Non uscire più di casa e non riuscire ad incontrare la propria ragazza
Buongiorno a tutti,
questo sito mi ha aiutata tante volte.. Spero potrà farlo anche ora..
Scrivo per un problema che mi riguarda indirettamente.
Ho una relazione complicatissima, sofferta e difficile che mi ha dato problemi di stress e fisici.
Grazie alla psicoterapia ho capito come funziona la dipendenza affettiva, sto lavorando sui miei problemi, sul mio passato e sto cercando di "risalire".
Da quando ho cominciato a stare meglio. il mio ragazzo è piombato nel fondo...
Esasperati dal male che ci stavamo facendo, avevamo deciso di non vederci per un po', la cosa non mi ha fatto altro che bene..
C'è un ma.. Io ho continuato con il mio lavoro e il resto, mentre lui si è barricato in casa e da quasi 3 mesi non esce MAI se non quelle rare volte per accompagnare madre o padre in zona. Prende psicofarmaci antidepressivi per placare l'ansia prescritti dal medico di base, ma di incontrare uno psicologo non ne vuole sapere.
Già da un mese avremmo deciso di rivederci, ma ogni volta che fissiamo l'incontro.. Lui sta male!!!! Sparisce e dorme tutto il giorno, credo davvero avverta malori fisici, come credo siano correlati al fatto di incontrarmi! Dice di volermi vedere ma avere paura di qualcosa, a me sembra il suo sia un fortissimo disagio! Potreste darmi qualche "descrizione" clinica? Il mio psicologo mi ha "solo" parlato di depressione, non ci siamo mai soffermati sull'argomento, la mia ora.. la dedico a me!
Credo sul serio stia male, ma il dubbio di essere presa in qualche modo in giro c'è.. Vorrei capire meglio le dinamiche di questa situazione, perchè non so bene come comportarmi e sicuramente il fatto di venire bidonata ogni volta sta iniziando a far molto male.. Proprio quando la sofferenza cominciava ad andarsene e vedevo la mia guarigione vicina... Mi ritrovo di nuovo nel vortice.
Grazie in anticipo..
questo sito mi ha aiutata tante volte.. Spero potrà farlo anche ora..
Scrivo per un problema che mi riguarda indirettamente.
Ho una relazione complicatissima, sofferta e difficile che mi ha dato problemi di stress e fisici.
Grazie alla psicoterapia ho capito come funziona la dipendenza affettiva, sto lavorando sui miei problemi, sul mio passato e sto cercando di "risalire".
Da quando ho cominciato a stare meglio. il mio ragazzo è piombato nel fondo...
Esasperati dal male che ci stavamo facendo, avevamo deciso di non vederci per un po', la cosa non mi ha fatto altro che bene..
C'è un ma.. Io ho continuato con il mio lavoro e il resto, mentre lui si è barricato in casa e da quasi 3 mesi non esce MAI se non quelle rare volte per accompagnare madre o padre in zona. Prende psicofarmaci antidepressivi per placare l'ansia prescritti dal medico di base, ma di incontrare uno psicologo non ne vuole sapere.
Già da un mese avremmo deciso di rivederci, ma ogni volta che fissiamo l'incontro.. Lui sta male!!!! Sparisce e dorme tutto il giorno, credo davvero avverta malori fisici, come credo siano correlati al fatto di incontrarmi! Dice di volermi vedere ma avere paura di qualcosa, a me sembra il suo sia un fortissimo disagio! Potreste darmi qualche "descrizione" clinica? Il mio psicologo mi ha "solo" parlato di depressione, non ci siamo mai soffermati sull'argomento, la mia ora.. la dedico a me!
Credo sul serio stia male, ma il dubbio di essere presa in qualche modo in giro c'è.. Vorrei capire meglio le dinamiche di questa situazione, perchè non so bene come comportarmi e sicuramente il fatto di venire bidonata ogni volta sta iniziando a far molto male.. Proprio quando la sofferenza cominciava ad andarsene e vedevo la mia guarigione vicina... Mi ritrovo di nuovo nel vortice.
Grazie in anticipo..
[#1]
Gentile Signorina,
non è possibile rispondere al suo consulto, sia perchè non conosciamo il suo fidanzato e le dinamiche che abitano e caratterizzano la vostra relazione, che perchè online.
Di cosa desidera una descrizione clinica?
Perchè, secondo lei, vi fate del male?
Quali sono le problematiche della vostra relazione?
non è possibile rispondere al suo consulto, sia perchè non conosciamo il suo fidanzato e le dinamiche che abitano e caratterizzano la vostra relazione, che perchè online.
Di cosa desidera una descrizione clinica?
Perchè, secondo lei, vi fate del male?
Quali sono le problematiche della vostra relazione?
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
[#2]
Gentile Utente,
capita molto spesso che, all'interno di una coppia o di una famiglia, quando chi è in terapia comincia a cambiare, l'altro (che fino a poco tempo prima aveva un determinato ruolo) possa sentirsi "smarrito".
Lei ci parla di dipendenza affettiva: che ruolo aveva il suo fidanzato prima che lei cominciasse la psicoterapia? E' possibile che abbia perso questo ruolo?
Non ho ben capito se attualmente la storia sta continuando oppure avete deciso di lasciarvi. Ad ogni modo è anche interessante il suo timore di poter essere in qualche modo presa in giro: se in passato lei era quella dipendente e il suo fidanzato quello che conduceva un po' il gioco, è probabile che quella scena si possa ripresentare.
Fa bene a parlare di questo con il suo terapeuta, ma non tanto di cosa potrebbe soffrire il suo fidanzato, quanto come sganciarsi da questa dinamica.
Le capita anche con altre persone?
capita molto spesso che, all'interno di una coppia o di una famiglia, quando chi è in terapia comincia a cambiare, l'altro (che fino a poco tempo prima aveva un determinato ruolo) possa sentirsi "smarrito".
Lei ci parla di dipendenza affettiva: che ruolo aveva il suo fidanzato prima che lei cominciasse la psicoterapia? E' possibile che abbia perso questo ruolo?
Non ho ben capito se attualmente la storia sta continuando oppure avete deciso di lasciarvi. Ad ogni modo è anche interessante il suo timore di poter essere in qualche modo presa in giro: se in passato lei era quella dipendente e il suo fidanzato quello che conduceva un po' il gioco, è probabile che quella scena si possa ripresentare.
Fa bene a parlare di questo con il suo terapeuta, ma non tanto di cosa potrebbe soffrire il suo fidanzato, quanto come sganciarsi da questa dinamica.
Le capita anche con altre persone?
[#3]
Utente
Vi ringrazio molto,
solo ora rispondo poichè.. non sapevo che dire.
Dall'ultima volta in cui ho scritto siamo riusciti a vederci 3 volte in un mese (un record, visto quanto poco lui esca), siamo stati bene come non mai, benchè lui mi sembrasse "indifeso"... Ma pensavo fosse l'effetto degli psicofarmaci.
Poco tempo fa ho scoperto che lui passa ore ed ore ad un videogioco, gliene ho parlato.. Cercando di capire se fosse solo smania momentanea per un gioco nuovo, o fuga dalla realtà.. e di stare attento a non esagerare.
Le cose sono precipitate, forse, parlando di ruoli, perdendo quello di "comandare" me, ha dovuto trovare qualcos'altro da cui attingere lo stesso appagamento. Una nuova dipendenza magari, come ha ipotizzato il mio psico.
Ha continuato a non uscire, non lavorare.. Solo ora mi rendo conto di quanto stia male mi sa..
Dopo il discorso sul gioco qualcosa è cambiato, è passato da un estremo all'altro, mi ha chiesto di non sentirci più, in nessun modo, per un po' di giorni.. Che non sa se chiudere la storia, che non riesce a gestire se stesso, figuriamoci me.. Che sapere di non riuscire a farmi felice lo fa star male ogni giorno. Mi ha colpevolizzato di alcune cose, dicendo che se sta così è anche a causa mia, dice che lui ha capito che amare significa essere felici per l'altro, mentre io no.. e so solo chiedere. In passato mi aveva già lasciata con tali motivi, ma cambiavano i soggetti, ovvero.. odiava il mio lavoro e mi lasciava perchè io non mi licenziavo.
Ho fatto errori, certo... Ma dietro a questi errori ci sono paure, esattamente come per lui, non ci credo che non sia andato "oltre".
Sto pensando tanto in questi giorni, da una parte ho paura che stia seriamente male.. e mi chiedo quindi come sia giusto comportarmi, dall'altra ho paura che sia appunto una dinamica della dipendenza, ovvero che stia tentando di riprendere "controllo" ferendomi sui punti deboli.
Vorrei concentrarmi su me stessa, ma sto malissimo.. non riesco a spiegarmi certe cose. Mi sento umiliata e di non valer nulla.
Gli ho detto che non sono pronta a lasciare la nostra storia, ma lui non sta bene (e nemmeno io) dovremmo quindi lavorare su noi stessi, ritrovare la nostra serenità.. e poi vedere se riusciamo "a viverci" in modo sano. Non mi ha dato risposta... Mi ha chiesto altri giorni, gli ho detto di chiamarmi lui quando se la sentirà.
Io ho spesso instaurato rapporti di dipendenza, con le amiche, ragazzi no perchè fino ad ora non avevo mai fatto durare una storia abbastanza.. Tutto arriva dal legame di dipendenza con mia mamma (che penso abbia problemi di alcolismo, ancora non so se è così o se sono io esagerata)
Continuo a cercare risposte.. Ma sto davvero male, non so come trovare sollievo!!!!
Sotto tutta questa insanità io sento davvero dei sentimenti per lui, tante volte ho dubbi e paure, tante volte vengono coperti dalla dipendenza.. ma ci sono!
P.S. In psicoterapia assolutamente lui non vuole andare...
solo ora rispondo poichè.. non sapevo che dire.
Dall'ultima volta in cui ho scritto siamo riusciti a vederci 3 volte in un mese (un record, visto quanto poco lui esca), siamo stati bene come non mai, benchè lui mi sembrasse "indifeso"... Ma pensavo fosse l'effetto degli psicofarmaci.
Poco tempo fa ho scoperto che lui passa ore ed ore ad un videogioco, gliene ho parlato.. Cercando di capire se fosse solo smania momentanea per un gioco nuovo, o fuga dalla realtà.. e di stare attento a non esagerare.
Le cose sono precipitate, forse, parlando di ruoli, perdendo quello di "comandare" me, ha dovuto trovare qualcos'altro da cui attingere lo stesso appagamento. Una nuova dipendenza magari, come ha ipotizzato il mio psico.
Ha continuato a non uscire, non lavorare.. Solo ora mi rendo conto di quanto stia male mi sa..
Dopo il discorso sul gioco qualcosa è cambiato, è passato da un estremo all'altro, mi ha chiesto di non sentirci più, in nessun modo, per un po' di giorni.. Che non sa se chiudere la storia, che non riesce a gestire se stesso, figuriamoci me.. Che sapere di non riuscire a farmi felice lo fa star male ogni giorno. Mi ha colpevolizzato di alcune cose, dicendo che se sta così è anche a causa mia, dice che lui ha capito che amare significa essere felici per l'altro, mentre io no.. e so solo chiedere. In passato mi aveva già lasciata con tali motivi, ma cambiavano i soggetti, ovvero.. odiava il mio lavoro e mi lasciava perchè io non mi licenziavo.
Ho fatto errori, certo... Ma dietro a questi errori ci sono paure, esattamente come per lui, non ci credo che non sia andato "oltre".
Sto pensando tanto in questi giorni, da una parte ho paura che stia seriamente male.. e mi chiedo quindi come sia giusto comportarmi, dall'altra ho paura che sia appunto una dinamica della dipendenza, ovvero che stia tentando di riprendere "controllo" ferendomi sui punti deboli.
Vorrei concentrarmi su me stessa, ma sto malissimo.. non riesco a spiegarmi certe cose. Mi sento umiliata e di non valer nulla.
Gli ho detto che non sono pronta a lasciare la nostra storia, ma lui non sta bene (e nemmeno io) dovremmo quindi lavorare su noi stessi, ritrovare la nostra serenità.. e poi vedere se riusciamo "a viverci" in modo sano. Non mi ha dato risposta... Mi ha chiesto altri giorni, gli ho detto di chiamarmi lui quando se la sentirà.
Io ho spesso instaurato rapporti di dipendenza, con le amiche, ragazzi no perchè fino ad ora non avevo mai fatto durare una storia abbastanza.. Tutto arriva dal legame di dipendenza con mia mamma (che penso abbia problemi di alcolismo, ancora non so se è così o se sono io esagerata)
Continuo a cercare risposte.. Ma sto davvero male, non so come trovare sollievo!!!!
Sotto tutta questa insanità io sento davvero dei sentimenti per lui, tante volte ho dubbi e paure, tante volte vengono coperti dalla dipendenza.. ma ci sono!
P.S. In psicoterapia assolutamente lui non vuole andare...
[#4]
Gentile Utente,
pur comprendendo il suo dolore e la Sua sofferenza, è importante valutare anche l'ipotesi che il suo compagno non voglia curarsi ed abbia trovato un modo *poco sano* di attirare la Sua attenzione e di essere nei Suoi pensieri.
Va bene aiutare ed essere disponibile, ma sempre mantenendo quel senso di dipendenza da se stessi chiamato *sano egoismo*, o *istinto di conservazione*, che Lei esprime molto bene con quella frase <la dedico a me!>.
*Mettiti in sicurezza* è uno dei primi concetti che vengono insegnati ai soccorritori, dato che, se per salvare qualcuno si fanno male creano un doppio danno: 1. aumentano il numero delle persone da salvare dato che sono due invece che uno; 2. riducino il numero dei soccorritori creando un problema alla squadra di soccorso, che quindi non è più al completo ed ottimizzata.
Poi delle volte c'è da accettare il fatto che la persona che sta affogando a cui abbiamo lanciato il salvagente possa anche non decidere di prendere il salvaggente e lasciarsi andare.
COnsideri inoltre che la depressione è una patologia, tale e quale un'influenza o qualsiasi altra patologia, e che per quanto i nostri sforzi siano totali e la cura ineccepibile, c'è sempre la possibilità che il decorso non sia la guarigione, e quindi dobbiamo accettare i nostri limiti, consapevoli di aver fatto tutto il possibile.
Ed è importante sapersi riconoscere i propri limiti, ed i propri meriti, proprio epr fare favorire quella sana dipendenza da se stessi!
pur comprendendo il suo dolore e la Sua sofferenza, è importante valutare anche l'ipotesi che il suo compagno non voglia curarsi ed abbia trovato un modo *poco sano* di attirare la Sua attenzione e di essere nei Suoi pensieri.
Va bene aiutare ed essere disponibile, ma sempre mantenendo quel senso di dipendenza da se stessi chiamato *sano egoismo*, o *istinto di conservazione*, che Lei esprime molto bene con quella frase <la dedico a me!>.
*Mettiti in sicurezza* è uno dei primi concetti che vengono insegnati ai soccorritori, dato che, se per salvare qualcuno si fanno male creano un doppio danno: 1. aumentano il numero delle persone da salvare dato che sono due invece che uno; 2. riducino il numero dei soccorritori creando un problema alla squadra di soccorso, che quindi non è più al completo ed ottimizzata.
Poi delle volte c'è da accettare il fatto che la persona che sta affogando a cui abbiamo lanciato il salvagente possa anche non decidere di prendere il salvaggente e lasciarsi andare.
COnsideri inoltre che la depressione è una patologia, tale e quale un'influenza o qualsiasi altra patologia, e che per quanto i nostri sforzi siano totali e la cura ineccepibile, c'è sempre la possibilità che il decorso non sia la guarigione, e quindi dobbiamo accettare i nostri limiti, consapevoli di aver fatto tutto il possibile.
Ed è importante sapersi riconoscere i propri limiti, ed i propri meriti, proprio epr fare favorire quella sana dipendenza da se stessi!
Dr. Fernando Bellizzi
Albo Psicologi Lazio matr. 10492
[#5]
Utente
Grazie mille Dottore,
Ho apprezzato la sua risposta.. Mi ha dato spunti su cui riflettere.
Avevo paura di essere io esagerata a paragonare la depressione ad un'influenza, invece è proprio così..
E quello che mi ha aiutata a capire come mai lui non riesca a capire quanto ci rimango male per i suoi comportamenti è stato proprio pensare: "Se sono a letto con l'influenza e do buca ad un appuntamento, è già tanto se ho la forza di chiamare e avvertire.. Figuriamoci preoccuparmi se questa persona si dispiaccia o no"
Quello che non avevo preso in considerazione, è che non sono riuscita a vedere prima il suo star male, un po' per negazione e un po' perchè anch'io troppo presa dalla mia di sofferenza.
Io non so come fare a tutelarmi ancora, continuo con la mia vita, lavoro, vedo le amiche e mi faccio forza.. Ma in realtà in questo momento non me ne frega nulla..
Ci siamo risentiti, abbiamo parlato un po' a cuore aperto, mi ha detto che non vorrebbe mai rompere e comunque in caso la decisione la prenderemo insieme.
Non so stia "migliorando" o se stia rifugiando ancor di più nel suo mondo virtuale.. Forse in questo momento lo infastidisco, avere a che fare con me significherebbe in qualche modo dover rendere conto di qualcosa.. Così invece può stare "rilassato" nel suo male.
Concentrarmi su di me mi fa molta fatica, ogni 10 minuti salta fuori la bambina che si sente punita e messa in un angolo senza capire che ha fatto.. E che strilla senza che nessuno le dia retta. Vorrei che ogni tanto fosse qualcun'altro a prendersi cura di me.. Non io degli altri....
Scusi lo sfogo, è così difficile non crollare :( mi sembra tutto così complicato e senza senso :(
Ho apprezzato la sua risposta.. Mi ha dato spunti su cui riflettere.
Avevo paura di essere io esagerata a paragonare la depressione ad un'influenza, invece è proprio così..
E quello che mi ha aiutata a capire come mai lui non riesca a capire quanto ci rimango male per i suoi comportamenti è stato proprio pensare: "Se sono a letto con l'influenza e do buca ad un appuntamento, è già tanto se ho la forza di chiamare e avvertire.. Figuriamoci preoccuparmi se questa persona si dispiaccia o no"
Quello che non avevo preso in considerazione, è che non sono riuscita a vedere prima il suo star male, un po' per negazione e un po' perchè anch'io troppo presa dalla mia di sofferenza.
Io non so come fare a tutelarmi ancora, continuo con la mia vita, lavoro, vedo le amiche e mi faccio forza.. Ma in realtà in questo momento non me ne frega nulla..
Ci siamo risentiti, abbiamo parlato un po' a cuore aperto, mi ha detto che non vorrebbe mai rompere e comunque in caso la decisione la prenderemo insieme.
Non so stia "migliorando" o se stia rifugiando ancor di più nel suo mondo virtuale.. Forse in questo momento lo infastidisco, avere a che fare con me significherebbe in qualche modo dover rendere conto di qualcosa.. Così invece può stare "rilassato" nel suo male.
Concentrarmi su di me mi fa molta fatica, ogni 10 minuti salta fuori la bambina che si sente punita e messa in un angolo senza capire che ha fatto.. E che strilla senza che nessuno le dia retta. Vorrei che ogni tanto fosse qualcun'altro a prendersi cura di me.. Non io degli altri....
Scusi lo sfogo, è così difficile non crollare :( mi sembra tutto così complicato e senza senso :(
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Ma chi meglio dell'adulta di oggi si può prendere cura della *bambina che non capisce*?
Se ci sente crollare, allora è il caso di *puntellarsi* e di *rinforzare le fondamenta*!
Continui a prendersi cura di sè, che non vuol dire *fare da sè*, ma fare quello che è possibile fare, per cui anche *affidarsi ad un professionista* è una delle scelte possibili!
Se ci sente crollare, allora è il caso di *puntellarsi* e di *rinforzare le fondamenta*!
Continui a prendersi cura di sè, che non vuol dire *fare da sè*, ma fare quello che è possibile fare, per cui anche *affidarsi ad un professionista* è una delle scelte possibili!
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Ma chi meglio dell'adulta di oggi si può prendere cura della *bambina che non capisce*?
Se ci sente crollare, allora è il caso di *puntellarsi* e di *rinforzare le fondamenta*!
Continui a prendersi cura di sè, che non vuol dire *fare da sè*, ma fare quello che è possibile fare, per cui anche *affidarsi ad un professionista* è una delle scelte possibili!
Se ci sente crollare, allora è il caso di *puntellarsi* e di *rinforzare le fondamenta*!
Continui a prendersi cura di sè, che non vuol dire *fare da sè*, ma fare quello che è possibile fare, per cui anche *affidarsi ad un professionista* è una delle scelte possibili!
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Utente
Bhè.. Mi ha lasciata perchè dice di non avere più nulla da darmi benchè il sentimento ci sia, che deve ritrovare se stesso, che non ha più un briciolo di energie e quelle poche calorie rimaste deve usarle per se stesso, come è giusto che anch'io lo faccia, perchè posso aspirare di meglio che a fare la sua infermiera.
Probabilmente è sincero.
Ma ora quella che si sta sentendo morire sono io..
Probabilmente è sincero.
Ma ora quella che si sta sentendo morire sono io..
Questo consulto ha ricevuto 10 risposte e 2.3k visite dal 22/06/2012.
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Approfondimento su Dipendenza affettiva
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