Ansia quando parlo con gli altri
Gentili dottori, Vi scrivo in merito a una delicata situazione che mi turba da diverso tempo. Mi chiamo Salvatore.Ho 18 anni e frequento la quarta classe di un istitituto tecnico commerciale.E' difficile poter esprimere i propri stati d'animo tramite un tastiera ma provero' ad essere il + dettagliato e sintetico possibile. Sin dai primi anni di età mi ha contraddistinto dagli altri bambini un insolita pacatezza .Sono figlio unico di un infermiere e di una call-center.Sono stato cresciuto dai miei nonni, i quali sono ancora vivi e trascorro gran parte della mia giornata da loro. Di certo non è mia intenzione scrivervi una biografia ma voglio partire proprio da qua perchè credo che il mio disagio sia frutto di diversi fattori. Non potevo chiedere di piu' dalla mia infanzia, sono stato coccolato e protetto da tutti, specialmente dai miei nonni anche se questo ora si sta presentando come un arma a doppio taglio dato che, mio malgrado, ero servito e riverito da tutti e ora quando esco con gli amici o sono invitato a casa loro mi trovo in difficoltà.Tornando alla mia infanzia, un'altro episodio che a mio avviso ha segnato il mio carattere è stata la conoscenza di un bambino, che mi ha tormentato per anni. Questo individuo, di 2 anni piu' grande di me e di cui preferisco omettere il nome è stato presente nella mia vita per piu' di 3 anni dato che dividevamo la cabina al mare e passavamo le ore a giocare al pallone i pomeriggi d' estate. Non faceva altro che prendermi in giro, mi faceva sentire una vera e propria m.... sia quando eravamo soli che in compagnia di altri bambini. E' da qui che il mio problema si è accentuato. Questo bambino mi portava sempre nel suo gruppo di amici ed io mi stavo sempre zitto, Già da allora era come se ci fosse una barriera tra me e il resto del mondo.Chi sta leggendo in questo momento si chiederà: perchè non ne parlava con i suoi genitori? La risposta è semplice: Da sempre ho avuto una grande soggezione verso i miei genitori che continua tutt'ora. E' un'altro elemento che ricordo è che mio padre gli diceva spesso a questo bambino di difendermi dagli altri.Questo ha scaturito in me sin da bambino una scarsa autostima,che è diminuita ancora di piu' quando mia madre mi ha mandato in un dopo scuola pomeridiano.Praticamente sin da piccolo fino ad ora io dovevo essere aiutato in tutto e per tutto.Tornando pero' al problema principale, cio' che veramente mi turba è che nnn riesco a comunicare con gli altri. E' come se io avessi un pensiero confuso in testa e poi lo abbandono, invece vedo che gli altri sanno fare ragionamenti costruttivi, sanno dialogare , sanno scherzare. E come se fossi bloccato!e ho problemi con la costruzione del pensiero Rispetto all'infanzia sono piu' aggressivo con gli altri e spesso mi ritrovo solo..Non ho mai la risposta pronta. Cn le ragazze non ci ho mai saputo fare nonostante sia discretamente bello. Ho avuto una storia importante ma che non è potuta andare avanti per colpa mia e del mio carattere diff
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Gentile Salvatore,
la sua domanda probabilmente si è interrotta per mancanza di spazio a disposizione, perciò se vorrà aggiungere altro, lo faccia pure.
Intanto, pongo io alcune richieste di approfondimento su quanto già esposto:
1- cosa intende quando sostiene di trovarsi in difficoltà quando esce con gli amici o va a casa loro?
2- per quale motivo ha soggezione dei suoi genitori?
3- come va la scuola?
4- quali sono i suoi interessi extra-scolastici?
Cordialità.
la sua domanda probabilmente si è interrotta per mancanza di spazio a disposizione, perciò se vorrà aggiungere altro, lo faccia pure.
Intanto, pongo io alcune richieste di approfondimento su quanto già esposto:
1- cosa intende quando sostiene di trovarsi in difficoltà quando esce con gli amici o va a casa loro?
2- per quale motivo ha soggezione dei suoi genitori?
3- come va la scuola?
4- quali sono i suoi interessi extra-scolastici?
Cordialità.
Dr.ssa Paola Scalco, Psicoterapia Cognitiva e Sessuologia Clinica
ASTI - Cell. 331 5246947
https://whatsapp.com/channel/0029Va982SIIN9ipi00hwO2i
[#2]
Gentile ragazzo, prova a leggere questo articolo: potresti trovare spunti di riflessione.
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1087-le-abilita-sociali.html
Saluti,
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1087-le-abilita-sociali.html
Saluti,
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
[#3]
Ex utente
Gentili dottori, vi ringrazio per le risposte.Si, per mancanza di spazio non ho potuto completare la domanda. Credo sia importante aggiungere che due anni fa per 2 mesi sono stato sotto cura di uno psicologo e mi ha prescritto 10 gocce di lexotan prima di andare a dormire.
Rispondendo alle vostre domande:
1- In quel contesto mi riferivo al fatto che essendo stato in un certo senso "viziato" dalla mia famiglia quando sono fuori do l'impressione di essere confusionario e insicuro. lascio fare sempre anche le cose piu' semplici agli altri perchè credo di non farcela.
2-Come dicevo prima sono stato cresciuto dai miei nonni paterni.Non ho mai avuto un dialogo con i miei genitori. In particolar modo mio padre è troppo protettivo nei miei confronti e questo mi fa sentire soffocato. Per lui dovrei stare sempre a casa, e usa la scusa che sono il suo unico figlio per abbracciarmi e baciarmi e mi arrabbio perchè dovrebbe capire che ormai sto crescendo, che da lui ho bisogno di un'altro tipo di approccio diciamo piu' da "uomo" invece tra i due sembra lui il bambino.Con questo non voglio dire che mio padre è un dittatore, per cui se io sta sera volessi potrei uscire, ma lui usa la scusa che lo lascio solo e che sono il suo unico figlio per farmi sentire in colpa, anche perchè so che i rapporti tra lui e mia madre sono freddi! ma il problema è che anche se sto a casa non ho un dialogo con loro.
3-Quest'anno sono stato bocciato. Sin dalla quarta elementare la mia famiglia mi ha mandato al dopo scuola e anche questa si è rivelata un arma a doppio taglio perchè quest'anno che i miei genitori non si sono potuti permettere di pagare i professori sono andato in tilt e sono un grande disordinato.
4-Sin da piccolo ho coltivato la passione per la chitarra, ma ho sempre suonato per conto mio quindi non la considero una vera e propria attività extra scolastica. Da un periodo a questa parte ho trascurato anche la chitarra.In questo periodo mi sento vuoto, senza passione.
Ieri sera sono andato alla festa di un mio amico. Vedevo gli altri scherzare , ballare , parlare io invece non ci riesco. Mi blocco e non ho mai la risposta pronta. Inoltre sono un paranoico, mi fisso su tutto. Ovunque mi trovo mi sento fuori posto, tranne allo stadio, l'unico posto dove posso quanto meno sfogarmi.
Cio' che realmente mi preoccupa è il fatto di restare per sempre cosi' perchè sia i miei genitori che i miei nonni sono accumunati dalle stesse caratteristiche. In modo particolare i miei genitori non hanno mai avuto amicizie.
Grazie ancora per le risposte.
Cordiali Saluti,
Salvatore
Rispondendo alle vostre domande:
1- In quel contesto mi riferivo al fatto che essendo stato in un certo senso "viziato" dalla mia famiglia quando sono fuori do l'impressione di essere confusionario e insicuro. lascio fare sempre anche le cose piu' semplici agli altri perchè credo di non farcela.
2-Come dicevo prima sono stato cresciuto dai miei nonni paterni.Non ho mai avuto un dialogo con i miei genitori. In particolar modo mio padre è troppo protettivo nei miei confronti e questo mi fa sentire soffocato. Per lui dovrei stare sempre a casa, e usa la scusa che sono il suo unico figlio per abbracciarmi e baciarmi e mi arrabbio perchè dovrebbe capire che ormai sto crescendo, che da lui ho bisogno di un'altro tipo di approccio diciamo piu' da "uomo" invece tra i due sembra lui il bambino.Con questo non voglio dire che mio padre è un dittatore, per cui se io sta sera volessi potrei uscire, ma lui usa la scusa che lo lascio solo e che sono il suo unico figlio per farmi sentire in colpa, anche perchè so che i rapporti tra lui e mia madre sono freddi! ma il problema è che anche se sto a casa non ho un dialogo con loro.
3-Quest'anno sono stato bocciato. Sin dalla quarta elementare la mia famiglia mi ha mandato al dopo scuola e anche questa si è rivelata un arma a doppio taglio perchè quest'anno che i miei genitori non si sono potuti permettere di pagare i professori sono andato in tilt e sono un grande disordinato.
4-Sin da piccolo ho coltivato la passione per la chitarra, ma ho sempre suonato per conto mio quindi non la considero una vera e propria attività extra scolastica. Da un periodo a questa parte ho trascurato anche la chitarra.In questo periodo mi sento vuoto, senza passione.
Ieri sera sono andato alla festa di un mio amico. Vedevo gli altri scherzare , ballare , parlare io invece non ci riesco. Mi blocco e non ho mai la risposta pronta. Inoltre sono un paranoico, mi fisso su tutto. Ovunque mi trovo mi sento fuori posto, tranne allo stadio, l'unico posto dove posso quanto meno sfogarmi.
Cio' che realmente mi preoccupa è il fatto di restare per sempre cosi' perchè sia i miei genitori che i miei nonni sono accumunati dalle stesse caratteristiche. In modo particolare i miei genitori non hanno mai avuto amicizie.
Grazie ancora per le risposte.
Cordiali Saluti,
Salvatore
[#4]
<<due anni fa per 2 mesi sono stato sotto cura di uno psicologo e mi ha prescritto 10 gocce di lexotan prima di andare a dormire>>
Per quali motivi si è rivolto ad uno specialista? Se le ha prescritto dei farmaci, però, non può trattarsi di uno psicologo, che non è medico (era forse uno psichiatra?).
In due mesi che tipo di lavoro è stato fatto? Quali sono stati gli obiettivi posti e quali quelli raggiunti?
<<do l'impressione di essere confusionario e insicuro>>
Lei pensa che gli altri la vedano così, ma ha avuto dei riscontri in tal senso o è solo una sua idea? Lei si sente così, oppure no?
<<dovrebbe capire che ormai sto crescendo, che da lui ho bisogno di un'altro tipo di approccio diciamo piu' da "uomo">>
Se lui non lo comprende, potrebbe Lei cercare di farglielo capire con i comportamenti e/o con le parole: gli dimostri che non è più un bambino prendendo l'iniziativa e iniziando a dialogare con lui in modo più paritario.
Di che cosa vorrebbe parlare con i suoi genitori?
Quali richieste desidererebbe far loro?
Quali sue esperienze vorrebbe poter condividere con loro?
Per quali motivi si è rivolto ad uno specialista? Se le ha prescritto dei farmaci, però, non può trattarsi di uno psicologo, che non è medico (era forse uno psichiatra?).
In due mesi che tipo di lavoro è stato fatto? Quali sono stati gli obiettivi posti e quali quelli raggiunti?
<<do l'impressione di essere confusionario e insicuro>>
Lei pensa che gli altri la vedano così, ma ha avuto dei riscontri in tal senso o è solo una sua idea? Lei si sente così, oppure no?
<<dovrebbe capire che ormai sto crescendo, che da lui ho bisogno di un'altro tipo di approccio diciamo piu' da "uomo">>
Se lui non lo comprende, potrebbe Lei cercare di farglielo capire con i comportamenti e/o con le parole: gli dimostri che non è più un bambino prendendo l'iniziativa e iniziando a dialogare con lui in modo più paritario.
Di che cosa vorrebbe parlare con i suoi genitori?
Quali richieste desidererebbe far loro?
Quali sue esperienze vorrebbe poter condividere con loro?
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 8.3k visite dal 14/06/2012.
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