Perdita genitore

Al padre delle mie due figlie - sono separata legalmente da pochi mesi - è stato diagnosticato circa 2 mesi fa un tumore ormai in metastasi al IV stadio. Le ragazze (gemelle 14 anni) hanno visto il padre deperito, ma per consentire loro di affrontare gli esami di 3^ media con serenità, abbiamo deciso insieme di rimandare il momento in cui dovrò comunicare loro che il papà non può guarire. Gli esami si sono conclusi ed io, anche perchè emotivamente coinvolta, ho paura di sbagliare. Vorrei un consiglio. Grazie
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
Gentile signora,

la situazione è sicuramente molto delicata e molto triste per le sue ragazze, ma anche per lei stessa che deve assistere alla grave malattia di un uomo con il quale ha sicuramente condiviso molto, anche se poi le vostre strade si sono divise.

Le sue figlie si sono già accorte che il padre non sta bene e quindi immagino che si aspettino di sapere prima o poi di cosa soffre, anche se non possono probabilmente intuire la gravità della situazione.

Se ho capito bene lei pensa di farsi carico da sola di parlare loro di ciò che sta succedendo: come mai?
E' una sua iniziativa o il padre non si sente di dare loro questa terribile notizia?

Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it

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Attivo dal 2010 al 2015
Ex utente
In effetti è così, lui sta affrontando già una situazione molto difficile sia da un punto di vista fisico che psicologico, non se la sente di affrontare con loro la situazione. Credo che il suo timore sia, come per me peraltro, si avere dei cedimenti emotivi.
Lui naturalmente sarà lì se loro vorranno parlarne con lui, ma in prima battuta abbiamo deciso insieme che dovrò spiegare io come si chiama la malattia di papà e che le cure potrebbero non essere sufficienti. In considerazione oltretutto della rapida progressione del male (fino ad aprile conduceva una vita assolutamente normale e oggi fatica a stare in piedi, il fegato è compromesso da una massa tumorale di ca 6 cm, un rene, la colonna vertebrale, il bacino, e non occorre che vada avanti...) temo che il tempo che rimane loro per stare con il papà sia davvero poco.
Ho già preso contatto con una psicologa che aveva seguito una delle due ragazze qualche anno fa nel momento delicato della separazione, ma questo eventualmente verrà dopo che la situazione sarà manifesta, in questa fase ho bisogno di un suggerimento.
Grazie
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
Che rapporti hanno le ragazze con il padre?
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
"Credo che il suo timore sia, come per me peraltro, si avere dei cedimenti emotivi."

Gentile signora,

in situazioni del genere tutti noi vogliamo proteggere i nostri cari da notizie cattive e dallo stress, ma in queste circostanze stiamo parlando di una malattia che porta alla morte e avere "cedimenti emotivi", che vanno dalla rabbia, alla disperazione, alla tristezza, alla ricerca di un senso è la reazione più normale e sana.

Stiamo parlando della perdita di una persona carissima e significativa per voi tutti e non potrebbe essere altrimenti. Comprendo le difficoltà nell'affrontare la situazione, ma in tali circostanze l'espressione dei nostri sentimenti e delle nostre emozioni (paura) è ciò che aiuterà tutti voi a non soffocare questo dolore.

E' normale in questo momento essere molto tristi, incerti, impotenti. E' vero che Lei per prima avrà bisogno di un sostegno da parte dei Suoi cari, ma credoanche che questo dolore non debba essere nascosto alle due ragazze.

In tal senso ha fatto bene a prendere un appuntamento con la psicologa che aveva già seguito Sua figlia; eventualmente può chiedere uno spazio per sè per meglio comprendere COME comunicarlo alle ragazze. Saprà bene che, pur cercando di scegliere le parole migliori per comunicare tale atrocità, non possiamo avere nessun controllo sulla reazione delle Sue figlie, nè proteggerle (o evitare loro) da questo dolore.

Questo la spaventa?

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

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Attivo dal 2010 al 2015
Ex utente
Le ragazze hanno un ottimo rapporto con il papà e sopratutto per una di loro è la figura di riferimento. Con l'inizio dell'adolescenza si è sviluppata nei miei confronti una maggiore complicità, ma il papà per lei, proprio per affinità caratteriali, è sempre stata la figura consolatrice e "materna".
Non sono troppo preoccupata per la loro reazione, nel senso che sono ragazze molto forti e mature, riusciranno a superare anche questo. E' solo un momento che, al di là delle oggettive motivazioni per le quali abbiamo deciso di aspettare a comunicare loro l'inevitabile, mi rendo di voler evitare per pura vigliaccheria, per non dover rivivere anche attraverso il loro dolore, un dolore che comincio appena adesso ad accettare. Tra i due sono sempre stata io il genitore che dettava le regole e diceva i no, ma questa volta è dura anche per me.
Grazie
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Gentile signora,

è del tutto comprensibile il Suo stato. Nessuno dice che sarà facile per nessuno di voi. Il tempo e un'adeguata elaborazione del dolore e della perdita potrà aiutare.
Purtroppo questa non è la sofferenza patologica, ma la sofferenza che fa parte della vita degli esseri umani.

Un cordiale saluto,
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
"Non sono troppo preoccupata per la loro reazione, nel senso che sono ragazze molto forti e mature, riusciranno a superare anche questo"

Questo è importante, perchè le potrà consentire di sentirsi meno responsabile delle reazioni delle ragazze alle sue parole e quindi di non caricarsi eccessivamente di altro dolore, oltre che del proprio.

Il focus del problema è quindi la sua reazione a quello che sta accadendo, più che il dolore che le vostre figlie si troveranno ad affrontare.

Per quanto riguarda loro penso che sarà sufficiente parlare della malattia del padre scegliendo un momento tranquillo, in cui non ci sia altro da fare e sufficiente tempo a disposizione per esaurire la discussione.
Lei si troverà nella difficile situazione di accogliere la reazione emotiva delle ragazze senza minimizzare e senza cercare di metterla a tacere sul nascere con interventi consolatori eccessivamente precoci.

Questo però potrebbe essere difficile se ci sono delle questioni irrisolte riguardanti il legame con il suo ex marito.
Quanto tempo fa e come mai vi siete separati?
Lei era d'accordo o ha almeno in parte subito una sua scelta?
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Dr.ssa Ilenia Sussarellu Psicoterapeuta, Psicologo 648 21
Gentile Signora,
in accordo con le colleghe che mi hanno preceduto credo che l'unica cosa da fare in questo momento sia informarle della situazione del papà, aspettare in cerca della strategia giusta per non avere cedimenti potrebbe essere, oltrechè innaturale, deleterio nel senso che con tutta probabilità verreste accusati di non aver loro concesso la possibilità di stare vicine al padre come avrebbero voluto.

In bocca al lupo

Dr.ssa Ilenia Sussarellu, i.sussarellu@libero.it
Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale, Psicologo Cilinico-Forense

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Attivo dal 2010 al 2015
Ex utente
Ringrazio per le parole di conforto.
Non era mia intenzione minimizzare la sofferenza che le ragazze dovranno affrontare, è chiaro che in poche righe è difficilissimo riuscire a fornire un quadro preciso, ma in loro vedo già quell'adulto che tra non molti anni affronterà la vita da solo, e quello che vedo mi fa dire che ce la faranno. Pensavo però che avrebbero avuto più tempo prima di doverlo fare.
Il legame, durato oltre 20 anni con il mio ex marito, si è sciolto per mia scelta,
nonostante l'amore che mi legava a lui e l'età ancora tenera delle bambine (all'epoca 6 anni oggi 14). Una diversità di carattere divenuta incompatibilità per una crescita personale che ci ha allontanati. Quando mi sono resa conto di somatizzare un disagio molto forte che non riuscivo più a gestire ho dovuto prendere per il bene di tutti la decisione che ho preso. Ci è voluto del tempo per superare il distacco e ricominciare, per me, per lui e per le ragazze. Oggi le diversità restano e la separazione le ha accentuate, ma si è consolidato un sentimento profondo, il legame che ci univa e che anche nei momenti più difficili della separazione ho sentito molto intenso.
Ringrazio ancora per l'appoggio.
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Attivo dal 2010 al 2015
Ex utente
Sono passati ormai tre mesi e il mio ex marito è deceduto alla fine di agosto. Scrivo perchè forse la mia esperienza può essere di aiuto ad altre persone che si trovassero nella stessa situazione. La malattia si è aggravata verso la metà di agosto. Le cure sono state sospese. Poco per volta già a partire dall'inizio di luglio ho iniziato a parlare alle ragazze della malattia del padre alla quale ho dato un nome verso metà luglio. Ho spiegato loro che la situazione era preoccupante perchè il male era diffuso, e con il passare dei giorni e delle settimane ho cercato di trasmettere loro la consapevolezza del peggiorare della situazione, cercando al tempo spesso di non togliere loro ogni speranza parlando anche dei momenti buoni, che con il passare dei giorni però, erano sempre di meno. Ho spiegato loro che le cure erano pesanti, ma che comunque occorreva avere fiducia nei medici e aiutare il papà a farsi forza. Verso metà agosto le cure sono state sospese e lui ha smesso di vederle (per sua scelta). Quando mi sono resa conto che ci restava poco tempo ho semplicemente detto loro che le cure purtroppo si erano rivelate inefficaci perchè la malattia era troppo diffusa e troppo aggressiva. Ho spiegato che non vorremmo mai separarci dai nostri cari, ma nella situazione in cui era il papà non sarebbe stato giusto tenerlo così per sempre, dovevamo prepararci all'idea di lasciarlo andare.
Molte volte nei mesi precedenti avevo pensato a quali fossero le parole più adatte per comunicare loro la morte del padre. Alla fine, quando è stato il momento, le parole sono uscite da sole: "Il cuore del papà ha smesso di battere".
E' passato poco più di un mese e la scuola le sta aiutando a distogliere la mente da quanto è accaduto. Il lutto deve ancora essere elaborato, ma mi sembrano serene. A volte io, a volte loro parliamo del papà come se fosse ancora con noi, delle cose fatte e non fatte insieme. E' un modo di farle parlare. Credo sia giusto così
Ringrazio ancora le dsse Massaro Pileci e Sussarello per l'aiuto ed i consigli.
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
Cara Signora,

penso che abbia gestito nel miglior modo possibile l'evoluzione della situazione e aiutato le sue figlie ad accettare l'inevitabile con molto tatto e sensibilità.

Parlare con loro del papà tranquillamente, senza espellere l'argomento dalle conversazioni come a volte avviene quando un familiare muore, sarà utile alle ragazze per mantenere viva l'immagine e il ricordo del loro padre anche quando saranno cresciute.

Un abbraccio,