Quale terapeuta scegliere? cosa mi posso attendere da una psicoterapia?

Gentile staff di MedicItalia.
E' da mesi che passo da un terapeuta all'altro,per consulti. Attualmente faccio psicoterapia con una dottoressa che segue l'orientamento lacaniano; ma , a parte una maggiore apertura sociale, non riscontro miglioramenti. La situazione peggiora anzi sempre più: fino a pochi giorni fa ero ricoverato presso un ospedale psichiatrico ( avevo rotto oggetti di casa e mia madreha fatto chiamare l'ambulanza).
Attualmente esco poco, sono attraversato da pensieri di vario tipo, suicidario e anche più banali riguardo le mie imperfezioni fisiche; provo un'ansia incontenibile. Non riesco a lavorare. Non riesco ad avere rapporti sessuali -ho una certaquota di omosessualità, probabilmente dovuta a un abuso subito a 5 anni, omosessualità che non voglio assolutamente accettare.
In famiglia adesso mi considerano il cattivo della situazione, senza sapere che i miei gesti son richieste d'aiuto.
Con la mia psichiatraho rotto il legame perché mi ha detto che se continuo a comportarmi così andrò incontro alla schizofrenia.
Non so se continuare con la mia attuale psicologa , che non mi fa rielaborare l'abuso, né mi dà strumenti per fronteggiare i miei pensieri suicidi.
Cambiare? Da chi andare?
Le diagnosi fatte son numerose : da disturbo border-schizoide a disturbo di personalità non meglio specificato, a psicosi ossessiva.
L'ultimo psichiatrache ho incontrato mi ha detto : "Accetta la tua sofferenza e prendi quanto la vita può darti, senza sperare in psicoterapie o farmaci miracolosi".
Come si faad accettare di soffrire così tanto, di non avere un ruolo sociale né una relazione sentimentale? Possibile che non vi si UNA FORMA DI PSICOTERAPIA, magari anche gruppale , che possa farmi guarire?
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Dr. Armando De Vincentiis Psicologo, Psicoterapeuta 7.2k 220
gentile ragazzo, se non si impianta la fiducia nel terapeuta non ci sarà nessun orientamento che farà la differenza.
Psichiatria e psicoterapia dovrebbero andare a braccetto e coordinarsi nell'intervento, ma lei deve affidarsi alle indicazioni dei suoi curanti.

(..)Non so se continuare con la mia attuale psicologa , che non mi fa rielaborare l'abuso (..)

e chi lo dice che sia necessario questo? magari la sua terapeuta ha un progetto differente.

(..)una certaquota di omosessualità, probabilmente dovuta a un abuso subito a 5 anni, (..)

così come nessuno può darle la certezza di questo rapporto causa-effetto

Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks

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Utente
Utente
Dottore, lei ha ragione quando sostiene che manco di fiducia. Il problema è che in me la fiducia scatterebbe solo con un terapista molto esperto del mio disagio. Anche perché ho avuto una spiacevole esperienza con uno psicoterapeuta,il che non mi aiuta ad avere fiducia.
Io credo che ci vorrebbe uno specialista di ciò di cui soffro, sia disturbo di personalità, o sia psicosi.
Lei sostiene che elaborare l'abuso non sia necessario: eppure molti psicologi e psicoanalisti mi han detto che devo assolutamente rielaborare l'accaduto. Sono molto confuso.

Qulcuno mi ha prospettato di andare in comunità ...potrebbe essere una soluzione ?
[#3]
Dr. Armando De Vincentiis Psicologo, Psicoterapeuta 7.2k 220
(..)eppure molti psicologi e psicoanalisti mi han detto che devo assolutamente rielaborare l'accaduto (..)


come ha ricordato dell'abuso? e che ricordi ha oggi' e quanto questi ricordi intaccano la sua esistenza?
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
Andare in comunità a volte può avere l'effetto di alimentare i sintomi. Trovandosi attorniati da persone che condividono problemi simili può essere un'occasione per rimpallarseli a vicenda, confermandoli e mantenendoli in vita anziché risolverli.

Alcuni disturbi di personalità tuttavia beneficiano del trattamento comunitario/di gruppo.

Per questo sarebbe opportuno che invece di tante diagnosi tutte diverse fra loro, lei ricevesse indicazioni diagnostiche il più adeguate possibile.

"Certo" - dirà lei - "piacerebbe anche a me, ma io cosa posso farci se tanti vostri colleghi mi hanno detto tante cose diverse?" - e avrebbe perfettamente ragione. Noi però in coscienza abbiamo il dovere di dirle che una terapia ha più probabilità di successo se è stata preceduta da una diagnosi il più corretta possibile.

>>> Il problema è che in me la fiducia scatterebbe solo con un terapista molto esperto del mio disagio.
>>>

Ha ragione anche qui. Se lei soffrisse di un disturbo di personalità, a maggior ragione dovrebbe trovare un terapeuta esperto in questo tipo di disturbi, cosa non scontata. I DDP sono difficili da portare per chi ne è affetto, e difficili da gestire per chi deve curarli. Non tutti i terapeuti sono disposti a occuparsene.

Provi a informarsi qui:

http://www.ipsico.org/sede.htm

Forse potranno darle nominativi e riferimenti di colleghi che operano nella sua zona.

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

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Utente
Utente
Gentili Dottori.
Mi son recato al San Raffaele Turro; la dott.ssa B. esclude psicosi: per lei sono border-line. La prossima visita la farò con un esperto di disturbi di personalità.
Del san Raffaele mi fido, solo che è troppo lontano . Lì c'è un ottimo programma che prevede sedute psicologiche individuali , gruppi, psicoeducazione; un trattamento intenso con eventuali ricoveri e day-hospital.

L'unico problema , ripeto, è la distanza . A Napoli, che io sappia, non vi sono centri specializzati nella cura dei disturbi di personalità; forse ve ne sono a Roma .


Io ho bisogno di un trattamento intensivo, una seduta a settimana non mi basta ( troppe le crisi, troppo pervasivo il disturbo: da due anni non lavoro) . Voi che ne dite? Inoltre, dal disturbo i personalità si guarisce?


Grazie
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Utente
Utente
Scusate, forse la mia mancanza di fiducia fa parte del mio disturbo; ma come mai la psichiatra a cui mi son rivolto esclude l'ipotesi di psicosi, che gli psichiatri dell'asl paiono seguire?
Se sono borderline, allora perché da quasi 2 anni esco di rado e me ne sto in casa a rimuginare su patologie e cure , o semplicemente fumando e camminando per le stanze?
Non so, è come se sentissi di essere all' esordio di una psicosi, o di essere uno schizoide (come dice la psichiatra dell'asl).
Come fare a capire se sono realmente psicotico? La mia psichiatra sostiene che soffro di un disturbo delirante; io credo che forse avrò sofferto di una forma delirante l' estate scorsa, quando i miei ragionamenti erano al limite del reale; ma adesso non mi sento un delirante!
Per favore, qualcuno mi risponda...è così difficile capire!
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