Da quando ho cominciato a pensare al matrimonio, che è fissato fra poco, mi è venuta un po' di

Salve, scrivo perchè sto avendo il mio solito morso allo stomaco in piena notte. Qualche anno fa mi sono innamorata e fidanzata con un ragazzo di un'altra città. Finalmente avevo incontrato quello giusto per me, la persona bella, sincera, affettuosa, rassicurante, che avevo sempre sognato. Così, io che sono attaccata col cordone a mia madre, decido di cambiare città per stare con lui. Per quattro anni quasi tutto bene, a parte i miei attacchi di nostalgia di casa. Essendo sempre stata una ragazza molto insicura e viziata, penso che sia normale. Lo scorso anno decidiamo di sposarci. Da quando ho cominciato a pensare al matrimonio, che è fissato fra poco, mi è venuta un po' di ansia che sta peggiorando. Ho paura del "finchè morte non ci separi" che mi terrà per sempre lontana dalle mie origini. In cuor mio so che non è sbagliato cambiare città, ma inconsciamente sono convinta di avere abbandonato i miei genitori. Mia madre è una donna molto fragile che in passato ha sofferto di depressione e molto spesso ha avuto la tendenza ad appoggiarsi a me come valvola di sfogo e confidente (mentre ero ancora adolescente). Mia sorella ha manifestato anche lei episodi di depressione legati alla scuola, ora però è una ragazza forte e determinata, anche lei ha cambiato città e stare lontane mi provoca ulteriore sofferenza.
Devo aggiungere che dove mi trovo ora sono spesso sola e la mia situazione lavorativa è precaria, oltre a distaccarsi molto dalle mie aspettative e da ciò per cui ho studiato. Il mio fidanzato ha un lavoro sicuro, quindi io, al giorno d'oggi, non me la sento di chiedergli di mollare tutto per andare a stare nella mia città. Lui da sempre dice che prima o poi potrebbe provare a trasferirsi per il mio bene mentale, anche se due giorni fa l'ho visto un po' turbato, e giustamente, dalla situazione emotiva che sto avendo: ansia generalizzata, paura di qualsiasi cosa, incapacità di vivere alla giornata e di essere ottimista. Ho sempre paura di tutto: paura che entrino i ladri in casa (dormo spesso da sola perchè lui lavora lontano), paura di viaggiare e prendere aerei, paura che i miei genitori si ammalino senza poterli aiutare, e altre mille paure perchè sto sempre a pensare e rimuginare, come se fossi io quella che può risolvere i problemi del mondo intero. Sono stata una volta dalla psicologa che purtroppo in questi gg non c'è. Mi ha detto che il rapporto morboso con mia madre è ciò su cui devo lavorare e che il magone che ho mi sta portando a vedere il mio fidanzato come la causa dei miei mali perchè mi ha allontanato da casa. Secondo lei è un bene per me che io mi sia allontanata perchè non stavo sviluppando autonomia. Io vorrei solo tornare a essere felice con il mio fidanzato, tornare a sorridere, passare una bella vita insieme, smettere di sentirmi "lontana" da casa e pensare che la mia casa è quella che dovrei costruire ora insieme a lui! Lui è perfetto, e cerca in tutti i modi di capirmi, ma io contro cosa sto lottando? Grazie!
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Dr.ssa Paola Scalco Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 4.3k 102
Gentile Ragazza,
ha fatto sicuramente molto bene a decidere di rivolgersi ad una psicologa per farsi aiutare a uscire da questo malessere.
Che accordi avete preso?
Come si immaginerà, il percorso dovrà porsi degli obiettivi e dei tempi: ci ha messo anni a "costruire" questo disagio e non si può pensare di risolverlo in un incontro.

Dr.ssa Paola Scalco, Psicoterapia Cognitiva e Sessuologia Clinica
ASTI - Cell. 331 5246947
https://whatsapp.com/channel/0029Va982SIIN9ipi00hwO2i

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Utente
Utente
La psicologa in realtà l'ho incontrata solo una volta, un paio di settimane fa. Mi ha detto che sono una persona molto capace di autoanalisi e che quindi ho bisogno solo di rilassarmi e smetterla di pensare pensare pensare. Mi aveva detto di ricontattarla non appena avessi elaborato ciò che ci siamo dette nel primo incontro. Ora però è fuori sede e non so quando tornerà. Il mio matrimonio è far due mesi, ed io vorrei essere "presente" quel giorno, non divorata dall'ansia e dalla paura di sbagliare. Per me il matrimonio è PER SEMPRE. Secondo lei, dott.ssa Scalco, o secondo gli psicologi che mi leggono, soffro soltanto di ansia generalizzata come tante persone? Io credo che il matrimonio sia la classica goccia che fa traboccare il vaso, non sia quindi il mio problema in sè. Sicoramente avrò tanto da lavorare sul rapporto con mia madre, ma non so se questo significherà mettere in discussione le nozze. Cosa che io non vorrei assolutamente! Ho sempre sognato di sposarmi con lui dal primo momento! E so che se io guarirò saremo felici in maniera duratura!
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
Carissima,

da quanto ci dice il suo profondo disagio è esploso dopo ben 4 anni di convivenza (e di distacco dalla sua famiglia) solo a causa del pensiero che il matrimonio sia una specie di pietra tombale sul suo passato di figlia e sulle possibilità di tornare indietro.
Fino a quel momento è stata bene, attacchi di nostalgia a parte, e questo le dimostra che la scelta che ha compiuto è sicuramente positiva.

Se in lei ci sono aspetti non risolti, come la tendenza a sentirsi ancora visceralmente legata a sua madre oltre che responsabile del suo benessere, è più che plausibile che l'avvicinarsi della data del matrimonio e l'incremento dei pensieri correlati a questo importante momento abbia generato un'ansia significativa, a tratti ingestibile.

Tutti i cambiamenti, positivi e negativi, generano un certo stress anche quando oggettivamente rappresentano un miglioramento delle condizioni di vita:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1261-reagire-male-ai-cambiamenti-i-disturbi-dell-adattamento.html

Di conseguenza ha fatto bene a iniziare un percorso psicologico, ma non ho capito come mai non sa quando avrà la prossima seduta.
E' seguita presso una struttura pubblica?

Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it

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Utente
Utente
Gentilissima dott.ssa Massaro,

sono stata da una professionista che in questo momento si trova fuori sede, quindi non ha potuto fornirmi subito un secondo appuntamento, dove andrò a puntualizzare il mio bisogno di liberarmi dalle fobie e dal cordone ombelicale. Mi ha fatto piacere la sua risposta, la ringrazio molto.
Quando lei ha parlato di "pietra tombale" ho sorriso perchè la mia psicologa ha usato la stessa metafora, facendomi notare che il modello dominante che ho di matrimonio (quello dei miei genitori, stabile e duraturo ma monotono) assomiglia a qualcosa che ti schiaccia e non ti lascia più vivere! Credo proprio che dovrò impegnarmi molto per dipanare questa matassa fatta da tanti, troppi fili...

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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317
Gentile Ragazza,
Il lavoro dello psicologo, non e' un sos psichico, ma un lavoro ben programmato e calibrato da paziente a paziente, da storia di vita a storia di vita.
Una diagnosi clinica del suo disturbo ed un percorso mirato e risolutivo e, non soltanto pre- matrimoniale, sarebbe indicato.

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
"il modello dominante che ho di matrimonio (quello dei miei genitori, stabile e duraturo ma monotono) assomiglia a qualcosa che ti schiaccia e non ti lascia più vivere!"

Questo spiega l'esacerbazione dei suoi preesistenti sentimenti riguardo il distacco dai suoi genitori: dagli attacchi di nostalgia è passata a tutta una serie di preoccupazioni per loro, ma evidentemente anche per sè stessa.

Sarà quindi importante che indaghiate non solo la sua difficoltà a recidere il cordone ombelicale, ma anche le fantasie circa il rischio di intraprendere una strada che non porti ad altro se non alla noia.

Si tratta di due questioni molto diverse che danno vita alla sua ansia pre-matrimonio: secondo me se la psicologa con la quale ha già sostenuto un colloquio non può garantirle una certa continuità in queste poche settimane che la separano dalla data delle nozze potrebbe considerare di rivolgersi ad altri per velocizzare il lavoro, per cercare di arrivare al giorno del matrimonio con uno stato d'animo più sereno di quello che ci sta descrivendo, dominato dalle paure e dalle rimuginazioni ossessive.

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Utente
Utente
Grazie dott.ssa Massaro.

Oggi sto riprovando a contattare la mia psicologa. Se non riuscirò ad avere un appuntamento per la prossima settimana, mi rivolgerò ad un consultorio.
La dottoressa mi ha detto che andrà in ferie a partire da luglio e forse sarebbe più opportuno per me cercare un aiuto più continuo fino alla data delle nozze. Credo di averne bisogno, anche perchè il mio fidanzato sta cominciando a risentire della mia ansia!
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
Penso proprio che la presenza di una scadenza ben precisa renda opportuna la ricerca di un professionista che possa seguirla adeguatamente per consentirle di arrivare alle nozze con un livello d'ansia inferiore a quello che sta sperimentando attualmente, anche per permetterle di vivere appieno la cerimonia e i festeggiamenti e di non essere disturbata dai pensieri che ci ha riferito anche in quei frangenti.

In questo senso non credo che il consultorio possa offrirle un'assistenza quantitativamente e forse anche qualitativamente adeguata al problema: a mio avviso le servirebbe un intervento specifico e intensivo attuato con strumenti come la PNL, l'ipnosi o le tecniche di rilassamento (come il Training Autogeno) che immagino il consultorio non possa proporle.

Trattandosi di un momento di "emergenza" è preferibile prendere una strada precisa e occuparsi dei sintomi per rimandare ad un secondo momento l'approfondimento relativo alle cause del problema.
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