Come mi devo comportare?
Buongiorno..sono una ragazza di 25 anni mamma di un bimbo bellissimo di 9 mesi:è la cosa più bella della mia vita assieme naturalmente a mio marito!!Purtroppo prima di avere qst bimbo ho avuto un aborto spontaneo a 5 settimane cosa che nei momenti più tristi della mia vita riaffiora e che mi rende più prudente nei confronti del mio piccolo..mi spiego meglio:non avendo esperienza come mamma seguo alla regola i consigli del pediatra solo cosi mi sento sicura!preferisco non seguire i consigli di vicine di casa,parenti etc perchè il pediatra essendo una persona studiata lo vedo come una figura più competente in merito..procediamo con il discorso:ho un fratello che ha una bimba di 6 mesi verso la quale non risco a provare un sentimento di bene totale come dovrebbe essere..forse ricordavate un mio consulto dell'anno scorso nel quale dicevo che ci ero rimasta molto male alla notizia della gravidanza di mia cognata essendo io già in gravidanza e avendo preferito che in casa dei nonni arrivasse un nipotino per volta non a distanza cosi ravvicinata..questa cosa però ho imparato a accettarla e ho vissuto gli ultimi mesi della gravidanza felice confrontandomi con mia cognata che aveva i miei stessi disturbi legati alla nostra particolare situazione fisica..da quando è nata la mia nipotina tuttavia la situazione è diventata quella che da sempre temevo:confronti,confronti,confronti!!!e io non ne posso più..mi trovo ad "odiare" mio fratello,mia cognata e una creatura di 6 mesi innocente..vedete..il mio bimbo progressi ne fa in continuazione ma nè a me nè a mio marito piace sbandierarli in giro..a mio frat e cognata invece quelli della loro bimba si..vogliono sempre farsi vedere meglio di noi..appena compriamo o facciamo qlcs col nostro bimbo devono farla anche loro ma in maniera più visibile..ieri per esempio mia nonna ci ha proposto di dare gelato ai nostri cuccioli..io su indicazione del pediatra preferisco darlo dopo l'anno..mia cognata invece per farsi vedere migliore ha subito dato gelato alla sua piccola innescando una reazione a catena tra i miei parenti nella quale lei ne usciva come una donna matura e aperta e io come la solito "fissata" e paurosa di tutto..non ne posso più di qst situazione..nessuno in famiglia a parte mio marito sa del mio aborto e perchè sono cosi scrupolosa e neanche non voglio parlarne..è una cosa nostra e voglio rimanga tale..non sopporto più invece che mia cognata voglia essere sempre meglio di me:se cade il ciuccio per terra io lo lavo e lei no anzi..più sporco glielo da meglio è..se io do il latte caldo lei lo da freddo..il bello è che qst reazione lei le ha solo quando siamo insieme a casa di parenti..se lei è dai miei genitori e io non ci sono si comporta diversamente!!!ma perchè allora mi devo sentir dare dell'immatura quando il problema è suo?se lei si comportasse normalmente senza farsi vedere sempre quella che sa tutto si potrebbe andare d'accordo..si vivrebbe meglio..come mi devo comportare?sono davvero stufa!!!!!
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Gentile Utente,
la sua richiesta merita molta più attenzione di quella che possiamo darle qui: e probabilmente una diagnosi e una proposta di trattamento.
Dai suoi consulti, anche passati, mi sembra emergere come per Lei sia difficile non confrontarsi in continuazione con gli altri, che credo stiano diventanto per Lei quasi dei persecutori; infatti da come racconta sembra che tutti siano contro di Lei.
Sicuramente in una famiglia esistono invidie, rivalità e quant' altro ma il problema non è trovare il modo per allontanarsene soffrendo in solitudine o allontanarsi fisicamente dai familiari ma trovare la strada in noi affinchè questi atteggiamenti degli altri non ostacolino la nostra vita e non ci risultino cosi fastidiosi.
Mi sento di dirle che anche se altre donne intorno a lei hanno avuto dei bambini, non per questo la sua vita e la sua storia viene messa in ombra.
In alcuni punti da quanto scrive, anche dei consulti passati, ammette la sua ansia; ansia che costituisce un campanello di allarme, difatti il nostro corpo entra in questo stato quando avvertiamo un pericolo, che per Lei sembra coniugarsi con la paura della morte, infondo ha perso improvvisamente un nonno che amava, un lutto quest' ultimo che merita approfondimenti e che si è ritrovata a vivere con il recente aborto.
Quando subiamo un aborto, ci troviamo a vivere un profondo dolore, e dobbiamo abbandonare l' idea del bambino che pensavamo di avere, piangerne la scomparsa.
Non sono daccordo con lei quando non parla alla sua famiglia di un aspetto cosi importante, e non si tratta di intimità e riservatezza ma di imparare a dialogare con i nostri cari; e si dispiace poi se qualcuno Le dice di aver aspettato tanto per comunicare la gravidanza; infondo nessuno ci legge nel pensiero neanche il più bravo terapeuta.
la sua richiesta merita molta più attenzione di quella che possiamo darle qui: e probabilmente una diagnosi e una proposta di trattamento.
Dai suoi consulti, anche passati, mi sembra emergere come per Lei sia difficile non confrontarsi in continuazione con gli altri, che credo stiano diventanto per Lei quasi dei persecutori; infatti da come racconta sembra che tutti siano contro di Lei.
Sicuramente in una famiglia esistono invidie, rivalità e quant' altro ma il problema non è trovare il modo per allontanarsene soffrendo in solitudine o allontanarsi fisicamente dai familiari ma trovare la strada in noi affinchè questi atteggiamenti degli altri non ostacolino la nostra vita e non ci risultino cosi fastidiosi.
Mi sento di dirle che anche se altre donne intorno a lei hanno avuto dei bambini, non per questo la sua vita e la sua storia viene messa in ombra.
In alcuni punti da quanto scrive, anche dei consulti passati, ammette la sua ansia; ansia che costituisce un campanello di allarme, difatti il nostro corpo entra in questo stato quando avvertiamo un pericolo, che per Lei sembra coniugarsi con la paura della morte, infondo ha perso improvvisamente un nonno che amava, un lutto quest' ultimo che merita approfondimenti e che si è ritrovata a vivere con il recente aborto.
Quando subiamo un aborto, ci troviamo a vivere un profondo dolore, e dobbiamo abbandonare l' idea del bambino che pensavamo di avere, piangerne la scomparsa.
Non sono daccordo con lei quando non parla alla sua famiglia di un aspetto cosi importante, e non si tratta di intimità e riservatezza ma di imparare a dialogare con i nostri cari; e si dispiace poi se qualcuno Le dice di aver aspettato tanto per comunicare la gravidanza; infondo nessuno ci legge nel pensiero neanche il più bravo terapeuta.
Cordialmente Dr.ssa Silvia Rotondi
www.silviarotondi.it
338-26 72 692
[#2]
Utente
Gentile dottoressa..ha capito perfettamente in quale situazione mi trovo..vede..non ho voluto parlarne con la mia famiglia perchè è una famiglia di "chiacchieroni"..non riescono a tenere dei segreti e so già che avrei gli sguardi dei parenti compassionevoli che non farebbero che peggiorare le cose..in più questa mia cognata in questione non vede l'ora di avere qlcs di cui sparlare per il paese(è un paese piccolo il mio)..in gravidanza per esempio ho avuto dei momenti in cui ho dovuto stare ferma a letto e lei lo aveva sbandierato a tutti come se avessi la peste non dei comuni disturbi..io volelo bene a mia cognata appena conusciuta anzi..io e mio marito abbiamo fatto di tutto affinchè mio frat e lei avessero un appuntamento,,ora quasi mi pento..non capisco cosa gli ho fatto..vorrei tanto andare da un specialista..mi ero riproposta di farlo ma mio marito è contrario..mi dice che è con lui che devo confidarmi...
[#3]
Gentile utente,
andare da uno specialista è diverso dal confidarsi con suo marito che sicuramente ha ragione a ribadirle la sua presenza affettiva.
In ogni caso potreste andare anche in coppia
Ma Le ribadisco che uno specialista non cambiarà sua cognata ma potrà solo aiutare lei stessa.
Inoltre le rimando il fatto che dalle sue affermazione sembra che nella sua famiglia fare una confidenza ad una persona è come farla a tutti i membri della stessa.
Lei è cosi sicura che se condividesse in privato con i suoi genitori l' esperienza fatta dell' aborto, questi la andrebbero a raccontare all' intero paese o agli altri componenti della famiglia ?
andare da uno specialista è diverso dal confidarsi con suo marito che sicuramente ha ragione a ribadirle la sua presenza affettiva.
In ogni caso potreste andare anche in coppia
Ma Le ribadisco che uno specialista non cambiarà sua cognata ma potrà solo aiutare lei stessa.
Inoltre le rimando il fatto che dalle sue affermazione sembra che nella sua famiglia fare una confidenza ad una persona è come farla a tutti i membri della stessa.
Lei è cosi sicura che se condividesse in privato con i suoi genitori l' esperienza fatta dell' aborto, questi la andrebbero a raccontare all' intero paese o agli altri componenti della famiglia ?
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 4.9k visite dal 29/06/2012.
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