata questo accenno (sono molto insicuro per cui credevo lo desiderasse ancora e si fosse messa inseme a me per ripiego).
I rapporti sessuali continuano ad essere altalenanti. La maggior parte delle volte ho l'erezione tranquillamente e riesco a concludere (ogni tanto troppo in fretta ma lì è colpa mia che non mi trattengo), altre però no. Di recente ho evitato di masturbarmi troppo spesso per vedere se la cosa avrebe potuto dare effetti positivi sui rapporti ma ho ottenuto l'effetto contrario e cioè ero talmente eccitato che non ho raggiunto una erezione adatta alla penetrazione e ci siamo limitati al sesso orale.
Il problema è che mi sembra di non offrirle una vita sessuale appagante o, ancora meglio, temo il confronto col suo ex fidanzato. Mi spiego meglio: io e lei ci vediamo solo durante il WE e facciamo l'amore una volta (una, perchè di più, con lei, non riesco... con la masturbazione invece non ho mai avuto problemi a venire 3-4 volte al giorno). Quella singola volta può andare bene oppure male. Se va male cado nella depressione più nera gettando nello sconforto me stesso e lei con interminabili discorsi in cui le dico di volerla lasciare, perchè non mi sento all'altezza della situazione.
Non soffro di disfunzione erettile... All'inizio lo credevo, ma ho fatto tutti gli esami possibili e sono risultati negativi. Problema psicologico? Sicuro. Ma è situazionale e capita poche volte... Ma quelle poche bastano a farmi sentire uno schifo, come se avessi "bruciato" quell'unica giornata settimanale in cui posso farmi valere come uomo in ambito sessuale.
E mi viene da fare sempre confronti con questo suo ex che a quanto pare soffriva di altri problemi, ma non di occasionale DE. Non ho capito se era in grado di venire più volte con lei, non gliel'ho chiesto.
La mia ragazza sostiene che io ingigantisca parecchio la situazione e che, comunque, quando non ha l'orgasmo col sesso penetrativo riesce sempre a ottenerlo con quello orale... Però io non mi sento all'altezza lo stesso e ogni tanto penso di lasciarla e tornarmene da solo per sempre, piuttosto di vivere nel terrore di fallire.
Cosa posso fare, come posso evitare di ingigantire tutto? Devo evitare il confronto? Aiutatemi, consigliatemi. E' molto importante... Grazie!!!
Da alcuni mesi ho una relazione con una ragazza che amo tantissimo.
Abbiamo iniziato ad avere rapporti sessuali fin da subito e sono sempre andati relativamente bene (nonostante io, abbastanza inesperto, avessi una paura folle di fare cilecca).
Una sera lei mi parla del suo ex-ragazzo, rivelandomi che aveva avuto un rapporto con lui non molto prima che ci conoscessimo... Dopo tanto tempo che avevano rotto. Niente di che, non avrebbe avuto senso ingelosirsi, ma la cosa mi ha scosso e il giorno dopo ho avuto la mia prima "defaillance" con lei.
Ho imputato ufficialmente la cosa alla sospensione di una terapia di psicofarmaci che assumevo in quel periodo ma dentro di me pensavo che la causa fosse stata questo accenno (sono molto insicuro per cui credevo lo desiderasse ancora e si fosse messa inseme a me per ripiego).
I rapporti sessuali continuano ad essere altalenanti. La maggior parte delle volte ho l'erezione tranquillamente e riesco a concludere (ogni tanto troppo in fretta ma lì è colpa mia che non mi trattengo), altre però no. Di recente ho evitato di masturbarmi troppo spesso per vedere se la cosa avrebe potuto dare effetti positivi sui rapporti ma ho ottenuto l'effetto contrario e cioè ero talmente eccitato che non ho raggiunto una erezione adatta alla penetrazione e ci siamo limitati al sesso orale.
Il problema è che mi sembra di non offrirle una vita sessuale appagante o, ancora meglio, temo il confronto col suo ex fidanzato. Mi spiego meglio: io e lei ci vediamo solo durante il WE e facciamo l'amore una volta (una, perchè di più, con lei, non riesco... con la masturbazione invece non ho mai avuto problemi a venire 3-4 volte al giorno). Quella singola volta può andare bene oppure male. Se va male cado nella depressione più nera gettando nello sconforto me stesso e lei con interminabili discorsi in cui le dico di volerla lasciare, perchè non mi sento all'altezza della situazione.
Non soffro di disfunzione erettile... All'inizio lo credevo, ma ho fatto tutti gli esami possibili e sono risultati negativi. Problema psicologico? Sicuro. Ma è situazionale e capita poche volte... Ma quelle poche bastano a farmi sentire uno schifo, come se avessi "bruciato" quell'unica giornata settimanale in cui posso farmi valere come uomo in ambito sessuale.
E mi viene da fare sempre confronti con questo suo ex che a quanto pare soffriva di altri problemi, ma non di occasionale DE. Non ho capito se era in grado di venire più volte con lei, non gliel'ho chiesto.
La mia ragazza sostiene che io ingigantisca parecchio la situazione e che, comunque, quando non ha l'orgasmo col sesso penetrativo riesce sempre a ottenerlo con quello orale... Però io non mi sento all'altezza lo stesso e ogni tanto penso di lasciarla e tornarmene da solo per sempre, piuttosto di vivere nel terrore di fallire.
Cosa posso fare, come posso evitare di ingigantire tutto? Devo evitare il confronto? Aiutatemi, consigliatemi. E' molto importante... Grazie!!!
[#1]
Gentile ragazzo,
Penso che il problema che l'affligge sia davvero di natura psicolpgica. Timore del confronto .
Scarsa fiducia in se' persona. Riduce la sua possibilita' relazionale solo alla sfera sessuale.
"capita poche volte... Ma quelle poche bastano a farmi sentire uno schifo, come se avessi "bruciato" quell'unica giornata settimanale in cui posso farmi valere come uomo in ambito sessuale"
Penso che una valutazione psicologica di persona potrebbe aiutarla a comprendersi meglio.
Cordialmente
Penso che il problema che l'affligge sia davvero di natura psicolpgica. Timore del confronto .
Scarsa fiducia in se' persona. Riduce la sua possibilita' relazionale solo alla sfera sessuale.
"capita poche volte... Ma quelle poche bastano a farmi sentire uno schifo, come se avessi "bruciato" quell'unica giornata settimanale in cui posso farmi valere come uomo in ambito sessuale"
Penso che una valutazione psicologica di persona potrebbe aiutarla a comprendersi meglio.
Cordialmente
Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132
[#2]
Ex utente
Gent. ma Dott. ssa Franca Esposito,
Mi trova sostanzialmente d'accordo, eccetto per una sola cosa, e cioè sul fatto che riduco la mia possibilità relazionale solo alla sfera sessuale.
Non è affatto vero, anzi, penso che sia tutto il contrario. Io e la mia ragazza siamo coinvolti in parecchie attività ed è per questo che voglio proseguire il mio rapporto con lei più a lungo possibile.
Sostengo però che la sfera sessuale sia imprescindibile e debba essere presente per cementare quella che altrimenti sarebbe solo una "bella amicizia".
Se la vedessi tutti i giorni forse non mi abbatterei per gli occasionali insuccessi, ma così mi ritrovo a passare una settimana intera reputandomi un amante "inferiore". Che poi possa avere altre qualità come persona beh, me lo auguro...
Per cui si, eventualmente ricorrerò ad una valutazione psicologica anche se purtroppo ormai ho perso qualsiasi tipo di fiducia in questo genere di cose.
Ho già seguito due percorsi psicoterapeutici in passato per ragioni più generali (soffrivo di depressione, detta molto semplicemente). Entrambe le volte mi è sembrato di fare delle belle (e costose) chiaccherate, nulla di più.
Probabilmetne se dovessi seguire il Suo consiglio mi rivolgerei ad un SESSUOLOGO, che è una figura con la quale non ho mai avuto a che fare.
Mi piacerebbe davvero molto sapere cosa posso aspettarmi da una figura del genere, in modo dettagliato. In genere cosa si sottopone al paziente per fargli superare le sue difficoltà? (non dico il tipo di terapia ma proprio gli argomenti che si vanno a toccare...)
Saluti e grazie!
Mi trova sostanzialmente d'accordo, eccetto per una sola cosa, e cioè sul fatto che riduco la mia possibilità relazionale solo alla sfera sessuale.
Non è affatto vero, anzi, penso che sia tutto il contrario. Io e la mia ragazza siamo coinvolti in parecchie attività ed è per questo che voglio proseguire il mio rapporto con lei più a lungo possibile.
Sostengo però che la sfera sessuale sia imprescindibile e debba essere presente per cementare quella che altrimenti sarebbe solo una "bella amicizia".
Se la vedessi tutti i giorni forse non mi abbatterei per gli occasionali insuccessi, ma così mi ritrovo a passare una settimana intera reputandomi un amante "inferiore". Che poi possa avere altre qualità come persona beh, me lo auguro...
Per cui si, eventualmente ricorrerò ad una valutazione psicologica anche se purtroppo ormai ho perso qualsiasi tipo di fiducia in questo genere di cose.
Ho già seguito due percorsi psicoterapeutici in passato per ragioni più generali (soffrivo di depressione, detta molto semplicemente). Entrambe le volte mi è sembrato di fare delle belle (e costose) chiaccherate, nulla di più.
Probabilmetne se dovessi seguire il Suo consiglio mi rivolgerei ad un SESSUOLOGO, che è una figura con la quale non ho mai avuto a che fare.
Mi piacerebbe davvero molto sapere cosa posso aspettarmi da una figura del genere, in modo dettagliato. In genere cosa si sottopone al paziente per fargli superare le sue difficoltà? (non dico il tipo di terapia ma proprio gli argomenti che si vanno a toccare...)
Saluti e grazie!
[#3]
Un colloquio con un sessuologo inizia dagli aspetti generali che riguardano il soggetto che chiede il consulto:
un disturbo dell'erezione puo' essere dovuto a delle problematiche emozionali (come si percepisce il soggetto nella relazione con l"altro? Solo per rispondere a questa domanda occorrono tanti e tanti colloqui... )
Ci sono delle fantasie che pregiudicano il rapporto?
C'e' un'attivazione del sistema simpatico dovuta ad uno stato di eccitazione generale/ ansia generalizzata/ansia da prestazione?
C'e' una abitudine alla masturbazione che disturba il rapporto reale?
Nella masturbazione le sensazioni autogestite e nel rapporto con un partner no. Bisogna imparare a comunicare...
Se Lei ha sofferto in passato di depressione temo che possano esserci o delle dimensioni non completamemte superate.
Spero di avere risposto in modo esauriente ai suoi dubbi!
Cordialmente,
un disturbo dell'erezione puo' essere dovuto a delle problematiche emozionali (come si percepisce il soggetto nella relazione con l"altro? Solo per rispondere a questa domanda occorrono tanti e tanti colloqui... )
Ci sono delle fantasie che pregiudicano il rapporto?
C'e' un'attivazione del sistema simpatico dovuta ad uno stato di eccitazione generale/ ansia generalizzata/ansia da prestazione?
C'e' una abitudine alla masturbazione che disturba il rapporto reale?
Nella masturbazione le sensazioni autogestite e nel rapporto con un partner no. Bisogna imparare a comunicare...
Se Lei ha sofferto in passato di depressione temo che possano esserci o delle dimensioni non completamemte superate.
Spero di avere risposto in modo esauriente ai suoi dubbi!
Cordialmente,
[#5]
Gentile Utente,
solitamente nel corso di una psicoterapia si affrontano anche le questioni inerenti la sessualità, proprio perché si tratta di uno degli aspetti fondamentali della vita di ciascuno, che non può essere isolato né prescindere dagli altri.
Lei non ha avuto modo di parlare dei significati personali che attribuisce alla sessualità con i terapeuti che l'hanno seguita? Di che tipo di terapia si è trattato? Quanto sono durate? Che obiettivi sono stati raggiunti? Perché addirittura due?
Quali sono tutti gli esami possibili che ha effettuato per concludere che l'origine del problema sia esclusivamente psicologica?
Da quanto scrive, a me pare abbia le idee un po' confuse sul tema e che molto possa dipendere proprio da un'erronea attribuzione di significati, che andrebbe approfondita proprio con l'aiuto di uno psicoterapeuta. I temi collegati possono essere molteplici: autostima, valore personale, senso di amabilità, identità sessuale....
Per quanto concerne la figura di riferimento, resta lo psicoterapeuta (se preferisce, con una specifica formazione in sessuologia clinica). Legga i seguenti articoli per maggior chiarezza:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/580-chi-cura-i-disturbi-sessuali.html
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/1625-sessuologo-chi-e-costui.html
Cordiali saluti.
solitamente nel corso di una psicoterapia si affrontano anche le questioni inerenti la sessualità, proprio perché si tratta di uno degli aspetti fondamentali della vita di ciascuno, che non può essere isolato né prescindere dagli altri.
Lei non ha avuto modo di parlare dei significati personali che attribuisce alla sessualità con i terapeuti che l'hanno seguita? Di che tipo di terapia si è trattato? Quanto sono durate? Che obiettivi sono stati raggiunti? Perché addirittura due?
Quali sono tutti gli esami possibili che ha effettuato per concludere che l'origine del problema sia esclusivamente psicologica?
Da quanto scrive, a me pare abbia le idee un po' confuse sul tema e che molto possa dipendere proprio da un'erronea attribuzione di significati, che andrebbe approfondita proprio con l'aiuto di uno psicoterapeuta. I temi collegati possono essere molteplici: autostima, valore personale, senso di amabilità, identità sessuale....
Per quanto concerne la figura di riferimento, resta lo psicoterapeuta (se preferisce, con una specifica formazione in sessuologia clinica). Legga i seguenti articoli per maggior chiarezza:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/580-chi-cura-i-disturbi-sessuali.html
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/1625-sessuologo-chi-e-costui.html
Cordiali saluti.
Dr.ssa Paola Scalco, Psicoterapia Cognitiva e Sessuologia Clinica
ASTI - Cell. 331 5246947
https://whatsapp.com/channel/0029Va982SIIN9ipi00hwO2i
[#6]
Ex utente
Gent. ma Dott. ssa Paola Scalco,
Durante le due psicoterapie che ho affrontato non avevo ancora una relazione stabile e mi sono concentrato prevalentemente su altre mie problematiche legate a depressione, autostima e problemi sociali legati soprattutto alla mia situazione di allora.
La prima non so che tipo di terapia fosse, parlavo parlavo e la psicologa mi ascoltava senza dir nulla. Ogni tanto mi faceva domande mirate. E' durata 4 mesi ed è stata interrotta per scelta mia, era solo una costosa valvola di sfogo.
La seconda era di tipo cognitivo-comportamentale e mi sembrava già più utile (perlomeno perchè la psicologa era proattiva), ho sospeso anche quella però in quanto sono successe delle cose (tra cui l'inizio della relazione a cui mi sto riferendo) che mi han fatto stare molto bene e mi han fatto ritenere che un qualsiasi percorso psicoterapeutico per me sarebe stato superfluo.
Ho fatto esami del sangue, esami ormonali, eco-color doppler dinamico, esame manuale del pene e dei testicoli e un'ecografia testicolare (questa però è un po' vecchiotta). Non hanno evidenziato problemi di sorta. Ho cercato di capire se potrebbero essere necessari ulteriori esami ma mi han sempre risposto che il problema era sicuramente di natura psicologica. A me questa cosa non convince totalmente però e vorrei sapere se magari posso fare esami alla prostata o robe del genere, anche se mi sembra assurdo essendo io giovane.
Anche perchè comunque la maggior parte delle volte l'erezione c'è, dura ed è praticamente immediata. Per cui se la cosa è saltuaria sarebbe pure strano che si trattasse di un problema fisico (anche se lo preferirei, così una volta risolto quello sarei a posto, senza stare ad avventurarmi in fumose terapie in cui personalmente, senza offesa per nessuno di Voi, non ripongo la minima fiducia).
Ancora grazie per la risposta!
Durante le due psicoterapie che ho affrontato non avevo ancora una relazione stabile e mi sono concentrato prevalentemente su altre mie problematiche legate a depressione, autostima e problemi sociali legati soprattutto alla mia situazione di allora.
La prima non so che tipo di terapia fosse, parlavo parlavo e la psicologa mi ascoltava senza dir nulla. Ogni tanto mi faceva domande mirate. E' durata 4 mesi ed è stata interrotta per scelta mia, era solo una costosa valvola di sfogo.
La seconda era di tipo cognitivo-comportamentale e mi sembrava già più utile (perlomeno perchè la psicologa era proattiva), ho sospeso anche quella però in quanto sono successe delle cose (tra cui l'inizio della relazione a cui mi sto riferendo) che mi han fatto stare molto bene e mi han fatto ritenere che un qualsiasi percorso psicoterapeutico per me sarebe stato superfluo.
Ho fatto esami del sangue, esami ormonali, eco-color doppler dinamico, esame manuale del pene e dei testicoli e un'ecografia testicolare (questa però è un po' vecchiotta). Non hanno evidenziato problemi di sorta. Ho cercato di capire se potrebbero essere necessari ulteriori esami ma mi han sempre risposto che il problema era sicuramente di natura psicologica. A me questa cosa non convince totalmente però e vorrei sapere se magari posso fare esami alla prostata o robe del genere, anche se mi sembra assurdo essendo io giovane.
Anche perchè comunque la maggior parte delle volte l'erezione c'è, dura ed è praticamente immediata. Per cui se la cosa è saltuaria sarebbe pure strano che si trattasse di un problema fisico (anche se lo preferirei, così una volta risolto quello sarei a posto, senza stare ad avventurarmi in fumose terapie in cui personalmente, senza offesa per nessuno di Voi, non ripongo la minima fiducia).
Ancora grazie per la risposta!
[#7]
Gentile utente,
credo che da solo si stai creando dei condizionamenti, derivati dalla prima "cilecca" vissuta e da lì ha sviluppato un timore, paura che possa ricapitare. Le associazioni che ha fatto (confronto con l'ex) mantengono attivo il suo condizionamento, quindi inizia vivere il presente, ovvero l'ex non esiste nella realtà della sua fidanzata, perchè ora c'è lei e successivamente impari a rilassarsi creandosi delle immagini mentali positive di come andrà. Lei ha utilizzato il termine "situazionale"; ebbene è stato proprio quello che le è accaduto, un episodio che ha IMPARATO a generalizzare a tutte le situazioni successive, vivendo emotivamente le stesse sensazioni della prima volta.
Un lavoro terapeutico di destrutturazione cognitiva, ovvero un lavoro che le insegni a creare delle associazioni nuove e piu' funzionali, può aiutarla molto.
Cordiali saluti
credo che da solo si stai creando dei condizionamenti, derivati dalla prima "cilecca" vissuta e da lì ha sviluppato un timore, paura che possa ricapitare. Le associazioni che ha fatto (confronto con l'ex) mantengono attivo il suo condizionamento, quindi inizia vivere il presente, ovvero l'ex non esiste nella realtà della sua fidanzata, perchè ora c'è lei e successivamente impari a rilassarsi creandosi delle immagini mentali positive di come andrà. Lei ha utilizzato il termine "situazionale"; ebbene è stato proprio quello che le è accaduto, un episodio che ha IMPARATO a generalizzare a tutte le situazioni successive, vivendo emotivamente le stesse sensazioni della prima volta.
Un lavoro terapeutico di destrutturazione cognitiva, ovvero un lavoro che le insegni a creare delle associazioni nuove e piu' funzionali, può aiutarla molto.
Cordiali saluti
Dott.ssa Roberta De Bellis
[#8]
Ex utente
Gent. ma Dott. ssa De Bellis,
Mi creda, sono sicuro che sia tutta una questione di testa ma PURTROPPO non riesco a non farmi suonare questi tipi di discorsi come "belle parole" difficili da mettere in pratica.
Anche perchè la paura della cilecca, del fallimento, c'era anche prima di sapere dell'ex, anche se era più ridotta. E comunque non mi sento di imputare al particolare dell'ex i miei eventuali fallimenti... Solo che tra fisico e psicologico non riesco più a raccapezzarmici.
Ho sempre pensato al ruolo della masturbazione in tutto ciò, se per esempio influisce in qualche maniera il fatto che la pratichi tutti i giorni.
Ce ne sarebbe da parlare per mesi ma appunto, parlandone che cambia? Idealmente qualsiasi persona che ha problemi del genere vorrebbe una soluzione pratica, sapere cosa non va nel proprio corpo e risolvere. I problemi "psicologici" sono sempre qualcosa di un pò fumoso.
E in tutto questo circolo vizioso si cade in depressione pensando di essere uomini "da meno", almeno quando accadono gli imprevisti.
Già solo da quello che scrivo e da come lo scrivo credo si intuisca la confusione generale che ho sul come affrontare in termini pratici tutto ciò.
Poi ovviamente non posso raccontare la storia della mia vita qui, ma magari verrebbe fuori dell'altro. Non so.
Saluti
Mi creda, sono sicuro che sia tutta una questione di testa ma PURTROPPO non riesco a non farmi suonare questi tipi di discorsi come "belle parole" difficili da mettere in pratica.
Anche perchè la paura della cilecca, del fallimento, c'era anche prima di sapere dell'ex, anche se era più ridotta. E comunque non mi sento di imputare al particolare dell'ex i miei eventuali fallimenti... Solo che tra fisico e psicologico non riesco più a raccapezzarmici.
Ho sempre pensato al ruolo della masturbazione in tutto ciò, se per esempio influisce in qualche maniera il fatto che la pratichi tutti i giorni.
Ce ne sarebbe da parlare per mesi ma appunto, parlandone che cambia? Idealmente qualsiasi persona che ha problemi del genere vorrebbe una soluzione pratica, sapere cosa non va nel proprio corpo e risolvere. I problemi "psicologici" sono sempre qualcosa di un pò fumoso.
E in tutto questo circolo vizioso si cade in depressione pensando di essere uomini "da meno", almeno quando accadono gli imprevisti.
Già solo da quello che scrivo e da come lo scrivo credo si intuisca la confusione generale che ho sul come affrontare in termini pratici tutto ciò.
Poi ovviamente non posso raccontare la storia della mia vita qui, ma magari verrebbe fuori dell'altro. Non so.
Saluti
[#9]
<<Durante le due psicoterapie che ho affrontato non avevo ancora una relazione stabile>>
Però aveva già una sessualità che, sebbene magari non problematica, sarebbe stato opportuno prendere in considerazione perché non disgiunta dalle problematiche di autostima e relazionali su cui invece ha iniziato a lavorare.
<<E' durata 4 mesi ed è stata interrotta per scelta mia....[...]....La seconda era di tipo cognitivo-comportamentale e mi sembrava già più utile (perlomeno perchè la psicologa era proattiva), ho sospeso anche quella però>>
Il fatto che abbia iniziato due percorsi terapeutici perciò significa che in realtà non ne ha concluso nessuno e questo può giustificare il fatto che ora non possieda gli strumenti per affrontare da solo questo recente disagio.
<<sarebbe pure strano che si trattasse di un problema fisico (anche se lo preferirei, così una volta risolto quello sarei a posto>>
Molti la pensano come Lei: è per certi versi più facile e meno emotivamente impegnativo occuparsi di una problematica squisitamente organica, ma concordo con Lei quando (avendo effettuato le indagini mediche necessarie) sostiene l'ipotesi di una genesi psicologica della problematica.
<<senza stare ad avventurarmi in fumose terapie in cui personalmente, senza offesa per nessuno di Voi, non ripongo la minima fiducia>>
Libero di pensarla così, ma proprio per evitare di imbattersi in fumose terapie, nel mio intervento precedente le ho sottolineato l'importanza di verificare che il professionista cui eventualmente si potrebbe rivolgere, sia necessariamente specializzato in psicoterapia, oltre ad avere una specifica formazione quadriennale (non solo biennale) in sessuologia clinica (se lo ritiene opportuno). Questo perché deve avere la preparazione necessaria per poterla aiutare davvero, "mettendo mano" a questioni delicate e cardinali nella sua vita.
Nella speranza di aver chiarito ulteriormente la mia prima risposta, le rinnovo cordiali saluti.
Però aveva già una sessualità che, sebbene magari non problematica, sarebbe stato opportuno prendere in considerazione perché non disgiunta dalle problematiche di autostima e relazionali su cui invece ha iniziato a lavorare.
<<E' durata 4 mesi ed è stata interrotta per scelta mia....[...]....La seconda era di tipo cognitivo-comportamentale e mi sembrava già più utile (perlomeno perchè la psicologa era proattiva), ho sospeso anche quella però>>
Il fatto che abbia iniziato due percorsi terapeutici perciò significa che in realtà non ne ha concluso nessuno e questo può giustificare il fatto che ora non possieda gli strumenti per affrontare da solo questo recente disagio.
<<sarebbe pure strano che si trattasse di un problema fisico (anche se lo preferirei, così una volta risolto quello sarei a posto>>
Molti la pensano come Lei: è per certi versi più facile e meno emotivamente impegnativo occuparsi di una problematica squisitamente organica, ma concordo con Lei quando (avendo effettuato le indagini mediche necessarie) sostiene l'ipotesi di una genesi psicologica della problematica.
<<senza stare ad avventurarmi in fumose terapie in cui personalmente, senza offesa per nessuno di Voi, non ripongo la minima fiducia>>
Libero di pensarla così, ma proprio per evitare di imbattersi in fumose terapie, nel mio intervento precedente le ho sottolineato l'importanza di verificare che il professionista cui eventualmente si potrebbe rivolgere, sia necessariamente specializzato in psicoterapia, oltre ad avere una specifica formazione quadriennale (non solo biennale) in sessuologia clinica (se lo ritiene opportuno). Questo perché deve avere la preparazione necessaria per poterla aiutare davvero, "mettendo mano" a questioni delicate e cardinali nella sua vita.
Nella speranza di aver chiarito ulteriormente la mia prima risposta, le rinnovo cordiali saluti.
Questo consulto ha ricevuto 10 risposte e 2.9k visite dal 05/08/2012.
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Approfondimento su Disfunzione erettile
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