Relazione coi genitori

Ho 49 anni sono sposato con una figlia, sono un funzionario in una finanziaria.
Il mio appartamento è vicino alla casa dei miei genitori. Di questa utillizzo una mansarda attrezzata a palestra ed il giardino (pulizia e riordino li faccio, con piacere, io). In questi giorni mia moglie e mia figlia sono al mare. Il fine semestre è , nel mio lavoro, particolarmente duro.
Ieri , davanti a mia madre, chiedo a mio padre (79 anni) di farmi un piccolo favore (ritirare un documento) affinchè non mi si spezzi la mattina e possa rilassarmi un po' (ho programmato la solita camminata nel bosco e un po' di tintarella , sostanzialmente una mattina tutta per me). Al pomeriggio mi aspetta un noiosissimo impegno burocratico. Mio padre ha accettato volentieri .
Questa mattina torno dalla passeggiata e mio padre mi invita a pulire il vecchio capannone , peraltro appena un po' in disordine, visto che mia mamma (74 anni) gli sta facendo una forte pressione (mio padre in questo momento non ha la forza per fare questo lavoro avendo subito da pochissimo 2 interventi cardiologici) .
Con la mia famiglia d'origine ho rapporti tranquilli , eccetto situazioni tipo quella descritta che mi fanno imbestialire. I miei famigliari sanno che fino ad un annetto fa ho avuto un cumulo di situazioni molto stressanti, durate un paio d'anni, per lavoro e per problemi alla famiglia di mia moglie che inevitabilmente si sono riflessi sulla mia ( per il mio modo di essere, i problemi di mia moglie sono anche miei). Il mio lavoro comunque , anche quando le cose sono tranquille, crea stress. Obiettivamente ai miei genitori ho dato poche preoccupazioni. Discreto studente fino all'adolescenza poi ottimo. Nel lavoro non sono finito sulle pagine del sole 24 ore (come forse speravano i miei) ma ho un ruolo di tutto rispetto. Non ho mai fatto cose bislacche (cosa che avrebbe fatto tremare i polsi ai miei). Non sono sempre a disposizione ma quando serve ci sono, così come , onestamente, ci sono i miei per me. Perchè vi scrivo? La situazione di questa mattina mi ha fatto andare fuori di testa, ho urlato per quasi un ora, se avessi avuto tra le mani mia madre l'avrei spezzata ( ha dovuto barricarsi in casa). Ho la sensazione che voglia che io non abbia quella felicità delle piccole cose che invece perseguo con ostinazione. Altra banalità, solo qualche giorno fa, che mi ha fatto incazzare (in alcuni casi è bene usarlo): in palestra copro la panca con un fresco lenzuolo in cotone bianco, torno la sera dal lavoro , vado in palestra e cosa trovo uno straccio in maglina in sintetico caldissima (non sono uno spuzzetta, ci sono 35 gradi). Sono io che non riesco
a controllarmi o trovate una sorta di pervicace volontà da parte di mia madre di "non farmi stare bene". Episodi "banali" sono continui e anche quando li sottolineo con calma lei li giustifica o li minimizza. Non ditemi di non andare più da loro , sono i miei genitori e comunque rimarrebbe il problema del perchè mia madre si comporti così. graz
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
Gentile signore,

il quadro che lei ci descrive indica piuttosto chiaramente che lei e i suoi genitori non vi siete mai davvero separati e che quindi lei non ha mai avuto la possibilità di iniziare una vera vita autonoma lontano (non solo fisicamente, ma soprattutto psicologicamente) da loro.

Se lei non si rifiutasse di cambiare atteggiamento nei loro confronti ("Non ditemi di non andare più da loro , sono i miei genitori") penso che ci sarebbe qualche possibilità che anche sua madre cambi modo di fare, ma finchè la situazione rimarrà identica è difficile che possa evolversi nel senso da lei desiderato.
Finchè si appoggerà a loro e darà così tanta importanza a ciò che fanno o non fanno per lei ogni loro azione potrà scatenare la rabbia che ha provato oggi e penso proprio che contiueranno a ritenersi in diritto di farle richieste di varia natura e di interferire nella sua vita nel modo in cui sono abituati a fare.

Sul perchè sua madre si comporti così non è possibile fare delle ipotesi perchè non sappiamo nulla di lei, ma quello che conta è che il suo atteggiamento le crea un certo disagio e che, di conseguenza, potrebbe essere lei a meditare su cosa cambiare del proprio più che attendersi altro da loro.

Sua moglie in che rapporto è con loro?
Ha accettato di buon grado di venire a vivere nelle loro vicinanze?

Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it

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Utente
Utente
La mia casa e quella dei miei dista 200 metri, siamo vicini ma possiamo, volendo, anche non vederci. Tutti hanno rapporti "difficili" con mia madre. Butta lì frasi pesanti ma, secondo lei, non di dice "nulla": fa sempre confronti tra il suo interlocutore e supposti "migliori" (ha perso l'affetto di mia figlia che, forse è più forte di me, dopo aver pianto un paio di volte, ora la ignora platealmente). Mia moglie mal sopporta mia madre e compatisce mio padre reso cieco: i contatti sono ora solo formali, teme sempre di essere ferita. Mio cognato invece si fa vedere solo nelle feste comandate o poco più e tutti lo capiamo: gli unici che non lo capiscono sono i miei genitori. Qui c'è una grande differenza tra me e mia sorella: io a mia madre sottolineo sempre le sue innocenti cattiverie mia sorella invece sembra tollerare (anche se riceve un numero inferiore di cattiverie sconta originarie minori aspettative riversate su di lei) .
Abbiamo pensato qualche volta di cambiare casa ma non ritengo che sia la vicinanza il problema. Anzi, temo che mia madre potrebbe fare la vittima e buttar lì frasi ancora più pesanti. Chiudere ogni rapporto mi parebbe troppo drastico. In altre situazioni simili è (sono) venuta a Canossa ma la sua stronzaggine è sempre riemersa. Non vorrei fare lo psicologo da strapazzi ma deve essere una caratteristica della sua famiglia d'origine, anche mia nonna materna si difendeva bene e la zia probabilmente batte mamma e sorella.
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
Trova quindi che sua mamma si comporti come faceva la propria madre con lei stessa?
Questa può essere una spiegazione valida del perchè abbia l'atteggiamento che ci ha descritto.

Se così fosse tutto sommato lei potrebbe anche concludere che non c'è nulla di personale (per quanto questo possa apparirle paradossale) nel modo in cui vostra madre tratta sia lei sia sua sorella: se l'inevitabile modello materno con il quale è cresciuta l'ha portata ad apprendere che è normale scaricare tensioni e frustrazioni sui figli è comprensibile che non veda nulla di strano nel proprio comportamento, nè tanto meno qualcosa di censurabile nelle proprie azioni.
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Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119
Gentile Utente,
tra il chiudere drasticamente ogni rapporto ed essere e sentirsi così coinvolti nei modi consueti di rapportarsi della sua famiglia di origine, in particolare con sua madre, così come lei descrive, corre un continuum nel quale poter ricercare (da parte sua) migliori strategie di rapportarsi, anche per garantire al suo nucelo famigliare (moglie e figlia) più serenità.

A volte, pur arrivando all'età adulta, si fatica a raggiungere quella diversa e più matura modulazione della relazione con i propri genitori, restando coinvolti in un copione, alimentato da ambo le parti, che pare ripetersi uguale a se stesso, pur essendo usciti di casa e avendo costituito una propria famiglia.

Prendendo per buono ciò che dice relativamente alla famiglia di sua madre, queste donne che "si difendono bene" hanno probabilmente trovato, concimato e seminato terreno fertile.

Cordialmente

Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it