Stress da lavoro
Salve, vi scrivo per un problema che mi riguarda solo indirettamente. Riguarda il mio ragazzo, penso che sia affetto da stress da lavoro (ho letto che è una vera e propria patologia). Da quando ha iniziato a lavorare in uno studio di ingegneria e soprattutto ultimamente, è molto nervoso, aggredisce verbalmente sia me che i suoi familiari. In realtà lui è un tirocinante e quindi non percepisce neanche stipendio, lavora tutti i giorni, mattina e pomeriggio dal lunedì al sabato. Tutto questo va avanti da più di due anni, anche se presto dovrebbe sostenere un esame per entrare nell'albo dei periti e quindi percepire finalmente uno stipendio rendendo il lavoro un poco più gratificante. Intanto però sento che il nostro rapporto di coppia si sta incrinando, non lo riconosco quasi più, è molto aggressivo, perde le staffe per nulla, si lamenta sempre, ogni volta che stiamo insieme o usciamo dice di essere stanco e non gli va' di fare niente. Lui è molto giovane, ha quasi 23 anni e una personalità fragile. Solo qualche anno fa ha attraversato un periodo di depressione. Vorrei aiutarlo in qualche modo, vorrei sapere se ci sono cure o se è meglio che sia lui stesso a rivolgersi ad uno psicologo. Grazie in anticipo per un'eventuale risposta.
[#1]
Cara ragazza,
se la depressione della quale il tuo fidanzato ha sofferto non è stata curata, ma solo "accantonata", è possibile che lui sia più vulnerabile a tutte le situazioni in cui può sentirsi insoddisfatto, impossibilitato ad agire per cambiare le cose, portato a svalutarsi o a lasciarsi svalutare da altri.
Se gli manca la fiducia nelle sue possibilità di affrontare diversamente le situazioni stressanti è plausibile che si senta molto più sotto pressione di quanto potrebbero sentirsi altri al suo posto, e che reagisca con insofferenza e aggressività proprio perchè non sa come fronteggiare ciò che gli provoca malessere.
Potrebbe provare a concentrarsi sul domani e sull'immaginazione anticipatoria di quello che potrà fare quando sarà un perito abilitato, ma nella situazione in cui si trova dubito che riuscirebbe a farlo e che questo sarebbe sufficiente a risolvere il problema.
Sarebbe opportuno che si rivolgesse in prima persona ad uno psicologo per farsi aiutare e sostenere, ma per farlo deve percepire sia di avere un problema, sia che chiedendo aiuto lo riceverebbe: deve insomma attribuire anche a sè stesso e non solo agli altri e alle circostanze la responsabilità del situazione, e avere fiducia nel fatto che un'altra persona sia in grado di aiutarlo a stare meglio.
Avete parlato della possibilità che si rivolga ad uno psicologo o è un'idea che non hai ancora condiviso con lui?
In ultimo ti chiedo anche se sei sicura che non ci sia altro che non va fra voi, e che si comporti così solo per la difficile situazione lavorativa e non perchè sta cercando di prendere le distanze da te senza avere il coraggio di affrontare il discorso apertamente.
se la depressione della quale il tuo fidanzato ha sofferto non è stata curata, ma solo "accantonata", è possibile che lui sia più vulnerabile a tutte le situazioni in cui può sentirsi insoddisfatto, impossibilitato ad agire per cambiare le cose, portato a svalutarsi o a lasciarsi svalutare da altri.
Se gli manca la fiducia nelle sue possibilità di affrontare diversamente le situazioni stressanti è plausibile che si senta molto più sotto pressione di quanto potrebbero sentirsi altri al suo posto, e che reagisca con insofferenza e aggressività proprio perchè non sa come fronteggiare ciò che gli provoca malessere.
Potrebbe provare a concentrarsi sul domani e sull'immaginazione anticipatoria di quello che potrà fare quando sarà un perito abilitato, ma nella situazione in cui si trova dubito che riuscirebbe a farlo e che questo sarebbe sufficiente a risolvere il problema.
Sarebbe opportuno che si rivolgesse in prima persona ad uno psicologo per farsi aiutare e sostenere, ma per farlo deve percepire sia di avere un problema, sia che chiedendo aiuto lo riceverebbe: deve insomma attribuire anche a sè stesso e non solo agli altri e alle circostanze la responsabilità del situazione, e avere fiducia nel fatto che un'altra persona sia in grado di aiutarlo a stare meglio.
Avete parlato della possibilità che si rivolga ad uno psicologo o è un'idea che non hai ancora condiviso con lui?
In ultimo ti chiedo anche se sei sicura che non ci sia altro che non va fra voi, e che si comporti così solo per la difficile situazione lavorativa e non perchè sta cercando di prendere le distanze da te senza avere il coraggio di affrontare il discorso apertamente.
Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it
[#2]
Utente
Volevo innanzitutto ringraziarla della gentile risposta dottoressa. Per quanto riguarda la depressione che ha avuto il mio ragazzo tempo fa so che si è fatto curare da uno psicologo e che prendeva antidepressivi (a quei tempi non eravamo ancora insieme). Le ho mensionato questo dettaglio per farle capire che è un ragazzo vulnerabile, ma ormai da quella depressione credo che ne sia uscito completamente. Per quanto riguarda la possibilità che lui stia cercando di prendere le distanze da me non credo sia così, anzi quando sono io che divento più fredda per i suoi comportamenti è lui che si scusa e cerca di riavvicinarsi a me. E poi è un comportamento che ha anche con i familiari, quindi "fortunatamente" credo che il problema sia solo quello dello stress. E' stato un piacere parlare con lei dottoressa, la ringrazio ancora.
[#3]
Se oggi lo vedi fragile come dici si può pensare che non sia (ancora) riuscito a rafforzarsi psicologicamente, cosa che dovrebbe costituire un obiettivo terapeutico importante.
E' quindi possibile che il percorso terapeutico al quale si è sottoposto abbia risolto solo in parte le sue difficoltà: sai se ha solo preso farmaci o se ha anche fatto una psicoterapia?
Preciso che se è stato seguito da una sola persona che gli ha prescritto dei farmaci non poteva trattarsi di uno psicologo, ma di un medico psichiatra, perchè noi psicologi non siamo medici e non prescriviamo alcun farmaco.
E' quindi possibile che il percorso terapeutico al quale si è sottoposto abbia risolto solo in parte le sue difficoltà: sai se ha solo preso farmaci o se ha anche fatto una psicoterapia?
Preciso che se è stato seguito da una sola persona che gli ha prescritto dei farmaci non poteva trattarsi di uno psicologo, ma di un medico psichiatra, perchè noi psicologi non siamo medici e non prescriviamo alcun farmaco.
[#4]
Utente
Lui non mi ha mai parlato molto di quel periodo, forse però è più probabile che si sia rivolto ad un medico se non ricordo male. Quindi probabilmente non ha fatto psicoterapia. Le motivazioni erano il fatto che si era lasciato con la sua ex ragazza e soprattutto il fatto che non reggeva i ritmi dell'università ( che poi ha abbandonato). In quel periodo ha anche sofferto di anoressia. Comunque non ne ho ancora parlato con lui della possibilità di rivolgersi ad uno psicologo, volevo appunto un consiglio perché temevo di essere un po' esagerata.
[#5]
Gentile Utente,
delle volte ci sono periodi difficili che stressano le persone e delle volte è difficile comprendere l'altro, specialmente se non si portano le sue stesse scarpe.
Però, La invito ad affrontare la questione "vai dallo psicologo" con molta cautela, dato che se il suo ragazzo è stressato per la non bella situazione di sfruttamento, magari è anche in ansia perchè si sta giocando molto con l'esame di abilitazione ("entrare nell'albo dei periti e quindi percepire finalmente uno stipendio"), sentirsi pure dire dalla fidanzata "vatti a far curare" non so quanto possa aiutarlo...
Daltronde si avvicina un momento di crescita per entrambi, dato che uno dei due esce dalla condizione di "studente" ed entra nel mondo adulto.
Ora non so se Lei lavora o studia, ma credo più la seconda, per cui potrebbe risultarLe difficile comprendere la stanchezza del Suo ragazzo. Daltronde, mi scusi, ma se non percepisce reddito, chi paga le uscite? Forse anche il fatto di dover chiedere i soldi a casa contribuisce a creare tensione e frustrazione.
Però sono tutte cose che Lei può scoprire parlando ed ascoltando cosa ha da dire il Suo ragazzo, però deve essere un domandare per permettergli di sfogarsi e di tirare fuori quello che sente. E da parte Sua è richiesto un ascolto ed un'accoglienza empatica molto profonda.
delle volte ci sono periodi difficili che stressano le persone e delle volte è difficile comprendere l'altro, specialmente se non si portano le sue stesse scarpe.
Però, La invito ad affrontare la questione "vai dallo psicologo" con molta cautela, dato che se il suo ragazzo è stressato per la non bella situazione di sfruttamento, magari è anche in ansia perchè si sta giocando molto con l'esame di abilitazione ("entrare nell'albo dei periti e quindi percepire finalmente uno stipendio"), sentirsi pure dire dalla fidanzata "vatti a far curare" non so quanto possa aiutarlo...
Daltronde si avvicina un momento di crescita per entrambi, dato che uno dei due esce dalla condizione di "studente" ed entra nel mondo adulto.
Ora non so se Lei lavora o studia, ma credo più la seconda, per cui potrebbe risultarLe difficile comprendere la stanchezza del Suo ragazzo. Daltronde, mi scusi, ma se non percepisce reddito, chi paga le uscite? Forse anche il fatto di dover chiedere i soldi a casa contribuisce a creare tensione e frustrazione.
Però sono tutte cose che Lei può scoprire parlando ed ascoltando cosa ha da dire il Suo ragazzo, però deve essere un domandare per permettergli di sfogarsi e di tirare fuori quello che sente. E da parte Sua è richiesto un ascolto ed un'accoglienza empatica molto profonda.
Dr. Fernando Bellizzi
Albo Psicologi Lazio matr. 10492
[#7]
Gentile Utente,
delle volte è necessario stabilire dei limiti. Cioè fissare una linea di confine.
Fino a ... lo tollero, oltre no.
La formula del matrimonio cattolico recita "nella gioia e nel dolore", e questo vuol dire che ci possono essere alti e bassi e che delle volte è necessario fare da "paracolpi" o da "parafulmini".
La comunicazione emotiva che c'è all'interno della coppia è molto importante, e saper comunicare ciò che abbiamo dentro non è facile. Parli di come si sente con lui, senza troppo timore, ma anche senza forzare la mano, comprendendo che in questo momento il Suo ragazzo è sotto stress.
Tenga presente che è come se fosse una borsa stracolma e quindi bisogna stare attenti a non sovraccaricare la borsa, ma anzi trovare se possibile togliere qualcosa o reggerla non solo per i manici.
delle volte è necessario stabilire dei limiti. Cioè fissare una linea di confine.
Fino a ... lo tollero, oltre no.
La formula del matrimonio cattolico recita "nella gioia e nel dolore", e questo vuol dire che ci possono essere alti e bassi e che delle volte è necessario fare da "paracolpi" o da "parafulmini".
La comunicazione emotiva che c'è all'interno della coppia è molto importante, e saper comunicare ciò che abbiamo dentro non è facile. Parli di come si sente con lui, senza troppo timore, ma anche senza forzare la mano, comprendendo che in questo momento il Suo ragazzo è sotto stress.
Tenga presente che è come se fosse una borsa stracolma e quindi bisogna stare attenti a non sovraccaricare la borsa, ma anzi trovare se possibile togliere qualcosa o reggerla non solo per i manici.
[#10]
Visto che comunque mancano ancora dei mesi penso che sia opportuno che gli parli dell'idea di rivolgersi ad uno psicologo.
Per farlo però aspetta di trovarti in un momento in cui siate entrambi tranquilli e possiate parlare con calma della situazione.
Magari se andrete in vacanza assieme potrai trovare in quei giorni il momento giusto per parlarne.
Per farlo però aspetta di trovarti in un momento in cui siate entrambi tranquilli e possiate parlare con calma della situazione.
Magari se andrete in vacanza assieme potrai trovare in quei giorni il momento giusto per parlarne.
Questo consulto ha ricevuto 10 risposte e 1.6k visite dal 24/07/2012.
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