Sessualità e adolescenza
Salve, sono un ragazzo di 25 anni. Trovandomi attualmente in un periodo di rifessione, è capitato di soffermarmi su alcuni episodi vissuti durante la preadolescenza, a proposito dei quali mi sono posto delle domande, più che altro per capire qualcosa di una fase della mia vita che, a tratti, definirei insensata. Spesso mi interrogo sul modo che avevo di comunicare affetto a quell'età (11-12 anni), completamente estraneo rispetto ad oggi, e mi sembra quasi di non riconoscermi, come se avessi vissuto due esistenze diverse. Ad esempio, quando succedeva di giocare con dei bambini piccoli, tra i 3 e i 4 anni, provavo delle sensazioni di forte emozione, piuttosto confuse e contraddittorie, delle quali provavo vergogna. Potevo avere un'erezione improvvisa e imbarazzante, che non sapevo giustificare, o magari al posto di dare un bacio sulla guancia lo davo sulla bocca, preoccupandomi di non essere visto, come se stessi facendo qualcosa di sbagliato per cui sentirmi in colpa. Si è trattato comunque di esperienze isolate, che non si sono più ripetute, ma che però mi hanno portato a voler approfondire questi aspetti di quegli anni dove era l'istinto a prevalere sulle ragione. Voi che spiegazione sapreste darmi riguardo a quanto descritto sopra? E' una tematica che mi affascina parecchio quella della maturazione, perchè credo che possa contribuire alla crescita psicologica di ognuno di noi l'avere delle risposte su tutto ciò che ci sembra insensato. Grazie.
[#1]
Gentile Utente,
come è possibile senza una conoscenza diretta dare risposte dotate di senso compiuto alle sua domanda?
Leggendo suoi post recenti vedo che le sono state date già esaurienti risposte in merito.
Se più che riflessioni le sue sono preoccupazioni, è l'incontro diretto con uno specialista che le può essere utile, purtroppo la consulenza on line non è lo strumento idoneo.
Cordialmente
come è possibile senza una conoscenza diretta dare risposte dotate di senso compiuto alle sua domanda?
Leggendo suoi post recenti vedo che le sono state date già esaurienti risposte in merito.
Se più che riflessioni le sue sono preoccupazioni, è l'incontro diretto con uno specialista che le può essere utile, purtroppo la consulenza on line non è lo strumento idoneo.
Cordialmente
Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it
[#2]
Gentile ragazzo,
Visto che e' appassionato di tematiche dello sviluppo infantile le consoglierei di recarsi in una buona libreria ove ci sia un reparto di psicoloigia e dare uno sguardo.
Trovera' fra le altre delle pubblicazioni sulle teorie freudine che sono molto interessanti. Il fondatore della psicolpogia ebbe molti problemi nel proclamare che esiste una sessualita' a partire dai primissimi anni di vita e che essa evolve nel corso di diversi anni da uno stadio molto autocentrato ad uno più' relazionale.
Le sue esperienze si situano oin una fase molto precoce 3-4 anni nella quale il bambino non ha ancora raggiunto. Un livello relazionale, quindi percepisce solo sensazioni.
Buona lettura!
Visto che e' appassionato di tematiche dello sviluppo infantile le consoglierei di recarsi in una buona libreria ove ci sia un reparto di psicoloigia e dare uno sguardo.
Trovera' fra le altre delle pubblicazioni sulle teorie freudine che sono molto interessanti. Il fondatore della psicolpogia ebbe molti problemi nel proclamare che esiste una sessualita' a partire dai primissimi anni di vita e che essa evolve nel corso di diversi anni da uno stadio molto autocentrato ad uno più' relazionale.
Le sue esperienze si situano oin una fase molto precoce 3-4 anni nella quale il bambino non ha ancora raggiunto. Un livello relazionale, quindi percepisce solo sensazioni.
Buona lettura!
Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132
[#3]
Ex utente
Ho chiesto soltanto se quelle esperienze erano consone con l'età in cui mi trovavo. Non credo di aver fatto chissà quale assurda domanda, e penso che due parole si potrebbero pure spendere per chi non conosce la materia (uno scrive apposta, o no?). Mi domando quale senso abbia un sito del genere nel momento in cui si viene SEMPRE rimbalzati al consulto dal vivo sentendosi dare sistematicamente la stessa risposta.
[#4]
Gentile Utente,
Il problema non e' spendere due parole, ma darle indicazioni scientificamente veritiere ed attendibili e senza conoscerla non e' possibile esprimersi.
Il consulto online contiene regole e limitazioni, non possiamo certo speigarle le varie tappe della maturazione psico sessuale
Credo che una consulenza de visu, sarebbe la strada migliore, sia per fugare i suoi. dubbi, che per lavorare sulle sue preoccupazioni.
In sede di colloquio clinico, si raccoliera' la sua anamnesi, si fara' una diagnosi clinica e si fara' chiarezza circa le sue emozioni e la sua eccitazione confusa e contraddittoria.
Il problema non e' spendere due parole, ma darle indicazioni scientificamente veritiere ed attendibili e senza conoscerla non e' possibile esprimersi.
Il consulto online contiene regole e limitazioni, non possiamo certo speigarle le varie tappe della maturazione psico sessuale
Credo che una consulenza de visu, sarebbe la strada migliore, sia per fugare i suoi. dubbi, che per lavorare sulle sue preoccupazioni.
In sede di colloquio clinico, si raccoliera' la sua anamnesi, si fara' una diagnosi clinica e si fara' chiarezza circa le sue emozioni e la sua eccitazione confusa e contraddittoria.
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
[#5]
Ha già posto la stessa domanda in psichiatria e la risposta iniziale che ha ricevuto là mi trova d'accordo: tali esperienze infantili possono essere considerate normali, lo è semmai un po' meno il fatto che all'improvviso abbiano iniziato a preoccuparla, ora, e che senta il bisogno di essere rassicurato al riguardo.
Apparentemente sembra essere presente una certa ansia, probabilmente con sfumature ruminative/ossessive, ipotesi che sembra essere suggerita anche da altre richieste di consulto che ha inserito.
>>> Mi domando quale senso abbia un sito del genere nel momento in cui si viene SEMPRE rimbalzati al consulto dal vivo sentendosi dare sistematicamente la stessa risposta.
>>>
È vero, nella maggior parte dei casi è solo questo che possiamo fare da qui. Il consulto online NON può essere equiparato in alcun modo a visite e consulti reali, di persona. Molti utenti scrivono a noi perché per vari motivi non se la sentono di rivolgersi a un professionista e sperano perciò che online possa essere la stessa cosa. Ma spesso, tale riluttanza fa parte del loro problema.
Legga qui, ad esempio:
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/2109-ansia-depressione-problemi-sessuali-relazionali-c-posso-farcela-da-solo.html
Apparentemente sembra essere presente una certa ansia, probabilmente con sfumature ruminative/ossessive, ipotesi che sembra essere suggerita anche da altre richieste di consulto che ha inserito.
>>> Mi domando quale senso abbia un sito del genere nel momento in cui si viene SEMPRE rimbalzati al consulto dal vivo sentendosi dare sistematicamente la stessa risposta.
>>>
È vero, nella maggior parte dei casi è solo questo che possiamo fare da qui. Il consulto online NON può essere equiparato in alcun modo a visite e consulti reali, di persona. Molti utenti scrivono a noi perché per vari motivi non se la sentono di rivolgersi a un professionista e sperano perciò che online possa essere la stessa cosa. Ma spesso, tale riluttanza fa parte del loro problema.
Legga qui, ad esempio:
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/2109-ansia-depressione-problemi-sessuali-relazionali-c-posso-farcela-da-solo.html
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
[#6]
Ex utente
Dr. Santonocito.....Personalmente mi ritengo soddisfatto della sua risposta, ma voglio aggiungere due cose. Primo. Le altre richieste di consulto non hanno niente a che vedere con quella attuale; in quei casi si trattava di problemi fisici reali e accertati che ho risolto o che sto risolvendo. Due. Mi consenta l'ansia nel momento in cui ci si viene a trovare all'improvviso nella situazione che ho descritto. Mi spiego in parole povere: fino al giorno prima stai bene, il giorno dopo cambia tutto. Aggiungo che mi conosco, e soprattutto conosco il mio vissuto. Effettivamentte in passato mi sono già trovato in uno stato analogo a quello di cui sopra, e mi creda se le dico che ho risolto con una semplice chiacchierata, tra l'altro con una persona che non è nè uno psicologo nè uno psichiatra, ma tuttavia qualificato ed esperto in problematiche di questo genere. L'articolo che mi ha postato è davvero interessante, senza dubbio, però, a mio giudizio (profano), il paziente, il malato, la persona, che dir si voglia, meriterebbe un pò più di fiducia; è improbabile che chiunque si rivolga a questo sito cada negli inganni e nei paradossi che ho letto. Magari alle volte si è solo consapevoli della propria situazione, e di potercela e volercela fare da soli, semplicemente con qualche orientamento in più. Concludo dicendo che sulle domande che ho posto ero interessato più a una spiegazione "accademica" che a una vera e propria terapia. Forse non mi sono spiegato bene.
[#7]
>>> Le altre richieste di consulto non hanno niente a che vedere con quella attuale
>>>
Potrebbero, potrebbero.
Da un punto di vista clinico l'insonnia può benissimo essere un sintomo d'ansia, così come possono esserci aspetti psicologici (di mal sopportazione) nell'acufene. Senza contare che gli utenti che inseriscono molte richieste di consulto, spesso, denotano una certa ansia solo per questo.
Il copione "dell'ansioso che non è ansioso" è un classico dell'ossessività. La persona ha un problema, ma tende a negarlo e/o a volerselo risolvere da solo, perché la tematica centrale all'ossessività è il bisogno di controllare ciò che ci avviene.
>>> fino al giorno prima stai bene, il giorno dopo cambia tutto
>>>
Ed è proprio questo che l'ansioso/ossessivo trova insopportabile: "Perché non sto SEMPRE bene? Perché non riesco a controllare il modo in cui mi sento? Allora avrò qualcosa?" ecc.
>>> in passato mi sono già trovato in uno stato analogo a quello di cui sopra, e mi creda se le dico che ho risolto con una semplice chiacchierata, tra l'altro con una persona che non è nè uno psicologo nè uno psichiatra
>>>
Certo, però poi c'è ricascato.
Esiste una cosa chiamata 'effetto placebo', fenomeno ben studiato, ma che ha poco a che vedere con la psicoterapia.
La persona 'qualificata' - ma anche il sacerdote, l'amico o il fratello più grande - può, dall'alto della sua 'qualifica', esercitare un certo potere suggestivo che può produrre miglioramenti anche spettacolari, ma purtroppo temporanei.
La psicoterapia, diversamente, è in grado di produrre effetti duraturi.
>>> è improbabile che chiunque si rivolga a questo sito cada negli inganni e nei paradossi che ho letto
>>>
Purtroppo si sbaglia. Da persona molto razionale e un po' rigida quale sembra, forse lei crede che la mente delle persone funzioni in modo matematico, esente da contraddizioni. Tutto lineare, tutto consequenziale. Ebbene, non è così. Paradosso e contraddizione fanno parte della realtà mentale NORMALE delle persone, non solo di quella patologica.
Spero che questa replica abbia aggiunto altre informazioni alla spiegazione 'accademica' che desiderava, e che non la leggerà come una mancanza di fiducia nei suoi confronti. È solo che quando si domanda qualcosa all'esperto, bisogna essere preparati a ricevere una risposta che non è necessariamente la più desiderabile.
>>>
Potrebbero, potrebbero.
Da un punto di vista clinico l'insonnia può benissimo essere un sintomo d'ansia, così come possono esserci aspetti psicologici (di mal sopportazione) nell'acufene. Senza contare che gli utenti che inseriscono molte richieste di consulto, spesso, denotano una certa ansia solo per questo.
Il copione "dell'ansioso che non è ansioso" è un classico dell'ossessività. La persona ha un problema, ma tende a negarlo e/o a volerselo risolvere da solo, perché la tematica centrale all'ossessività è il bisogno di controllare ciò che ci avviene.
>>> fino al giorno prima stai bene, il giorno dopo cambia tutto
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Ed è proprio questo che l'ansioso/ossessivo trova insopportabile: "Perché non sto SEMPRE bene? Perché non riesco a controllare il modo in cui mi sento? Allora avrò qualcosa?" ecc.
>>> in passato mi sono già trovato in uno stato analogo a quello di cui sopra, e mi creda se le dico che ho risolto con una semplice chiacchierata, tra l'altro con una persona che non è nè uno psicologo nè uno psichiatra
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Certo, però poi c'è ricascato.
Esiste una cosa chiamata 'effetto placebo', fenomeno ben studiato, ma che ha poco a che vedere con la psicoterapia.
La persona 'qualificata' - ma anche il sacerdote, l'amico o il fratello più grande - può, dall'alto della sua 'qualifica', esercitare un certo potere suggestivo che può produrre miglioramenti anche spettacolari, ma purtroppo temporanei.
La psicoterapia, diversamente, è in grado di produrre effetti duraturi.
>>> è improbabile che chiunque si rivolga a questo sito cada negli inganni e nei paradossi che ho letto
>>>
Purtroppo si sbaglia. Da persona molto razionale e un po' rigida quale sembra, forse lei crede che la mente delle persone funzioni in modo matematico, esente da contraddizioni. Tutto lineare, tutto consequenziale. Ebbene, non è così. Paradosso e contraddizione fanno parte della realtà mentale NORMALE delle persone, non solo di quella patologica.
Spero che questa replica abbia aggiunto altre informazioni alla spiegazione 'accademica' che desiderava, e che non la leggerà come una mancanza di fiducia nei suoi confronti. È solo che quando si domanda qualcosa all'esperto, bisogna essere preparati a ricevere una risposta che non è necessariamente la più desiderabile.
[#8]
Gentil ragazzo,
Io non ho replicato fino ad ora alla sua risposta perche' non mi sembrava di essere coinvolta direttamente, ma lo faccio ora avendo lei specificato di essere interessato all'aspetto teorico/accademico della questione:
Se va a rileggere l mia risposta si rendera' conto di avere ricevuto, per sommi capi ovviamente, delle indicazioni.
Se lei intendeva chiedere se le emozioni che lei percepiva si potessero definire una forma di sessualita' la risposta era affermativa. Secondo la teoria freudiana la sessualita' inizia addirittura nel neonato: le sensazioni che percepisce hanno una connotazione riconducibile alla sessualita. Tali sensazioni sono pero' auto-centrate perche' le fasi di sviluppo sessuale non gli permettono di includere l'altro in tali sensazioni se non in un modo "egoistico" (il piacere della suzione del latte dal seno della madre e' un esempio. Il neonato desidera percepire quella sensazione che gli da' piacere a vari livelli (orale, di accudimeno, ecc).
Con il prosieguo dello sviluppo iniziera' delle spontanee attivita' masturbatorie da cui riceve sensazioni piacevoli e cosi' via fino allo stadio di sviluppo relazionale in cui scopre che il piacere maggiore viene dalla condivisione delle sensazioni con l'altro. .
Nell'eta' di suo interesse 3-4 anni e' gia' presente la percezione della vergogna che compare come reazione a certe emozioni/sensazioni. Quindi le posso confermare la "normalita" delle emozioni che lei ricorda.
Spero di essere stata più' comprensibilew, compatibilmente con le possibilita'.
I migliori saluti.
Io non ho replicato fino ad ora alla sua risposta perche' non mi sembrava di essere coinvolta direttamente, ma lo faccio ora avendo lei specificato di essere interessato all'aspetto teorico/accademico della questione:
Se va a rileggere l mia risposta si rendera' conto di avere ricevuto, per sommi capi ovviamente, delle indicazioni.
Se lei intendeva chiedere se le emozioni che lei percepiva si potessero definire una forma di sessualita' la risposta era affermativa. Secondo la teoria freudiana la sessualita' inizia addirittura nel neonato: le sensazioni che percepisce hanno una connotazione riconducibile alla sessualita. Tali sensazioni sono pero' auto-centrate perche' le fasi di sviluppo sessuale non gli permettono di includere l'altro in tali sensazioni se non in un modo "egoistico" (il piacere della suzione del latte dal seno della madre e' un esempio. Il neonato desidera percepire quella sensazione che gli da' piacere a vari livelli (orale, di accudimeno, ecc).
Con il prosieguo dello sviluppo iniziera' delle spontanee attivita' masturbatorie da cui riceve sensazioni piacevoli e cosi' via fino allo stadio di sviluppo relazionale in cui scopre che il piacere maggiore viene dalla condivisione delle sensazioni con l'altro. .
Nell'eta' di suo interesse 3-4 anni e' gia' presente la percezione della vergogna che compare come reazione a certe emozioni/sensazioni. Quindi le posso confermare la "normalita" delle emozioni che lei ricorda.
Spero di essere stata più' comprensibilew, compatibilmente con le possibilita'.
I migliori saluti.
[#9]
Ex utente
Per il Dott. Santonocito, quanto alle sue risposte alle mie affermazioni.
Verissima la prima. I problemi fisici che ho avuto e che fortunatamente sto risolvendo hanno creato e via via amplificato un certo stato d'ansia, debilitandomi non solo fisicamente. Della serie: se sei sempre stato bene e non sei abituato all'improvviso a stare male d'un colpo. L'essersi accavallato tutto ciò nell'arco di un anno m'ha un pò impaurito, lo ammetto.
Il copione "dell'ansioso che non è ansioso, che poi si sente meglio e alla fine ci ricasca, come dice lei, è sicuramente un circolo vizioso del quale non mi rendo conto.
" Da persona molto razionale e un po' rigida quale sembra". Niente di più vero!
"Spero che questa replica abbia aggiunto altre informazioni alla spiegazione 'accademica' che desiderava, e che non la leggerà come una mancanza di fiducia nei suoi confronti". Neanche per sogno!
Per la Dott.ssa Esposito. "Nell'eta' di suo interesse 3-4 anni e' gia' presente la percezione della vergogna che compare come reazione a certe emozioni/sensazioni. Quindi le posso confermare la "normalita" delle emozioni che lei ricorda" L'età di mio interesse è l'adolescenza (11-12). Mi trovavo a trascorrere del tempo con bambini sui 3-4.
Grazie.
Verissima la prima. I problemi fisici che ho avuto e che fortunatamente sto risolvendo hanno creato e via via amplificato un certo stato d'ansia, debilitandomi non solo fisicamente. Della serie: se sei sempre stato bene e non sei abituato all'improvviso a stare male d'un colpo. L'essersi accavallato tutto ciò nell'arco di un anno m'ha un pò impaurito, lo ammetto.
Il copione "dell'ansioso che non è ansioso, che poi si sente meglio e alla fine ci ricasca, come dice lei, è sicuramente un circolo vizioso del quale non mi rendo conto.
" Da persona molto razionale e un po' rigida quale sembra". Niente di più vero!
"Spero che questa replica abbia aggiunto altre informazioni alla spiegazione 'accademica' che desiderava, e che non la leggerà come una mancanza di fiducia nei suoi confronti". Neanche per sogno!
Per la Dott.ssa Esposito. "Nell'eta' di suo interesse 3-4 anni e' gia' presente la percezione della vergogna che compare come reazione a certe emozioni/sensazioni. Quindi le posso confermare la "normalita" delle emozioni che lei ricorda" L'età di mio interesse è l'adolescenza (11-12). Mi trovavo a trascorrere del tempo con bambini sui 3-4.
Grazie.
[#10]
Gentile ragazzo,
Mi scusi per l'errore, anzitutto.
Essendo l'eta a cui si riferisce 11-12 anni l'aspetto relazionale e' presente. Non si puo' pero' applicare una teoria generale alla situazione che lei descrive.
Si tratta di una situazione indiviuale che puo' avere diverse origini.
Devo anche io a questo punto associarmi a quanto indicatole dai colleghi.
Mi dispiace non potere essere utile in tale sede ma certamente lei avra' compreso le ragioni. Si tratta anche di una forma di delicatezza verso un suo aspetto emozionale molto delicato.
I migliori saluti
Mi scusi per l'errore, anzitutto.
Essendo l'eta a cui si riferisce 11-12 anni l'aspetto relazionale e' presente. Non si puo' pero' applicare una teoria generale alla situazione che lei descrive.
Si tratta di una situazione indiviuale che puo' avere diverse origini.
Devo anche io a questo punto associarmi a quanto indicatole dai colleghi.
Mi dispiace non potere essere utile in tale sede ma certamente lei avra' compreso le ragioni. Si tratta anche di una forma di delicatezza verso un suo aspetto emozionale molto delicato.
I migliori saluti
[#11]
Ex utente
Dottori, grazie. Vorrei puntualizzare una cosa. Io, in realtà, mi ero già rivolto a uno psichiatra-psicoterapeuta, di persona. E una persona che già conoscevo e con la quale ho confidenza. Gli ho descritto però soltanto una faccia della medaglia, nel senso che gli ho spiegato che sto attraversando un periodo di grande stress per via dello studio (è vero, è un anno e mezzo che non mi fermo) e che il tutto mi ha un pò esaurito. Gli ho parlato dell'ansia, della difficoltà a dormire e di certi pensieri ricorrenti, ma senza approfondire più di tanto. Mi ha risposto che tale genere di sintomi sono conseguenza della risposta dell'organismo allo stress, alle volte eccessivo e ignorato da chi ne è colpito. Ha aggiunto inoltre che potrei avere un livello di aspettativa circa il mio rendimento troppo alto, e nel momento in cui per una battuta d'arresto le cose cambiano non lo riesco ad accettare. Mi ha prescritto, almeno per un paio di mesi, il Serestill, ma a dosaggio inferiore al minimo consigliato. Praticamente ne prendo 20 gocce al giorno. Lo sto assumendo da circa 3 settimane. Diciamo che l'ansia quando sparisce e quando si ripresenta, ma in maniera più gestibile rispetto agli inizi, anche se non ne sono sicurissimo. Quanto ai pensieri ho avvertito un certo ridimensionamento. Mi viene difficile spiegarlo. Di esserci ci sono, ma sono meno pesanti e stressanti rispetto a prima. Ora, considerando questo e magari anche quanto ho scritto già nella richiesta precedente, può essere il mio stato d'animo riconducibile a un forte stress psico-fisico? Sicuramente mi direte di parlarne con la persona che ho accennato, ma il punto è che non posso permettermi questo tipo di consulenza, non perchè non mi vada bensì perchè non ne ho la possibilità economica. Tra l'altro, il fatto di conoscerlo mi imbarazzerebbe, e non poco.
Grazie
Grazie
[#12]
Gentile. Ragazzo,
E' comprensibile il suo imbarazzo verso lo specialista, ma tenga presente che chi opera in questo campo ha un approccio specializzato, non giudicante. Ma se non dovesse sentirsi a suo agio potrebbe affiancare alla terapia medica una psicoterapia effettiuata presso la ASL (più' economica perche' viene corrisposto il solo tiket per le prestazioni ambulatoriali).
Ci tenga informati se lo desidera.
Cordialmente.
E' comprensibile il suo imbarazzo verso lo specialista, ma tenga presente che chi opera in questo campo ha un approccio specializzato, non giudicante. Ma se non dovesse sentirsi a suo agio potrebbe affiancare alla terapia medica una psicoterapia effettiuata presso la ASL (più' economica perche' viene corrisposto il solo tiket per le prestazioni ambulatoriali).
Ci tenga informati se lo desidera.
Cordialmente.
Questo consulto ha ricevuto 12 risposte e 3.2k visite dal 18/07/2012.
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