Attaccamento verso ragazzo violento

Buon giorno,
in questo periodo mi è capitata una cosa che oserei definire paradossale. Ero fidanzata con un ragazzo, non un elemento che consiglierei ad una mia futura figlia per intenderci. All'inizio sembrava un ragazzo tranquillo (tralasciando i problemi legali), gentile premuroso. Dopo un certo lasso di tempo, quando notai la sua indole violenta in conseguenza ad un episodio in cui si impose su di me con molta forza (non fisica bensi psicologica), decisi di lasciarlo. Da li ci furono diversi episodi di molestie telefoniche, minacce, pedinamenti, etc.
La situazione è durata per circa 9 mesi, mesi per me di paura ed angoscia, fino a quando, poco tempo fa, il suddetto è stato incarcerato a causa dei problemi legali che ho già citato.
La cosa strana è che non riesco a staccarmi da lui. Lui mi fa del male, le sue minacce mi terrorizzano ed ho spesso avuto paura che potesse uccidermi in preda all'ira. Ma io a saperlo in carecere sto male. Farei di tutto per iutarlo anche se questo vorrebbe dire tornare in quell'inferno.
Perchè accade questo? Io lo difendo sempre ma so che non dovrei. Sono morbosamente attaccata a lui e non ne capisco il motivo. Lui mi fa solo del male.
Come posso uscire da questo circolo vizioso? E perchè nasce questo meccanismo di autodistruzione?
Spero possiate darmi una risposta.
[#1]
Psicologo, Psicoterapeuta attivo dal 2010 al 2016
Psicologo, Psicoterapeuta
Gentile ragazza, non sempre ipotizzare dei "perchè" aiuta a risolvere problemi.

Se lei ha instaurato e mantiene un rapporto con questa persona, probabilmente soddisfa alcune sue esigenze o bisogni.

Per quale motivo vorrebbe uscire da questo circolo vizioso? E cosa intende per "uscire"?
[#2]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
"Perchè accade questo? Io lo difendo sempre ma so che non dovrei. Sono morbosamente attaccata a lui e non ne capisco il motivo. "

Gentile ragazza,

per risponderle bisognerebbe conoscerla! In genere queste risposte emergono durante un lavoro di tipo psicologico nel quale è possibile comprendere, come le suggeriva anche il dott. Calì, quali sono i suoi bisogni. Se lei si comporta in questa maniera, probabilmente le sarà funzionale... Potrebbe far pensare alla "sindrome da crocerossina", in cui si crede di poter salvare o cambiare l'altro. Se questo ragazzo volesse cambiare, dovrebbe chiedere un aiuto specialistico, non affidarsi a lei, e tanto meno minacciarla o ricattarla emotivamente. Ma il punto è come mai lei si sente in dovere di aiutarlo a tutti i costi, anche se sa bene che così soffre, di non poterlo aiutare e talvolta di peggiorare la situazione


"Come posso uscire da questo circolo vizioso? E perchè nasce questo meccanismo di autodistruzione?"

Attraverso un lavoro su di sè, meglio se di tipo psicoterapico: mettersi nei guai (con questa relazione intendo) non è un comportamento sano, tanto che lei lo definisce "autodistruzione". Le era già capitato in passato di avere relazioni del genere?