violenza domestica
[#1]
Gentile Utente,
una domanda posta in questi termini così generali e impersonali non consernte di darle una risposta, per quanto possivile da qui, puntuale.
Potrebbe cortesemente contestualizzarla meglio aggiungendo elementi?
una domanda posta in questi termini così generali e impersonali non consernte di darle una risposta, per quanto possivile da qui, puntuale.
Potrebbe cortesemente contestualizzarla meglio aggiungendo elementi?
Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it
[#2]
Gentile utente,
in molte se non quasi tutte le questioni psicologiche non esistono correlazioni lineari causa-effetto di un corportamento con un disturbo o altro....
ciò però non ci impedisce di cogliere il vissuto di un bambino obbligato a finire il pasto con sberle (non forti).
Per il bambino il momento del pasto è una delle routine quotidiane in cui si trova a vivere il soddisfacimento di un bisogno fondamentale. Inoltre, questo momento dovrebbe essere vissuto con piacere , un esempio per il bambino di come il genitore è in grado di condividere con lui i piaceri e soddisfare i suoi bisogni. Il fatto per il bambino di essere COSTANTEMENTE e RIPETUTAMENTE obbligato a finire TUTTO il pasto può portare il bambino a non riconoscere il senso di sazietà e quindi a riconoscere i propri bisogni (ho fame -non ho più fame) ed accompagnarli ad una sensazione piacevole di soddisfacimento (ostacolata dall' obbligo e dalla punizione: sberla).
Inoltre bisogna considerare l' età del bambino, questi già ad un anno di età è perfettamente autonomo nel gestire il cibo nel piatto e mangiarlo da solo con le sue modalità (che cmq ovviamente sono diverse da quelle di un adulto); il fatto di avere un genitore costantemente presente e in questo caso puntitivo può ostacolare i bisogni di autonomia del bambino inficiando il suo futuro senso di autonomia.
in molte se non quasi tutte le questioni psicologiche non esistono correlazioni lineari causa-effetto di un corportamento con un disturbo o altro....
ciò però non ci impedisce di cogliere il vissuto di un bambino obbligato a finire il pasto con sberle (non forti).
Per il bambino il momento del pasto è una delle routine quotidiane in cui si trova a vivere il soddisfacimento di un bisogno fondamentale. Inoltre, questo momento dovrebbe essere vissuto con piacere , un esempio per il bambino di come il genitore è in grado di condividere con lui i piaceri e soddisfare i suoi bisogni. Il fatto per il bambino di essere COSTANTEMENTE e RIPETUTAMENTE obbligato a finire TUTTO il pasto può portare il bambino a non riconoscere il senso di sazietà e quindi a riconoscere i propri bisogni (ho fame -non ho più fame) ed accompagnarli ad una sensazione piacevole di soddisfacimento (ostacolata dall' obbligo e dalla punizione: sberla).
Inoltre bisogna considerare l' età del bambino, questi già ad un anno di età è perfettamente autonomo nel gestire il cibo nel piatto e mangiarlo da solo con le sue modalità (che cmq ovviamente sono diverse da quelle di un adulto); il fatto di avere un genitore costantemente presente e in questo caso puntitivo può ostacolare i bisogni di autonomia del bambino inficiando il suo futuro senso di autonomia.
Cordialmente Dr.ssa Silvia Rotondi
www.silviarotondi.it
338-26 72 692
[#3]
Gentile Utente,
potrebbe riformulare meglio la sua richiesta di consulenza, grazie.
Sta parlando di se stesso?
Dei suoi genitori?
Se si, quali disagi avverte oggi?
potrebbe riformulare meglio la sua richiesta di consulenza, grazie.
Sta parlando di se stesso?
Dei suoi genitori?
Se si, quali disagi avverte oggi?
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 1.6k visite dal 17/06/2012.
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