Borderline...???
Salve, sono un ragazzo gay di 25 anni. Sono uno studente di filosofia prossimo alla laurea magistrale; sono molto spaventato per quel che sarà di me dopo. Non vedo vie sicure per realizzarmi. Frequento prevalentemente amici e amiche eterosessuali, e se esco con ragazzi gay succede solo con persone con cui ho avuto contatti sessuali e/o spero di averne. Non è una faccenda edificante, e vorrei cambiare queste mie caratteristiche; ma in compagnia solo di altre persone gay che ancora non conoscevo bene son sempre stato un po' in ansia. Un paio di volte la settimana esco con gli amici a bere; a volte esagero a far festa e poi il giorno dopo me ne pento. E' capitato (6/7 volte in 2 anni) che per concludere la serata "in bellezza" andassi in locali con dark-room, preso un po' dall'impulso di fare sesso.
Comunque, anche dopo aver bevuto un bel po' m'è capitato di prendere l'auto per tornare a casa, salvo scoppiare a piangere il giorno dopo perché facevo pensieri ossessivi sugli incidenti che avrei potuto provocare. Da un anno a questa parte avrei potuto vivere da solo nella città dove studio e dove stanno gli amici, ma preferivo tornare dai miei genitori perché cenare da solo, dormire lì in una casa vuota mi intristiva molto.
Ho avuto un paio di relazioni significative per me, ma durate solo pochi mesi, una 9 l'altra 6. Questa seconda relazione in particolare ha avuto lunghi strascichi; per un paio d'anni con questo ragazzo ancora ci si cercava per compagnia e/o sesso. Col passare del tempo, nonostante la relazione fosse finita, mi ha spesso invitato a cercare un mio modo per risolvere l'ansia e impegnarmi in ciò che mi piace davvero fare; ma non son mai riuscito bene a costruirci un'amicizia, visto che in sua presenza ero parecchio "emotivo"... Quando mi son sentito rifiutato da ragazzi che mi piacevano molto mi è venuta voglia di tagliarmi un po' le braccia; ho messo in pratica la cosa solo un paio di volte. Fino alla fine del liceo facevo teatro, andavo al cinema anche da solo perché era una mia grande passione, ma ora non ho particolari interessi, se non uscite "alcoliche", spesso comuni fra studenti universitari, a casa posso passare giornate a cazzeggiare, senza trovare grande slancio. Magari son molto ansioso e fumo tre-quattro sigarette di seguito poi mi ipnotizzo di fronte al pc e mi sento un po' anestetizzato. Comunque mi sento vuoto, poco interessante. Dall'inizio dell'università ho passato dei periodi in cui ero molto giù; duravano qualche settimana ed ero più facile al pianto, alla malinconia. Una caratteristica costante è che se non dormo abbastanza il giorno dopo piango, mi vengono proprio i lacrimoni. Ora non mi pare d'essere proprio con l'umore a terra; ma spesso mi succede che nel corso della giornata io mi intristisca eccessivamente o mi incavoli tantissimo, per poi riprendermi la sera. Nei momenti peggiori penso al suicidio, ma se sto meglio mi pare una cosa veramente assurda...ecco perché mi pare d'essere instabile...
Comunque, anche dopo aver bevuto un bel po' m'è capitato di prendere l'auto per tornare a casa, salvo scoppiare a piangere il giorno dopo perché facevo pensieri ossessivi sugli incidenti che avrei potuto provocare. Da un anno a questa parte avrei potuto vivere da solo nella città dove studio e dove stanno gli amici, ma preferivo tornare dai miei genitori perché cenare da solo, dormire lì in una casa vuota mi intristiva molto.
Ho avuto un paio di relazioni significative per me, ma durate solo pochi mesi, una 9 l'altra 6. Questa seconda relazione in particolare ha avuto lunghi strascichi; per un paio d'anni con questo ragazzo ancora ci si cercava per compagnia e/o sesso. Col passare del tempo, nonostante la relazione fosse finita, mi ha spesso invitato a cercare un mio modo per risolvere l'ansia e impegnarmi in ciò che mi piace davvero fare; ma non son mai riuscito bene a costruirci un'amicizia, visto che in sua presenza ero parecchio "emotivo"... Quando mi son sentito rifiutato da ragazzi che mi piacevano molto mi è venuta voglia di tagliarmi un po' le braccia; ho messo in pratica la cosa solo un paio di volte. Fino alla fine del liceo facevo teatro, andavo al cinema anche da solo perché era una mia grande passione, ma ora non ho particolari interessi, se non uscite "alcoliche", spesso comuni fra studenti universitari, a casa posso passare giornate a cazzeggiare, senza trovare grande slancio. Magari son molto ansioso e fumo tre-quattro sigarette di seguito poi mi ipnotizzo di fronte al pc e mi sento un po' anestetizzato. Comunque mi sento vuoto, poco interessante. Dall'inizio dell'università ho passato dei periodi in cui ero molto giù; duravano qualche settimana ed ero più facile al pianto, alla malinconia. Una caratteristica costante è che se non dormo abbastanza il giorno dopo piango, mi vengono proprio i lacrimoni. Ora non mi pare d'essere proprio con l'umore a terra; ma spesso mi succede che nel corso della giornata io mi intristisca eccessivamente o mi incavoli tantissimo, per poi riprendermi la sera. Nei momenti peggiori penso al suicidio, ma se sto meglio mi pare una cosa veramente assurda...ecco perché mi pare d'essere instabile...
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Gentile Utente,
in effetti leggendo il suo consulto Lei descrive una serie di sintomi che potrebbero essere associate alla condizione borderline, solo che non mi è chiaro il loro susseguirsi temporale. Il dubbio è se si tratti effettivamente di un quadro di eventi connessi tra loro (e quindi classificabile come borderline) o se l'instabilità legata alla conclusione degli studi, e quindi all'incertezza futura, La porti a rileggere in quest'ottica la Sua storia di vita.
Solo che per una megliore possibilità di lettura di tutta la Sua storia, quindi se la tendenza borderline abbia caratterizzato la Sua esperienza, o se lo stato ansioso La porti ad una lettura in chiave borderline della Sua esperienza, sarebbe opportuno un incontro con uno specialista di persona, che potrà valutare ed inquadrare meglio se ciò che racconta sono sintomi o episodi particolari, forse un pò originali, della propria vita.
in effetti leggendo il suo consulto Lei descrive una serie di sintomi che potrebbero essere associate alla condizione borderline, solo che non mi è chiaro il loro susseguirsi temporale. Il dubbio è se si tratti effettivamente di un quadro di eventi connessi tra loro (e quindi classificabile come borderline) o se l'instabilità legata alla conclusione degli studi, e quindi all'incertezza futura, La porti a rileggere in quest'ottica la Sua storia di vita.
Solo che per una megliore possibilità di lettura di tutta la Sua storia, quindi se la tendenza borderline abbia caratterizzato la Sua esperienza, o se lo stato ansioso La porti ad una lettura in chiave borderline della Sua esperienza, sarebbe opportuno un incontro con uno specialista di persona, che potrà valutare ed inquadrare meglio se ciò che racconta sono sintomi o episodi particolari, forse un pò originali, della propria vita.
Dr. Fernando Bellizzi
Albo Psicologi Lazio matr. 10492
[#3]
legga questo
https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/533-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico.html
saluti
https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/533-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico.html
saluti
Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks
[#4]
Gentile Utente,
oltre a valutare l'approccio teorico di riferimento come indicato nella guida, che però va bene se si è in una grande città con enorme varietà e possibilità di scelta, tenga bene a mente che il paragrafo più importante a cui prestare attenzione è "Al di là dell’orientamento va comunque sottolineato che la professionalità del terapeuta, la fiducia in quest’ultimo e la motivazione del paziente al cambiamento sono elementi indispensabili per una buona risposta terapeutica."
Quindi se dovesse preferire un'orientamento non usufruibile, qualsiasi orientamento potrà esserle comunque di aiuto, dato che sarà importante il tipo di alleanza che stabilirà con il professionista.
Inoltre, potrà anche valutare, se scegliere un terapeuta gay.
Se cerca su google le parole Psicologia Gay troverà qualche informazione che Le può essere utile, in tal senso.
oltre a valutare l'approccio teorico di riferimento come indicato nella guida, che però va bene se si è in una grande città con enorme varietà e possibilità di scelta, tenga bene a mente che il paragrafo più importante a cui prestare attenzione è "Al di là dell’orientamento va comunque sottolineato che la professionalità del terapeuta, la fiducia in quest’ultimo e la motivazione del paziente al cambiamento sono elementi indispensabili per una buona risposta terapeutica."
Quindi se dovesse preferire un'orientamento non usufruibile, qualsiasi orientamento potrà esserle comunque di aiuto, dato che sarà importante il tipo di alleanza che stabilirà con il professionista.
Inoltre, potrà anche valutare, se scegliere un terapeuta gay.
Se cerca su google le parole Psicologia Gay troverà qualche informazione che Le può essere utile, in tal senso.
[#5]
Caro utente,
è vero che ci sono molti tratti da lei descritti che potrebbero far pensare a quel disturbo, ma solo uno specialista di persona (psicologo o psicoterapeuta) potrà farle una diagnosi precisa e magari proporle di intraprendere un percorso insieme.
Un saluto
è vero che ci sono molti tratti da lei descritti che potrebbero far pensare a quel disturbo, ma solo uno specialista di persona (psicologo o psicoterapeuta) potrà farle una diagnosi precisa e magari proporle di intraprendere un percorso insieme.
Un saluto
Dr.ssa Laura Mirona
dottoressa@lauramirona.it
www.lauramirona.it
[#6]
Legga anche questo:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1333-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico-parte-ii.html
E' la parte 2/a
[#7]
L'instabilità emotiva e umorale, la difficoltà nelle relazioni e gli episodi di autolesionismo di cui sta soffrendo renderebbero consigliabile un parere specialistico, di persona.
Purtroppo da qui, al di là del momentaneo sollievo che può ricavare leggendo le nostre risposte, non si può fare alcunché di significativo per aiutarla.
Dovrebbe perciò rivolgersi a un professionista, ad es. uno psicologo psicoterapeuta, indipendentemente dall'orientamento sessuale, culturale o politico di quest'ultimo. Infatti, ogni terapeuta dovrebbe essere in possesso dei necessari strumenti per aiutare ogni tipo di pazienti.
Purtroppo da qui, al di là del momentaneo sollievo che può ricavare leggendo le nostre risposte, non si può fare alcunché di significativo per aiutarla.
Dovrebbe perciò rivolgersi a un professionista, ad es. uno psicologo psicoterapeuta, indipendentemente dall'orientamento sessuale, culturale o politico di quest'ultimo. Infatti, ogni terapeuta dovrebbe essere in possesso dei necessari strumenti per aiutare ogni tipo di pazienti.
[#8]
Gentile Utente,
chiedo scusa, ma alla replica #4 ho scritto "terapeuta gay" quando intendevo scrivere un terapeuta esperto sulle tematiche di orientamento sessuale e identità di genere.
Infatti, cercando su Google troverà diversi siti sulle tematiche di orientamento sessuale e identità di genere.
chiedo scusa, ma alla replica #4 ho scritto "terapeuta gay" quando intendevo scrivere un terapeuta esperto sulle tematiche di orientamento sessuale e identità di genere.
Infatti, cercando su Google troverà diversi siti sulle tematiche di orientamento sessuale e identità di genere.
Questo consulto ha ricevuto 8 risposte e 4.4k visite dal 04/08/2012.
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