Relazione uomo donna
Cerco di essere diretto e anche "crudele" con me stesso. Quando ero giovane (adesso ho 56 anni) mi innamoravo in modo "cortese". Cercavo la donna bella sia fuori che dentro e per lei cercavo di mostrare il mio lato migliore. Volevo mostrarle di essere un eroe senza paura, volevo salvarla, volevo dirle che era tutto per me. Avevo molta paura ma alla fine qualche ragazza ha preso l'iniziativa e io ho avuto delle storie. Poi il fidanzamento alla fine dell'università e il matrimonio, i figli, le liti, la tenerezza, il tempo che passa, il corpo che cambia ecc. Oggi ancora provo eccitazione vedendo le ragazze giovani ma non accetto il corpo. Non accetto il corpo ( e forse non l'ho mai accettato) nelle sue funzioni biologiche: eruttazione, emissioni di gas, bisogni fisiologici, cattivi odori, sudore ecc. Tutte queste cose suscitano in me disgusto e anche se mi dico che fanno parte di noi sono in grado di vedere solo morte, decadimento. E il desiderio scompare. Con mia moglie il desiderio è scomparso. C'è da dire che c'è stato un tempo in cui io volevo fare l'amore con lei ma lei era bloccata per altri motivi (gli era morto il padre). Ma non credo che sia stato questa la ragione della nostra attuale tenerezza senza desiderio. Mi accorgo che questo senso di schifo e di imbarazzo per il mio corpo l'ho sempre provato. Quando stavo con una ragazza vedevo solo lei, vedevo solo la perfezione del suo corpo e provavo un forte imbarazzo per il mio membro, per i miei peli, per la mia corporeità. Ma lei, come nell'amore cortese, nell'accettarmi mi purificava. Evitavo poi accuratamente di vedere il corpo nel momento dell'eccitazione finita. Oggi vedo solo questo corpo imperfetto, che ha rughe, che ha odori, che puzza. Immagino lei alle prese con la stitichezza o con la diarrea e tutta la poesia, il romanticismo finisce. Cosa mi eccita adesso? Stare vicino a una donna in quella fase in cui ci sfiora, si immagina (a salve) il momento dell'intimità, mi attira il bacio passionale ecc. E poi, dico la verità, ogni tanto vado da qualche professionista del sesso con un grande senso di colpa e sperimento quale eccitazione posso provare. Il pensiero che mi eccita di più è l'essere umiliato, l'essere trattato male, l'essere sedotto, l'essere trattato come uno schiavo, l'essere soffocato, sentire che lei è tutto e io sono niente. Mi piace da morire questa caduta. E' come se all'esterno mi presentassi come una persona rispettosa quasi un moralista e erotizzassi il pensiero di una donna che invece fa uscire il mio lato desiderante, da maiale. Questo mi crea grande imbarazzo con me stesso. Qual'è il centro, il punto da cui dovrei partire per dipanare questo complesso di sentimenti? Io penso che tutto è cominciato da un rapporto intenso con mia madre di unione telepatica, di identificazione ma di non accettazione da parte sua della mia identità fisica, della mia corporeità. Non ricordo da parte sua carezze, contatti fisici e ricordo anche tutti i suoi tabù.
[#1]
La sua situazione non è semplice da poter risolvere in un consulto online. Il conflitto che vive è determinato dai pensieri che ha sull'immagine di sé, un conflitto tra ciò che vorrebbe essere e fare e ciò che secondo lei dovrebbe essere e dovrebbe fare. Probabilmente ha ragione nel dire che i tabù di sua madre potrebbero aver condizionato quello che lei è oggi, ma l'aspetto più centrale è legato ai pensieri che lei oggi ha.
dr.ssa Lorena Lopomo
[#2]
Gentile Signore,
un amore senza corpo, non è attuabile, così come un'eccitazione senza fisicità o peggio ancora scindendo cuore, corpo e cervello, prima o poi decresce fino all'estinzione.
Le tre "C" della sessualità, corpo, cuore e cervello, devono essere sempre presenti, per una vita emozionale e sessuale appagante e soddisfacente.
Un altro punto da analizzare nella sua richiesta di consulenza: la non accettazione del suo immaginario erotico.
Il desiderio di essere umiliato, trattato male, trattato come uno schiavo, ecc....appartengono alle gìfantasie masochistiche, con le quali dovrebbe fare conoscenza.
Le allego qualche mio articolo si asul calo del desiderio, che sull'immaginario erotico, ma consideri che sarebbe opportuno valutare una consulenza specialsitica.
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1240-i-disturbi-del-desiderio-sessuale-parte-prima.html
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1268-i-disturbi-del-desiderio-sessuale-parte-seconda.html
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/1869-perversioni-sessuali-o-giochi-erotici-terapia-si-terapia-no.html
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/1486-sessualita-malata-le-parafilie-o-perversioni-sessuali.html
un amore senza corpo, non è attuabile, così come un'eccitazione senza fisicità o peggio ancora scindendo cuore, corpo e cervello, prima o poi decresce fino all'estinzione.
Le tre "C" della sessualità, corpo, cuore e cervello, devono essere sempre presenti, per una vita emozionale e sessuale appagante e soddisfacente.
Un altro punto da analizzare nella sua richiesta di consulenza: la non accettazione del suo immaginario erotico.
Il desiderio di essere umiliato, trattato male, trattato come uno schiavo, ecc....appartengono alle gìfantasie masochistiche, con le quali dovrebbe fare conoscenza.
Le allego qualche mio articolo si asul calo del desiderio, che sull'immaginario erotico, ma consideri che sarebbe opportuno valutare una consulenza specialsitica.
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1240-i-disturbi-del-desiderio-sessuale-parte-prima.html
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1268-i-disturbi-del-desiderio-sessuale-parte-seconda.html
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/1869-perversioni-sessuali-o-giochi-erotici-terapia-si-terapia-no.html
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/1486-sessualita-malata-le-parafilie-o-perversioni-sessuali.html
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
[#3]
Gent.le utente,
è evidente che Lei ha interiorizzato un rapporto con la corporeità molto negativo che ha cercato di compensare attraverso una dimensione più "spirituale" che convive con un immaginario erotico nel quale la sua individualità si perde, "schiacciata" dalla superiorità dell'altro.
Tuttavia Lei non riesce ad accettare né il suo corpo, né le sue fantasie e gradualmente ha sviluppato un'ostilità verso sé stesso che ha scavato una profonda distanza nel rapporto con sua moglie.
Lei ci chiede da dove dovrebbe partire ma subito dopo ci fornisce Lei stesso la risposta: il rapporto con sua madre ma forse potrebbe partire anche dal suo vissuto attuale così come ce l'ha descritto, a 56 anni non è troppo tardi per avviare un percorso di crescita personale che le consenta di affrontare il suo disagio e di conseguenza valorizzare il rapporto di coppia.
è evidente che Lei ha interiorizzato un rapporto con la corporeità molto negativo che ha cercato di compensare attraverso una dimensione più "spirituale" che convive con un immaginario erotico nel quale la sua individualità si perde, "schiacciata" dalla superiorità dell'altro.
Tuttavia Lei non riesce ad accettare né il suo corpo, né le sue fantasie e gradualmente ha sviluppato un'ostilità verso sé stesso che ha scavato una profonda distanza nel rapporto con sua moglie.
Lei ci chiede da dove dovrebbe partire ma subito dopo ci fornisce Lei stesso la risposta: il rapporto con sua madre ma forse potrebbe partire anche dal suo vissuto attuale così come ce l'ha descritto, a 56 anni non è troppo tardi per avviare un percorso di crescita personale che le consenta di affrontare il suo disagio e di conseguenza valorizzare il rapporto di coppia.
Dr.ssa SABRINA CAMPLONE
Psicologa-Psicoterapeuta Individuale e di Coppia a Pescara
www.psicologaapescara.it
[#4]
Ex utente
Grazie per i preziosi consigli che mi aiutano meglio a capire l'ambito problematico in cui mi muovo. Il rapporto con il mio corpo o con l'immagine di me è ambivalente e difficile. Il mio masochismo è solo pensato e mai agito. L'idea di essere "schiacciato" dalla superiorità dell'altro mi erotizza ma è un aspetto della mia personalità che sto molto attento a tenere nascosto.
Posso visualizzare anche un aspetto opposto a quello dell'essere "umiliato o schiacciato o dominato" ed è quello di sentire il mio corpo a posto, di sentirmi desiderato e perfettamente adeguato alle situazioni. Posso farlo ma qualcosa mi blocca. Cosa?
Mi blocca la paura della competizione con altri maschi, la paura di mettermi in gioco. Fin da piccolo ho temuto lo scontro fisico con altri maschi. L'aggressività è sempre stata un problema. Questa mia difficoltà a alzare la voce, a scontrarmi sia fisicamente che verbalmente con altri maschi e anche con le donne è stata spesso vista come un atteggiamento buddista, oppure come un lato femminile del mio carattere. Anche questa è una forma di ambivalenza. Io so che è vera e propria paura non tanto di essere picchiato ma di perdere e dimostrare a tutti che ho paura come un bambino.
Da piccolo ero grasso e questo fatto non l'accettavo proprio. Non era il mio corpo ma quello che mia madre mi costringeva a diventare nutrendomi in eccesso e indebolendo il mio carattere. Poi, da adolescente ho cominciato a digiunare e sono dimagrito fino a diventare quello che sono adesso da tanti anni: una persona in forma, alta. Ma già alla fine dell'università ho cominciato a perdere i capelli e anche questo ha inferto un brutto colpo alla mia autostima. Come ritrovare un immagine del mio corpo più sana?
Ho fatto dei percorsi di crescita legati anche la mio lavoro di insegnate e le figure che mi hanno guidato mi hanno trovato empatico, motivato, saggio ecc. Ma non ho mai affrontato il peggio di me, mi sono sempre fermato a un passo dal parlare del mio immaginario erotico per paura che fosse troppo sconvolgente. Qualche fantasia notturna mi ha portato a immaginare anche di voler essere sodomizzato da un altro maschio come per giungere al livello più basso di autostima per capire qual'è il problema, cosa cerco, di cosa ho bisogno e di cosa ho paura.
io credo che dentro di me c'è un bambino, ferito, triste che cerco di difendere ma che non mi permette di essere pienamente autentico ed espressivo con gli altri e anzi mi costringe a innalzare barriere per difenderlo. Altre volte penso che questo bambino l'ho già conosciuto (appartiene a tutti, forse) e che è il caso di smetterla di sognare che qualcuno lo prenda in braccio e lo rassicuri dai pericoli della vita. Non è accaduto quando era bambino, non accadrà mai più. Mi piacerebbe arrivarci da solo. Mi è molto utile chiedervi un consulto. Non solo per le risposte ma anche per la possibilità di dire cose che forse in un contatto diretto non direi. Cerco forse una mamma che mi accetti? Una mamma che mi insegni la sessualità e mi liberi dai tabù? Non so...
Posso visualizzare anche un aspetto opposto a quello dell'essere "umiliato o schiacciato o dominato" ed è quello di sentire il mio corpo a posto, di sentirmi desiderato e perfettamente adeguato alle situazioni. Posso farlo ma qualcosa mi blocca. Cosa?
Mi blocca la paura della competizione con altri maschi, la paura di mettermi in gioco. Fin da piccolo ho temuto lo scontro fisico con altri maschi. L'aggressività è sempre stata un problema. Questa mia difficoltà a alzare la voce, a scontrarmi sia fisicamente che verbalmente con altri maschi e anche con le donne è stata spesso vista come un atteggiamento buddista, oppure come un lato femminile del mio carattere. Anche questa è una forma di ambivalenza. Io so che è vera e propria paura non tanto di essere picchiato ma di perdere e dimostrare a tutti che ho paura come un bambino.
Da piccolo ero grasso e questo fatto non l'accettavo proprio. Non era il mio corpo ma quello che mia madre mi costringeva a diventare nutrendomi in eccesso e indebolendo il mio carattere. Poi, da adolescente ho cominciato a digiunare e sono dimagrito fino a diventare quello che sono adesso da tanti anni: una persona in forma, alta. Ma già alla fine dell'università ho cominciato a perdere i capelli e anche questo ha inferto un brutto colpo alla mia autostima. Come ritrovare un immagine del mio corpo più sana?
Ho fatto dei percorsi di crescita legati anche la mio lavoro di insegnate e le figure che mi hanno guidato mi hanno trovato empatico, motivato, saggio ecc. Ma non ho mai affrontato il peggio di me, mi sono sempre fermato a un passo dal parlare del mio immaginario erotico per paura che fosse troppo sconvolgente. Qualche fantasia notturna mi ha portato a immaginare anche di voler essere sodomizzato da un altro maschio come per giungere al livello più basso di autostima per capire qual'è il problema, cosa cerco, di cosa ho bisogno e di cosa ho paura.
io credo che dentro di me c'è un bambino, ferito, triste che cerco di difendere ma che non mi permette di essere pienamente autentico ed espressivo con gli altri e anzi mi costringe a innalzare barriere per difenderlo. Altre volte penso che questo bambino l'ho già conosciuto (appartiene a tutti, forse) e che è il caso di smetterla di sognare che qualcuno lo prenda in braccio e lo rassicuri dai pericoli della vita. Non è accaduto quando era bambino, non accadrà mai più. Mi piacerebbe arrivarci da solo. Mi è molto utile chiedervi un consulto. Non solo per le risposte ma anche per la possibilità di dire cose che forse in un contatto diretto non direi. Cerco forse una mamma che mi accetti? Una mamma che mi insegni la sessualità e mi liberi dai tabù? Non so...
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Ex utente
Grazie per i preziosi consigli che mi aiutano meglio a capire l'ambito problematico in cui mi muovo. Il rapporto con il mio corpo o con l'immagine di me è ambivalente e difficile. Il mio masochismo è solo pensato e mai agito. L'idea di essere "schiacciato" dalla superiorità dell'altro mi erotizza ma è un aspetto della mia personalità che sto molto attento a tenere nascosto.
Posso visualizzare anche un aspetto opposto a quello dell'essere "umiliato o schiacciato o dominato" ed è quello di sentire il mio corpo a posto, di sentirmi desiderato e perfettamente adeguato alle situazioni. Posso farlo ma qualcosa mi blocca. Cosa?
Mi blocca la paura della competizione con altri maschi, la paura di mettermi in gioco. Fin da piccolo ho temuto lo scontro fisico con altri maschi. L'aggressività è sempre stata un problema. Questa mia difficoltà a alzare la voce, a scontrarmi sia fisicamente che verbalmente con altri maschi e anche con le donne è stata spesso vista come un atteggiamento buddista, oppure come un lato femminile del mio carattere. Anche questa è una forma di ambivalenza. Io so che è vera e propria paura non tanto di essere picchiato ma di perdere e dimostrare a tutti che ho paura come un bambino.
Da piccolo ero grasso e questo fatto non l'accettavo proprio. Non era il mio corpo ma quello che mia madre mi costringeva a diventare nutrendomi in eccesso e indebolendo il mio carattere. Poi, da adolescente ho cominciato a digiunare e sono dimagrito fino a diventare quello che sono adesso da tanti anni: una persona in forma, alta. Ma già alla fine dell'università ho cominciato a perdere i capelli e anche questo ha inferto un brutto colpo alla mia autostima. Come ritrovare un immagine del mio corpo più sana?
Ho fatto dei percorsi di crescita legati anche la mio lavoro di insegnate e le figure che mi hanno guidato mi hanno trovato empatico, motivato, saggio ecc. Ma non ho mai affrontato il peggio di me, mi sono sempre fermato a un passo dal parlare del mio immaginario erotico per paura che fosse troppo sconvolgente. Qualche fantasia notturna mi ha portato a immaginare anche di voler essere sodomizzato da un altro maschio come per giungere al livello più basso di autostima per capire qual'è il problema, cosa cerco, di cosa ho bisogno e di cosa ho paura.
io credo che dentro di me c'è un bambino, ferito, triste che cerco di difendere ma che non mi permette di essere pienamente autentico ed espressivo con gli altri e anzi mi costringe a innalzare barriere per difenderlo. Altre volte penso che questo bambino l'ho già conosciuto (appartiene a tutti, forse) e che è il caso di smetterla di sognare che qualcuno lo prenda in braccio e lo rassicuri dai pericoli della vita. Non è accaduto quando era bambino, non accadrà mai più. Mi piacerebbe arrivarci da solo. Mi è molto utile chiedervi un consulto. Non solo per le risposte ma anche per la possibilità di dire cose che forse in un contatto diretto non direi. Cerco forse una mamma che mi accetti? Una mamma che mi insegni la sessualità e mi liberi dai tabù? Non so...
Posso visualizzare anche un aspetto opposto a quello dell'essere "umiliato o schiacciato o dominato" ed è quello di sentire il mio corpo a posto, di sentirmi desiderato e perfettamente adeguato alle situazioni. Posso farlo ma qualcosa mi blocca. Cosa?
Mi blocca la paura della competizione con altri maschi, la paura di mettermi in gioco. Fin da piccolo ho temuto lo scontro fisico con altri maschi. L'aggressività è sempre stata un problema. Questa mia difficoltà a alzare la voce, a scontrarmi sia fisicamente che verbalmente con altri maschi e anche con le donne è stata spesso vista come un atteggiamento buddista, oppure come un lato femminile del mio carattere. Anche questa è una forma di ambivalenza. Io so che è vera e propria paura non tanto di essere picchiato ma di perdere e dimostrare a tutti che ho paura come un bambino.
Da piccolo ero grasso e questo fatto non l'accettavo proprio. Non era il mio corpo ma quello che mia madre mi costringeva a diventare nutrendomi in eccesso e indebolendo il mio carattere. Poi, da adolescente ho cominciato a digiunare e sono dimagrito fino a diventare quello che sono adesso da tanti anni: una persona in forma, alta. Ma già alla fine dell'università ho cominciato a perdere i capelli e anche questo ha inferto un brutto colpo alla mia autostima. Come ritrovare un immagine del mio corpo più sana?
Ho fatto dei percorsi di crescita legati anche la mio lavoro di insegnate e le figure che mi hanno guidato mi hanno trovato empatico, motivato, saggio ecc. Ma non ho mai affrontato il peggio di me, mi sono sempre fermato a un passo dal parlare del mio immaginario erotico per paura che fosse troppo sconvolgente. Qualche fantasia notturna mi ha portato a immaginare anche di voler essere sodomizzato da un altro maschio come per giungere al livello più basso di autostima per capire qual'è il problema, cosa cerco, di cosa ho bisogno e di cosa ho paura.
io credo che dentro di me c'è un bambino, ferito, triste che cerco di difendere ma che non mi permette di essere pienamente autentico ed espressivo con gli altri e anzi mi costringe a innalzare barriere per difenderlo. Altre volte penso che questo bambino l'ho già conosciuto (appartiene a tutti, forse) e che è il caso di smetterla di sognare che qualcuno lo prenda in braccio e lo rassicuri dai pericoli della vita. Non è accaduto quando era bambino, non accadrà mai più. Mi piacerebbe arrivarci da solo. Mi è molto utile chiedervi un consulto. Non solo per le risposte ma anche per la possibilità di dire cose che forse in un contatto diretto non direi. Cerco forse una mamma che mi accetti? Una mamma che mi insegni la sessualità e mi liberi dai tabù? Non so...
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"Ma non ho mai affrontato il peggio di me, mi sono sempre fermato a un passo dal parlare del mio immaginario erotico per paura che fosse troppo sconvolgente"
L'immaginario erotico se viene vissuto come un alter ego da rifiutare diventa un fardello insopportabile, la sua esplorazione all'interno di un percorso terapeutico può offrirle la possibilità di elaborarne i vari aspetti e di integrarlo nella sua esperienza,accettandolo.
L'immaginario erotico se viene vissuto come un alter ego da rifiutare diventa un fardello insopportabile, la sua esplorazione all'interno di un percorso terapeutico può offrirle la possibilità di elaborarne i vari aspetti e di integrarlo nella sua esperienza,accettandolo.
Questo consulto ha ricevuto 7 risposte e 4.9k visite dal 08/06/2012.
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