Depressione, ingrassare, smettere di fumare, introversione
Ho ventisei anni e sono madre di due bambini di 4 e 3 anni. Non sono mai stata sicura di me stessa ma da quando sono rimasta incinta la prima volta sono diventata davvero troppo introversa. Con qualsiasi persona non appartenente al mio nucleo familiare stretto io parli sono in evidente imbarazzo (non guardo negli occhi, arrossisco,...). Ho vissuto male le due gravidanze, con una sorta di vergogna, tanto da aver disertato quasi tutte le visite prescritte in gravidanza. Da quando sono sposata ho ansia ogni volta che devo uscire di casa. Ho interrotto i rapporti con tutti gli amici e mi relaziono solo con i vicini di casa, sempre in maniera superficiale. La situazione è degenerata quando un anno fa ho smesso di fumare. In poco più di 3 mesi sono ingrassata di oltre 20 kg e non riesco a dimagrire. Soprattutto perché sono oppressa da un qualcosa di indefinito che mi spinge a non muovermi. Ogni giorno mi ripeto che mi darò da fare in casa invece mi limito a portare i bambini alla scuola materna e a sedermi sul divano davanti alla tv o al pc. Continuo a monitorare l'ora e a ripetermi che dopo tot minuti mi darò da fare ma non agisco. Vado a prendere i bambini, do loro la merenda, gli faccio vedere i cartoni animati e ricomincio a non fare nulla. Mi attivo solo per fare i lavori domestici indispensabili ad evitare discussioni con mio marito poco prima che lui torni a casa. Ovviamente pulisco in fretta e male e discuto con lui che mi accusa di pigrizia. Reagisco urlando e piangendo, mi metto a letto e singhiozzando penso a quanto sono sbagliata e a quanto sarebbe meglio per tutti se morissi. Che esempio sono per i miei figli? Perché non riesco a reagire? Basterebbe così poco...Ma davvero può essere solo pigrizia? Io sento una forza che mi impedisce di darmi da fare. Ho cercato lavoro, convinta di aver bisogno di trascorrere del tempo fuori casa ma non riesco a trovare nulla. Siamo in difficoltà economica e la notte spesso l'ansia mi impedisce di dormire. Nel ramo paterno della mia famiglia ci sono stati casi di depressione, esaurimento nervoso e dipendenza da sostanze stupefacenti. Io mi chiedo alla luce di questo se sono solo una persona pigra che si nasconde dietro all'alibi della depressione su base genetica o se davvero ho un problema e come risolverlo.
[#1]
"Perché non riesco a reagire? Basterebbe così poco..."
Cara Signora,
se davvero bastasse poco lei avrebbe già reagito da tempo e non si sarebbe trovata oggi nella situazione che ci ha descritto, che sicuramente è molto difficile da affrontare anche perchè uguale a sè stessa giorno dopo giorno.
Il quadro che ha delineato che richiede un intervento specialistico che le consiglio di richiedere senza attendere oltre.
Prima di tutto la sua situazione deve essere sottoposta di persona all'attenzione di un esperto che potrà fornirle una diagnosi e quindi una risposta precisa alla sua domanda, alla quale non possiamo rispondere perchè manca il contatto diretto con lei e quindi non ci è possibile stabilire se il suo malessere corrisponda o meno ad una forma depressiva.
Ci può dire come sono i rapporti con suo marito?
Ci ha infatti riferito questo:
"Da quando sono sposata ho ansia ogni volta che devo uscire di casa"
e sembra che ogni cambiamento l'abbia fatta precipitare sempre più in basso e arrivare sempre più lontana da uno stato di benessere, perchè in seguito ha aggiunto:
"Ho vissuto male le due gravidanze, con una sorta di vergogna"
"La situazione è degenerata quando un anno fa ho smesso di fumare."
Com'era la sua vita prima del matrimonio?
Cara Signora,
se davvero bastasse poco lei avrebbe già reagito da tempo e non si sarebbe trovata oggi nella situazione che ci ha descritto, che sicuramente è molto difficile da affrontare anche perchè uguale a sè stessa giorno dopo giorno.
Il quadro che ha delineato che richiede un intervento specialistico che le consiglio di richiedere senza attendere oltre.
Prima di tutto la sua situazione deve essere sottoposta di persona all'attenzione di un esperto che potrà fornirle una diagnosi e quindi una risposta precisa alla sua domanda, alla quale non possiamo rispondere perchè manca il contatto diretto con lei e quindi non ci è possibile stabilire se il suo malessere corrisponda o meno ad una forma depressiva.
Ci può dire come sono i rapporti con suo marito?
Ci ha infatti riferito questo:
"Da quando sono sposata ho ansia ogni volta che devo uscire di casa"
e sembra che ogni cambiamento l'abbia fatta precipitare sempre più in basso e arrivare sempre più lontana da uno stato di benessere, perchè in seguito ha aggiunto:
"Ho vissuto male le due gravidanze, con una sorta di vergogna"
"La situazione è degenerata quando un anno fa ho smesso di fumare."
Com'era la sua vita prima del matrimonio?
Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it
[#2]
Utente
Ho incontrato mio marito in un brutto momento della mia vita. La mia scarsa autostima, una delusione sentimentale del periodo dell'adolescenza e la mancanza di relazioni negli anni successivi a questa mi avevano spinto a credere che mai avrei amato ma soprattutto nessuno avrebbe amato me. Non importava quanto gli amici mi dicessero che ero carina e intelligente, io mi rendevo conto di non suscitare interesse nell'altro sesso se non in uomini che ci provavano un po' con tutte, che quindi non volevano me ma una qualsiasi ragazza. Nel periodo dell'università ho cominciato a bere e a fare sesso occasionale. Credevo di aver diritto solo a questo, di non essere degna di amore, di essere una nerd. Nell'ambito di queste serate alcoliche ho incontrato lui, che mi ha voluta ad ogni costo, nonostante provenisse da una cultura (quella albanese) che condanna la donna che fa sesso fuori dal matrimonio. Gli amici gli dicevano di lasciarmi perdere perchè non ero una persona seria. Io stessa lo rifiutavo perchè credevo mi volesse per qualche interesse. Lui mi ha corteggiata in ogni modo e mi sono scoperta innamorata di lui quando non l'ho sentito per qualche giorno ed ho avuto la sensazione di perderlo. Le cose si sono evolute abbastanza velocemente, siamo andati a vivere insieme e quasi subito sono rimasta incinta, lasciando gli studi. Lui mi ama e gli dispiace vedermi triste ma credo non comprenda davvero. Non ha familiarità con termini come depressione. Mi incoraggia ad uscire ma io mi sento inadeguata e sbagliata quindi evito di farlo. Ho paura del giudizio, del rifiuto. Da quando ho i bambini sono troppo apprensiva. Vedo pericoli ovunque. Amo mio marito ma il nostro amore è fatto anche di tanti conflitti. Con lui sono anche troppo sicura di me, a volte mi sembra di prevaricarlo. Con tutti gli altri sono invece timida in maniera ridicola.
[#3]
Gentile signora, la sua situazione emozionale e' delicata da sempre. A questa situazione di tratto si sono aggiunte delle criticita': le gravidanze, il propositio di smettere di fumare, il conseguente aumento di peso.
Non penso sia un vantaggio per lei resistere in tale situazione.
Un aiuto psicologico la fara' sentire meno sola davanti alle molteplici difficolya' che affronta giornalmente.
I migliori saluti
Non penso sia un vantaggio per lei resistere in tale situazione.
Un aiuto psicologico la fara' sentire meno sola davanti alle molteplici difficolya' che affronta giornalmente.
I migliori saluti
Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132
[#4]
E' molto importante che suo marito la supporti e cerchi di motivarla ad uscire e a fare qualcosa per risollevarsi dalla situazione in cui si trova: non ha importanza che abbia o meno familiarità con il concetto di depressione, quello che conta è che sta cercando di aiutarla a suo modo e che vuole che lei non continui a sentirsi così male.
Il suo problema viene da lontano, stando a quello che ci ha riferito, e penso sia giunto il momento di occuparsene sia per sè stessa che per la sua famiglia, che soffre vedendola soffrire.
Ha preso in considerazione l'idea di farsi aiutare da uno psicologo psicoterapeuta e/o da uno psichiatra?
Può essere opportuno che lei richieda entrambi gli interventi, eventualmente rivolgendosi ad una struttura pubblica che possa fornirle sia aiuto psicologico che supporto farmacologico.
Visto il profondo stato di apatia e immobilità che riferisce può infatti essere opportuno che in prima battuta lei sia visitata da uno psichiatra che possa prescriverle un farmaco adeguato alle sue esigenze, per "smoverla" mentre inizia anche un percorso psicoterapeutico.
Cosa ne dice?
Il suo problema viene da lontano, stando a quello che ci ha riferito, e penso sia giunto il momento di occuparsene sia per sè stessa che per la sua famiglia, che soffre vedendola soffrire.
Ha preso in considerazione l'idea di farsi aiutare da uno psicologo psicoterapeuta e/o da uno psichiatra?
Può essere opportuno che lei richieda entrambi gli interventi, eventualmente rivolgendosi ad una struttura pubblica che possa fornirle sia aiuto psicologico che supporto farmacologico.
Visto il profondo stato di apatia e immobilità che riferisce può infatti essere opportuno che in prima battuta lei sia visitata da uno psichiatra che possa prescriverle un farmaco adeguato alle sue esigenze, per "smoverla" mentre inizia anche un percorso psicoterapeutico.
Cosa ne dice?
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 2.1k visite dal 12/06/2012.
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