Ricercare la figura paterna nel proprio fidanzato
Non mi aspetto di trovare qualcuno che sia davvero in grado di dare una risposta a questa domanda, perchè complessa, però provare non costa nulla!
Io ho vissuto senza padre da quando sono nata. O meglio, fino a due anni ci sono vissuta assieme a mia madre, dopo i miei hanno divorziato e lo vedevo una volta alla settimana. Pian piano ci vedevamo sempre più poco, fino a quando, quando compii 6 anni, non ha cambiato residenza non dicendo nulla a nessuno.
Mi rendo comunque conto che lui non mi ha mai voluto bene, lo percepivo quando ero più piccola e lo andavo a trovare, mi trattava spesso con distacco e comunque non mi cercava mai.
Dopo il divorzio andai a vivere con mia madre a casa dei nonni materni. Ma dato che la mia è stata una famiglia molto tradizionalista e, devo dirlo, fredda, io non ho mai ricevuto quell'affetto che dovrebbe contraddistinguere l'infanzia. Insomma, sono sempre vissuta nell'insicurezza, nell'instabilità ed altro. Allora ero comunque felice, avevo i miei amici e mi bastavano.
Ma ora che sono arrivata a 19 anni, mi sono resa conto che qualcosa è cambiato. Nell'ultimo anno ho avuto un ragazzo splendido, ma ora è finita, giustamente.
Mi sono resa conto che negli uomini ricerco sempre una figura paterna, comportandomi quasi come farei con un genitore (tranne alcuni aspetti). Sono egoista, mi aspetto, in un certo senso, che tutto mi sia dovuto. E' come se ricercassi in questo ragazzo la sicurezza che potrei avere con un rapporto genitore-figlio, e per questo ogni volta le mie rotture diventavano dei drammi. Poi sono cresciuta anche un po' viziata, nonostante la mia famiglia fosse della classe sociale media, e quindi anche questo ha influito. Probabilmente dovrei parlare di questo con una psicologa, ma non so se sarebbe la persona più adatta. Vorrei sapere se posso, in qualche modo, curare questa "malattia".
Io ho vissuto senza padre da quando sono nata. O meglio, fino a due anni ci sono vissuta assieme a mia madre, dopo i miei hanno divorziato e lo vedevo una volta alla settimana. Pian piano ci vedevamo sempre più poco, fino a quando, quando compii 6 anni, non ha cambiato residenza non dicendo nulla a nessuno.
Mi rendo comunque conto che lui non mi ha mai voluto bene, lo percepivo quando ero più piccola e lo andavo a trovare, mi trattava spesso con distacco e comunque non mi cercava mai.
Dopo il divorzio andai a vivere con mia madre a casa dei nonni materni. Ma dato che la mia è stata una famiglia molto tradizionalista e, devo dirlo, fredda, io non ho mai ricevuto quell'affetto che dovrebbe contraddistinguere l'infanzia. Insomma, sono sempre vissuta nell'insicurezza, nell'instabilità ed altro. Allora ero comunque felice, avevo i miei amici e mi bastavano.
Ma ora che sono arrivata a 19 anni, mi sono resa conto che qualcosa è cambiato. Nell'ultimo anno ho avuto un ragazzo splendido, ma ora è finita, giustamente.
Mi sono resa conto che negli uomini ricerco sempre una figura paterna, comportandomi quasi come farei con un genitore (tranne alcuni aspetti). Sono egoista, mi aspetto, in un certo senso, che tutto mi sia dovuto. E' come se ricercassi in questo ragazzo la sicurezza che potrei avere con un rapporto genitore-figlio, e per questo ogni volta le mie rotture diventavano dei drammi. Poi sono cresciuta anche un po' viziata, nonostante la mia famiglia fosse della classe sociale media, e quindi anche questo ha influito. Probabilmente dovrei parlare di questo con una psicologa, ma non so se sarebbe la persona più adatta. Vorrei sapere se posso, in qualche modo, curare questa "malattia".
[#1]
Cara ragazza, spiace constatare come la carenza di affetto e della figura paterna ancora una volta determini dei vissuti pesanti di insicurezza e di infelicità e che questo possa così pesantemente interferire con la vita affettiva e sessuale.
Davvero consiglio una psicoterapia con un collega per poter essere seguita ed aiutata ed avere una figura di riferimento maschile, questo darebbe più equilibrio ad eventuali rapporti affettivi.
La sicurezza dovrebbe inoltre cercare di trovarla dentro di sè, proponendosi dei traguardi da raggiugere nel mondo dello studio , del lavoro, l'infanzia difficile ci deve spingere a volere una vita migliore, che abbia un senso e giorni di sole che non è detto debbano essere sempre un dono , ma anche un nostro obbiettivo raggiunto.
Prenda in mano la sua vita.. con molti auguri
Davvero consiglio una psicoterapia con un collega per poter essere seguita ed aiutata ed avere una figura di riferimento maschile, questo darebbe più equilibrio ad eventuali rapporti affettivi.
La sicurezza dovrebbe inoltre cercare di trovarla dentro di sè, proponendosi dei traguardi da raggiugere nel mondo dello studio , del lavoro, l'infanzia difficile ci deve spingere a volere una vita migliore, che abbia un senso e giorni di sole che non è detto debbano essere sempre un dono , ma anche un nostro obbiettivo raggiunto.
Prenda in mano la sua vita.. con molti auguri
MAGDA MUSCARA FREGONESE
Psicologo, Psicoterapeuta psicodinamico per problemi familiari, adolescenza, depressione - magda_fregonese@libero.it
[#2]
Cara Ragazza,
di malattia non si tratta, ma di riedizione di copioni familiari, dolenti ed irrisolti.
Attribuire ai fidanzati tanto altro dal loro ruolo, è frequente nelle relazioni, cercare conforto, conferme, rassicurazioni, amore mai avuto in passato dalle figure genitoriali, ecc...fa parte dei possibili modi d'amare.
Per trovare però qualità di vita e di vita di coppia, sarebbe utile mettere ordine nel suo passato irrisolto, mediante una psicoterapia.
Anche io, come la collega, le suggerisco un terapeuta uomo, il percorso sarebbe per lei molto proficuo.
di malattia non si tratta, ma di riedizione di copioni familiari, dolenti ed irrisolti.
Attribuire ai fidanzati tanto altro dal loro ruolo, è frequente nelle relazioni, cercare conforto, conferme, rassicurazioni, amore mai avuto in passato dalle figure genitoriali, ecc...fa parte dei possibili modi d'amare.
Per trovare però qualità di vita e di vita di coppia, sarebbe utile mettere ordine nel suo passato irrisolto, mediante una psicoterapia.
Anche io, come la collega, le suggerisco un terapeuta uomo, il percorso sarebbe per lei molto proficuo.
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
[#3]
Cara ragazza,
mi complimento con te per il livello di consapevolezza che mostri di avere circa la tua situazione personale: sei molto giovane e sei comunque arrivata a capire cosa accade nelle tue relazioni e cosa le fa fallire, e questo non è davvero da tutti.
Le aspettative inadeguate che nutri inconsciamente nei confronti del tuo partner non possono che far naufragare il rapporto: in caso contrario significherebbe che hai trovato un ragazzo (o un uomo) che ha esigenze complementari alle tue, e desidera cioè stare assieme ad una partner "bambina", infantile, immatura, per poterla guidare, indirizzare e controllare assumendo un ruolo paterno nei suoi confronti.
Non credo che questo sia ciò che vorresti, ma che ti piacerebbe riuscire ad avere un rapporto paritario con il tuo ragazzo.
In generale comunque ogni scelta nel campo delle relazioni di coppia è influenzata dalla natura della relazione avuta in passato con il genitore di sesso opposto al proprio, e quindi è in parte normale ricercare inconsapevolmente qualcosa del proprio padre (o della propria madre) nella persona con cui si sta.
Sull'argomento ti suggerisco la lettura di questo libro, che troverai sicuramente interessante:
"Illusioni d'amore. Le motivazioni inconsce nella scelta del partner" di Jole Baldaro Verde (Cortina).
Per cambiare la natura delle aspettative che nutri a causa di un rifiuto così precoce e doloroso da parte di tuo padre sarà necessario che tu lavori sul problema entro uno spazio sicuro dedicato a quest'obiettivo: ti suggerisco anch'io di rivolgerti ad uno psicologo piuttosto che ad una psicologa, perchè costruendo una buona alleanza terapeutica con un nostro collega potrai sanare le tante ferite del tuo passato.
mi complimento con te per il livello di consapevolezza che mostri di avere circa la tua situazione personale: sei molto giovane e sei comunque arrivata a capire cosa accade nelle tue relazioni e cosa le fa fallire, e questo non è davvero da tutti.
Le aspettative inadeguate che nutri inconsciamente nei confronti del tuo partner non possono che far naufragare il rapporto: in caso contrario significherebbe che hai trovato un ragazzo (o un uomo) che ha esigenze complementari alle tue, e desidera cioè stare assieme ad una partner "bambina", infantile, immatura, per poterla guidare, indirizzare e controllare assumendo un ruolo paterno nei suoi confronti.
Non credo che questo sia ciò che vorresti, ma che ti piacerebbe riuscire ad avere un rapporto paritario con il tuo ragazzo.
In generale comunque ogni scelta nel campo delle relazioni di coppia è influenzata dalla natura della relazione avuta in passato con il genitore di sesso opposto al proprio, e quindi è in parte normale ricercare inconsapevolmente qualcosa del proprio padre (o della propria madre) nella persona con cui si sta.
Sull'argomento ti suggerisco la lettura di questo libro, che troverai sicuramente interessante:
"Illusioni d'amore. Le motivazioni inconsce nella scelta del partner" di Jole Baldaro Verde (Cortina).
Per cambiare la natura delle aspettative che nutri a causa di un rifiuto così precoce e doloroso da parte di tuo padre sarà necessario che tu lavori sul problema entro uno spazio sicuro dedicato a quest'obiettivo: ti suggerisco anch'io di rivolgerti ad uno psicologo piuttosto che ad una psicologa, perchè costruendo una buona alleanza terapeutica con un nostro collega potrai sanare le tante ferite del tuo passato.
Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it
[#4]
Utente
Ringrazio tutti voi per il tempo a me dedicato.
Ho un amico di famiglia che di professione fa lo psicoterapeuta, e mi ha consigliato di provare a uscire da sola da questo "circolo vizioso". In poche parole, a detta sua, dovrei responsabilizzarmi di più su tutto ciò che mi riguarda, o comunque di "crescere", e successivamente, se necessario (ovvero se il problema persiste), di rivolgermi ad uno psicologo. Io sarei restia a farmi consultare, dato che i prezzi nella mia area non sono decisamente tra i più accessibili.
Ho un amico di famiglia che di professione fa lo psicoterapeuta, e mi ha consigliato di provare a uscire da sola da questo "circolo vizioso". In poche parole, a detta sua, dovrei responsabilizzarmi di più su tutto ciò che mi riguarda, o comunque di "crescere", e successivamente, se necessario (ovvero se il problema persiste), di rivolgermi ad uno psicologo. Io sarei restia a farmi consultare, dato che i prezzi nella mia area non sono decisamente tra i più accessibili.
[#5]
Gli psicologi e psicoterapeuti, si trovano anche in convenzione, nelle strutture pubbliche, se è veramente questo il problema.
Spesso da soli, non si riesce a far luce dentro se stessi, tantomeno a curarsi, il suo amico psicoterapeuta, questo dovrebbe saperlo.
Cari auguri
Spesso da soli, non si riesce a far luce dentro se stessi, tantomeno a curarsi, il suo amico psicoterapeuta, questo dovrebbe saperlo.
Cari auguri
[#6]
Ovviamente è importante che tu ti prenda sempre più la responsablità della tua vita, il che è necessario per diventare una persona adulta e non rimanere un'adolescente, ma francamente limitarsi a questo non mi sembra utile perchè il tuo non è certo un problema di immaturità.
Un rifiuto così importante e doloroso come quello che hai subito difficilmente si supera senza l'assistenza di un esperto che aiuti ad elaborare sia ciò che è accaduto, sia le sue numerose e pervasive conseguenze.
Puoi quindi rivolgerti al consultorio o puoi anche chiedere al vostro amico di famiglia di indicarti i nominativi di qualche collega che possa venirti incontro se sei in una situazione economica difficile, al quale potrebbe lui stesso chiedere un trattamento di favore visto che conosce la tua realtà.
Un rifiuto così importante e doloroso come quello che hai subito difficilmente si supera senza l'assistenza di un esperto che aiuti ad elaborare sia ciò che è accaduto, sia le sue numerose e pervasive conseguenze.
Puoi quindi rivolgerti al consultorio o puoi anche chiedere al vostro amico di famiglia di indicarti i nominativi di qualche collega che possa venirti incontro se sei in una situazione economica difficile, al quale potrebbe lui stesso chiedere un trattamento di favore visto che conosce la tua realtà.
[#7]
Utente
Per me, questo "problema" si divide in due:
una parte di me è ancora infantile. Nel senso che non ho ancora realizzato che sono una persona che in un futuro dovrà dipendere da sè stessa, costruire nuovi rapporti con le persone e interagire con altre. In un certo senso è come se avessi quest'idea fissa della stabilità che mi da' mia madre (che tra l'altro ora sta diminuendo, dato che sono comunque abbastanza grande), e quindi non mi sforzassi di dimostrare di essere un individuo con i propri pensieri, etc.
La seconda parte è, appunto, quella figura paterna.
A dire il vero, ripensare a mio padre non mi ha mai fatto alcun effetto, è solo un ricordo sbiadito di una persona normale, come se l'avessi solo incrociato una volta per strada, e basta.
Ciò che mi da' fastidio è la prima "parte", perchè mi rende difficile i rapporti con le altre persone, e mi rende spesso insicura quando sono sola.
una parte di me è ancora infantile. Nel senso che non ho ancora realizzato che sono una persona che in un futuro dovrà dipendere da sè stessa, costruire nuovi rapporti con le persone e interagire con altre. In un certo senso è come se avessi quest'idea fissa della stabilità che mi da' mia madre (che tra l'altro ora sta diminuendo, dato che sono comunque abbastanza grande), e quindi non mi sforzassi di dimostrare di essere un individuo con i propri pensieri, etc.
La seconda parte è, appunto, quella figura paterna.
A dire il vero, ripensare a mio padre non mi ha mai fatto alcun effetto, è solo un ricordo sbiadito di una persona normale, come se l'avessi solo incrociato una volta per strada, e basta.
Ciò che mi da' fastidio è la prima "parte", perchè mi rende difficile i rapporti con le altre persone, e mi rende spesso insicura quando sono sola.
Questo consulto ha ricevuto 10 risposte e 32.9k visite dal 20/07/2012.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.