Accettare di non aver potuto avere l'adolescenza sognata (che tutti gli altri hanno avuto) e non po
Sono una ragazza di 23 anni, e la mia adolescenza è riassumibile in tre fasi:
- dagli 11 ai 16 anni e mezzo - periodo in cui ho pensato solo a studiare, intanto ci fu la mia prima cotta non ricambiata
- dai 17 ai 19 - arrivando al 4^ anno di liceo sono sbocciata come "donna" e ho iniziato a curarmi, era cresciuto in me anche il desiderio di rapportarmi agli altri. Intanto mi innamorai di nuovo ma dovetti scontrarmi con la dura realtà: certo mi ero curata, stavo bene e via dicendo, ma ai ragazzi non piacevo per niente, tutta colpa della mia faccia. Non starò a dire che ho chissà quale deformità perché non è così, dico solo che sono un tipo di faccia che fa parte di quelle che oggi non piacciono in nessuna maniera. Purtroppo non credevo fosse un problema (cosa importa l'aspetto? - mi dicevo). Dopo che mi fu detto da un paio di ragazzi (molto gentilmente mi dissero che ero un "cesso"), a 17 anni ho scoperto di essere "una brutta". La cosa non mi dispiaceva troppo, non ho mai dato importanza all'aspetto, però mi ha ferita e devastata sapere che i ragazzi non mi avrebbero mai guardata con gli occhi con cui guardano "quelle normali/decenti/carine/belle".
Dal 5° anno di liceo ho avuto altre delusioni (dovute sempre al mio aspetto, e mi fu chiaramente detto che il problema era quello), così dolorose e così tutte uguali che mi sono tirata indietro. Non ce l'ho fatta più.... Mi sono chiusa in casa e ho passato 5 anni davanti al computer, ho buttato all'aria anche gli studi universitari.
Ho sviluppato dentro di me un odio "enorme" nei confronti degli uomini, un odio nei confronti delle ragazze che hanno potuto avere esperienze sessuali (soprattutto questo mi fa soffrire), un odio verso me stessa e un insopportabile rimpianto per non aver potuto vivere l'adolescenza facendo le normali esperienze.
Oggi a 23 anni non sono una ragazza della mia età: sono solo un esserino traumatizzato, triste, infelice, pieno di rabbia e rancore. Inoltre proprio lo scorso anno all'università mi sono invaghita atrocemente di un ragazzo "ai miei occhi immensamente bello" e lui che se ne è accorto, temendo suppongo che io potessi avvicinarmi, ha iniziato ad avere atteggiamenti di disgusto (si nasconde sotto al banco quando mi vede, fa smorfie di sarcasmo del genere "adesso riprende a fissarmi", scappa se ci incrociamo per strada), supportato dall'amica super carina di cui è sempre in compagnia, e questa è stata la botta finale.
Non ne posso più. Di essere come sono, di accettare di non sentirmi "davvero una donna", di non aver potuto fare mai niente di bello fino ad ora, non ho mai potuto provare un'emozione positiva da "adolescente" prima e "giovane donna" dopo, vivo come se avessi 50 anni, con l'unica differenza che alle spalle non ho un normale passato.
Vorrei accettare la condizione che vivo e smettere di avere tanta rabbia dentro di me. Grazie in anticipo
- dagli 11 ai 16 anni e mezzo - periodo in cui ho pensato solo a studiare, intanto ci fu la mia prima cotta non ricambiata
- dai 17 ai 19 - arrivando al 4^ anno di liceo sono sbocciata come "donna" e ho iniziato a curarmi, era cresciuto in me anche il desiderio di rapportarmi agli altri. Intanto mi innamorai di nuovo ma dovetti scontrarmi con la dura realtà: certo mi ero curata, stavo bene e via dicendo, ma ai ragazzi non piacevo per niente, tutta colpa della mia faccia. Non starò a dire che ho chissà quale deformità perché non è così, dico solo che sono un tipo di faccia che fa parte di quelle che oggi non piacciono in nessuna maniera. Purtroppo non credevo fosse un problema (cosa importa l'aspetto? - mi dicevo). Dopo che mi fu detto da un paio di ragazzi (molto gentilmente mi dissero che ero un "cesso"), a 17 anni ho scoperto di essere "una brutta". La cosa non mi dispiaceva troppo, non ho mai dato importanza all'aspetto, però mi ha ferita e devastata sapere che i ragazzi non mi avrebbero mai guardata con gli occhi con cui guardano "quelle normali/decenti/carine/belle".
Dal 5° anno di liceo ho avuto altre delusioni (dovute sempre al mio aspetto, e mi fu chiaramente detto che il problema era quello), così dolorose e così tutte uguali che mi sono tirata indietro. Non ce l'ho fatta più.... Mi sono chiusa in casa e ho passato 5 anni davanti al computer, ho buttato all'aria anche gli studi universitari.
Ho sviluppato dentro di me un odio "enorme" nei confronti degli uomini, un odio nei confronti delle ragazze che hanno potuto avere esperienze sessuali (soprattutto questo mi fa soffrire), un odio verso me stessa e un insopportabile rimpianto per non aver potuto vivere l'adolescenza facendo le normali esperienze.
Oggi a 23 anni non sono una ragazza della mia età: sono solo un esserino traumatizzato, triste, infelice, pieno di rabbia e rancore. Inoltre proprio lo scorso anno all'università mi sono invaghita atrocemente di un ragazzo "ai miei occhi immensamente bello" e lui che se ne è accorto, temendo suppongo che io potessi avvicinarmi, ha iniziato ad avere atteggiamenti di disgusto (si nasconde sotto al banco quando mi vede, fa smorfie di sarcasmo del genere "adesso riprende a fissarmi", scappa se ci incrociamo per strada), supportato dall'amica super carina di cui è sempre in compagnia, e questa è stata la botta finale.
Non ne posso più. Di essere come sono, di accettare di non sentirmi "davvero una donna", di non aver potuto fare mai niente di bello fino ad ora, non ho mai potuto provare un'emozione positiva da "adolescente" prima e "giovane donna" dopo, vivo come se avessi 50 anni, con l'unica differenza che alle spalle non ho un normale passato.
Vorrei accettare la condizione che vivo e smettere di avere tanta rabbia dentro di me. Grazie in anticipo
[#1]
Cara ragazza,
da quanto ci dici sembra proprio che fino ad un certo punto tu sia andata per la tua strada, ma che l'incontro con alcuni individui che ti hanno demolita dal punto di vista dell'immagine che avevi di te stessa ti abbia fatto cambiare direzione fino ad oggi.
Forse fino a quel momento non ti eri ancora confrontata con la possibilità di un rifiuto, e hai vissuto particolarmente male il momento in cui hai ricevuto dei giudizi negativi come se questi dovessero essere assoluti e definitivi.
Sicuramente ricevere certi giudizi dai coetanei per un'adolescente è molto doloroso e può creare disorientamento e conflitto fra ciò che crede importante in teoria e ciò che scopre avere importanza nella pratica.
Hai infatti appreso a tue spese che l'aspetto fisico ha un'importanza non trascurabile, anche se ritenevi che non dovesse averne più di tanta, e ti sei trovata a gestire una situazione inaspettata tentando forse inizialmente di non lasciarti influenzare, per poi cadere completamente nella trappola dell'eccessiva importanza attribuita al giudizio estetico altrui.
In realtà piacere agli altri non dipende solo dall'oggettiva bellezza, ma da quello che si esprime e soprattutto dalla sicurezza che una persona può comunicare o meno di avere in sè stessa.
Se hai perso la sicurezza che prima potevi avere è comprensibile che in seguito a quei primi episodi tu abbia ricevuto una serie di rifiuti che ti hanno fatta chiudere in te stessa e portata a covare un forte rancore verso i ragazzi (e le ragazze carine).
Se ti guardi attorno individuerai non poche persone oggettivamente non rbellissime che piacciono agli altri fondamentalmente perchè sono molto sicure di sè e quindi non si nascondono, ma, anzi, si propongono come se fossero molto più belle di quanto lo siano in realtà influenzando di conseguenza anche il giudizio altrui sul proprio conto.
Mentre accadeva quello che ci hia riferito ne hai parlato con i tuoi genitori e/o le tue amiche?
Che opinione hanno espresso sulla faccenda?
Nella tua famiglia che valore viene assegnato alla bellezza e all'aspetto esteriore?
da quanto ci dici sembra proprio che fino ad un certo punto tu sia andata per la tua strada, ma che l'incontro con alcuni individui che ti hanno demolita dal punto di vista dell'immagine che avevi di te stessa ti abbia fatto cambiare direzione fino ad oggi.
Forse fino a quel momento non ti eri ancora confrontata con la possibilità di un rifiuto, e hai vissuto particolarmente male il momento in cui hai ricevuto dei giudizi negativi come se questi dovessero essere assoluti e definitivi.
Sicuramente ricevere certi giudizi dai coetanei per un'adolescente è molto doloroso e può creare disorientamento e conflitto fra ciò che crede importante in teoria e ciò che scopre avere importanza nella pratica.
Hai infatti appreso a tue spese che l'aspetto fisico ha un'importanza non trascurabile, anche se ritenevi che non dovesse averne più di tanta, e ti sei trovata a gestire una situazione inaspettata tentando forse inizialmente di non lasciarti influenzare, per poi cadere completamente nella trappola dell'eccessiva importanza attribuita al giudizio estetico altrui.
In realtà piacere agli altri non dipende solo dall'oggettiva bellezza, ma da quello che si esprime e soprattutto dalla sicurezza che una persona può comunicare o meno di avere in sè stessa.
Se hai perso la sicurezza che prima potevi avere è comprensibile che in seguito a quei primi episodi tu abbia ricevuto una serie di rifiuti che ti hanno fatta chiudere in te stessa e portata a covare un forte rancore verso i ragazzi (e le ragazze carine).
Se ti guardi attorno individuerai non poche persone oggettivamente non rbellissime che piacciono agli altri fondamentalmente perchè sono molto sicure di sè e quindi non si nascondono, ma, anzi, si propongono come se fossero molto più belle di quanto lo siano in realtà influenzando di conseguenza anche il giudizio altrui sul proprio conto.
Mentre accadeva quello che ci hia riferito ne hai parlato con i tuoi genitori e/o le tue amiche?
Che opinione hanno espresso sulla faccenda?
Nella tua famiglia che valore viene assegnato alla bellezza e all'aspetto esteriore?
Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it
[#2]
Utente
Grazie per la risposta, innanzitutto.
"Se ti guardi attorno": uno dei miei più grandi problemi è proprio il fatto che ormai, da quando ho finito il liceo, ho preso la pessima abitudine di guardarmi intorno, e quello che vedo mi fa sempre atrocemente male, tant'è che sto decidendo di non guardare più, di vivere delle mie "convinzioni immaginarie".
Vedo i "brutti" (maschi) che vorrebbero a tutti i costi frequentare quelle "carine", così come i ragazzi a loro volta carini. E' davvero incredibile: per loro è un limite insuperabile. Vedo che poi, con il tempo, a seconda di quanti tentativi sono disposti a fare, alla fine con la coda tra le gambe accettano la ragazza che esteticamente è il meglio che hanno trovato. Ma sono sempre attenti a vedere di trovare di meglio. Infatti non riescono comunque MAI a mettere l'aspetto in secondo piano per favorire carattere, affinità, qualità umane, ho visto molte ragazze soffrire e venire costantemente sfavorite solo per qualche chilo in più e visi poco asimmetrici, e dire che erano talmente umanamente belle che io stessa temevo di finire per innamorarmi di loro, figuriamoci.
I loro casi mi hanno avvilita, enormemente.
Infatti, dottoressa, a proposito, volevo chiederle: quando vedo uomini che fanno così (ossia buttano solo l'occhio e decidono se una gli va bene o no), devo pensare che stanno facendo un capriccio da superficiali, oppure proprio che è giusto e normale che un uomo provi attrazione solo per un pezzo di carne attraente?
Perché io a volte non capisco se sono anormali ed io devo prendere le distanze, oppure se loro hanno ragione ed io devo solo mettermi da parte poiché svantaggiata sul versante dell' "involucro".
Comunque, nella mia famiglia gli aggettivi "bello/brutto" non sono mai stati usati, per questo forse ignoravo del tutto quello che c'è fuori. Sono cresciuta molto orgogliosa di me in verità, credendomi "bella" perché genitori/parenti etc mi dicevano che ero bella ma non per intendere quello che intendono gli uomini ossia "sessualmente desiderabile". Il loro "bella" o il loro "come stai bene!" è più riferito ad una luce che si emana, e così io sono cresciuta, guardando negli altri "la luce che emanavano".
Poi, mentre cominciavo ad avere problemi psicologici per gli episodi che accadevano e li riferivo a casa (cercando aiuto, perché effettivamente a tratti mi sembrava di impazzire), da parte loro c'è sempre stato un rifiuto totale, una volta mi hanno quasi messo le mani addosso perché dovevo finirla di dire che mi dicevano che ero brutta, ancora oggi mi criticano ed offendono costantemente colpevolizzandomi del fatto che "non esco e non mi trovo un fidanzato", perché secondo loro è tutto normale ed io posso conquistare normalmente la persona che mi piace, come qualsiasi persona media.
Per cui in una delle ultime discussioni ho detto che era il momento di finirla di aprire l'argomento, e da quella volta non hanno detto più niente.
Le mie amiche hanno sempre saputo quello che stava succedendo e i commenti che venivano fatti su di me, ma non mi sono mai state vicine, erano le prime a dare a me della bruttona alle spalle, ma io le ho sempre ignorate facendo finta di niente e continuando ad essere sicura di me, cosa che a loro dava enormemente fastidio. Per cui quando quel ragazzo (comunque abbastanza in vista in città) mi ridicolizzò con tutti, loro finalmente hanno avuto la soddisfazione della vita di vedermi definita per quello che ero e ufficialmente non competitiva con i ragazzi, ma comunque queste cose per me non contano perché per me sono state buone amiche su altri versanti per cui posso arrivare a capire che ci possa essere competizione su determinati argomenti, non è un problema per me.
Certamente non avere avuto nessuno vicino ha aggravato tutto. Soprattutto i miei genitori che hanno sempre negato la realtà dei fatti, facendomi quindi vedere che "è una tragedia essere donne brutte", invece di sostenermi e dirmi che potevo avere una vita felice e dignitosa come chiunque.
"Se ti guardi attorno": uno dei miei più grandi problemi è proprio il fatto che ormai, da quando ho finito il liceo, ho preso la pessima abitudine di guardarmi intorno, e quello che vedo mi fa sempre atrocemente male, tant'è che sto decidendo di non guardare più, di vivere delle mie "convinzioni immaginarie".
Vedo i "brutti" (maschi) che vorrebbero a tutti i costi frequentare quelle "carine", così come i ragazzi a loro volta carini. E' davvero incredibile: per loro è un limite insuperabile. Vedo che poi, con il tempo, a seconda di quanti tentativi sono disposti a fare, alla fine con la coda tra le gambe accettano la ragazza che esteticamente è il meglio che hanno trovato. Ma sono sempre attenti a vedere di trovare di meglio. Infatti non riescono comunque MAI a mettere l'aspetto in secondo piano per favorire carattere, affinità, qualità umane, ho visto molte ragazze soffrire e venire costantemente sfavorite solo per qualche chilo in più e visi poco asimmetrici, e dire che erano talmente umanamente belle che io stessa temevo di finire per innamorarmi di loro, figuriamoci.
I loro casi mi hanno avvilita, enormemente.
Infatti, dottoressa, a proposito, volevo chiederle: quando vedo uomini che fanno così (ossia buttano solo l'occhio e decidono se una gli va bene o no), devo pensare che stanno facendo un capriccio da superficiali, oppure proprio che è giusto e normale che un uomo provi attrazione solo per un pezzo di carne attraente?
Perché io a volte non capisco se sono anormali ed io devo prendere le distanze, oppure se loro hanno ragione ed io devo solo mettermi da parte poiché svantaggiata sul versante dell' "involucro".
Comunque, nella mia famiglia gli aggettivi "bello/brutto" non sono mai stati usati, per questo forse ignoravo del tutto quello che c'è fuori. Sono cresciuta molto orgogliosa di me in verità, credendomi "bella" perché genitori/parenti etc mi dicevano che ero bella ma non per intendere quello che intendono gli uomini ossia "sessualmente desiderabile". Il loro "bella" o il loro "come stai bene!" è più riferito ad una luce che si emana, e così io sono cresciuta, guardando negli altri "la luce che emanavano".
Poi, mentre cominciavo ad avere problemi psicologici per gli episodi che accadevano e li riferivo a casa (cercando aiuto, perché effettivamente a tratti mi sembrava di impazzire), da parte loro c'è sempre stato un rifiuto totale, una volta mi hanno quasi messo le mani addosso perché dovevo finirla di dire che mi dicevano che ero brutta, ancora oggi mi criticano ed offendono costantemente colpevolizzandomi del fatto che "non esco e non mi trovo un fidanzato", perché secondo loro è tutto normale ed io posso conquistare normalmente la persona che mi piace, come qualsiasi persona media.
Per cui in una delle ultime discussioni ho detto che era il momento di finirla di aprire l'argomento, e da quella volta non hanno detto più niente.
Le mie amiche hanno sempre saputo quello che stava succedendo e i commenti che venivano fatti su di me, ma non mi sono mai state vicine, erano le prime a dare a me della bruttona alle spalle, ma io le ho sempre ignorate facendo finta di niente e continuando ad essere sicura di me, cosa che a loro dava enormemente fastidio. Per cui quando quel ragazzo (comunque abbastanza in vista in città) mi ridicolizzò con tutti, loro finalmente hanno avuto la soddisfazione della vita di vedermi definita per quello che ero e ufficialmente non competitiva con i ragazzi, ma comunque queste cose per me non contano perché per me sono state buone amiche su altri versanti per cui posso arrivare a capire che ci possa essere competizione su determinati argomenti, non è un problema per me.
Certamente non avere avuto nessuno vicino ha aggravato tutto. Soprattutto i miei genitori che hanno sempre negato la realtà dei fatti, facendomi quindi vedere che "è una tragedia essere donne brutte", invece di sostenermi e dirmi che potevo avere una vita felice e dignitosa come chiunque.
[#3]
non è facile, soprattutto in giovane età non avere la fortuna (?) di ricevere un aspetto esteticamente gradevole.
Ma non è tutto, e sicuramente non è sufficiente (come ha ben espresso la collega) per sentirsi sicuri di se e - aggiungo - per far si che da un colpo d'occhio riuscito, si riesca poi anche a conservare le attenzioni ricevute ad un primo incontro.
Il mondo è pieno di belli che attirano e poi vengono mollati perchè inconsistenti.
Certamente se non si è belli è difficile essere notati al primo sguardo e questo lei lo sa bene.
Non le sarà però utile piangersi addosso e neppure odiare il sesso maschile (che in realtà lei vorrebbe attirare e dunque l'odio nasconde una ricerca di attenzione sinora insoddisfatta).
Si ispiri a dei modelli di "poco belli" però attraenti, dotati di carisma, personalità, sicurezza.
Arisa (la cantante) è una bella? Eppure ha fatto della sua non bellezza un modello di ricercatezza, di unicità, si è creata un personaggio.
Crede che personaggi come Margherita Hack o la senatrice Anna Finocchiaro abbiano (avuto, nel caso della Hack) bisogno di un bell'aspetto fisico per essere considerate donne di classe, intelligenti, persone belle insomma? Crede che non abbiano conquistato uomini interessanti?
L'attrice Glenn Close è oggettivamente brutta, ma crede che non abbia e non abbia avuto da più giovane (non solo perchè è un'attrice, ma perchè è una donna sicura e AFFASCINANTE) uno stuolo di spasimanti?
Barbra Streisand è una donna dalla voce incantevole, ed è stata per anni desideratissima, sino all'età matura, dagli uomini.
Si faccia coraggio, esca allo scoperto, punti sulle sue qualità, sulle sue particolarità e non si nasconda più. Vedrà che se anche non fa colpo al primo sguardo, se si mostrerà sicura, piacevole, interessante, (o le qualità che certamente lei ha), al secondo o al terzo incontro saranno gli altri a chiederle di conversare con loro e poi le chiederanno magari anche un'appuntamento.
Ma non è tutto, e sicuramente non è sufficiente (come ha ben espresso la collega) per sentirsi sicuri di se e - aggiungo - per far si che da un colpo d'occhio riuscito, si riesca poi anche a conservare le attenzioni ricevute ad un primo incontro.
Il mondo è pieno di belli che attirano e poi vengono mollati perchè inconsistenti.
Certamente se non si è belli è difficile essere notati al primo sguardo e questo lei lo sa bene.
Non le sarà però utile piangersi addosso e neppure odiare il sesso maschile (che in realtà lei vorrebbe attirare e dunque l'odio nasconde una ricerca di attenzione sinora insoddisfatta).
Si ispiri a dei modelli di "poco belli" però attraenti, dotati di carisma, personalità, sicurezza.
Arisa (la cantante) è una bella? Eppure ha fatto della sua non bellezza un modello di ricercatezza, di unicità, si è creata un personaggio.
Crede che personaggi come Margherita Hack o la senatrice Anna Finocchiaro abbiano (avuto, nel caso della Hack) bisogno di un bell'aspetto fisico per essere considerate donne di classe, intelligenti, persone belle insomma? Crede che non abbiano conquistato uomini interessanti?
L'attrice Glenn Close è oggettivamente brutta, ma crede che non abbia e non abbia avuto da più giovane (non solo perchè è un'attrice, ma perchè è una donna sicura e AFFASCINANTE) uno stuolo di spasimanti?
Barbra Streisand è una donna dalla voce incantevole, ed è stata per anni desideratissima, sino all'età matura, dagli uomini.
Si faccia coraggio, esca allo scoperto, punti sulle sue qualità, sulle sue particolarità e non si nasconda più. Vedrà che se anche non fa colpo al primo sguardo, se si mostrerà sicura, piacevole, interessante, (o le qualità che certamente lei ha), al secondo o al terzo incontro saranno gli altri a chiederle di conversare con loro e poi le chiederanno magari anche un'appuntamento.
Dr. Alessandro Raggi
psicoterapeuta psicoanalista
www.psicheanima.it
[#4]
Utente
Grazie per la risposta, dottor Raggi.
Diciamo che in questi ultimi anni, in cui comunque ho continuato a fare i miei "tentativi" all'università - unico luogo che frequento - mi sono detta tutte queste cose, e a volte anche di più, un po' perché ci credo davvero, un po' perché speravo che mi calmasse (mio attuale più grande problema: sono arrabbiata) ma purtroppo non è bastato.
Non cerco il sapere che "le possibilità capitano a tutti, un giorno capiterà anche a me", ma cerco un tentativo di serenità nella mia vita di tutti i giorni, anche quando la possibilità non c'è (perché ancora deve arrivare o per altro). Vita di tutti i giorni fatta di mortificazioni, di umiliazioni, perché mi capita purtroppo di invaghirmi di qualcuno, anche se raramente, e sarà l'inesperienza forse ma dentro di me provo sempre dei sentimenti enormi, incontrollabili, fuori misura, anche di fronte a qualcuno per cui mi sono resa conto di provare dei sentimenti da pochissimo! Da piccola riuscivo a mantenere la calma e la razionalità anche in preda alle passioni più forti, riuscivo a controllarmi ero sicura di me e pensavo che prima o poi sarebbe successo (il venire corrisposta), ma oggi che conosco la realtà sono completamente fuori di me: a parte l'arrossire violentemente (e non sono mai stata una bambina o ragazza che arrossiva), il non sapere cosa dire, divento incredibilmente aggressiva e violenta anche solo nello sguardo (e ho allontanato molte persone a causa dei miei malesseri mal celati), perché la mia situazione, il mio "assurdo svantaggio" non riesco proprio ad accettarlo...perché di fronte a qualcuno che mi fa "morire" non riesco a mettermi da parte per un motivo così stupido, vorrei avere un rifiuto dopo un po' di tempo passato assieme e la constatazione che non sono granchè simpatica magari, ma mai un rifiuto così, a priori, questa è una cosa assurda, che ho sperimentato tante volte e che non augurerei a nessuno tanto che fa male.
Forse mi capiterà qualche occasione prima o poi, ma nel mentre che mi capita, come posso fare a vivere bene?
Sono ostaggio della mia mente. All'università ho preso una brutta ossessione (in antipatia) per l'amica del ragazzo che mi interessava (quello che si nasconde sotto al banco quando mi vede), l'altro giorno stavo per strappare il foglio con le prenotazioni dell'esame solo perché avevo letto il nome di lei, scritto in bella grafia, bella e aggraziata com'è lei, e sono impazzita, letteralmente, tant'è che ho dovuto frenarmi che mi è venuto una nausea terribile e ho cominciato a sudare.
Per fortuna mi sono fermata perché un gesto del genere avrebbe solo fatto male a me stessa, ma è uno dei tanti casi in cui mi sto trovando in preda ad un odio mai visto prima.
E dire che ero largamente conosciuta per essere così dolce e delicata da sembrare quasi inconsistente e senza carattere.
Questa mia trasformazione mi sta logorando, e vorrei capire cosa mi sta succedendo ma soprattutto come finirla e tornare serena com'ero.
Diciamo che in questi ultimi anni, in cui comunque ho continuato a fare i miei "tentativi" all'università - unico luogo che frequento - mi sono detta tutte queste cose, e a volte anche di più, un po' perché ci credo davvero, un po' perché speravo che mi calmasse (mio attuale più grande problema: sono arrabbiata) ma purtroppo non è bastato.
Non cerco il sapere che "le possibilità capitano a tutti, un giorno capiterà anche a me", ma cerco un tentativo di serenità nella mia vita di tutti i giorni, anche quando la possibilità non c'è (perché ancora deve arrivare o per altro). Vita di tutti i giorni fatta di mortificazioni, di umiliazioni, perché mi capita purtroppo di invaghirmi di qualcuno, anche se raramente, e sarà l'inesperienza forse ma dentro di me provo sempre dei sentimenti enormi, incontrollabili, fuori misura, anche di fronte a qualcuno per cui mi sono resa conto di provare dei sentimenti da pochissimo! Da piccola riuscivo a mantenere la calma e la razionalità anche in preda alle passioni più forti, riuscivo a controllarmi ero sicura di me e pensavo che prima o poi sarebbe successo (il venire corrisposta), ma oggi che conosco la realtà sono completamente fuori di me: a parte l'arrossire violentemente (e non sono mai stata una bambina o ragazza che arrossiva), il non sapere cosa dire, divento incredibilmente aggressiva e violenta anche solo nello sguardo (e ho allontanato molte persone a causa dei miei malesseri mal celati), perché la mia situazione, il mio "assurdo svantaggio" non riesco proprio ad accettarlo...perché di fronte a qualcuno che mi fa "morire" non riesco a mettermi da parte per un motivo così stupido, vorrei avere un rifiuto dopo un po' di tempo passato assieme e la constatazione che non sono granchè simpatica magari, ma mai un rifiuto così, a priori, questa è una cosa assurda, che ho sperimentato tante volte e che non augurerei a nessuno tanto che fa male.
Forse mi capiterà qualche occasione prima o poi, ma nel mentre che mi capita, come posso fare a vivere bene?
Sono ostaggio della mia mente. All'università ho preso una brutta ossessione (in antipatia) per l'amica del ragazzo che mi interessava (quello che si nasconde sotto al banco quando mi vede), l'altro giorno stavo per strappare il foglio con le prenotazioni dell'esame solo perché avevo letto il nome di lei, scritto in bella grafia, bella e aggraziata com'è lei, e sono impazzita, letteralmente, tant'è che ho dovuto frenarmi che mi è venuto una nausea terribile e ho cominciato a sudare.
Per fortuna mi sono fermata perché un gesto del genere avrebbe solo fatto male a me stessa, ma è uno dei tanti casi in cui mi sto trovando in preda ad un odio mai visto prima.
E dire che ero largamente conosciuta per essere così dolce e delicata da sembrare quasi inconsistente e senza carattere.
Questa mia trasformazione mi sta logorando, e vorrei capire cosa mi sta succedendo ma soprattutto come finirla e tornare serena com'ero.
[#5]
La forte tempesta emotiva che ci hai descritto a più riprese merita a mio avviso un approfondimento dal punto di vista psicodiagnostico.
Il cambiamento di personalità avvenuto ti ha portata a diventare una ragazza completamente diversa da quella che eri prima e, per quanto questo possa avvenire con la crescita (in particolare nel corso dell'adolescenza,) un mutamento così repentino merita una certa attenzione - soprattutto se ti ha portata in certi momenti a trattenerti a stento mentre provavi reazioni incontrollabili, oltre che ad esperire emozioni molto intense anche quando questo non era giustificato dalla situazione in cui ti trovavi.
Hai mai pensato di rivolgerti ad uno psicologo anche di persona?
Il cambiamento di personalità avvenuto ti ha portata a diventare una ragazza completamente diversa da quella che eri prima e, per quanto questo possa avvenire con la crescita (in particolare nel corso dell'adolescenza,) un mutamento così repentino merita una certa attenzione - soprattutto se ti ha portata in certi momenti a trattenerti a stento mentre provavi reazioni incontrollabili, oltre che ad esperire emozioni molto intense anche quando questo non era giustificato dalla situazione in cui ti trovavi.
Hai mai pensato di rivolgerti ad uno psicologo anche di persona?
[#6]
Utente
Sì dottoressa, volevo farlo già da tempo, precisamente da quando mi sono "ritirata" dalla scena sociale perché non sopportavo più di essere tanto fuori dai giochi...è lì che il mio carattere orgoglioso ha cominciato a farmi letteralmente annebbiare dalla rabbia perché vedevo di non riuscire a competere con le mie coetanee sempre di aspetto più gradevole del mio (e questi maledetti ragazzi che corrono sempre dietro a quello).
Non l'ho mai fatto innanzitutto perché non dispongo del denaro sufficiente, e in secondo luogo perché sono convinta che sia un mio limite mentale e che magari leggendo scritta la soluzione io possa adottarla e trovare un po' di pace, soprattutto ora che mi perdo in pensieri troppo troppo tristi circa la vita. Ho 23 anni ed è come se fossi morta, sono un vegetale nel vero senso della parola. Non riesco nemmeno a studiare, ormai da anni, perché la mia mente è affollata dalla mattina alla sera sempre dai soliti pensieri ossessivi (i miei insuccessi sociali), e questo mi disturba anche nel cominciare nuovi rapporti con nuove amiche. Un disastro.
Tendo a non andare da uno psicologo, infine, anche perché mia mamma in passato mi ha detto che è meglio che evito (nel suo darmi consigli per riprendermi credeva che forse avrei dovuto parlare con qualcuno), perché qualsiasi dottore dopo avermi parlato cinque minuti vorrà conoscere lei e mio padre convinto che il problema siano loro....e lei non vuole andare da nessuno psicologo dato che i problemi che ha e che abbiamo noi nei nostri equilibri familiari sa già quali sono e ci combatte lei per prima da una vita, per cui queste cose mi hanno demotivata parecchio.
Non l'ho mai fatto innanzitutto perché non dispongo del denaro sufficiente, e in secondo luogo perché sono convinta che sia un mio limite mentale e che magari leggendo scritta la soluzione io possa adottarla e trovare un po' di pace, soprattutto ora che mi perdo in pensieri troppo troppo tristi circa la vita. Ho 23 anni ed è come se fossi morta, sono un vegetale nel vero senso della parola. Non riesco nemmeno a studiare, ormai da anni, perché la mia mente è affollata dalla mattina alla sera sempre dai soliti pensieri ossessivi (i miei insuccessi sociali), e questo mi disturba anche nel cominciare nuovi rapporti con nuove amiche. Un disastro.
Tendo a non andare da uno psicologo, infine, anche perché mia mamma in passato mi ha detto che è meglio che evito (nel suo darmi consigli per riprendermi credeva che forse avrei dovuto parlare con qualcuno), perché qualsiasi dottore dopo avermi parlato cinque minuti vorrà conoscere lei e mio padre convinto che il problema siano loro....e lei non vuole andare da nessuno psicologo dato che i problemi che ha e che abbiamo noi nei nostri equilibri familiari sa già quali sono e ci combatte lei per prima da una vita, per cui queste cose mi hanno demotivata parecchio.
[#7]
Gentile Utente,
sto per scriverle qualcosa di molto forte che ha il fine di farla riflettere, su un piccolo dettaglio.
> lei non vuole andare da nessuno psicologo dato che i problemi che ha [...] ci combatte lei per prima da una vita
A me viene da rispondere che forse è il casi di cambiare strategia e che forse il fatto di *combattere* "senza vincere" forse vuol solo dire che sta sprecando energia in modo poco efficente.
Un conto è dire una fatica che porta frutta, ma scritto così sembra solo una fatica che porta "fatica".
È un pò come la mosca che sbatte sulla finestra e s'impegna a pssare quella barriera che non vede. L'impegno della mosca è proporzionalmente misurabile alla rumore dell'impatto sul vetro, per cui possiamo pure elogiare la mosca per lo sforzo profuso, certo non per la strategia applicata o per la valutazione della situazione.
Questo non vuol dire che la situazione familiare non conti (gli psicologi hanno ben spiegato questa cosa) e se lei fa parte di un sistema familiare, non vuol dire che non possa essere diversa o che non possa fornire quella soluzione che magari sua madre non riesce a trovare.
Non esisterebbero "le pecore nere" della famiglia, laddove per *percora nera* s'intende il "diverso dagli altri", sia in negativo che in positivo, cioè quello che rompe lo schema familiare e sceglie qualcosa di diverso.
Comunque, esistono anche approcci diversi da quelli sistemici (la terapia familiare che *teme* sua madre), e poi comunque si lavora su chi viene in terapia: se la famiglia non vuole venire, si lavora con chi viene.
Insomma, si fa quel che si può, con quel che si ha a disposizione!
Si guarda ciò che si ha, non ciò che non si ha...
sto per scriverle qualcosa di molto forte che ha il fine di farla riflettere, su un piccolo dettaglio.
> lei non vuole andare da nessuno psicologo dato che i problemi che ha [...] ci combatte lei per prima da una vita
A me viene da rispondere che forse è il casi di cambiare strategia e che forse il fatto di *combattere* "senza vincere" forse vuol solo dire che sta sprecando energia in modo poco efficente.
Un conto è dire una fatica che porta frutta, ma scritto così sembra solo una fatica che porta "fatica".
È un pò come la mosca che sbatte sulla finestra e s'impegna a pssare quella barriera che non vede. L'impegno della mosca è proporzionalmente misurabile alla rumore dell'impatto sul vetro, per cui possiamo pure elogiare la mosca per lo sforzo profuso, certo non per la strategia applicata o per la valutazione della situazione.
Questo non vuol dire che la situazione familiare non conti (gli psicologi hanno ben spiegato questa cosa) e se lei fa parte di un sistema familiare, non vuol dire che non possa essere diversa o che non possa fornire quella soluzione che magari sua madre non riesce a trovare.
Non esisterebbero "le pecore nere" della famiglia, laddove per *percora nera* s'intende il "diverso dagli altri", sia in negativo che in positivo, cioè quello che rompe lo schema familiare e sceglie qualcosa di diverso.
Comunque, esistono anche approcci diversi da quelli sistemici (la terapia familiare che *teme* sua madre), e poi comunque si lavora su chi viene in terapia: se la famiglia non vuole venire, si lavora con chi viene.
Insomma, si fa quel che si può, con quel che si ha a disposizione!
Si guarda ciò che si ha, non ciò che non si ha...
[#8]
"sono convinta che sia un mio limite mentale e che magari leggendo scritta la soluzione io possa adottarla e trovare un po' di pace"
Il problema è che quando parliamo di possibili disturbi psicologici non esistono soluzioni preconfezionate da seguire. La sola possibilità di risolvere consiste nel lavorare gradualmente e progressivamente sul disagio vissuto in maniera unica da ogni singola persona..
Fra l'altro visto che ci parli di "ritiro" e ci dici di sentirti ormai "un vegetale" non è nemmeno da escludere che tu soffra di sintomi depressivi che, se non curati, possono solo peggiorare. Sarebbe davvero un peccato che tu ipotecassi il tuo futuro in questo modo.
"mia mamma in passato mi ha detto che è meglio che evito perché qualsiasi dottore dopo avermi parlato cinque minuti vorrà conoscere lei e mio padre convinto che il problema siano loro..."
E' possibile che tua mamma si ritenga la causa dei tuoi problemi, e che con questa attribuzione riferita ad un eventuale psicologo lo manifesti forse involontariamente ma, altrettanto evidentemente, non è in grado di risolvere proprio nulla: per quanto cerchi di "combattare" i problemi familiari lo fa "da una vita", e quindi non ci riesce.
In questo senso il suo esempio dovrebbe motivarti a prendere una strada diversa, avendo constatato di persona quanto sia fallimentare illudersi di risolvere da soli ciò che da soli non è possibile cambiare, e quanto questo si riveli sostanzialmente una perdita di tempo che porta solo alla cronicizzazione dei problemi.
Il problema è che quando parliamo di possibili disturbi psicologici non esistono soluzioni preconfezionate da seguire. La sola possibilità di risolvere consiste nel lavorare gradualmente e progressivamente sul disagio vissuto in maniera unica da ogni singola persona..
Fra l'altro visto che ci parli di "ritiro" e ci dici di sentirti ormai "un vegetale" non è nemmeno da escludere che tu soffra di sintomi depressivi che, se non curati, possono solo peggiorare. Sarebbe davvero un peccato che tu ipotecassi il tuo futuro in questo modo.
"mia mamma in passato mi ha detto che è meglio che evito perché qualsiasi dottore dopo avermi parlato cinque minuti vorrà conoscere lei e mio padre convinto che il problema siano loro..."
E' possibile che tua mamma si ritenga la causa dei tuoi problemi, e che con questa attribuzione riferita ad un eventuale psicologo lo manifesti forse involontariamente ma, altrettanto evidentemente, non è in grado di risolvere proprio nulla: per quanto cerchi di "combattare" i problemi familiari lo fa "da una vita", e quindi non ci riesce.
In questo senso il suo esempio dovrebbe motivarti a prendere una strada diversa, avendo constatato di persona quanto sia fallimentare illudersi di risolvere da soli ciò che da soli non è possibile cambiare, e quanto questo si riveli sostanzialmente una perdita di tempo che porta solo alla cronicizzazione dei problemi.
[#9]
Psicologo
... e così io sono cresciuta, guardando negli altri "la luce che emanavano".
...
_______________________________________________________-
Gentile Utente,
penso che guardare "la luce che gli altri emanano" sia proprio l'antitesi del "nascondersi sotto al banco".
Intendo dire che è una cosa che La pone molto più avanti rispetto ai suoi coetanei, ora come in passato, e anche rispetto a molte persone dichiaratamente adulte.
Questa Sua pienezza si è scontrata con un certo tipo di stupidità, oltre che di superficialità, tipicamente adolescenziale che i suoi coetanei, maschi e femmine, Le hanno a più riprese dimostrato.
Penso che frequentare gente che ragiona al Suo livello sarebbe un toccasana per il Suo stato d'animo e le farebbe recuperare un po' di serenità.
Come già detto dalla Dott.ssa Massaro, è vero che l'aspetto è importante ma ci sono altre qualità da tenere in considerazione; aggiungo che c'è anche gente che di questo è consapevole e su questo si basa per rapportarsi con le persone.
Fermo restando che, per quanto possibile, si può sempre fare qualcosina di più per migliorare un poco (non troppo) il proprio aspetto fisico, ciò che conta veramente è la "bellezza dell'anima", per cui Le suggerirei di costruirsi una cerchia di conoscenze al Suo livello, con cui avere degli scambi proficui.
Potrebbe essere una ricerca impegnativa ma ne vale sicuramente la pena, poiché entro quella cerchia potrà più facimente trovare qualcuno con cui intendersi appieno.
Potrà quindi lasciar perdere senza rimpianti tutte quelle persone che si sono dimostrate un esempio di squallida stupidità.
...
_______________________________________________________-
Gentile Utente,
penso che guardare "la luce che gli altri emanano" sia proprio l'antitesi del "nascondersi sotto al banco".
Intendo dire che è una cosa che La pone molto più avanti rispetto ai suoi coetanei, ora come in passato, e anche rispetto a molte persone dichiaratamente adulte.
Questa Sua pienezza si è scontrata con un certo tipo di stupidità, oltre che di superficialità, tipicamente adolescenziale che i suoi coetanei, maschi e femmine, Le hanno a più riprese dimostrato.
Penso che frequentare gente che ragiona al Suo livello sarebbe un toccasana per il Suo stato d'animo e le farebbe recuperare un po' di serenità.
Come già detto dalla Dott.ssa Massaro, è vero che l'aspetto è importante ma ci sono altre qualità da tenere in considerazione; aggiungo che c'è anche gente che di questo è consapevole e su questo si basa per rapportarsi con le persone.
Fermo restando che, per quanto possibile, si può sempre fare qualcosina di più per migliorare un poco (non troppo) il proprio aspetto fisico, ciò che conta veramente è la "bellezza dell'anima", per cui Le suggerirei di costruirsi una cerchia di conoscenze al Suo livello, con cui avere degli scambi proficui.
Potrebbe essere una ricerca impegnativa ma ne vale sicuramente la pena, poiché entro quella cerchia potrà più facimente trovare qualcuno con cui intendersi appieno.
Potrà quindi lasciar perdere senza rimpianti tutte quelle persone che si sono dimostrate un esempio di squallida stupidità.
Questo consulto ha ricevuto 9 risposte e 48.2k visite dal 28/06/2012.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.