Mondo immaginario
buongiorno,
volevo sapere quando la creazione di un mondo immaginario può essere considerato un sintomo e quando invece è normale. Se una persona a partire dalla fine dell'infanzia (più o meno dai 10 anni) crea, in parallelo alla sua vita quotidiana, una realtà parallela con una sua storia, uno svolgimento cronologico, con personaggi ben caratterizzati e "realistici", e nei momenti più o meno opportuni ci si immerge, può essere considerata normale? L'aspetto peggiore è che questo tipo di realtà non è "positiva" (con amori immaginari, successi, felicità), ma molto negativa, con una figura centrale persecutoria e piena di violenze, crudeltà, abusi. Quindi non creata allo scopo di "far stare meglio" ma il contrario.
Questo tipo di fantasia non è stata "decisa" ma creata inconsapevolmente a poco a poco, quasi senza rendersene conto, semplicemente abbandonandosi alla "creazione". Continua nell'età adulta e torna sempre, anche se razionalmente si capisce che non è una cosa positiva e la si vorrebbe abbandonare. L'esame di realtà è presente, i due "mondi"(reale e immaginario) non si mischiano anche se le fantasie sono immaginate molto intensamente fino a distanziarsi molto dalla realtà circostante; queste fantasie hanno lasciato delle conseguenze, come paure e fastidi per cose che sono state "subite" in questa realtà parallela.
Volevo chiedere, quanto è normale o patologico tutto questo?non ho mai trovato nei testi o su internet questo tipo di argomento e mi incuriosisce sapere cosa ne pensate. Grazie
volevo sapere quando la creazione di un mondo immaginario può essere considerato un sintomo e quando invece è normale. Se una persona a partire dalla fine dell'infanzia (più o meno dai 10 anni) crea, in parallelo alla sua vita quotidiana, una realtà parallela con una sua storia, uno svolgimento cronologico, con personaggi ben caratterizzati e "realistici", e nei momenti più o meno opportuni ci si immerge, può essere considerata normale? L'aspetto peggiore è che questo tipo di realtà non è "positiva" (con amori immaginari, successi, felicità), ma molto negativa, con una figura centrale persecutoria e piena di violenze, crudeltà, abusi. Quindi non creata allo scopo di "far stare meglio" ma il contrario.
Questo tipo di fantasia non è stata "decisa" ma creata inconsapevolmente a poco a poco, quasi senza rendersene conto, semplicemente abbandonandosi alla "creazione". Continua nell'età adulta e torna sempre, anche se razionalmente si capisce che non è una cosa positiva e la si vorrebbe abbandonare. L'esame di realtà è presente, i due "mondi"(reale e immaginario) non si mischiano anche se le fantasie sono immaginate molto intensamente fino a distanziarsi molto dalla realtà circostante; queste fantasie hanno lasciato delle conseguenze, come paure e fastidi per cose che sono state "subite" in questa realtà parallela.
Volevo chiedere, quanto è normale o patologico tutto questo?non ho mai trovato nei testi o su internet questo tipo di argomento e mi incuriosisce sapere cosa ne pensate. Grazie
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premettendo che il rapporto con un mondo immaginario è patrimonio di tutti, normali e non, esso assume connotazioni patologiche quando i confini cominicano a perdere i loro contorni. Qunado comincia a diventare difficoltoso distinguere questo dalla realtà.
che poi ci siano contenuti negativi questi vanno inquadrati nella storia del soggetto e le sue motivazioni a crearlo negativo o positivo.
saluti
che poi ci siano contenuti negativi questi vanno inquadrati nella storia del soggetto e le sue motivazioni a crearlo negativo o positivo.
saluti
Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks
[#2]
Gentile Utente,
sta parlando di se stessa?
Parla in terza persona, non comprendo se desidera notizie in generale o parla di sè.
A mio avviso, se nel tempo e con la crescita questo mondo immaginario, rappresenta l'isola che non c'è, dove la fuga dalla realtà e dalle difficoltà, viene facilitata, bisognerebbe chiedersi cosa non funziona nella realtà, quali sono le tensioni, le situazioni irrisolte, ecc...e cosa questo falso sè, cioè questa dimensione altra dell'esistenza, conferisce e regala.
Credo che andrebbero distinte le fantasie, i desideri, i sogni, la capacità di immaginare e sentire cosa non c'è, dal trasferimento "altrove".
sta parlando di se stessa?
Parla in terza persona, non comprendo se desidera notizie in generale o parla di sè.
A mio avviso, se nel tempo e con la crescita questo mondo immaginario, rappresenta l'isola che non c'è, dove la fuga dalla realtà e dalle difficoltà, viene facilitata, bisognerebbe chiedersi cosa non funziona nella realtà, quali sono le tensioni, le situazioni irrisolte, ecc...e cosa questo falso sè, cioè questa dimensione altra dell'esistenza, conferisce e regala.
Credo che andrebbero distinte le fantasie, i desideri, i sogni, la capacità di immaginare e sentire cosa non c'è, dal trasferimento "altrove".
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
[#3]
Utente
salve, volevo sapere qualcosa sull'argomento perchè non ho trovato niente sui libri, ma in questo caso effettivamente la cosa mi riguarda. Il fatto è che dopo qualche anno, improvvisamente, mi sono resa conto che quello che vivevo non era una fantasia ogni tanto ma un vero e proprio mondo, cresciuto con me, a volte ci rimanevo tutti i giorni anche per molte ore. Ma la cosa è stata così graduale che ci è voluto un po' per capirlo e ammetterlo. è strano perchè invece da bambina non ricordo di aver avuto amici immaginari e le normali fantasie da bambini. è cominciato con la pubertà. Pensavo che sarebbe finito da solo, invece continua, con periodi buoni e altri in cui è costantemente presente, me ne vergogno perchè alla mia età non è accettabile. Non so perchè continui, è più forte di me e oltre tutto, come spiegavo sopra, non mi da alcun tipo di sollievo ma solo angoscia. Tutto questo, unito ad altri problemi, mi preoccupa, ma volevo appunto sapere se è una cosa non particolarmente rilevante. Il fatto è che non sono riuscita nemmeno a parlarne in terapia perchè è una cosa troppo strana e poi non sarebbe più stata mia, per quanto mi dia fastidio mi sembra di perdere un pezzo di me dicendolo ad altri.
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Utente
perchè qui posso presentare il problema su un piano abbastanza generale, senza entrare nel dettaglio, che è quello che non mi sento di condividere. Volevo semplicemente sapere se il problema in generale è, appunto, un problema o se è nei limiti della normalità e quindi posso conviverci pacificamente senza dover correre ai ripari. Non avendo trovato informazioni altrove, chiedevo appunto qui perchè ho sempre trovato molta disponibilità.
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Non è una questione di disponibilità o meno, ma di poter fare una diagnosi della "sua" difficoltà , che online non è possibile.
Ogni storia di vita, ogni disagio, ogni emozione, sono sempre soggettive e relative al soggetto che le vive, non si può generalizzare, non si tratta di una frattura di un osso, che potrebbe essere uguale per tutti.
Valuti l'opportunità di approfondire l'argomento con la terapauta che la sta seguendo.
Ogni storia di vita, ogni disagio, ogni emozione, sono sempre soggettive e relative al soggetto che le vive, non si può generalizzare, non si tratta di una frattura di un osso, che potrebbe essere uguale per tutti.
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Questo consulto ha ricevuto 8 risposte e 8k visite dal 12/07/2012.
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