Trauma per l'abbandono di un genitore
Salve, il mio ragazzo G. di 18 anni soffre molto per la situazione famigliare che si trova a vivere, il padre e la madre si sono separati quando lui era un bambino e il padre da allora lo ha praticamente abbandonato. Non gli da i soldi per gli alimenti e ha troncato di fatto qualsiasi rapporto, in più di recente G. è venuto a sapere che il padre non lo ha "voluto" ma la sua nascita è stata un "incidente". Nonostnte il padre cerchi (quasi per senso del dovere che per affetto) un contatto con lui (anche se non lo vede mai), i rapporti sono sempre critici perchè il mio ragazzo lo accusa di averli abbandonati,e il padre dunque addossa la colpa del loro cattivo rapporto alla chiusura di lui. Essendo molto sensibile G. soffre molto per questa situazione, tanto che ha un caratere estremamente insicuro ed è ossessionato e terrorizzato dall'idea che potrei rimanere incinta. Ha di frequente veri e propri attacchi di panico, che si ripetono anche più volte in una settimana nei periodi di stress, e soffre di periodi di depressione, sogna spesso che potrei tradirlo, di essere ucciso, di essere abbandonato, a volte anche di togliersi la vita. La situazione continua a peggiorare e io non so proprio come aiutarlo dato che non vuole farsi dare un sostegno psicologico di un esperto nonostante abbia cercato più volte di convincerlo spiegandogli che è normalissimo cercare aiuto e che di sicuro un esperto avrebbe potuto aiutarlo meglio di chiunque altro..Non so proprio cosa fare per aiutarlo a superare questo trauma.. Non so se sarebbe giusto spingerlo a cercare il padre, portarlo nella città dove abita per un confronto diretto (dato che il padre più volte ha cercato di contattarlo per parlargli, di sicuro per spiegargli il motivo per cui non può inviargli i soldi) però non so a che conseguenze porterebbe, magari aprirebbe solo altre ferite, oppure spingerlo ad escluderlo dalla sua vita o non saprei proprio. So solo che cerca aiuto da me, anche se si sente incompreso dal momento che, non avendo vissuto mai situazioni traumatiche come la sua, non posso comprendere a pieno il suo dolore..
grazie da M.
grazie da M.
[#1]
Gentile utente,
è comprensibile che sia preoccupata e dispiaciuta per il suo ragazzo, non deve essere facile stare accanto a una persona che mostra questo disagio e che non vuole farsi aiutare. Lei sa come mai ha questa reticenza nel rivolgersi a uno psicologo?
Credo che ognuno debba essere libero di decidere per sè... quindi spingerlo a prendere una strada piuttosto che un'altra non glielo consiglierei proprio, anche perchè il suo ragazzo potrebbe in seguito (se le cose non andassero come lui se le aspetta) darne la colpa a lei... ciò che può fare è continuare a stargli vicina, accogliendo le sue emozioni, senza pensare a "risolvergli il problema", solo lui può farlo, ma accettando il suo disagio, ascoltandolo. A volte le relazioni, se sono positive, possono essere "riparatorie"...fermo restando che una valutazione professionale potrebbe essere utile.
cordialmente,
è comprensibile che sia preoccupata e dispiaciuta per il suo ragazzo, non deve essere facile stare accanto a una persona che mostra questo disagio e che non vuole farsi aiutare. Lei sa come mai ha questa reticenza nel rivolgersi a uno psicologo?
Credo che ognuno debba essere libero di decidere per sè... quindi spingerlo a prendere una strada piuttosto che un'altra non glielo consiglierei proprio, anche perchè il suo ragazzo potrebbe in seguito (se le cose non andassero come lui se le aspetta) darne la colpa a lei... ciò che può fare è continuare a stargli vicina, accogliendo le sue emozioni, senza pensare a "risolvergli il problema", solo lui può farlo, ma accettando il suo disagio, ascoltandolo. A volte le relazioni, se sono positive, possono essere "riparatorie"...fermo restando che una valutazione professionale potrebbe essere utile.
cordialmente,
Sarah Cervi
www.psicologadellosviluppo-roma.blogspot.it
www.comunitalaquiete.blogspot.it
[#2]
Gentile ragazza,
è encomiabile che lei voglia aiutare il suo ragazzo, tuttavia è davvero difficile riuscire a convincere chi non ne vuole sapere a chiedere un aiuto specialistico.
Non so se sarebbe giusto spingerlo ...però non so a che conseguenze porterebbe> altri tipi di intervento da parte sua potrebbero essere rischiosi, poiché appunto non si può sapere a cosa potrebbero condurre.
<So solo che cerca aiuto da me> Solo da lei?
Sa qualcosa del rapporto del suo ragazzo con la madre? Se hanno un dialogo in merito alla situazione in atto sia per il padre sia per i suoi malesseri?
<Ha di frequente veri e propri attacchi di panico, che si ripetono anche più volte in una settimana nei periodi di stress, e soffre di periodi di depressione>
Si è mai rivolto almeno al suo medico per questi disagi?
è encomiabile che lei voglia aiutare il suo ragazzo, tuttavia è davvero difficile riuscire a convincere chi non ne vuole sapere a chiedere un aiuto specialistico.
Non so se sarebbe giusto spingerlo ...però non so a che conseguenze porterebbe> altri tipi di intervento da parte sua potrebbero essere rischiosi, poiché appunto non si può sapere a cosa potrebbero condurre.
<So solo che cerca aiuto da me> Solo da lei?
Sa qualcosa del rapporto del suo ragazzo con la madre? Se hanno un dialogo in merito alla situazione in atto sia per il padre sia per i suoi malesseri?
<Ha di frequente veri e propri attacchi di panico, che si ripetono anche più volte in una settimana nei periodi di stress, e soffre di periodi di depressione>
Si è mai rivolto almeno al suo medico per questi disagi?
Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it
[#3]
Gent.le ragazza,
credo che l'aiuto che può dare al suo ragazzo non sia quello di indicargli scelte e/o comportamenti ma nel farlo riflettere sulla possibilità di affrontare questa situazione dolorosa in modo costruttivo e non distruttivo per le sue relazioni significative, non escludendo quella di coppia.
Il rapporto con la figura paterna svolge un ruolo fondamentale nel processo di crescita psicologica di una persona, oltre alla rabbia ci sono nel suo ragazzo tanti sentimenti che meriterebbero uno "spazio protetto" per essere ascoltati ed elaborati.
L'ansia, il panico sono segnali d'allarme, non necessariamente, sintomi di una patologia che non vanno ignorati.
credo che l'aiuto che può dare al suo ragazzo non sia quello di indicargli scelte e/o comportamenti ma nel farlo riflettere sulla possibilità di affrontare questa situazione dolorosa in modo costruttivo e non distruttivo per le sue relazioni significative, non escludendo quella di coppia.
Il rapporto con la figura paterna svolge un ruolo fondamentale nel processo di crescita psicologica di una persona, oltre alla rabbia ci sono nel suo ragazzo tanti sentimenti che meriterebbero uno "spazio protetto" per essere ascoltati ed elaborati.
L'ansia, il panico sono segnali d'allarme, non necessariamente, sintomi di una patologia che non vanno ignorati.
Dr.ssa SABRINA CAMPLONE
Psicologa-Psicoterapeuta Individuale e di Coppia a Pescara
www.psicologaapescara.it
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 4.5k visite dal 01/07/2012.
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