Mal di vivere

Salve.
Vi scrivo perché non so più come uscire dalla gabbia che mi sono creata.
Ho 22 anni e da circa 3 anni mi sono completamente rinchiusa in me stessa.
Soffro di ansia cronica, per ogni minima cosa. Altero dei momenti di depressione ad altri quasi di iperattività(questi ultimi però sono molto meno frequenti).
Tre anni fa, finita la scuola superiore ho deciso di tagliare i rapporti con un ragazzo di cui mi sono innamorata persa. Dopo 2 anni d frequentazione(e di sopportazione a causa del suo umore altalenante) ho dovuto ammettere a me stessa che lui amava,in maniera quasi adulatoria, un’altra persona.
Ne ho sofferto molto, anche perché ogni minima cosa per lui era da paragonare all’altra.
Ho deciso così di mollare tutto e cercare di dimenticarlo.
Fu subito dopo che ho iniziato ad abusare di alcool. Dipendenza che dura tutt’ora;la sera se non bevo non riesco nemmeno a dormire.
Sempre in quel periodo infatti ho sofferto di insonnia, solo da sbronza riuscivo ad addormentarmi, le paure e la testa piena non mi facevano prender sonno. Mi sono iscritta successivamente all’università dopo varie discussioni e non appoggio da parte dei miei genitori, sono andata ad abitare da sola in un monolocale. All’università non sono mai andata.
Ho passato in sintesi un anno e mezzo rinchiusa a casa al buio, ogni tanto uscivo con qualche amica a prender da bere. Per il resto a parte lo stare male di quel periodo non ricordo nulla.
Dopo due anni sono ritornata a casa.
I miei pensano ancora che vada all’università,ad ogni loro domanda su eventuali esami devo mentire spudoratamente.
Ora ho trovato un lavoro che mi permette di mantenermi e sono tornata a vivere da sola.
Questo però non mi ha dato la serenità che credevo. La mia depressione in questi anni si è cronicizzata. Non c’è niente che mi dia più gioia e soprattutto niente che mi dia la forza e la voglia. La risposta la conosco, dovrei essere io. Le mie giornate quindi le passo tra il lavoro e la sera a casa, anche quando mi si propone di uscire non c’è nessuna voglia di veder gente e parlare con loro del più e del meno. Nel frattempo però ho conosciuto un ragazzo che si è innamorato di me. Io non provo le stesse cose,anche se gli voglio bene e lo rispetto tanto, so che prima o poi questo rapporto finirà. A lui l’ho detto ma sembra non voler capire,conosce solo in minima parte i miei problemi.
Non so se riesco ancora ad andare avanti. La noia, i pianti, le momentanee illusioni, la tristezza e la mia paura non me lo permettono.
So bene che l’unica risposta è quella di andare da uno specialista e in qualche centro per disintossicarmi dall’alcool. Ma nemmeno di questo ho voglia.
Scrivo qua,perché,non so.
[#1]
Dr.ssa Paola Scalco Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 4.3k 102
Gentile Ragazza,
perdoni il gioco di parole, ma mi pare che, in quanto ha descritto, il vivere male e il male di vivere siano mescolati in un circolo vizioso che solamente Lei può decidere di spezzare.
Come già sa, è difficile riuscirvi da sola.
Il modo per farlo è probabilemente quello di rivolgersi non ad un solo specialista, ma a due: psicologo e psichiatra, per una terapia farmacologica e una psicoterapia parallele.
Forse, il motivo per cui ha scritto qui è che da qualche parte si deve pur iniziare: farlo dietro lo schermo del pc può essere più facile, ma non può certo essere risolutivo.

Saluti.


Dr.ssa Paola Scalco, Psicoterapia Cognitiva e Sessuologia Clinica
ASTI - Cell. 331 5246947
https://whatsapp.com/channel/0029Va982SIIN9ipi00hwO2i

[#2]
Attivo dal 2012 al 2012
Ex utente
Lo so bene. E probabilmente questo mio consulto è, se non inutile, retorico.
So però che non riesco a trovare la forza di farlo ora.

Grazie comunque per la risposta veloce.

[#3]
Dr.ssa Giselle Ferretti Psicologo, Psicoterapeuta 615 14
Gentile ragazza,
lei ha decisamente dei problemi, ma anche delle risorse importanti che non deve sottovalutare. Ha descritto un quadro molto complesso in modo chiaro e preciso: l'ansia, il tentativo di autocurarsi con l'alcool, poi la depressione, i tentativi di fuggire da qualcosa che forse conosce o forse no.
Nonostante tutto questo è riuscita a trovare un lavoro ed a vivere da sola. Con questi problemi non è affatto facile né scontato, anzi.
Inoltre soffre di tutto questo da "soli" tre anni ed è molto giovane.
Scrivendoci ha ammesso a se stessa che è scattato qualcosa dentro di sé: forse è giunto il momento di affrontare certe difficoltà e certi fantasmi.

Che ne pensa?

Dott.ssa Giselle Ferretti Psicologa Psicoterapeuta
www.giselleferretti.it
https://www.facebook.com/giselleferrettipsicologa?ref=hl

[#4]
Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Gentile sign.a,
Da quanto dice la sua depressione si e' cronicIzzata, e' vero. .Ma lei l'ha aiutata molto a farlo. Soprattutto con l'alcol.
Io mi associo a quanto le ha suggerito la collega, ma vorrei focalizzare la sua attenzione sull'alcol. Bere costituIsce il modo di deprimersi senza possibilita' di tirarsi su. Qualsiasi sua spinta verso la vita viene inattivata dall'alcol.
Quindi la prima cosa che deve promettersi e' di non tagliarsi le gambe in questo modo.
Poi potra' iniziare qualunque altra terapia.
Tenga presente che dall'alcol si puo' uscire.
Per dormire le verranno prescritti dei farmaci che la faranno riposare tranquilla, senza doversi intossicare per farlo.
Ci tenga informati se vuole.
Cordialmente

Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132

[#5]
Dr.ssa Paola Scalco Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 4.3k 102
Inutile non direi: è un primo piccolo passo per ammettere con se stessa di avere un problema e di avere bisogno di aiuto.
Il fatto che ora ritenga di non avere la forza per farlo, fa probabilmente parte del problema stesso.
Pensa che ci potrebbe essere qualcuno accanto a Lei (un amico, un famigliare...) che potrebbe fungere da tramite, da "stampella" temporanea per aiutarla ad iniziare? Io credo che la maggior difficoltà stia proprio nel far questo primo importante passo, ma che una volta iniziato, una volta posti degli obiettivi per recuperare la voglia di vivere una vita migliore, Lei possa giorno dopo giorno ritrovare le energie per proseguire il suo percorso terapeutico.
[#6]
Attivo dal 2012 al 2012
Ex utente
Vi ringrazio di avermi risposto.

La descrizione del mio problema l'ho espressa in termini abbastanza concreti per quanto riguarda la vita quotidiana. In realtà c'è qualcosa di molto più profondo. Non ho mai avuto molta voglia di vivere e di fare le cose. L' ho sempre trovato e mi son sempre sentita abbastanza inutile.
Il problema concreto si è manifestato sì relativamente da poco ma se devo tornare indietro con il tempo non sono mai stata spensierata e tranquilla.
Il passo di cui parlate è vero. Probabilmente è arrivato il momento di dare una svolta e trovare la soluzione a tutto ciò. Arrivato il momento di farmi aiutare. Ma non ci credo. Non credo che si possa star bene. Vivere mi pesa e non riesco ad accontentarmi di piccoli sprazzi di gioia,sempre controllati.
Non trovo senso, nè pace.

Ad ogni modo grazie molte.

Cordiali saluti
[#7]
Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317
Gentile Ragazza,
La vita che abita, sembra non soddisfarla a pieno e, la scadente qualita' di vita, sembra ormai essere una costante, per lasciare poco spazio ad episodi isolati di benessere .
Avere scritto a noi, potrebbe essere ilrimo passo, verso la consapevolezza, verso la necessita' di attuare un cambiamento.
Uno psicoterapeuta e' la figura piu' idonea per poter cominciare, vedra' che all' interno di una buona alleanza terapeutica e, con un clima non giudicante, trovera' le risorse per un possibile lavoro su di se'.
Cari auguri

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

[#8]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
Molte persone ci scrivono illudendosi di poter trovare via web lo stesso aiuto che troverebbero di persona. Evitare di rivolgersi a un professionista non è questione di forza, ma di motivazione. Ogni situazione psichica ha un suo equilibrio da mantenere, persino quelle patologiche:

https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/375-la-resistenza-in-psicoterapia.html

>>> Arrivato il momento di farmi aiutare. Ma non ci credo. Non credo che si possa star bene.
>>>

Se non lo crede, forse lo sospetta. Altrimenti non si spiegherebbe come mai ci avrebbe scritto.

https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/2109-ansia-depressione-problemi-sessuali-relazionali-c-posso-farcela-da-solo.html

[#9]
Attivo dal 2012 al 2012
Ex utente
Ho letto con interesse gli articoli allegati e devo ammettere che sono tutte cose che mi riguardano.
Il fatto della mia resistenza, del buttarla soprattutto sull'ironia e di aver pensato di poterne uscire da sola.
Nel mio caso specifico non è che non mi fida degli psicologi,anzi.
Semplicemente ci sarà quello che saprà interagire con me e io con lui e quello con cui non riuscirò a parlare.
E forse è per questo che scrivo qua. Per sapere esattamente a chi rivolgermi. So bene che a distanza in un caso come il mio si può far ben poco.

Una domanda. Che tipo di terapia sarebbe più utile per me?
Grazie
[#10]
Dr.ssa Giselle Ferretti Psicologo, Psicoterapeuta 615 14
Spero che legga questa risposta anche se ha deciso di cancellarsi dal sito.

Provi a leggere questi per farsi un'idea di quale orientamento potrebbe essere più vicino al suo modo di essere e di sentire:

https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/533-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico.html

https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1333-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico-parte-ii.html

Consideri che al di là dell'orientamento è molto importante che si stabilisca tra lei e lo psicoterapeuta un rapporto di fiducia, e per verificare questo è necessario "incontrarsi".

A volte è più facile restare nella condizione del momento, anche se fa stare male, perché è conosciuta e familiare. Se si ha il coraggio di osare, si possono avere esiti inaspettati.

La invito a porsi questa domanda:come mai ha deciso proprio adesso di concedersi il dubbio che si possa fare qualcosa per la sua situazione?

Cari auguri,
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