Tutti mi lasciano allo stesso modo
Salve,
Ho 28 anni ed un problema che mi porto dietro da anni.
Difficilmente sono attratta da un uomo, quando esco con qualcuno so già che la prima volta lo ascolto, se mi piace, entro la seconda volta max terza che lo incontro devo sentire una certa attrazione fisica per poter iniziare qualcosa.
Ho avuto tanti stro... Mai un fidanzamento alla luce del giorno, prime settimane sembrano pazzi di me poi il tutto va a scemare pian piano sempre più (da parte loro)mentre io, dapprima sto sulle mie e poi entro in crisi, inizio ad innescare la rissa per vedere quanto "emotivamente" mi rispondono. Tutti mi evitavano sempre piu fino al mio sbrocco totale in cui chiedo "perchè" e spariscono. L'ultimo non è sparito ha accettato di prendere un caffè con me per salutarci, lui mi dava modo di pensare che ci tenesse perchè non mi ignorava ma si arrabbiava con me. Anche lui non sa spiegarsi: dopo tot settimane ha iniziato a sentire che non c'era amore, voleva andar via ma poi tornava perchè gli mancavo ma il rapporto peggiorava. Fino ad oggi che si è chiuso tutto anche con lui ed io mi chiedo perchè? Perchè tutti dicono che sono una ragazza d'oro ma non mi amano e non vogliono farmi soffrire quando il primo mese sembra che io sia per loro la madonna venuta in terra?
Cosa faccio di sbagliato?
Non posso stare sempre cosí male!
P.s: ci tengo a dire che appena inizio ad aver qualche dubbio, prima di stare sulle mie per vedere l'effetto che fa e poi, successivamente chiedere spiegazioni, il mio peso corporeo inizia a calare...
Ho 28 anni ed un problema che mi porto dietro da anni.
Difficilmente sono attratta da un uomo, quando esco con qualcuno so già che la prima volta lo ascolto, se mi piace, entro la seconda volta max terza che lo incontro devo sentire una certa attrazione fisica per poter iniziare qualcosa.
Ho avuto tanti stro... Mai un fidanzamento alla luce del giorno, prime settimane sembrano pazzi di me poi il tutto va a scemare pian piano sempre più (da parte loro)mentre io, dapprima sto sulle mie e poi entro in crisi, inizio ad innescare la rissa per vedere quanto "emotivamente" mi rispondono. Tutti mi evitavano sempre piu fino al mio sbrocco totale in cui chiedo "perchè" e spariscono. L'ultimo non è sparito ha accettato di prendere un caffè con me per salutarci, lui mi dava modo di pensare che ci tenesse perchè non mi ignorava ma si arrabbiava con me. Anche lui non sa spiegarsi: dopo tot settimane ha iniziato a sentire che non c'era amore, voleva andar via ma poi tornava perchè gli mancavo ma il rapporto peggiorava. Fino ad oggi che si è chiuso tutto anche con lui ed io mi chiedo perchè? Perchè tutti dicono che sono una ragazza d'oro ma non mi amano e non vogliono farmi soffrire quando il primo mese sembra che io sia per loro la madonna venuta in terra?
Cosa faccio di sbagliato?
Non posso stare sempre cosí male!
P.s: ci tengo a dire che appena inizio ad aver qualche dubbio, prima di stare sulle mie per vedere l'effetto che fa e poi, successivamente chiedere spiegazioni, il mio peso corporeo inizia a calare...
[#1]
Gentile Ragazza,
Ogni relazione, che duri una sera o tutta la vita, e' molto di piu' della semplice somma delle sue parti, e' caratterizzata da lei, dalle sue aspettative, dai suoi desideri inconsci, dalla sua vita emozionale pregressa ed attuale, dal suo patrimonio di valori, dal suo non verbale ecc..... E dal mondo dell' altro.
Non e' possibile generalizzare e comprendere da qui' tutte le sue relazioni, cosi' come non credo possano essere omologate ad un unico copione disfunzionale.
Uno psicologo, potrebbe aiutarla a mettere a fuoco la sua affettivita' e relazionalita' , che da quanto leggo sembra essere il suo tallone d'Achille.
Ogni relazione, che duri una sera o tutta la vita, e' molto di piu' della semplice somma delle sue parti, e' caratterizzata da lei, dalle sue aspettative, dai suoi desideri inconsci, dalla sua vita emozionale pregressa ed attuale, dal suo patrimonio di valori, dal suo non verbale ecc..... E dal mondo dell' altro.
Non e' possibile generalizzare e comprendere da qui' tutte le sue relazioni, cosi' come non credo possano essere omologate ad un unico copione disfunzionale.
Uno psicologo, potrebbe aiutarla a mettere a fuoco la sua affettivita' e relazionalita' , che da quanto leggo sembra essere il suo tallone d'Achille.
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
[#2]
Ex utente
Grazie dott.ssa
Si forse stanotte ancora sconvolta ho scritto tutto e niente.
In pratica le questioni sono 2.
La prima è che non riesco a gestire con loro la rabbia del rifiuto, (o del semplice allontanamento?) e finiscono per rifiutarmi sul serio.
La seconda è che nonostante fossero persone molto diverse tra loro con tutti è finita che li ho tartassati finchè non mi hanno risposto tutti allo stesso modo.
Questo, ed il fatto che durante le relazioni (in corso d'opera) il mio peso cali vorticosamente mi dà da pensare che forse il problema sono io.
Grazie
Buona giornata
Si forse stanotte ancora sconvolta ho scritto tutto e niente.
In pratica le questioni sono 2.
La prima è che non riesco a gestire con loro la rabbia del rifiuto, (o del semplice allontanamento?) e finiscono per rifiutarmi sul serio.
La seconda è che nonostante fossero persone molto diverse tra loro con tutti è finita che li ho tartassati finchè non mi hanno risposto tutti allo stesso modo.
Questo, ed il fatto che durante le relazioni (in corso d'opera) il mio peso cali vorticosamente mi dà da pensare che forse il problema sono io.
Grazie
Buona giornata
[#4]
Gentile Utente,
nel suo primo post mi incuriosiscono diversi punti: Lei scrive "entro la seconda volta max terza che lo incontro devo sentire una certa attrazione fisica per poter iniziare qualcosa"
Che cosa vuol dire che "deve"?
Sembra, se non ho capito male che anche l'attrazione o la simpatia o l'interesse *debba* venire a comando...
Inoltre Lei descrive modalità relazionali tipiche delle persone che hanno avuto un determinato accudimento: è come se lei volesse INCONSAPEVOLMENTE sottoporre a test queste persone per vedere fin dove possono reggere. A che cosa Le serve? Che cosa ha bisogno di capire da queste persone?
"inizio ad innescare la rissa per vedere quanto "emotivamente" mi rispondono"
A dire il vero nelle relazioni, se l'altro è "compatibile", possiamo scoprirlo anche in altro modo: non c'è alcun bisogno di innescare risse. Sarebbe sufficiente vivere la quotidianità tranquillamente e, in caso di conflitto, provare a verificare se c'è incontro, se è possibile affrontarlo insieme a capire se quella potrebbe essere la persona con cui costruire qualcosa di importante.
"Perchè tutti dicono che sono una ragazza d'oro ma non mi amano e non vogliono farmi soffrire quando il primo mese sembra che io sia per loro la madonna venuta in terra?
Forse perchè, da quelo che ci dice, per proteggersi Lei sa perfettamente come allontanare le persone (sempre INCONSAPEVOLMENTE).
Su tali meccanismi cognitivi, emotivi e comportamentali varrebbe la pensa fermarsi e rivederli con l'aiuto di uno psicologo psicoterapeuta.
Altrimenti la storia si ripeterà, non perchè lei abbia qualcosa di sbagliato, ma perchè non riesce a vedere come funziona e come si relaziona con gli altri. E nessuno di noi può vedere tali dinamiche se non all'interno di una relazione, come la relazione terapeutica con uno psicologo psicoterapeuta.
Un cordiale saluto,
nel suo primo post mi incuriosiscono diversi punti: Lei scrive "entro la seconda volta max terza che lo incontro devo sentire una certa attrazione fisica per poter iniziare qualcosa"
Che cosa vuol dire che "deve"?
Sembra, se non ho capito male che anche l'attrazione o la simpatia o l'interesse *debba* venire a comando...
Inoltre Lei descrive modalità relazionali tipiche delle persone che hanno avuto un determinato accudimento: è come se lei volesse INCONSAPEVOLMENTE sottoporre a test queste persone per vedere fin dove possono reggere. A che cosa Le serve? Che cosa ha bisogno di capire da queste persone?
"inizio ad innescare la rissa per vedere quanto "emotivamente" mi rispondono"
A dire il vero nelle relazioni, se l'altro è "compatibile", possiamo scoprirlo anche in altro modo: non c'è alcun bisogno di innescare risse. Sarebbe sufficiente vivere la quotidianità tranquillamente e, in caso di conflitto, provare a verificare se c'è incontro, se è possibile affrontarlo insieme a capire se quella potrebbe essere la persona con cui costruire qualcosa di importante.
"Perchè tutti dicono che sono una ragazza d'oro ma non mi amano e non vogliono farmi soffrire quando il primo mese sembra che io sia per loro la madonna venuta in terra?
Forse perchè, da quelo che ci dice, per proteggersi Lei sa perfettamente come allontanare le persone (sempre INCONSAPEVOLMENTE).
Su tali meccanismi cognitivi, emotivi e comportamentali varrebbe la pensa fermarsi e rivederli con l'aiuto di uno psicologo psicoterapeuta.
Altrimenti la storia si ripeterà, non perchè lei abbia qualcosa di sbagliato, ma perchè non riesce a vedere come funziona e come si relaziona con gli altri. E nessuno di noi può vedere tali dinamiche se non all'interno di una relazione, come la relazione terapeutica con uno psicologo psicoterapeuta.
Un cordiale saluto,
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
[#5]
Ex utente
Buongiorno,
grazie dott. Angela.
Devo, nel senso che altrimenti so che di questa persona non potrò mai innamorarmi se entro quei limiti di tempo non "sento" un interesse a 360°...l'ho constatato.
Il test mi serve per capire se tengono a me veramente e fino ad oggi pensavo che finchè nessuno di loro mi rispondesse in modo "emotivo" (arrabbiarsi fondamentalmente) mi stavano prendendo in giro.
Purtroppo con la mia ultima storia ho capito che se anche l'altro si arrabbia/si offende e ti da corda non vuol dire che ti ami...o addirittura è stato questo gioco perverso a farlo andare via? boh
Per me il fulcro non è "siamo compatibili?" ma: "mi ami?".
Altro punto che ho dimenticato è che nel bel mezzo della storia loro avvertono un malessere inspiegabile, si sentono senza sentimenti per nulla e per nessuno, l'ultimo ha iniziato ad andare anche da una psicoterapeuta ma non ci è più andato dal momento (forse) che ha intuito che standomi lontano riusciva a ripristinare un certo equilibrio e lo vedo che sta meglio. Anche gli altri stavano molto meglio e le paranoie sparivano nel momento in cui chiudevano con me.
In ultimo non so se possa entrarci qualcosa forse il copione disfunzionale di cui parlava la dott. prima è dovuto al fatto che con mio padre non ho mai avuto un buon rapporto?
Mi parlava solo per urlarmi di qualcosa che secondo lui non andava bene. (es.correre, urlare, fumare, uscire e tornare dopo le 22 ecc...) ma questo è iniziato dal compimento dei miei 6/ 7 anni.
Prima era il mio idolo eravamo sempre insieme e ci adoravamo e c'era un contatto fisico mai più avvenuto.
io e mia mamma ci spieghiamo questa cosa pensando che fosse cambiato così per non diventare "l'amicone" ma fare il papà severo ed ottenere una certa obbedienza da parte mia.
Non voglio incolparlo di nulla però. Il problema sono io.
Scusate se vi ho tediato, prometto che da stasera inizierò a cercare attivamente uno psicoterapeuta.
grazie mille
grazie dott. Angela.
Devo, nel senso che altrimenti so che di questa persona non potrò mai innamorarmi se entro quei limiti di tempo non "sento" un interesse a 360°...l'ho constatato.
Il test mi serve per capire se tengono a me veramente e fino ad oggi pensavo che finchè nessuno di loro mi rispondesse in modo "emotivo" (arrabbiarsi fondamentalmente) mi stavano prendendo in giro.
Purtroppo con la mia ultima storia ho capito che se anche l'altro si arrabbia/si offende e ti da corda non vuol dire che ti ami...o addirittura è stato questo gioco perverso a farlo andare via? boh
Per me il fulcro non è "siamo compatibili?" ma: "mi ami?".
Altro punto che ho dimenticato è che nel bel mezzo della storia loro avvertono un malessere inspiegabile, si sentono senza sentimenti per nulla e per nessuno, l'ultimo ha iniziato ad andare anche da una psicoterapeuta ma non ci è più andato dal momento (forse) che ha intuito che standomi lontano riusciva a ripristinare un certo equilibrio e lo vedo che sta meglio. Anche gli altri stavano molto meglio e le paranoie sparivano nel momento in cui chiudevano con me.
In ultimo non so se possa entrarci qualcosa forse il copione disfunzionale di cui parlava la dott. prima è dovuto al fatto che con mio padre non ho mai avuto un buon rapporto?
Mi parlava solo per urlarmi di qualcosa che secondo lui non andava bene. (es.correre, urlare, fumare, uscire e tornare dopo le 22 ecc...) ma questo è iniziato dal compimento dei miei 6/ 7 anni.
Prima era il mio idolo eravamo sempre insieme e ci adoravamo e c'era un contatto fisico mai più avvenuto.
io e mia mamma ci spieghiamo questa cosa pensando che fosse cambiato così per non diventare "l'amicone" ma fare il papà severo ed ottenere una certa obbedienza da parte mia.
Non voglio incolparlo di nulla però. Il problema sono io.
Scusate se vi ho tediato, prometto che da stasera inizierò a cercare attivamente uno psicoterapeuta.
grazie mille
[#6]
Gentile Utente,
era chiarissimo che il test servisse per comprendere se l'uomo con cui ha una storia la ama. E probabilmente Le serve anche per capire se la ama *veramente* e in modo incondizionato (cioè quando Lei lo sottopone a questi test).
Fa parte della natura umana e soprattutto di alcune persone che hanno questa vulnerabilità un po' più accentuata (tutti nasciamo con il bisogno di riceve amore e protezione, in genere dalla mamma e da entrambi i genitori); a differenza degli altri mammiferi che sono a posto nel momento in cui hanno ricevuto il cibo, noi pretendiamo anche un amore incondizionato.
Ha ragione: non è giusto colpevolizzare nessuno, neppure i propri genitori che, con buona probabilità hanno fatto il massimo per accudirla nei migliore dei modi e nessuno di noi ha genitori perfetti. Talvolta i genitori non sono capaci (non per cattiveria) di comprendere i bisogni sentimentali (richiesta di vicinanza e protezione) dei figli, magari perchè sono più pronti a capire e soddisfare quelli funzionali (es cibo, ecc...).
Comunque fa bene a rivolgersi personalmente allo psicologo psicoterapeuta: probabilmente questa sua vulnerabilità ("mi ami?") ci sarà sempre perchè fa proprio parte del suo modo di stare nella vita. Lei in altre parole probabilmente funziona così e quello dell'amabilità personale è un tema per Lei critico. La psicoterapia in tal senso potrebbe aiutarla a mettere a fuoco il suo modo di funzionare e soprattutto a capire in che modo può serenamente relazionarsi con gli altri, riconoscendo di volta in volta tali meccanismi e gestendoli in altro modo.
L'altro, nella storia con Lei, potrebbe avvertire un disagio probabilmente perchè le Sue (di lei che scrive) richieste di conferma si fanno sempre più pesanti: poichè si relaziona con persone che per definizione sono fallibili e imperfette, è chiaro che mancheranno e la deluderanno. Ma le loro mancanze non hanno a che vedere con quanto lei sia amabile e di valore. Questo però incide sul Suo valore personale: se l'altro sbaglia, sente di valere poco. Se le cose stanno così, si alimenta un meccanismo in cui è difficile davvero vivere. Perchè tali richieste diventeranno sempre più pesanti, ma le conferme non basteranno mai.
Tra i tipi di psicoterapia particolarmente adatti a intercettare tali meccanismi mi permetteo di consigliarle quella cognitivo-comportamentale, la cui efficacia è senz'altro dimostrata.
Ci faccia avere sue notizie in futuro.
Un cordiale saluto,
era chiarissimo che il test servisse per comprendere se l'uomo con cui ha una storia la ama. E probabilmente Le serve anche per capire se la ama *veramente* e in modo incondizionato (cioè quando Lei lo sottopone a questi test).
Fa parte della natura umana e soprattutto di alcune persone che hanno questa vulnerabilità un po' più accentuata (tutti nasciamo con il bisogno di riceve amore e protezione, in genere dalla mamma e da entrambi i genitori); a differenza degli altri mammiferi che sono a posto nel momento in cui hanno ricevuto il cibo, noi pretendiamo anche un amore incondizionato.
Ha ragione: non è giusto colpevolizzare nessuno, neppure i propri genitori che, con buona probabilità hanno fatto il massimo per accudirla nei migliore dei modi e nessuno di noi ha genitori perfetti. Talvolta i genitori non sono capaci (non per cattiveria) di comprendere i bisogni sentimentali (richiesta di vicinanza e protezione) dei figli, magari perchè sono più pronti a capire e soddisfare quelli funzionali (es cibo, ecc...).
Comunque fa bene a rivolgersi personalmente allo psicologo psicoterapeuta: probabilmente questa sua vulnerabilità ("mi ami?") ci sarà sempre perchè fa proprio parte del suo modo di stare nella vita. Lei in altre parole probabilmente funziona così e quello dell'amabilità personale è un tema per Lei critico. La psicoterapia in tal senso potrebbe aiutarla a mettere a fuoco il suo modo di funzionare e soprattutto a capire in che modo può serenamente relazionarsi con gli altri, riconoscendo di volta in volta tali meccanismi e gestendoli in altro modo.
L'altro, nella storia con Lei, potrebbe avvertire un disagio probabilmente perchè le Sue (di lei che scrive) richieste di conferma si fanno sempre più pesanti: poichè si relaziona con persone che per definizione sono fallibili e imperfette, è chiaro che mancheranno e la deluderanno. Ma le loro mancanze non hanno a che vedere con quanto lei sia amabile e di valore. Questo però incide sul Suo valore personale: se l'altro sbaglia, sente di valere poco. Se le cose stanno così, si alimenta un meccanismo in cui è difficile davvero vivere. Perchè tali richieste diventeranno sempre più pesanti, ma le conferme non basteranno mai.
Tra i tipi di psicoterapia particolarmente adatti a intercettare tali meccanismi mi permetteo di consigliarle quella cognitivo-comportamentale, la cui efficacia è senz'altro dimostrata.
Ci faccia avere sue notizie in futuro.
Un cordiale saluto,
[#9]
Ex utente
Salve a tutti,
come promesso eccomi qui a raccontare un pò degli sviluppi personali.
Ho terminato Giovedì una prima fase di "assestamento" con una psicologa.
Ho parlato molto e a volte anche pianto immotivatamente durante le sedute.
Mi sono anche sottoposta a dei test scritti abbastanza lunghetti (circa 3 ore) ed è venuta fuori una lieve depressione, mentre in maniera eclatante c'è il fatto di non saper gestire la rabbia, cioè o che esplodo facendo disastri o che ,quando penso che non sia il caso, tenere tutto dentro con la sensazione che per ore lo somaco si "mangi" da solo.
La dott.ssa mi ha proposto di continuare dopo le ferie a lavorare insieme su un paio di cose:
La prima è monitorarmi sull'impegno che metto a fare nuove amicizie, secondo lei sono troppo sola e piena di responsabilità in un paese che non è il mio quindi la "sicurezza" di contare sugli amici e svagarsi con loro non ce l'ho. (i miei parenti / genitori sono nel mio paese di nascita)
La seconda cosa è quella di insegnarmi a sostituire certi pensieri "negativi" con altri "positivi" ma capire la differenza fra l'illudersi e la realtà/fasciarsi la testa inutilmente e la realtà.
Terza cosa imparare un metodo per gestire la rabbia che non devasti nè gli altri, nè il mio povero stomaco.
In questi 15 gg di ferie io dovrei pensarci e al ritorno ho già un appuntamento fissato per iniziare questo secondo step.
Il problema è che io non mi vedo migliorata, nel senso che dopo un mese dalla fine di questa storia io continuo ad avere alti e bassi così, senza motivo...
Ho quasi paura quando sto meglio che da un momento all'altro la "depressione" mi salti addosso...
La dottoressa mi chiede sempre qual'è il pensiero prima che mi venga una determinata emozione ma io non so risponderle e lei non mi crede...dice che sono i pensieri che portano le emozioni!
Continuo a "controllare" cosa potrebbe dire/pensare/fare il mio ex come ho fatto con tutti gli altri fino a che non era arrivato un nuovo uomo di cui innamorarmi.
Eppure credo fermamente che su 100 le cose che non mi piacevano di questi uomini erano almeno 80 eppure c'è qualcosa che mi tira giù e che mi fa sentire una schifezza...
Mi guardo allo specchio e dico:"Ma porca miseria guarda che figa sono...eppure..."
Come se vivessi attaccata a delle emozioni che non sono stati gli altri a fare qualcosa per farmele vivere ma le avessi vissute io pescandole dentro di me e appiccicandole addosso a queste persone.
Mi chiedo come sia possibile essere così razionale e avere comunque sto maledetto nodo alla gola.
Forse dovrei imparare a vivere l'amore come una cosa normale? una cosa che "mi spetta"? non come un dono? un utopia sta diventando piu vado avanti!
Non ci capisco più niente, vorrei provare rabbia almeno per queste persone ma niente non c'è verso.
L'unica cosa che sono riuscita a fare in questo mese è non farmi più sentire, nonostante abbia avuto per ben 3 volte gli attacchi di cui parlavo sopra, dove inizio a chiamare insistentemente per sapere cosa succede a quella persona...sono riuscita a non alzare neanche un dito...ma che fatica!
L'unica cosa che non riesco proprio è smettere di controllare cosa fa, ma soprattutto cosa pensa ogni giorno...
Che tortura... :''(
Mi dite la vostra? La mia psicologa mi ha preso troppo alla leggera? ha cannato tutto? o ha ragione lei a dire che sistemando quelle cose dovrei "migliorare" anche nelle relazioni?!
Grazie in anticipo a tutti i medici.
come promesso eccomi qui a raccontare un pò degli sviluppi personali.
Ho terminato Giovedì una prima fase di "assestamento" con una psicologa.
Ho parlato molto e a volte anche pianto immotivatamente durante le sedute.
Mi sono anche sottoposta a dei test scritti abbastanza lunghetti (circa 3 ore) ed è venuta fuori una lieve depressione, mentre in maniera eclatante c'è il fatto di non saper gestire la rabbia, cioè o che esplodo facendo disastri o che ,quando penso che non sia il caso, tenere tutto dentro con la sensazione che per ore lo somaco si "mangi" da solo.
La dott.ssa mi ha proposto di continuare dopo le ferie a lavorare insieme su un paio di cose:
La prima è monitorarmi sull'impegno che metto a fare nuove amicizie, secondo lei sono troppo sola e piena di responsabilità in un paese che non è il mio quindi la "sicurezza" di contare sugli amici e svagarsi con loro non ce l'ho. (i miei parenti / genitori sono nel mio paese di nascita)
La seconda cosa è quella di insegnarmi a sostituire certi pensieri "negativi" con altri "positivi" ma capire la differenza fra l'illudersi e la realtà/fasciarsi la testa inutilmente e la realtà.
Terza cosa imparare un metodo per gestire la rabbia che non devasti nè gli altri, nè il mio povero stomaco.
In questi 15 gg di ferie io dovrei pensarci e al ritorno ho già un appuntamento fissato per iniziare questo secondo step.
Il problema è che io non mi vedo migliorata, nel senso che dopo un mese dalla fine di questa storia io continuo ad avere alti e bassi così, senza motivo...
Ho quasi paura quando sto meglio che da un momento all'altro la "depressione" mi salti addosso...
La dottoressa mi chiede sempre qual'è il pensiero prima che mi venga una determinata emozione ma io non so risponderle e lei non mi crede...dice che sono i pensieri che portano le emozioni!
Continuo a "controllare" cosa potrebbe dire/pensare/fare il mio ex come ho fatto con tutti gli altri fino a che non era arrivato un nuovo uomo di cui innamorarmi.
Eppure credo fermamente che su 100 le cose che non mi piacevano di questi uomini erano almeno 80 eppure c'è qualcosa che mi tira giù e che mi fa sentire una schifezza...
Mi guardo allo specchio e dico:"Ma porca miseria guarda che figa sono...eppure..."
Come se vivessi attaccata a delle emozioni che non sono stati gli altri a fare qualcosa per farmele vivere ma le avessi vissute io pescandole dentro di me e appiccicandole addosso a queste persone.
Mi chiedo come sia possibile essere così razionale e avere comunque sto maledetto nodo alla gola.
Forse dovrei imparare a vivere l'amore come una cosa normale? una cosa che "mi spetta"? non come un dono? un utopia sta diventando piu vado avanti!
Non ci capisco più niente, vorrei provare rabbia almeno per queste persone ma niente non c'è verso.
L'unica cosa che sono riuscita a fare in questo mese è non farmi più sentire, nonostante abbia avuto per ben 3 volte gli attacchi di cui parlavo sopra, dove inizio a chiamare insistentemente per sapere cosa succede a quella persona...sono riuscita a non alzare neanche un dito...ma che fatica!
L'unica cosa che non riesco proprio è smettere di controllare cosa fa, ma soprattutto cosa pensa ogni giorno...
Che tortura... :''(
Mi dite la vostra? La mia psicologa mi ha preso troppo alla leggera? ha cannato tutto? o ha ragione lei a dire che sistemando quelle cose dovrei "migliorare" anche nelle relazioni?!
Grazie in anticipo a tutti i medici.
Questo consulto ha ricevuto 9 risposte e 23k visite dal 10/07/2012.
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