Una persona del mio stesso sesso poiché ritengo che amore

Gentile Psicologo,
ho 39 anni e non mi sono mai fidanzato. Ho notevoli dubbi circa il mio orientamento sessuale e vorrei chiarirli definitivamente perché questo fardello mi impedisce di vivere una vita normale. Mi piacciono le ragazze, la loro bellezza e ritengo di potermi innamorare esclusivamente di una donna. Tuttavia sono attratto dalla bellezza fisica maschile e il mio autoerotismo è indirizzato, al momento, verso fantasie erotiche omosessuali. Dico al momento perché quando ero adolescente le mie fantasie rispecchiavano un sentimento etero e ora, dopo un lungo periodo di autoerotismo in chiave omo, sto provando piacere nell'immaginare nuovamente atmosfere sessuali etero. La cosa mi ha favorevolmente sorpreso e mi notevolmente confortato sul fatto che non riesco a concepire la vita con una persona del mio stesso sesso poiché ritengo che amore e sessualità debbano andare di pari passo dato che non riesco ad innamorami di un uomo ma solo immaginare piacere fisico in un tale approccio. Grazie per l'attenzione e attendo un vostro cortese riscontro. Cordiali Saluti.
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Gentile utente,

per quale ragione non ha mai avuto una relazione sentimentale? Non ha mai avuto neppure relazioni sessuali?

In generale diciamo che questo potrebbe essere la causa del Suo dubbio, probabilmente legata ad un certo timore o ansia, accentuata dal fatto provare eccitazione o piacere sessuale nella visione di immagini maschili. Questo è del tutto normale. Guardare una persona dello stesso sesso e ritenerla una bella persona non significa essere omosessuale. E' semmai questo dubbio che meriterebbe attenzione: potrebbe nascondere un po' d'ansia.

Saluti,

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

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Utente
Utente
Gentile Dr.ssa Pileci,
la ringrazio veramente per la cortese sollecitudine con cui ha risposto alla mia richiesta di consulto. Effettivamente ritengo essere una persona che si fa prendere un po dall'ansia e dal timore di essere inadeguato nelle circostanze della vita. Effettivamente, non ho mai avuto una relazione sentimentale ne sessuale forse perchè non ho mai veramente cercato per la paura del rifiuto, di essere ferito, per la sensazione di inadeguatezza ma vorrei cambiare tanto la situazione per avere una famiglia mia e dei bambini. Intorno ai 10-11 anni, dopo aver traslocato dalla precedente abitazione, nel nuovo vicinato ho conosciuto un mio coetaneo il quale, non so e non ricordo come, mi ha coinvolto in giochi erotici da me non cercati ma che non sfuggivo perché pensavo nel mio essere bambino facessero parte del sentimento di amicizia. La prepotenza e l'arroganza di questa persona spalleggiata dai suoi hanno poi diviso le nostre strade in maniera definitiva con il coinvolgimento delle famiglie che sono tuttavia all'oscuro di tali rapporti ma ciò ha costituito l'inizio di un incubo poiché questo ragazzo per vendicarsi mi ha calunniato nel mio paese dicendo ai quattro venti che ero omosessuale con le conseguenze che può immaginare. La mia timidezza, la mia sensibilità e l'incapacità di reagire a questa situazione hanno fatto il resto. Ho sempre tenuto tutto dentro per vergogna e per non far preoccupare i miei che, pur essendo persone un po rigide data la vita non facile che hanno vissuto, mi hanno sempre dimostrato il loro amore concretamente e mi hanno fatto capire cosa significa amare veramente le persone che ti sono care. Ho fatto molti sacrifici per essere quello che sono adesso, la vita non è stata semplice (precariato compreso), ma ora ho un posto di lavoro che ritengo di prestigio, riesco a difendermi, gli altri mi apprezzano nella maggior parte dei casi e mi definiscono come una persona socievole, corretta e leale e ritengo la mia sensibilità un punto di forza che mi consente di apprezzare gli altri per quel che sono e non per cosa posso offrirmi. Ecco perché vorrei cancellare queste fantasie che mi confondono e mi costringono in questa condizione di confusione con l'unico risultato di aumentare la mia ansia e la mia frustrazione... non ho mai parlato di questi miei fatti personali con nessuno, sicuramente sbagliando, e ora sto piangendo per il dolore e le ferite che mi hanno causato e per il loro ricordo. La ringrazio sinceramente se ancora vorrà valutare il peso di quello che Le ho raccontato con il cuore in mano....Grazie ancora.
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
Gentile Utente,

lei ci parla di fantasie che hanno avuto un inizio e una fine: da un iniziale contenuto eterosessuale è passato ad uno omosessuale, per poi ritornare ultimamente a fantasticare sulle donne.

Le vorrei dunque chiedere se questi passaggi hanno coinciso con momenti particolari della sua esistenza, nei quali può essere accaduto qualcosa in particolare e/o può essersi verificato un cambiamento anche in altri ambiti.

Mi associo sicuramente alla Collega nel dirle che non c'è una correlazione diretta fra fantasie omosessuali e omosessualità, perchè le fantasie possono svolgere delle funzioni per esempio compensatorie che nulla hanno a che vedere con l'attrazione fisica reale per persone del proprio stesso sesso.

Ad esempio, un ragazzo che si sente inferiore e inadeguato potrebbe trovarsi a fantasticare su uomini forti, virili, sicuri di sè, che possiedono le caratteristiche che gli mancano e che vorrebbe tanto avere, senza per questo essere omosessuale.
Forse questo è ciò che è capitato anche a lei.

Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it

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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
"...non ho mai veramente cercato per la paura del rifiuto, di essere ferito, per la sensazione di inadeguatezza ma vorrei cambiare tanto la situazione per avere una famiglia mia e dei bambini..."

Gentile Utente,

indipendentemente dalle cause (se riconoscibili e nette), credo potrebbe partire da qui a fare un lavoro psicologico con l'aiuto di un professionista.

Forse la brutta esperienza che ha vissuto da ragazzino ha avuto un peso, ma non è mica detto: tenga presente che moltissime persone hanno tali paure. E questo non ha nulla a che vedere nè con l'omosessualità nè con traumi del passato.

La paura del rifiuto, o la paura di essere feriti, di potersi sentire inadeguati, ecc... sono sensazioni ed emozioni che qualunque essere umano può capire e può sperimentare.

Forse Lei non ha avuto modo nella sua vita di superare tali paure e di "maturare" da questo punto di vista. Magari è anche mancato un confronto con altre persone, in modo da sperimentare quello che Le sto dicendo: non è qualcosa che appartiene solo a Lei.

Io Le suggerirei di parlarne con uno psicologo psicoterapeuta di persona: proprio perchè desidera tanto cambiare e dare una svolta alla sua vita, questa può essere una scelta molto saggia.

Da soli è difficile e talvolta impossibile vedere alcuni meccanismi mentali e modificarli.

Le faccio tanti auguri per tutto e, se vuole, ci aggiorni pure in futuro.

Un cordiale saluto,
[#5]
Utente
Utente
Gentili Dott.sse Pileci e Massaro, Vi ringrazio sentitamente per la professionalità e la delicatezza con la quale cortesemente avete valutato la condizione problematica nella quale mi trovo mio malgrado.
La Dott.ssa Massaro mi parla delle funzioni compensatorie che potrebbero rivestire le mie fantasie omosessuali e della loro correlazione con alcune fasi della mia vita: in effetti dopo gli eventi che ho ricordato nel messaggio precedente, le mie prime fantasie erotiche erano a sfondo omosessuale e contemplavano inizialmente, mi vergogno a dirlo, la presenza di mio padre. Successivamente i soggetti che prediligevo nelle mie fantasie erano uomini decisamente virili, sempre più grandi anagraficamente, della mia cerchia di conoscenze (insegnanti ad esempio) o personaggi famosi. Devo ammettere che con mio padre, al contrario che con mia madre, i rapporti fin oltre l'adolescenza sono sempre stati problematici poichè alla mia intensa richiesta d'affetto non corrispondeva altrettanto trasporto data una certa chiusura affettiva dovuta credo alla rigida educazione impartita a mio padre dai suoi genitori, alla vita difficoltosa (erano abbastanza poveri per cui lui ha iniziato a lavorare prestissimo), ad una incolpevole limitatezza culturale. Molto spesso mi sono sentito rifiutato. Non mi ha mai fatto sconti per cui gli ho sempre rimproverato il fatto che sia sempre stato attentissimo ai miei errori mentre i miei successi passavano in sordina. Eravamo un po distanti. Ci siamo poi riavvicinati quando ho avuto un grave problema di salute (ero più di la che di qua), sono stato a letto un mese e lui si è occupato amorevolmente di me e mi aiutato tantissimo nella riabilitazione. Ho finalmente capito quindi che non dovevo pretendergli affettività in senso stretto perchè in senso lato e soprattutto concreto era benissimo in grado di dispensarne. Credo anche che, purtuttavia non dimostrandomelo in maniera esagerata, sia orgoglioso dei risultati professionali che ho conseguito con le sole mie forze e senza dover rendere conto a nessuno. In questa fase della mia vita pur non avendo superato tutte le mie ansie e i miei timori, ripensando alle mie esperienze di vita e dopo un notevole lavoro su me stesso sono riuscito a maturare una certa convinzione del valore della mia persona e di quello che posso ottenere, anche grazie ai riconoscimenti ricevuti. Mi sento meno insicuro, forse più uomo e forse ciò si ripercuote sulle mie fantasie che hanno preso ora una svolta etero anche se spesso si riaffacciano quelle omosessuali. Credo che anche la presenza di mio nipote che ha circa dieci anni con il quale ho un bellissimo rapporto fatto di fiducia reciproca e di vero affetto e con il quale cerco di fare il "padre" abbia contribuito a questa evoluzione per me positiva. Forse le paure e gli eventi che ho descritto precedentemente mi hanno impedito di intraprendere un percorso di maturazione sentimentale decisamente più impegnativo rispetto al fatto di praticare una sessualità individualista finalizzata alla pura soddisfazione erotica, priva della componente affettiva che io ritengo fondamentale e dominata, con variazioni sul tema,
dalle suggestioni legate alle primissime esperienze sessuali con coetanei del mio stesso sesso. Vi ringrazio ancora per la preziosa attenzione che avete dedicato alla mia richiesta di consulto e terrò sicuramente nella giusta considerazione l'esortazione a rivolgermi ad un psicoterapeuta con il quale affrontare questo percorso di guarigione. In attesa di una Vostra apprezzatissima risposta, Vi Saluto Cordialmente.
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317
Gentile Utente,
le consulenze online, non consentono di approfondire il suo vissuto, nè di fare diagnosi, se pur caratterizzate da un ascolto attento ed emapatico.
Gli elementi da approfondire, in sede di colloquio clinico, sarebbero tanti:
dal suo rapporto con le figure genitoriali, dagli insegnamenti interiorizzati, dalla conoscenza approfondita della sua sessualità e dell'immaginario erotico ad esse correlata, dal rapporto che lei ha con se stesso, dal blocco che caratterizza la sua non scelta sessuale, dall'assenza di vita di coppia, ecc...
Valuti l'ipotesi di rivolgersi ad un professionista, vedrà che ne guadagnerà in consapevolezza e qualità di vita

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
"alla mia intensa richiesta d'affetto non corrispondeva altrettanto trasporto data una certa chiusura affetiva..."

"Molto spesso mi sono sentito rifiutato..."

Queste esperienze precoci di deprivazione affettiva potrebbero oggi avere un peso, in quanto tutti noi tendiamo a memorizzare il modello col quale siamo stati accuditi e come siamo stati trattati quando eravamo in difficoltà o sofferenza. Per definzione l'essere umano è vulnerabile e ha il mandato -biologicamente determinato- di rivolgersi ad un conspecifico più saggio e più forte di lui se sta male (di solito il genitore).

Se in tali circostanze il bimbo incontra, mentre chiede aiuto, un adulto poco capace di rassicurarlo, memorizza un modello in cui NON può permettersi di chiedere aiuto e può addirittura incontrare l'esperienza del rifiuto.

Non è detto che verrà sempre rifiutato, ma se la lettura che egli fa del mondo e della vita, delle relazioni è questa, c'è un rischio forte di sentirsi di poco valore e poco amabile. E c'è anche il rischio che egli possa mettere in atto alcuni comportamenti INCONSAPEVOLMENTE finalizzati a mantenere ferma questa posizione difensiva e apparentemente di tutela (perchè più leggibile), facendosi lasciare dagli altri.

Io, con i limiti di un consulto on line, darei più enfasi a questi aspetti.

Spero che il percorso psicologico che vorrà intraprendere possa portarla presto ad uno stato di maggior benessere: Lei è un uomo giovane e ha moltissime cose della vita da assaporare.

Le faccio tanti auguri,