Ansia o depressione?
Gentili dottori, l'ansia mi affligge da poco più di un anno. Sono in cura psichiatrica dove il mio quadro clinico dice depressione ansiosa. Sono stato anche in cura psicoterapeuta due volte ma nn c'è stata l'alleanza terapeutica che avrei voluto avere. La cosa che più mi fa riflettere è la grande differenze di opinioni tra psicologi e psichiatri. È stato impossibile per me continuare con entrambe le terapie, mi sentivo un topo fra 2 gatti. Da una parte lo psichiatra, il quale mi parlava di una depressione maggiore,che mi spronava a seguire attentamente la sua cura farmacologica (Venlafaxina e Mirtazipana, oltre alle benzo), dall'altra parte gli psicologi che mi parlavano solo di ansia generalizzata e mi spronavano a buttar via le medicine e concentrarmi su di me, sviluppando tutte le nostre energie interiori. Mi chiedo solo come sia possibile che non si riesca a trovare un punto di incontro fra le due cose. Siamo nel 2012 e ci sono ancora grandissime divergenze di opinioni su questa malattia che ti toglie la gioia di vivere ed è
sempre più in espansione fra noi giovani. All'inizio delle mia crisi, nn conoscevo neanche la differenza fra psichiatra e psicologo così fui guidato dal mio medico di base in un centro di igiene mentale. Da lì è iniziato il mio Travaglio con medicine ed ora che è passato più di un anno non sono affatto contento delle cure ricevute( per non parlar degli effetti collaterali) .La Venlafaxina ha funzionato per circa 6 mesi, poi improvvisamente ho avuto un peggioramento che ne con l'aumento della stessa, Mirtazapina e paroxetina sono riusciti a risolvermi. Per fortuna la mia malattia mi ha colpito in modo benigno poiché nonostante il mio stare male mi ha dato la possibilità di fare tutto senza invalidazioni. Ma soffro dentro e nn sto affatto bene. Vorrei trovare un grande psicoterapeuta che si affezioni a me. che mi guidi verso la aerenità interiore, ma è così difficile trovarlo che mi arrendo e ripiego sulle medicine. Potró farcela? Ho paura di intraprendere questa strada ma vorrei non prendere più le medicine. Vi ringrazio per i vostri consigli ed opinioni
sempre più in espansione fra noi giovani. All'inizio delle mia crisi, nn conoscevo neanche la differenza fra psichiatra e psicologo così fui guidato dal mio medico di base in un centro di igiene mentale. Da lì è iniziato il mio Travaglio con medicine ed ora che è passato più di un anno non sono affatto contento delle cure ricevute( per non parlar degli effetti collaterali) .La Venlafaxina ha funzionato per circa 6 mesi, poi improvvisamente ho avuto un peggioramento che ne con l'aumento della stessa, Mirtazapina e paroxetina sono riusciti a risolvermi. Per fortuna la mia malattia mi ha colpito in modo benigno poiché nonostante il mio stare male mi ha dato la possibilità di fare tutto senza invalidazioni. Ma soffro dentro e nn sto affatto bene. Vorrei trovare un grande psicoterapeuta che si affezioni a me. che mi guidi verso la aerenità interiore, ma è così difficile trovarlo che mi arrendo e ripiego sulle medicine. Potró farcela? Ho paura di intraprendere questa strada ma vorrei non prendere più le medicine. Vi ringrazio per i vostri consigli ed opinioni
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Psicologo, Psicoterapeuta
>>Mi chiedo solo come sia possibile che non si riesca a trovare un punto di incontro fra le due cose
Gentile signora, l'indicazione alla psicoterapia non esclude un intervento farmacologico.
L'eventuale integrazione tra trattamento farmacologico e psicoterapeutico è molto più efficace se i professionisti che seguono l'utente "fanno squadra" e collaborano, nell'interesse del benessere della persona di cui si prendono cura.
Gli psicologi che l'hanno seguita erano anche psicoterapeuti? Se sì, di che orientamento teorico?
Aggiungo che già da molti anni sono disponibili protocolli di trattamento molto efficaci sia per molti disturbi d'ansia, sia per molti disturbi dell'umore, e mi riferisco sia a protocolli farmacologici che psicoterapeutici.
>>Vorrei trovare un grande psicoterapeuta che si affezioni a me. che mi guidi verso la aerenità interiore
Forse le sue aspettative riguardo ad un grande terapeuta che si affezioni a lei e le faccia da guida andrebbero un pò riviste. Potrebbero essere un pò idealizzate, e magari identificare il terapeuta con una sorta di "papà saggio" che ci guida verso la serenità e ci vuol bene.
Le consiglio la lettura di questo articolo, che chiarisce alcuni aspetti su cosa sia e cosa non sia possibile considerare "terapia":
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/233-la-psicoterapia-che-cos-e-e-come-funziona.html
Cordialmente
Gentile signora, l'indicazione alla psicoterapia non esclude un intervento farmacologico.
L'eventuale integrazione tra trattamento farmacologico e psicoterapeutico è molto più efficace se i professionisti che seguono l'utente "fanno squadra" e collaborano, nell'interesse del benessere della persona di cui si prendono cura.
Gli psicologi che l'hanno seguita erano anche psicoterapeuti? Se sì, di che orientamento teorico?
Aggiungo che già da molti anni sono disponibili protocolli di trattamento molto efficaci sia per molti disturbi d'ansia, sia per molti disturbi dell'umore, e mi riferisco sia a protocolli farmacologici che psicoterapeutici.
>>Vorrei trovare un grande psicoterapeuta che si affezioni a me. che mi guidi verso la aerenità interiore
Forse le sue aspettative riguardo ad un grande terapeuta che si affezioni a lei e le faccia da guida andrebbero un pò riviste. Potrebbero essere un pò idealizzate, e magari identificare il terapeuta con una sorta di "papà saggio" che ci guida verso la serenità e ci vuol bene.
Le consiglio la lettura di questo articolo, che chiarisce alcuni aspetti su cosa sia e cosa non sia possibile considerare "terapia":
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/233-la-psicoterapia-che-cos-e-e-come-funziona.html
Cordialmente
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Gentile ragazzo, concordo con i pareri forniti dai colLeghi e n particolare vorrei proporle una chiave di lettura più' distaccata. Le differenze di opinioni fra psichiatri e psicologi sono legate a criteri strettamente professionali, all'uso o meno dei farmaci, ad una relazione più' o meno empatica. Ma ai suoi fini, come utente, paziente, persona in cerca di un aiuto per la propria serenita' non dovrebbero esserci differenze, anzi le due professionalita' dovrebbero agire in modo collaborante per garantirle una copertura totale delle tematiche relative al suo disagio.
E per far questo non serve un terapeuta che "si affezioni a lei" ma un terapeuta con una professionalita' e una esperienza tali da garantirle degli interventi efficaci e rispettosi della sua umanita'
I migliori saluti.
E per far questo non serve un terapeuta che "si affezioni a lei" ma un terapeuta con una professionalita' e una esperienza tali da garantirle degli interventi efficaci e rispettosi della sua umanita'
I migliori saluti.
Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 1.6k visite dal 15/06/2012.
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