C'è un modo per guarire questa depressione senza visite psicologiche o medicine o quant'altro
Sarò l'ennesima persona a dare un titolo così, ma almeno voglio delle risposte diverse.
Da sempre devo dire, che non ho mai avuto fiducia verso le altre persone perché non riuscivo a fidarmi di quello che dicono.
Rido, parlo e scherzo con molte persone, ma molto poco con i parenti.. Ma il punto è, non riesco a sentire, come dire, il "Calore" dell'affetto.
Riesco a sentire dietro quei sorrisi quello che non provano, capisco che non mi vogliono bene, e che gli do fastidio.
Non ho mai avuto abbracci, o carezze di ogni tipo da parte dei miei genitori.
Ovviamente non ne parlo con nessuno, continuo a fingere anche io per il semplice fatto di non apparire drammatico o pazzo, o essere di peso.
Non ne ho parlato con i miei genitori, perché non credo che mi crederebbero e credo che lo psicologo o qualche visita medica costi molto.
Quindi la mia domanda è: C'è un modo per guarire questa depressione senza visite psicologiche o medicine o quant'altro? Grazie in anticipo.
Da sempre devo dire, che non ho mai avuto fiducia verso le altre persone perché non riuscivo a fidarmi di quello che dicono.
Rido, parlo e scherzo con molte persone, ma molto poco con i parenti.. Ma il punto è, non riesco a sentire, come dire, il "Calore" dell'affetto.
Riesco a sentire dietro quei sorrisi quello che non provano, capisco che non mi vogliono bene, e che gli do fastidio.
Non ho mai avuto abbracci, o carezze di ogni tipo da parte dei miei genitori.
Ovviamente non ne parlo con nessuno, continuo a fingere anche io per il semplice fatto di non apparire drammatico o pazzo, o essere di peso.
Non ne ho parlato con i miei genitori, perché non credo che mi crederebbero e credo che lo psicologo o qualche visita medica costi molto.
Quindi la mia domanda è: C'è un modo per guarire questa depressione senza visite psicologiche o medicine o quant'altro? Grazie in anticipo.
[#1]
La risposta e' no.
Se di depressione si tratta, ma solo dopo un' attenta diagnosi clinica, si puo' stabilire, le cur sono di tipo psicologico ed a volte di tipo combinato: farmacoterapia e' psicoterapia.
Lei scrive che vorrebbe risposte diverse da noi, io le dico, che ogni persona ha una storia i vita, emozionale, relazionale, unica ed irripetibile e soprattutto non omologabile alla sintomatologia offerta.
Uno psicologo, e' colui che potra' ricucire la sua storia di vita e trovare con lei e per lei, strategie per risolve il suo disagio, che da solo non puo' rientrare.
Se di depressione si tratta, ma solo dopo un' attenta diagnosi clinica, si puo' stabilire, le cur sono di tipo psicologico ed a volte di tipo combinato: farmacoterapia e' psicoterapia.
Lei scrive che vorrebbe risposte diverse da noi, io le dico, che ogni persona ha una storia i vita, emozionale, relazionale, unica ed irripetibile e soprattutto non omologabile alla sintomatologia offerta.
Uno psicologo, e' colui che potra' ricucire la sua storia di vita e trovare con lei e per lei, strategie per risolve il suo disagio, che da solo non puo' rientrare.
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
[#2]
Gentile Utente,
abbiamo tutti delle memorie che ci permettono poi di affrontare gli eventi della vita con ciò che abbiamo appreso nel passato e con quei sognificati che abbiamo costruito e attribuito nel tempo partendo da ciò che è accaduto e da come noi lo abbiamo vissuto.
Ad esempio, quando Lei dice:
"non riesco a sentire, come dire, il "Calore" dell'affetto." oppure "Non ho mai avuto abbracci, o carezze di ogni tipo da parte dei miei genitori"
sembrerebbe proprio che questa prima esperienza d'amore (ci sono diversi modi di dare amore, ci sono amori soffocanti, tossici, distaccati, ecc...) sia stata la base da cui parte per "leggere" anche le altre relazioni significative e, successivamente, per impostare nuove relazioni. Cioè le nuove relazioni non vengono impostate probabilmente perchè la fiducia di base (= "io sono degno d'amore e sono una persona di valore perchè ne ho avuto esperienza di ciò e ne ho memoria") non c'è o si è costruita su un modello di altro tipo ("capisco che non mi vogliono bene, e che gli do fastidio."). Il rischio è imbattersi in relazioni e situazioni che non faranno altro che alimentare questo vissuto.
Chiaramente questo Suo modo di leggere la realtà è legittimo... forse i Suoi genitori non avrebbero mai voluto che Lei si sentisse così; semplicemente ci sono genitori che sono poco abili a trasmettere il proprio amore ai figli (per ragioni diverse; bisognerebbe capirlo da loro), poco capaci di relazionarsi coi figli, oppure -come Le dicevo prima- il tipo d'amore che Lei ha ricevuto e che secondo i Suoi genitori era adeguato, per Lei non va bene perchè il risultato, alla luce dei Suoi schemi cognitivi, è quello che Lei ha descritto.
In tal senso la teoria cognitivo-comportamentale prevede di poter impostare un cambiamento partendo da questi schemi che sarebbero disfunzionali come Le ho descritto sopra.
Ha mai pensato di rivolgersi al consultorio, dal momento che è molto giovane?
Non è detto, poi, che le eventuali cure saranno lunghissime e interminabili, nè che ci sarà bisogno di un trattamento farmacologico che solo un medico potrà semmai impostare. Da qui non possiamo farci un'idea precisa della situazione, se non avanzare delle ipotesi.
Però, dal momento che la sua sofferenza si sente, vale la pena fare almeno una consultazione psicologica di persona per una prima valutazione, non crede?
Da soli non è possibile promuovere un cambiamento, perchè la nostra mente è una mente relazionale, non siamo stati "progettati" per vivere da soli.
Buona giornata,
abbiamo tutti delle memorie che ci permettono poi di affrontare gli eventi della vita con ciò che abbiamo appreso nel passato e con quei sognificati che abbiamo costruito e attribuito nel tempo partendo da ciò che è accaduto e da come noi lo abbiamo vissuto.
Ad esempio, quando Lei dice:
"non riesco a sentire, come dire, il "Calore" dell'affetto." oppure "Non ho mai avuto abbracci, o carezze di ogni tipo da parte dei miei genitori"
sembrerebbe proprio che questa prima esperienza d'amore (ci sono diversi modi di dare amore, ci sono amori soffocanti, tossici, distaccati, ecc...) sia stata la base da cui parte per "leggere" anche le altre relazioni significative e, successivamente, per impostare nuove relazioni. Cioè le nuove relazioni non vengono impostate probabilmente perchè la fiducia di base (= "io sono degno d'amore e sono una persona di valore perchè ne ho avuto esperienza di ciò e ne ho memoria") non c'è o si è costruita su un modello di altro tipo ("capisco che non mi vogliono bene, e che gli do fastidio."). Il rischio è imbattersi in relazioni e situazioni che non faranno altro che alimentare questo vissuto.
Chiaramente questo Suo modo di leggere la realtà è legittimo... forse i Suoi genitori non avrebbero mai voluto che Lei si sentisse così; semplicemente ci sono genitori che sono poco abili a trasmettere il proprio amore ai figli (per ragioni diverse; bisognerebbe capirlo da loro), poco capaci di relazionarsi coi figli, oppure -come Le dicevo prima- il tipo d'amore che Lei ha ricevuto e che secondo i Suoi genitori era adeguato, per Lei non va bene perchè il risultato, alla luce dei Suoi schemi cognitivi, è quello che Lei ha descritto.
In tal senso la teoria cognitivo-comportamentale prevede di poter impostare un cambiamento partendo da questi schemi che sarebbero disfunzionali come Le ho descritto sopra.
Ha mai pensato di rivolgersi al consultorio, dal momento che è molto giovane?
Non è detto, poi, che le eventuali cure saranno lunghissime e interminabili, nè che ci sarà bisogno di un trattamento farmacologico che solo un medico potrà semmai impostare. Da qui non possiamo farci un'idea precisa della situazione, se non avanzare delle ipotesi.
Però, dal momento che la sua sofferenza si sente, vale la pena fare almeno una consultazione psicologica di persona per una prima valutazione, non crede?
Da soli non è possibile promuovere un cambiamento, perchè la nostra mente è una mente relazionale, non siamo stati "progettati" per vivere da soli.
Buona giornata,
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
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>>> Quindi la mia domanda è: C'è un modo per guarire questa depressione senza visite psicologiche o medicine o quant'altro?
>>>
La sua domanda, purtroppo, è la stessa che molti utenti ci rivolgono, troppo carica di aspettative e basata su un paradosso:
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/2109-ansia-depressione-problemi-sessuali-relazionali-c-posso-farcela-da-solo.html
Se lei avesse sofferto di una certa deprivazione affettiva nell'infanzia e avesse sviluppato una scarsa capacità di sentire e capire le emozioni altrui (e le proprie) avrebbe bisogno di un aiuto professionale per (ri)appropriarsi di tale capacità. Altrimenti correrà costantemente il rischio di fraintendere. Ad esempio, scambiando per ostilità ciò che magari è solo neutralità o addirittura benevolenza, negli altri.
Dovrebbe chiedere almeno una valutazione diagnostica e poi, sentite le varie proposte, decidere il da farsi.
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La sua domanda, purtroppo, è la stessa che molti utenti ci rivolgono, troppo carica di aspettative e basata su un paradosso:
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/2109-ansia-depressione-problemi-sessuali-relazionali-c-posso-farcela-da-solo.html
Se lei avesse sofferto di una certa deprivazione affettiva nell'infanzia e avesse sviluppato una scarsa capacità di sentire e capire le emozioni altrui (e le proprie) avrebbe bisogno di un aiuto professionale per (ri)appropriarsi di tale capacità. Altrimenti correrà costantemente il rischio di fraintendere. Ad esempio, scambiando per ostilità ciò che magari è solo neutralità o addirittura benevolenza, negli altri.
Dovrebbe chiedere almeno una valutazione diagnostica e poi, sentite le varie proposte, decidere il da farsi.
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
[#4]
Utente
Ok, grazie per aver risposto, e scusate per il ritardo che ho avuto nel rispondere.
Vorrei chiedere , se gentilmente potete spiegarmi cos'è una "valutazione diagnostica" anche se è la domanda più inappropriata del momento.
Rispondendo "alla Dr. Angela Pileci" lei dice che io vedo la realtà in modo diverso, giusto? Ma non sono scettico, realista o pessimista o altro ancora ( almeno credo ) perché non lo sento.
La depressione è davvero orribile, ultimamente è peggiorata.. ho perso un paio di amici perché non riuscivo a capire come mi trattavano e non riuscivo a credere ad i sentimenti che provavano verso di me.
Vorrei chiedere , se gentilmente potete spiegarmi cos'è una "valutazione diagnostica" anche se è la domanda più inappropriata del momento.
Rispondendo "alla Dr. Angela Pileci" lei dice che io vedo la realtà in modo diverso, giusto? Ma non sono scettico, realista o pessimista o altro ancora ( almeno credo ) perché non lo sento.
La depressione è davvero orribile, ultimamente è peggiorata.. ho perso un paio di amici perché non riuscivo a capire come mi trattavano e non riuscivo a credere ad i sentimenti che provavano verso di me.
[#5]
Una valutazione diagnostica è semplicemente un parere professionale sulla presenza o meno di eventuali psicopatologie, che può svolgersi nell'arco di una o più sedute.
Lo strumento principale adoperato è il colloquio clinico, al quale possono aggiungersi misure psicometriche (test), a discrezione dello specialista.
Lo strumento principale adoperato è il colloquio clinico, al quale possono aggiungersi misure psicometriche (test), a discrezione dello specialista.
[#6]
Gentile Utente,
è chiarissimo quello che descrive: sembra, perchè con i limiti di un consulto on line non posso averne la certezza, che Lei abbia memorizzato un dato su se stesso come persona poco amabile e poco degno d'amore ("non riuscivo a credere ad i sentimenti che provavano verso di me").
Questo non significa essere pessimista nè scettico, ecc... è un modo di leggere la realtà attorno e di per se potrebbe anche non essere patologico. Il problema si pone nel momento in cui a livello relazionale, ad es., la lettura distorta (o meglio coerente con questa informazione su se stessi) che se ne fa crea qualche problema: la rottura di relazioni è determinata proprio dal fatto di non credersi all'altezza e di vedere nelle mancanze altrui (che abbiamo tutti, non essendo perfetti), anche nelle piccole mancanze, un segno del poco valore che si ha. O talvolta anche nelle attenzioni degli altri: l'attenzione dell'altro potrebbe creare un certo disagio, fraintendimenti e pure sorpresa.
Quindi il modo particolare e unico di vedere la realtà non permette neppure di fidarsi di se stesso o degli altri. In genere chi legge il mondo in questa maniera è ben centrato su di sè e poco sugli altri (cioè poco capace di leggere le intenzioni degli altri) e c'è il rischio che possa sentirsi "usato" o "sfruttato" dagli altri, ma mai amato.
Io le suggerisco, proprio perchè molto giovane, di domandare aiuto (cosa che magari non le viene neppure tanto facile) ad un professionista e fare il punto della situazione.
Con buona probabilità sarà possibile ampliare le possibilità e i gradi di libertà del suo pensiero e del suo agire.
Ci faccia sapere in futuro, se vuole.
Un cordiale saluto,
è chiarissimo quello che descrive: sembra, perchè con i limiti di un consulto on line non posso averne la certezza, che Lei abbia memorizzato un dato su se stesso come persona poco amabile e poco degno d'amore ("non riuscivo a credere ad i sentimenti che provavano verso di me").
Questo non significa essere pessimista nè scettico, ecc... è un modo di leggere la realtà attorno e di per se potrebbe anche non essere patologico. Il problema si pone nel momento in cui a livello relazionale, ad es., la lettura distorta (o meglio coerente con questa informazione su se stessi) che se ne fa crea qualche problema: la rottura di relazioni è determinata proprio dal fatto di non credersi all'altezza e di vedere nelle mancanze altrui (che abbiamo tutti, non essendo perfetti), anche nelle piccole mancanze, un segno del poco valore che si ha. O talvolta anche nelle attenzioni degli altri: l'attenzione dell'altro potrebbe creare un certo disagio, fraintendimenti e pure sorpresa.
Quindi il modo particolare e unico di vedere la realtà non permette neppure di fidarsi di se stesso o degli altri. In genere chi legge il mondo in questa maniera è ben centrato su di sè e poco sugli altri (cioè poco capace di leggere le intenzioni degli altri) e c'è il rischio che possa sentirsi "usato" o "sfruttato" dagli altri, ma mai amato.
Io le suggerisco, proprio perchè molto giovane, di domandare aiuto (cosa che magari non le viene neppure tanto facile) ad un professionista e fare il punto della situazione.
Con buona probabilità sarà possibile ampliare le possibilità e i gradi di libertà del suo pensiero e del suo agire.
Ci faccia sapere in futuro, se vuole.
Un cordiale saluto,
Questo consulto ha ricevuto 6 risposte e 1.8k visite dal 05/07/2012.
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