Difficoltà a gestire l'ansia
Gent.mo /a dott.re/ssa,
il motivo per il quale scrivo e' strano.
Per farvi capire meglio, inizio descrivendomi.
Ho 34 anni, sono felicemente sposata e ho due bimbi di 5 e 2 anni.
Sono laureata in chimica farmaceutica, laurea che ho preso in corso e con
un' ottima votazione.
Ai tempi della laurea ero piena di voglia di fare e soprattutto di ambizione professionale, volevo avere una famiglia ma anche un lavoro.
Tutto e' cambiato quando e' nato il mio primo figlio, la mia scala di valori è cambiata e la mia ambizione principale è diventata la mia nuova famiglia .
Questo puo' sembrare normale, ma quello che non è normale per me è il fatto che da quel momento non ho piu' avuto alcuna voglia di andare a lavoro (lavoravo in una farmacia), ho chiesto il part-time, ma anche questo non è servito perchè al momento di lasciare il bambino( tra l'altro rimaneva con una persona fidata a cui voglio molto bene), mi veniva sempre da piangere e spesso lo facevo. Non vedevo l'ora che arrivasse il sabato sera ma già la domenica mattina stavo male pensando al lunedi. Ho iniziato a sentire il bisogno di fare lunghi respiri perchè mi sentivo soffocare e mi veniva sempre da piangere.Tutto è andato avanti fino alla mia seconda gravidanza, poi per problemi con il titolare,ho perso il lavoro. Mi sono sentita persa pensando ai miei due bimbi e alle loro necessita',(mio marito ha un negozio ke non decolla come dovrebbe)ma in fondo dentro me,ho provato sollievo. Adesso non ho un vero e proprio lavoro, ho mandato curriculum ma senza convinzione e quindi senza risultati. Mi sento in colpa perchè abbiamo molte difficoltà ad andare avanti, ma al tempo stesso mi sento bloccata perchè quando mi parlano di lavoro, vado in tilt, l'idea di lasciare i bimbi mi fa stare male e penso che nessuno può stargli vicino come me, se uno di loro mi dice che gli manco quando mi assento, mi sento una mamma cattiva.
Ho provato a capire perchè sono così, non mi ritengo una persona pigra, sono molto attiva in casa e ovunque, purchè i miei bimbi siano con me.Anche la notte, anzichè passarli nella loro stanza, ho messo due lettini nella mia e dormiamo tutti insieme ! So di non fare il loro bene così, ma quando e' sera trovo sempre il modo di giustificarmi. D'altro canto con loro non sono sempre una mamma esemplare, anzi spesso sono nervosa e presa da mille cose,è più la quantità di tempo che condividiamo piuttosto che la qualità.
Guardando indietro nella mia infanzia, ricordo che invidiavo le mie compagnette perchè al ritorno da scuola,trovavano la loro mamma a casa mentre la mia lavorava. Sono molto legata a mia madre e ancora adesso quando la lascio, mi sento triste. Sono un caso patologico?!!!
Non riesco più a gestire questi miei stati d'animo, stanno prendendo il sopravvento su di me, e quello che più mi rammarica è che faccio crescere male i miei bimbi, mentre io vorrei per loro il bene assoluto!
Ringraziandovi anticipatamente, aspetto con ansia una vostra risposta.
il motivo per il quale scrivo e' strano.
Per farvi capire meglio, inizio descrivendomi.
Ho 34 anni, sono felicemente sposata e ho due bimbi di 5 e 2 anni.
Sono laureata in chimica farmaceutica, laurea che ho preso in corso e con
un' ottima votazione.
Ai tempi della laurea ero piena di voglia di fare e soprattutto di ambizione professionale, volevo avere una famiglia ma anche un lavoro.
Tutto e' cambiato quando e' nato il mio primo figlio, la mia scala di valori è cambiata e la mia ambizione principale è diventata la mia nuova famiglia .
Questo puo' sembrare normale, ma quello che non è normale per me è il fatto che da quel momento non ho piu' avuto alcuna voglia di andare a lavoro (lavoravo in una farmacia), ho chiesto il part-time, ma anche questo non è servito perchè al momento di lasciare il bambino( tra l'altro rimaneva con una persona fidata a cui voglio molto bene), mi veniva sempre da piangere e spesso lo facevo. Non vedevo l'ora che arrivasse il sabato sera ma già la domenica mattina stavo male pensando al lunedi. Ho iniziato a sentire il bisogno di fare lunghi respiri perchè mi sentivo soffocare e mi veniva sempre da piangere.Tutto è andato avanti fino alla mia seconda gravidanza, poi per problemi con il titolare,ho perso il lavoro. Mi sono sentita persa pensando ai miei due bimbi e alle loro necessita',(mio marito ha un negozio ke non decolla come dovrebbe)ma in fondo dentro me,ho provato sollievo. Adesso non ho un vero e proprio lavoro, ho mandato curriculum ma senza convinzione e quindi senza risultati. Mi sento in colpa perchè abbiamo molte difficoltà ad andare avanti, ma al tempo stesso mi sento bloccata perchè quando mi parlano di lavoro, vado in tilt, l'idea di lasciare i bimbi mi fa stare male e penso che nessuno può stargli vicino come me, se uno di loro mi dice che gli manco quando mi assento, mi sento una mamma cattiva.
Ho provato a capire perchè sono così, non mi ritengo una persona pigra, sono molto attiva in casa e ovunque, purchè i miei bimbi siano con me.Anche la notte, anzichè passarli nella loro stanza, ho messo due lettini nella mia e dormiamo tutti insieme ! So di non fare il loro bene così, ma quando e' sera trovo sempre il modo di giustificarmi. D'altro canto con loro non sono sempre una mamma esemplare, anzi spesso sono nervosa e presa da mille cose,è più la quantità di tempo che condividiamo piuttosto che la qualità.
Guardando indietro nella mia infanzia, ricordo che invidiavo le mie compagnette perchè al ritorno da scuola,trovavano la loro mamma a casa mentre la mia lavorava. Sono molto legata a mia madre e ancora adesso quando la lascio, mi sento triste. Sono un caso patologico?!!!
Non riesco più a gestire questi miei stati d'animo, stanno prendendo il sopravvento su di me, e quello che più mi rammarica è che faccio crescere male i miei bimbi, mentre io vorrei per loro il bene assoluto!
Ringraziandovi anticipatamente, aspetto con ansia una vostra risposta.
[#1]
Più che un "caso patologico", forse potremmo dire un caso "normalmente patologico", se mi passa la battuta. È normale provare affezione per i propri figli da parte di una mamma e può essere normale, entro certi limiti, subordinare il lavoro all'amore materno.
Le cose iniziano però a complicarsi se sono presenti sensi di colpa, tristezza, riconoscimento di essere ancora, a 34 anni, molto attaccata alla propria madre. È chiaro che tutti questi sentimenti ed emozioni non possono non avere impatto sia sul modo in cui crescerà i suoi figli (e su ciò che diventeranno da grandi) e sulla sua vita familiare e professionale, causandole confusione e rendendole difficile capire cos'è che realmente vuole.
Ha già pensato di rivolgersi a uno psicologo personalmente?
Le cose iniziano però a complicarsi se sono presenti sensi di colpa, tristezza, riconoscimento di essere ancora, a 34 anni, molto attaccata alla propria madre. È chiaro che tutti questi sentimenti ed emozioni non possono non avere impatto sia sul modo in cui crescerà i suoi figli (e su ciò che diventeranno da grandi) e sulla sua vita familiare e professionale, causandole confusione e rendendole difficile capire cos'è che realmente vuole.
Ha già pensato di rivolgersi a uno psicologo personalmente?
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
[#2]
Utente
Egregio Dott.re,
la ringrazio per aver risposto così celermente alla mia richiesta.
E' da parecchio tempo che penso all'idea di rivolgermi ad uno psicologo, ma le condizioni in cui ci troviamo in questo momento non mi favoriscono, e non so quanto un consultorio possa essermi d'aiuto. Speravo inoltre, di trovare su questo sito la "chiave magica "ai miei problemi.
Grazie comunque, vedro' cosa riesco a fare.
Cordiali saluti.
la ringrazio per aver risposto così celermente alla mia richiesta.
E' da parecchio tempo che penso all'idea di rivolgermi ad uno psicologo, ma le condizioni in cui ci troviamo in questo momento non mi favoriscono, e non so quanto un consultorio possa essermi d'aiuto. Speravo inoltre, di trovare su questo sito la "chiave magica "ai miei problemi.
Grazie comunque, vedro' cosa riesco a fare.
Cordiali saluti.
[#3]
Gentile Signora,
anche presso il Consultorio può trovare ottimi professionsti, la differenza sta nel non poter scegliere personalmente l'approccio dello specialista e solitamente il numero di sedute è limitato.
Varrebbe comunque la pena che lei si informasse direttamente, ecco un link con gli indirizzi
http://messina.virgilio.it/pubblicautilita/CONSULTORI_FAMILIARI.html
Cordialmente
anche presso il Consultorio può trovare ottimi professionsti, la differenza sta nel non poter scegliere personalmente l'approccio dello specialista e solitamente il numero di sedute è limitato.
Varrebbe comunque la pena che lei si informasse direttamente, ecco un link con gli indirizzi
http://messina.virgilio.it/pubblicautilita/CONSULTORI_FAMILIARI.html
Cordialmente
Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it
[#4]
>>> Speravo inoltre, di trovare su questo sito la "chiave magica "ai miei problemi.
>>>
Eh, purtroppo il 90% dei nostri utenti lo spera... ma è solo un'illusione.
L'aiuto psicologico, per essere efficace, dev'essere fornito di persona.
Anche se tende a non fidarsi del servizio pubblico, potrebbe comunque fare un tentativo.
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Eh, purtroppo il 90% dei nostri utenti lo spera... ma è solo un'illusione.
L'aiuto psicologico, per essere efficace, dev'essere fornito di persona.
Anche se tende a non fidarsi del servizio pubblico, potrebbe comunque fare un tentativo.
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 1.6k visite dal 30/07/2012.
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Approfondimento su Ansia
Cos'è l'ansia? Tipologie dei disturbi d'ansia, sintomi fisici, cognitivi e comportamentali, prevenzione, diagnosi e cure possibili con psicoterapia o farmaci.