Timidezza

Salve,

sono un ragazzo di 20 anni, studente universitario.

Scrivo per chiedere il vostro parere sulla mia 'situazione da timido'' che mi ha creato, e crea, problemi d'integrazione.

Fin da piccolo sono sempre stata timido, timoroso verso 'il mondo' , a scuola non parlavo con nessuno ... Tant'è che alle scuole medie (secondo anno) le mie professoresse hanno consigliato ai miei di portarmi da uno psicologo.

Ci sono andato tre volte alla settimana per un anno, senza nessun risultato. Con la psicologa parlavamo, mi faceva fare esercizi di rilassamento, disegni, vedere immagini e dire cosa mi suscitavano... Ma non mi sono trovato assolutamente bene. In più ci andavo perchè i miei mi obbligavano e non di spontanea volontà.

Andando al liceo la situazione è sicuramente migliorata rispetto a prima, pur avendo stretto amicizia solo con pochissime persone della classe e rimanendo timido. Ed è al liceo che è nato il desiderio di 'guarire' dalla mia timidezza.

Seguendo i consigli della mia prof di matematica ho fatto teatro e sport e a 18 anni (quarto anno di liceo) ho inziato a lavorare come cameriere e animatore, cioè lavori che mi permessero (obbligassero) di stare a contatto con le persone e parlare.

Questi consigli mi hanno aiutato tantissimo, non mi sono più sentita timido, ho stretto nuove amicizie, ecc.

Il problema si è ripresentato (in modo più 'pesante') con l'università:

il primo mese ho stretto tante amicizie e appunto pensavo di aver sconfitto la timidezza.

Siccome il corso di laurea che ho scelto è impegnativo e devo studiare molto, non ho più frequentato dopo il primo mese e sono stato a casa a studiare tutto il giorno senza pause fino agli esami a gennaio. Quindi , causa studio, sono stato parecchi mesi a casa senza vedere nessuno e uscendo pochissimo.

Inoltre è stato un periodo brutto anche perchè un mio amico 'storico' a cui tenevo tantissimo si è allonato da me, senza darmi una spiegazione o comunque un motivo valido. Rispettando la libertà degli altri quando ho notato che non mi cercava più e rispondeva sempre meno alle mia chiamate e sms ho cancellato il suo numero ( e lui, in un certo senso).

E penso sia stato un errore 'chiudermi' a casa a studiare: quando ho iniziato a 'riuscire' perchè non dovevo più studiare ho provato un senso di disagio ( mi sembra di 'sentirmi male') , hanno iniziato a darmi fastidio gli sguardi degli altri, a diventar rosso,cerco di evitare di rispondere al telefono,ecc...

Gli amici che mi ero fatto all'università li ho inziate ad evitare, e ovviamente dopo un po' neanche loro mi hanno più cercato o salutato. Quando viene qualche ospite a casa prefirisco non uscire a salutare ma starmene nella mia camera.
In ogni caso la cosa che mi preoccupa di più ( e che non mi era mai successa) è il non riuscire a reggero lo sguardo degli altri: magari quando cammino in strada e c'è una persona che cammina in verso opposto al mio, e quindi ' gli sguardi si incontrano', mi da un fastidio tremendo. Soluzioni?
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Gentile Utente,

hai già letto questo articolo https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1087-le-abilita-sociali.html ?

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica