Come aiutare un genitore malato di cancro

Buonagiorno,ho 35 anni e vi scrivo per chiedervi come posso aiutare mio padre malato di cancro psicologicamente? Io cerco di immedesimarmi in lui per sentire cosa prova e per tentare di trovare le parole giuste per aiutarlo a sentirsi "meglio" ed affrontare la giornata con più grinta! Ma e' un'operazione ardua perché e' pessimista di natura in più e' depresso e piange spesso,cosa che mi fa soffrire tantissimo:-( le sto' tentando tutte,molte volte centro l'obiettivo altre invece finisco per piangere insieme a lui...e' inutile mi sento impotente e di conseguenza in colpa! Vi confesso che pur di non vederlo soffrire sarei disposta,se potessi persino a prendere il suo posto,perché lui ha così tanta voglia di vivere ed io invece no! Non e' mai stato un padre presente pero' io gli voglio tanto bene e lo accudisco come fosse il mio bambino....come faccio a trovare sempre le parole giuste?ed a comportarmi sempre in modo ineccepibile?Sapete io in ogni cosa che faccio ricerco la perfezione! Vi ringrazio per l'attenzione che mi dedicherete Cordialita'
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Dr. Roberto Callina Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 1.3k 32
Cara signora,

<<come faccio a trovare sempre le parole giuste?>>

non credo che esistano parole "giuste" in questi casi. E credo che la ricerca di perfezione sia assolutamente fuori luogo.

La malattia di suo padre è in uno stadio terminale?
In che tipo di struttura è seguito?
Sta facendo cure specifiche? Chemioterapia?

Il fatto di condividere con lui i suoi momenti di tristezza, il fatto di piangere insieme a lui, il fatto di fargli sentire che lei c'è, il fatto di non farlo sentire solo di fronte alla malattia è già tanto.

Eventualmente può valutare la possibilità, ammesso che lui ne abbia voglia, di un consulto con uno psicologo che possa aiutarlo ad elaborare le sue emozioni.

Un caro saluto

Dr. Roberto Callina - Psicologo Psicoterapeuta Sessuologo
Specialista in psicoterapia dinamica - Milano
www.robertocallina.com

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Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119
Gentile signora,
comprendo il suo sentire, la malattia oncologica purtroppo porta con sé anche un alto grado di stress e sofferenza psicologica sia nel paziente ,sia in chi si prende cura di lui che sperimenta un forte coinvolgimento emozionale.

Per questo è importante che il percorso di assistenza sia articolato non solo a livello medico, ma anche a livello psicologico tanto per la persona malata, quanto per i suoi famigliari.

Questo fa in modo che si venga sostenuti nel decorso della malattia per evitare di essere travolti emozionalmente dalle difficili prove che comporta, a beneficio del malato e di coloro che lo assistono, essendo in questo modo facilitati nell' instaurare con lui una comunicazione più serena.

C'è una particolare disciplina, la psiconcologia che si occupa proprio di questo.

Le suggerirei di informarsi presso l'ospedale che ha avuto in cura suo padre se esiste un servizio in merito oppure di cercare uno specialista privato.

Cari saluti

Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it

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Attivo dal 2012 al 2012
Ex utente
Gentili medici,mio padre ha un mesotelioma pleurico e' seguito dall'azienda ospedaliera ospedali riuniti di Bergamo..per ora niente chemioterapia perché troppo debilitato,martedì abbiamo la visita dall'oncologo e in base a quella si deciderà il da farsi...e' vero io cerco di supportarlo e seguirlo nei migliore dei modi,pero' la sera mentre sono a letto mi domando se avro' fatto veramente tutto per bene e a volte qualche lacrima scappa...so' che la malattia e' molto aggressiva...vedremo se si riuscirà a fermarla almeno un pochino! Grazie ai medici che mi hanno gentilmente risposto...riflettero' sul consiglio di farmi aiutare da un psiconcologo...anche se io faccio fatica ad esternare i miei pensieri ,mi sembra che più ne parlo e più ne soffro! E' la prima volta che ne sto' parlando con dei professionisti e vi ringrazio ancora per le risposte arrivate velocissime.Cordiali Saluti
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Dr.ssa Paola Scalco Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 4.3k 102
<<pur di non vederlo soffrire sarei disposta,se potessi persino a prendere il suo posto,perché lui ha così tanta voglia di vivere ed io invece no!>>

Gentile Utente,
mi ha colpito molto questa sua esclamazione: la "non voglia" di vivere deriva da questa situazione che ha descritto o c'è dell'altro?

Non ha fatto riferimenti a sua madre o ad altri componenti della sua famiglia con cui poter condividere queste sofferenze: Lei e suo padre siete soli?

Io credo che la cosa migliore da fare in tale contesto sia essere autentici e sinceri:
non privare suo padre della possibilità di parlare di morte e di paura, negando la possibilità che ciò accada, come a volte si tende a fare. Non costringetevi a giocare dei ruoli di finzione con l'illusione che l'altro possa così essere più sollevato. Non sprecate questa occasione di rendere più vero e profondo il vostro rapporto.

Sul sito dell' "Associazione malati di cancro, parenti e amici" potrà trovare materiale utile:
http://www.aimac.it/

Non è parlandone che aumenta la sofferenza: essa fa parte della nostra vita.
Uno psicologo non potrà eliminare i fatti dolorosi che vi hanno colpito, ma potrà offrirvi un valido sostegno per affrontarli e superarli nel modo migliore.


Cari auguri a Lei e al suo papà.




Dr.ssa Paola Scalco, Psicoterapia Cognitiva e Sessuologia Clinica
ASTI - Cell. 331 5246947
https://whatsapp.com/channel/0029Va982SIIN9ipi00hwO2i

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Attivo dal 2012 al 2012
Ex utente
Grazie sicuramente andro' a leggere cio' che mi ha consigliato...tutto in questo momento mi può essere di aiuto.Saluti