Inappetenza
Gentile dottore, sono qui' a scriverle perchè forse ho capito che comincio ad avere dei problemi con l'alimentazione. Ho 50anni, peso 43 chili e sono alta 1 55 ho sempre inappetenza, ho paura di mangiare cibi diversi da quelli che mangio di solito per paura di stare male, quando vedo gente mangiare di gusto provo invidia, perchè vorrei farlo anche io. Ho notato però che se mangio in compagnia, con amici, mangio di più, o ad esempio quando vado in ferie, in albergo, in alcuni alberghi dove ci sono cuochi che cucinano come piace a me, con pochi grassi, perchè ad es vedere molto olio mi disgusta, mangio di gusto.
Dopo molti anni che non mangiavo torte, perchè una volta dopo averla mangiata, mi sono sentita male ed ho rimesso, non ne ho mangiate più per anni, dicevo, questa estate in vacanza ho trovato il coraggio di rimangiarla, e mi sono abbuffata, non mi sembrava vero, però come sono tornata in città, la paura è tornata e non ne ho mai mangiate, ho fatto gastroscopie ed ho ernia aiatale con reflusso curata con gastroprotettore, io vorrei capire se devo rivolgermi ad uno psicologo, perchè sono stanca di avere questa paura, oppure fare altri esami per capire l'origine di questa inappetenza e svogliatezza, le aggiungo che non amo molto cucinare a meno che non abbia ospiti. Alcuni alimenti non li mangio più anche se mi piacciono, una volta ho sentito in tv che una signora si era strozzata con un osso di pollo e da allora non riesco più a mangiarlo, cosi' con il pesce o le bistecche con osso etc ho il terrore che mi rimanga qualcosa nella gola. La ringrazio buona serata
Dopo molti anni che non mangiavo torte, perchè una volta dopo averla mangiata, mi sono sentita male ed ho rimesso, non ne ho mangiate più per anni, dicevo, questa estate in vacanza ho trovato il coraggio di rimangiarla, e mi sono abbuffata, non mi sembrava vero, però come sono tornata in città, la paura è tornata e non ne ho mai mangiate, ho fatto gastroscopie ed ho ernia aiatale con reflusso curata con gastroprotettore, io vorrei capire se devo rivolgermi ad uno psicologo, perchè sono stanca di avere questa paura, oppure fare altri esami per capire l'origine di questa inappetenza e svogliatezza, le aggiungo che non amo molto cucinare a meno che non abbia ospiti. Alcuni alimenti non li mangio più anche se mi piacciono, una volta ho sentito in tv che una signora si era strozzata con un osso di pollo e da allora non riesco più a mangiarlo, cosi' con il pesce o le bistecche con osso etc ho il terrore che mi rimanga qualcosa nella gola. La ringrazio buona serata
[#1]
Gentile Signora,
Da quello che leggo sembra trattarsi di un disturbo fobico, cioe' la paura che alcuni cibi, possano danneggiarla
Questi distirbi non regrediscono spontaneamente e, nel tempo compromettono la qualita' di vita e di relazione.
Una diagnosi linica, andrebbe valutata , poi la terapia si stabilira' di conseguenza, anche di tipo combinato( farmacoterapia e psicoterapia) , sarebbe indicata
Da quello che leggo sembra trattarsi di un disturbo fobico, cioe' la paura che alcuni cibi, possano danneggiarla
Questi distirbi non regrediscono spontaneamente e, nel tempo compromettono la qualita' di vita e di relazione.
Una diagnosi linica, andrebbe valutata , poi la terapia si stabilira' di conseguenza, anche di tipo combinato( farmacoterapia e psicoterapia) , sarebbe indicata
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
[#2]
"una volta ho sentito in tv che una signora si era strozzata con un osso di pollo e da allora non riesco più a mangiarlo, cosi' con il pesce o le bistecche con osso etc ho il terrore che mi rimanga qualcosa nella gola."
Gentile signora,
secondo le teorie dell'apprendimento ciò che ha descritto molto bene rientra in un comportamento appreso dall'esperienza negativa, sia relativa a ciò che Le è accaduto direttamente (indigestione della torta ed evitamento per diversi anni), sia riguardo a ciò di cui ha sentito parlare. Questo accade comunemente perchè tutti noi impariamo anche dalle esperienze altrui.
Tuttavia nel Suo caso sarebbe opportuno comprendere, per poter uscire da questa condizione, i Suoi timori a riguardo quando per esempio mangia da sola. E' interessante che Lei abbia notato che mangia meglio e di più quando si trova in compagnia di altri.
"io vorrei capire se devo rivolgermi ad uno psicologo"
Per le ragioni dette sopra uno psicologo potrebbe esserLe molto utile per comprendere che cosa Le accade a tavola. Sarebbe meglio uno psicologo con orientamento cognitivo-comportamentale perchè attraverso l'uso dei diari alimentari è possibile intercettare molto bene le sequenze critiche dei Suoi timori a tavola.
Importante anche la valutazione di un nutrizionista dal momento che Lei, per via del Suo disagio, è sottopeso.
Un cordiale saluto,
Gentile signora,
secondo le teorie dell'apprendimento ciò che ha descritto molto bene rientra in un comportamento appreso dall'esperienza negativa, sia relativa a ciò che Le è accaduto direttamente (indigestione della torta ed evitamento per diversi anni), sia riguardo a ciò di cui ha sentito parlare. Questo accade comunemente perchè tutti noi impariamo anche dalle esperienze altrui.
Tuttavia nel Suo caso sarebbe opportuno comprendere, per poter uscire da questa condizione, i Suoi timori a riguardo quando per esempio mangia da sola. E' interessante che Lei abbia notato che mangia meglio e di più quando si trova in compagnia di altri.
"io vorrei capire se devo rivolgermi ad uno psicologo"
Per le ragioni dette sopra uno psicologo potrebbe esserLe molto utile per comprendere che cosa Le accade a tavola. Sarebbe meglio uno psicologo con orientamento cognitivo-comportamentale perchè attraverso l'uso dei diari alimentari è possibile intercettare molto bene le sequenze critiche dei Suoi timori a tavola.
Importante anche la valutazione di un nutrizionista dal momento che Lei, per via del Suo disagio, è sottopeso.
Un cordiale saluto,
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
[#3]
Cara signora,
può dirci da quanto va avanti questa situazione e se nel tempo qualcosa è cambiato?
Ci parla infatti anche di "svogliatezza" e le chiedo quindi se, alimentazione a parte, sta vivendo altre difficoltà nel suo quotidiano.
Ha una relazione di coppia?
La sua vita sessuale è problematica?
E' possibile infatti che i pensieri fobici riguardanti il cibo siano solo un aspetto di un malessere ben più complesso: in questo senso vorrei sapere se in passato ha sofferto di disturbi del comportamento alimentare e se ha iniziato ad evitare determinati cibi con l'idea di poter ingrassare troppo o di esserne per così dire "avvelenata", magari su suggerimento di altri.
A parte la significativa paura che ingerire cibi differenti dal solito le faccia male ha anche altre fobie?
Tenga conto che il rapporto con il cibo è influenzato dal rapporto con la propria madre: fin da subito infatti il neonato associa l'esperienza dell'allattamento alla presenza della madre, identificando almeno in un primo periodo la mamma con il cibo.
Le difficoltà alimentari del neonato dipendono dal rapporto perturbato con la mamma, che a volte rimane tale per tutta la vita dando luogo ad una relazione disturbata con il cibo anche in soggetti adulti, che conservano nella propria mente inconscia questa associazione.
Il cibo che può far male può dunque rappresentare una preoccupazione direttamente derivante dal rapporto con l'immagine mentale di una madre che può far male in vari modi.
Tutto questo è ovviamente inconsapevole e avviene senza che la persona se ne renda conto.
Il discorso è complesso e non so se sono riuscita a spiegarmi chiaramente, ma spero di sì.
In ogni caso se all'origine di questa sua fobia non si trova un episodio traumatico è possibile che la spiegazione sia quella che ho sommariamente esposto: in tal caso un lavoro psicologico sul significato che per lei ha assunto il cibo nel corso degli anni sarebbe sicuramente utile e indicato.
può dirci da quanto va avanti questa situazione e se nel tempo qualcosa è cambiato?
Ci parla infatti anche di "svogliatezza" e le chiedo quindi se, alimentazione a parte, sta vivendo altre difficoltà nel suo quotidiano.
Ha una relazione di coppia?
La sua vita sessuale è problematica?
E' possibile infatti che i pensieri fobici riguardanti il cibo siano solo un aspetto di un malessere ben più complesso: in questo senso vorrei sapere se in passato ha sofferto di disturbi del comportamento alimentare e se ha iniziato ad evitare determinati cibi con l'idea di poter ingrassare troppo o di esserne per così dire "avvelenata", magari su suggerimento di altri.
A parte la significativa paura che ingerire cibi differenti dal solito le faccia male ha anche altre fobie?
Tenga conto che il rapporto con il cibo è influenzato dal rapporto con la propria madre: fin da subito infatti il neonato associa l'esperienza dell'allattamento alla presenza della madre, identificando almeno in un primo periodo la mamma con il cibo.
Le difficoltà alimentari del neonato dipendono dal rapporto perturbato con la mamma, che a volte rimane tale per tutta la vita dando luogo ad una relazione disturbata con il cibo anche in soggetti adulti, che conservano nella propria mente inconscia questa associazione.
Il cibo che può far male può dunque rappresentare una preoccupazione direttamente derivante dal rapporto con l'immagine mentale di una madre che può far male in vari modi.
Tutto questo è ovviamente inconsapevole e avviene senza che la persona se ne renda conto.
Il discorso è complesso e non so se sono riuscita a spiegarmi chiaramente, ma spero di sì.
In ogni caso se all'origine di questa sua fobia non si trova un episodio traumatico è possibile che la spiegazione sia quella che ho sommariamente esposto: in tal caso un lavoro psicologico sul significato che per lei ha assunto il cibo nel corso degli anni sarebbe sicuramente utile e indicato.
Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it
[#4]
Utente
Gentilissime dottoresse, non è facile rispondere ai vostri quesiti, non sono mai tornata indietro per cercare una causa a questo mio problema, ho sempre pensato fosse un problema fisico, però ricordo che fin da piccola, mia madre per farmi venire appetito mi dava delle fialette e questo fino, se non erro, ai 20 anni, riflettendoci il problema di inappetenza l'ho sempre avuto, non ricordo però le fobie, che ora ho. Paura che nel cibo ci vada a finire qualcosa di non commestibile, sono arrivata a buttare del cibo cucinato, solo perchè a mio marito era caduto un bicchiere in cucina ed ero terrorizzata che una scheggia di vetro potesse essere andata nel cibo, se bevo un bicchiere di una bevanda e ne rimane un poco, mi allontano per qualsiasi motivo per un pò, quando torno sicuramente non la finisco. Spesso mi capita ad esempio che sto per prendere un bicchiere, lo prendo, lo rimetto a posto e ne prendo un altro perchè penso che se prendo quello accade qualcosa di brutto. Non riuscirei a fare un viaggio in auto da sola, mi è capitato di dovermi allontanare in auto dalla zona dove vivo, ed ho sempre cercato qualcuno che potesse venire con me, poi un giorno ho affrontato il problema e con una grande forza di volontà sono riuscita ad andare sola, ho sempre paura di sentirmi male e che nessuno mi aita o nessuno se ne accorga, ricordo che una volta, ero ragazza dovevo andare a timbrare il cartellino della disoccupazione, ero in macchina con mio fratello e amici, pensavo che mi accompagnasse, ma mi ha lasciato ad una fermata autobus, ad un certo punto mi sono sentita poco bene, mi sono seduta su una panchina ed una signora mi ha accompagnato ad una stazione di polizia e i poliziotti mi hanno riaccompagnato a casa, avevo il terrore di essere da sola, poi piano piano sono riuscita a farmela passare, ora vado da sola solo raramente mi succede, ma mi dico che è un attacco di ansia e aspetto che passa, cercando di non farmi prendere dal panico. Volevo farvi una domanda, è normale che io non abbia ricordi della mia infanzia? Spiego, fino a 9 anni ho vissuto in una zona della mia città, dopo con i miei ci siamo trasferiti in un altra zona, che ricordo non mi piaceva e dove tutt'ora vivo e che adoro, ho pochissimi ricordi del mio vissuto fino agli 8 anni, ho un fratello più grande di me di 7 anni, possibile che non ricordi nulla di feste di compleanni? ho solo due o tre ricordi impressi nella mente, è normale? Per quanto riguarda mia madre, non ho mai avuto problemi, almeno non consciamente, però ora che ci rifletto, non ricordo nulla della mia vita con i miei, prima dei 7 o 8 anni, ricordo che per questo motivo qualche volta a mia madre, scherzando, chiedevo se fossi stata adottata. Per quanto riguarda il cibo, mia madre mi diceva che avevo preso il latte dal seno fino a 18 mesi, è possibile che abbia subito un trauma, nello svezzamento cosi' tardivo? Vi ringrazio tanto, ma mi rendo conto che le cose da dire sono molte. per il momento vi auguro una buona serata e grazie
[#5]
gentile Signora,
online non è possibile entrare così nel merito delle sue richieste, nè esplorare il suo vissuto.
Diventa indispensabile farlo all'interno di uno spazio riservato e strutturato adeguatamente per poterlo fare, cioè le sedute con uno psicologo-psicoterapeuta.
Il cibo, cucinato, ingerito, buttato, non è il focus del problema , ma quello che c'è dietro il rapporto con il cibo e, soprattutto andrebbe analizzato l'aspetto fobico ad esso correlato.
Si rivolga con fiducia agli specialisti, può trovarli anche in convenzione.
online non è possibile entrare così nel merito delle sue richieste, nè esplorare il suo vissuto.
Diventa indispensabile farlo all'interno di uno spazio riservato e strutturato adeguatamente per poterlo fare, cioè le sedute con uno psicologo-psicoterapeuta.
Il cibo, cucinato, ingerito, buttato, non è il focus del problema , ma quello che c'è dietro il rapporto con il cibo e, soprattutto andrebbe analizzato l'aspetto fobico ad esso correlato.
Si rivolga con fiducia agli specialisti, può trovarli anche in convenzione.
[#6]
Gentile signora, con i colleghi la consiglio anch'io di farsi aiutare perchè mi sembra che abbia una vita molto infelice e mi sembra anche un pò depressa.. ho scorso la sua storica, cioè quante domande pone relative al sentirsi sempre impaurita dalle defaillance del suo corpo e dal sentirsi sempre in pericolo .
Le manca una tranquilla fiducia nel suo corpo, quella che si chiama " fiducia di base", questo viene da lontano, dal rapporto con sua madre e col suo mondo infantile.Lei è sempre preoccupata, in ansia per qualcosa , ora il cibo, ora la lametta, ora la possibilità di un tumore, ora essere sola, fuori casa..
L'angoscia gira nella sua vita e gliela rende triste e con poca gioia.
Coraggio o in forma privata o in convenzione cerchi di farsi aiutare ed uscire così a vedere le cose belle e buone della vita..
Cari auguri
Le manca una tranquilla fiducia nel suo corpo, quella che si chiama " fiducia di base", questo viene da lontano, dal rapporto con sua madre e col suo mondo infantile.Lei è sempre preoccupata, in ansia per qualcosa , ora il cibo, ora la lametta, ora la possibilità di un tumore, ora essere sola, fuori casa..
L'angoscia gira nella sua vita e gliela rende triste e con poca gioia.
Coraggio o in forma privata o in convenzione cerchi di farsi aiutare ed uscire così a vedere le cose belle e buone della vita..
Cari auguri
MAGDA MUSCARA FREGONESE
Psicologo, Psicoterapeuta psicodinamico per problemi familiari, adolescenza, depressione - magda_fregonese@libero.it
[#7]
Cara signora,
l'assenza di ricordi precedenti l'età di 8 anni può avere più di un significato e non è possibile risponderle a distanza su questo nè sulle reazioni allo svezzamento tardivo, che sono individuali.
Il fatto che lei non abbia mai avuto appetito, tanto che i suoi se ne sono preoccupati e hanno tentato di cambiare la situazione somministrandole delle "fialette", può essere indice di un rapporto poco sereno con sua madre e/o di una scarsa propensione ad aprirsi al rapporto con lei.
Stando a ciò che ci ha riferito, nel tempo la situazione è evidentemente peggiorata.
Sarà utile che lei richieda un intervento psicologico per approfondire il discorso sugli aspetti della sua personalità e della sua storia che ancora oggi le recano un disagio decisamente significativo, quindi le consiglio di farlo quanto prima per iniziare a lavorare sul problema e risolverlo.
l'assenza di ricordi precedenti l'età di 8 anni può avere più di un significato e non è possibile risponderle a distanza su questo nè sulle reazioni allo svezzamento tardivo, che sono individuali.
Il fatto che lei non abbia mai avuto appetito, tanto che i suoi se ne sono preoccupati e hanno tentato di cambiare la situazione somministrandole delle "fialette", può essere indice di un rapporto poco sereno con sua madre e/o di una scarsa propensione ad aprirsi al rapporto con lei.
Stando a ciò che ci ha riferito, nel tempo la situazione è evidentemente peggiorata.
Sarà utile che lei richieda un intervento psicologico per approfondire il discorso sugli aspetti della sua personalità e della sua storia che ancora oggi le recano un disagio decisamente significativo, quindi le consiglio di farlo quanto prima per iniziare a lavorare sul problema e risolverlo.
Questo consulto ha ricevuto 10 risposte e 2.7k visite dal 24/06/2012.
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