Parere sulla causa dei miei problemi
la complessità del suo vissuto emotivo richiede tempo, sia per conoscerla che per trovare una possibile soluzione.
Però, visto che è già in un percorso psicoterapeutico e lamenta confusione, coinvolgere altri psicologi probabilmente aumenterà la confusione.
Segue anche una terapia farmacologica di supporto?
Dr. Fernando Bellizzi
Albo Psicologi Lazio matr. 10492
Questi dubbi e la richiesta di fare il punto della situazione, se adesso senti che non state andando da nessuna parte e ti senti bloccato, dovresti discuterli in terapia.
D'altra parte, pur con i limiti di un consulto on line, non è sempre detto che un momento di stasi o di confusione sia negativo in una psicoterapia; a volte è necessario soffermarsi e metabolizzare i cambiamenti.
Per quali ragioni sei in terapia?
Che tipo di psicoterapia stai facendo?
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
certamente vive una situazione in cui sembra che non ci sia un obiettivo verso cui dirigersi. Potrebbe essere quello di stare meglio, rispetto a come si sente ora. girare intorno al passato non è lungimirante: è utile per comprendere ma poi basta; se non metabolizzato e compreso, rischia di stallare intorno a ciò che è successo e che non piace. A mio parere, ribadisco, è importante porsi obiettivi piccoli e concreti che la facciano sperimentare diversamente e sentire diversamente.
Tutto ciò che prova in merito al "sentirsi strano e non sè stesso" è frutto di una carico di ansia evidente che la fanno focalizzare eccessivamente su ciò che prova, sente, dice etc. Provi a fare del rilassamento, il training autogeno è utilissimo per questo e imparerà non solo a conoscere meglio le sue sensazioni corporee, anche a controllare quello che sente fisicamente ed emotivamente.
Dott.ssa Roberta De Bellis
sono in terapia senza diagnosi, non conosco la specialità del mio psicoterapeuta
per quanto riguarda il passato, vorrei non pensarci, ma la mia paura che molti dei fatti mi si ripresentino è troppo alta...
vorrei agire e darmi una mossa, ma la mia paura mi blocca, vengo preso per pigro, ma sono completamente bloccato dalla paura di affrontare situazioni quindi preferisco stare in un luogo sicuro ed al sicuro in generale. Ora come ora non penso di farcela
Gentile ragazzo, una "diagnosi" dovrebbe esserci, o almeno sapere per quale ragione specifica si comincia una psicoterapia e che cosa si desidera ottenere da questo trattamento.
Al contrario è come prendere un farmaco a caso, senza sapere esattamente quale malattia si ha e senza aspettarsi di guarire!
Inoltre non è che devi sapere la specialità dello psicoterapeuta, ma almeno saper descrivere che cosa state facendo durante le sedute, che cosa accade e in che direzione state andando.
Per quanto riguarda la paura è comprensibile che tu ne sia paralizzato: questo è proprio l'effetto che la paura fa. Ma per superarla devi affrontarla e la terapeuta ti serve proprio a questo. Parlale di questo tuo blocco e chiedile come puoi fare concretamente per superarlo.
Saluti,
potrebbe indicarci, almeno, il tipo di lavoro che fate in seduta? su cosa discutete? se ci sono prescrizioni comportamentali da effettuare e cose simili?
Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks
ha risolto la pregressa problematica dell'autoerotismo, con ausilio di materiale con contenuto incestuoso, palesataci pochi mesi addietro?
Ha poi iniziato un percorso di psicoterapia?
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
quando vado, parlo di quello che mi succede in settimana, mi sfogo un po e il terapeuta mi dice che devo fare qualcosa e non stare in casa sennò affondo nelle mie ansie, solo che trovare cose da fare mi procura ancora più ansia così io non riesco a decidere ed uscire dal guscio. Il suo pensiero è che io faccio il malato per non affrontare le situazioni, ma è qualcosa di peggio, io sono sempre stato così, non vedo perchè dovrei sfruttare la situazione remandomi contro... comunque io in seduta cerco sempre di cercare le cause del mio malessere in traumi o cose del genere, ma non capisco. Le mie non sono paure di questo periodo, ma sono sempre stato così.
Per la Dr. Valeria, ero già in terapia, ho detto tutto al terapeuta e mi ha detto che l'immaginazione è separata dalla realtà e che l'incesto è un taboo, ma non è niente di male
per prima cosa è opportuno togliere un po' di confusione: prova a riparlare con la terapeuta della diagnosi e degli obiettivi. Costruirsi una vita sociale implica in prima battuta la conoscenza e l'implemetazione di determinate abilità sociali e relazionali
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1087-le-abilita-sociali.html
Come descritto nell'articolo tali abilità sono comportamenti appresi e imparabili tranquillamente da tutti e a qualunque età. E' possibile in terapia lavorare per il raggiungimento di questo obiettivo, ma è anche opportuno farlo attraverso modalità ben precise, ovvero non con lo sfogatoio per un'ora alla settimana che non serve a nulla, perchè il problema resta poi tale e quale, quanto con l'esercizio e la pratica, in maniera tale da monitorare -anche grazie all'aiuto del terapeuta- come stai mentre diventi sempre più esperto e a tuo agio nella vita sociale. Per fare questo però sono particolarmente indicati approcci terapeutici particolari, quali ad es quello cognitivo-comportamentale che prevede proprio la prescrizione precisa e non generica di homework, con obiettivi raggiungibili e misurabili. Stare bene o essere più sereno non può essere un obiettivo a breve o medio termine e sensato, perchè poi il pz non sa come fare per raggiungere tale obiettivo.
Tu che difficoltà incontri?
Se non ho capito male non è stata una tua idea voler intraprendere una psicoterapia, dico bene? Chi ti ha portato dal terapeuta?
"non vedo perchè dovrei sfruttare la situazione remandomi contro... "
Quello che dice la terapeuta in tal senso è corretto perchè significa che tu, EVITANDO le situazioni che ti generano ansia e paura e rimanendo quindi a casa, hai un vantaggio nell'immediato, cioè non ti esponi a ciò che temi e il livello d'ansia scende.
Forse ci sono altri vantaggi che derivano dall'evitare situazioni e relazioni (non ti conosco e non saprei dirti), ma inconsapevolmente è possibile trarne dei vantaggi anche dai comportamenti meno funzionali. Capita a tutti.
Pertanto è opportuno a mio avviso partire da qui e proseguire con la terapia.
Magari potrà esserti utile lavorare sulla motivazione al cambiamento, dal momento che l'idea della terapia non è tua.
Che ne pensi?
Però di questa confusione è opportuno parlarne con la terapeuta: così l'aiuti ad aiutarti.
Per quanto riguarda:
"il problema è che ho paura che si ripresentino situazioni spiacevoli per me. "
In realtà questo puoi vederlo come un problema, oppure come l'opportunità per te di affrontare queste paure e poter poi andar tranquillo. Se pensi alle paure che avevi da bambino oggi ti sembrano sciocchezze; domani potrai riguardare questo momento con gli stessi occhi, dopo aver superato le paure, ma NON schivandole.
Buona giornata,
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