Devo curare corpo o mente?

Salve.
Sono una ragazza di 23 anni e dall'età di 9 anni circa ho iniziato a convivere con il timore di avere le più svariate malattie. Ora studio medicina e le cose non sono cambiate, nè migliorate. Ho acquisito solo una maggiore consapevolezza del mio problema, ma non sono in grado di risolverlo. L'ultima crisi risale a quasi 2 mesi fa.
Io vivo in un collegio studentesco e a fine marzo il mio ragazzo, si è laureato ed è andato via dalla mia stessa struttura per tornare a casa e cercare lavoro. Nei giorni antecedenti la sua partenza sono stata male al pensiero di non doverlo avere più al mio fianco come d'abitudine. Quando è andato via, poi, tolto il pianto del momento ho affrontato la cosa con molta tranquillità come se quasi nulla fosse. 15 giorni dopo inizia il mio "calvario". Inizio col fissarmi di aver contratto il tetano dalla puntura con una spilla d'oro non avendo disinfettato la zona; iniziano i miei pseudo sintomi, con dolori a mandibola e mascella: Trascorsi altri 15 giorni (tempo max d'incubazione della malattia) mi tranquillizzo, ma ecco riappare un'altra causa d'agitazione: un altro graffio che, per evitare il patibolo appena passato, mi porta ad andare in pronto soccorso per chiedere un'antitetanica che, ovviamente, non mi viene fatta. Torno un pò più rilassata, ma ecco mi prende il timore di un tumore al prancreas e iniziano i primi dolori epigastrici, poi torna la paura per l'HIV (a novembre per donare il sangue mi sottoposi a tutti i controlli, il risultato fu negativo, ma continuo a pensare che potrebbe essere sbagliato, perchè non avendo poi effettivamente donato il sangue dopo i prelievi per i controlli, penso che magari i medici mi abbiano segnato tutto come negativo tanto per). Una settimana fa l'exploit, mi faccio accompagnare al pronto soccorso per forti dolori toracici. Mi diagnosticano un reflusso gastro esofageo (che ci sta tutto visto l'uso di alcol durante le uscite con gli amici, il fumo di sigaretta, i digiuni alternati a vomito autoindotto per timore di ingrassare). Inizio la terapia antiacido e nel frattempo convivo sempre col timore per l'HIV, anche senza aver avuto comportamenti a rischio, non voglio rifare il test perchè nell'attesa dei risultati l'ansia mi ucciderebbe, e i dolori gastrici e i fastidi in tutto il corpo continuano. Mi sento stanca, infelice, ansiosa e affatticata. Vorrei capire se posso davvero correlare i miei malesseri con la psiche, considerando che, prima della partenza del mio ragazzo (che forse non ho somatizzato) ero in perfetta forma e salute e le fissazioni sembravano un ricordo molto più labile. Solo una volta mi è capitato di averne una per il botulino e, credo, in quel periodo le cose tra me e il mio lui non andavano granchè, nè io avevo voglia di parlarne per timore di essere lasciata. Ora con lui, fingo di essere forte, mi fingo continuamente impegnata e molto tranquilla, voglio che mi apprezzi così..in realtà non resisto più a queste condizioni, alla mia età..che fare??
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317
Cara Ragazza,
mente e corpo, non sono disguinti, alcune malattie hanno sede solo nel corpo ed altre solo nella mente, ma spesso dal corpo passano alla psiche e viceversa, trasformandosi in disturbi somatomorfi.
Lo studio della medicina, è un ottimo modo per esorcizzare la paura delle malattie, ma credo non basti.
Dopo avere escluso cause organiche dei suoi disagi, ho letto anche i suoi precendenti consulti, le suggerisco di rivolgersi ad uno psicologo per una diagnosi certa del suo malessere, poi la terapia si stabilirà di conseguenza.
Non credo sia auspicabile convivere con la paura delle malattie, le renderebbe la qualità della vita scadente

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

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Psicologo, Psicoterapeuta attivo dal 2010 al 2016
Psicologo, Psicoterapeuta
Gentile ragazza, ci racconta di un quadro di problemi che vanno da pensieri di malattia che la turbano ("Potrei avere l'HIV, tetano, tumori etc."), ad emozioni negative (come l'ansia, la paura etc.), a comportamenti finalizzati ad ottenere rassicurazione (ad esempio, visite, controlli ed esami) ad altri comportamenti autolesivi (come il vomito auto-indotto).

Si tratta di un "groviglio" di idee, atti, vissuti che si alimentano a vicenda, in una sorta di "motore a scoppio" alimentato dall'ansia e da altre emozioni negative.

Ad esempio, secondo un approccio cognitivo-comportamentale, ogni volta che lei effettua un controllo per rassicurarsi, sul momento l'ansia va giù, ma a distanza di poco tempo ritorna più forte. E poichè il comportamento di controllo è stato "premiato" con l'abbassamento dell'ansia, lei vi ricorrerà ancora e più di frequente.

Cosa fare?

Innanzitutto, io indagherei l'entità, la portata e la natura delle sue difficoltà, con una valutazione psicodiagnostica accurata.

Poi, alla luce di quanto emerso dalla valutazione, la indirizzerei ad una eventuale psicoterapia. Potrebbe prendere in considerazione il fatto che esistono modelli di terapia che hanno fornito buone prove di efficacia nel trattamento delle problematiche ansiose.

Ha mai effettuato dei colloqui psicologici?
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Psicologo attivo dal 2012 al 2013
Psicologo
Cara ragazza i malesseri fisici potrebbero essere di natura psicosomatica, la mente e il corpo sono strettamente correlati, il suo corpo risponde a un disagio di natura psicofisica. Tre elementi sono strettamente correlati: pensieri negativi, emozioni negative e comportamenti disfunzionali.
Affrontare le proprie paure è fondamentale!
[#4]
Utente
Utente
No non ho mai effettuato un colloquio. Credo sia giunto il momento. Durante questo mese sono peggiorata. Il mese d'agosto per me è infernale, perchè significa tornare a casa dai miei genitori dopo l'università in un paesino un cui non faccio nulla per tutto il giorno, se non pensare e rimuginare e fissarmi. Ora sto meglio perchè tra due giorni tornerò alla mia vita universitaria impegnata, ma ho trascorso 35 giorni corrosa dall'ansia e dalla paura. Un ansia che sembra autogenerarsi..non so come dire. E' iniziato tutto tornando a casa e iniziando a pensare "Oddio ora tutto il mese d'agosto avrò l'ansia" e ovviamente così è stato. Ogni mattina mi svegliavo cercando di sopprimere questa brutta sensazione di tensione e di pensiero fisso, ma non ho fatto altro che associarla a malattie o al timore di essere incinta. Sempre tetano, Hiv o tumori. Poi avevo un'ansia più forte nel pomeriggio tra le 16 e le 19 per stare un pò meglio a sera. Un pomeriggio ho avuto uno pseudo attacco di panico. Non riuscivo a star ferma, a deglutire, ero agitatissima e poi sono scoppiata a piangere davanti ai miei genitori. Subito dopo pian piano mi son ripresa, ma continuavo a pensare "e se questo tormento non finisse e mi venisse in mente di suicidarmi?" Non era un pensiero suicida..era un timore, paura di me stessa. Poi una settimana di vacanza col mio ragazzo...niente. Ansie scomparse. Del tutto!! Ogni tanto ci ripensavo, ma constatavo che quelle orribili sensazioni erano scomparse. Poi tornata a casa ho dovuto far di tutto per tenermi impegnata per timore che l'ansia tornasse, come puntualmente è avvenuto. Ho avuto 5 giorni di febbricola pomeridiana (secondo il medico semplice fase luteinica, ma per me era Hiv) il ciclo si è sballato, provocandomi timore di essere incinta, poi a giorni alterni....Hiv, gravidanza, Hiv, gravidanza...mi sento davvero succube di me stessa. Cerco di ripetermi "ok ho l'ansia, ma non sto morendo, sono mie idee, è solo una parte di me che vuole vincere e mi ripete..non credere di star bene, potresti pentirtene"...ma risultati zero!!!
Ho solo 23 anni...vorrei vivere un'esistenza normale, spensierata!
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Dr.ssa Valentina Sciubba Psicoterapeuta, Psicologo 1.7k 38
Gentile utente.
da ciò che racconta appare evidente un nesso tra l'assenza del suo ragazzo e la comparsa di sintomi e ciò induce perciò fortemente a pensare che ci sia o ci siano problematiche psicologiche scatenanti che d'altra parte fanno parte a tutti gli effetti della sintomatologia ansiosa.
Corpo e mente sono inscindibilmente conessi come insegnano l'anatomia, la fisiologia e la psiconeuroendocrinoimmunologia, per cui più che curare "corpo o mente" conviene curare "corpo e mente", soprattutto quando la mente è prevalente come fattore causale.
Un bravo psicoterapeuta sicuramente potrà aiutarla. Saluti

Valentina Sciubba Psicologa
www.valentinasciubba.it Terapia on line
Terapia Breve Strategica e della Gestalt
Disturbi psicologici e mente-corpo

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Utente
Utente
In realtà questi problemi sorgono in età ben più remota distanziati dunque dall'attuale lontananza del mio ragazzo. Ricordo le prime paure per semplici "malattie" fin dall'età di circa 9 anni. Il punto è che so di dover fare della psicoterapia, ma la stessa prevede dei costi, a ragione, non indifferenti che non posso sostenere al momento.
Che soluzione potrei momentaneamente adottare?
Oramai svegliarmi al mattino e trascorrere mezz'ora di spensieratezza da intontimento è forse il momento più bello della giornata, ma l'ansia è lì in agguato. Dal 5 settembre a due giorni fa ho fatto già tre test di gravidanza, uno sul sangue addiruttura per il timore di essere incinta e per questo mese la paura maggiore sembra essere questa.
E' come se l'ansia che ho dentro dovesse trovare una giustificazione pratica attraverso le malattie o il timore di gravidanza e per quanto l'evidenza neghi quasi del tutto la possibilità che le mie paure siano reali, e per quanto questo mi sia chiaro anche ora, mentre Vi scrivo, pare proprio che il mio inconscio comandi su tutto e che non mi dia scampo.
Una psicoterapeuta conoscente di un' amica psicologa, parlandomi un paio d'ore mi ha diagnosticato, con non so che margine d'errore, un DOC.
E con ciò?
Io voglio distruggere queste paure, annientarle e calpestarle perchè stanno distruggendo, attimo dopo attimo, la mia serenità.Mi offuscano il pensiero, mi impediscono di affrontare la quotidianeità, non mi permettono di comprendere quello che voglio dalla vita. Non so più se la mia facoltà mi piace, se voglio fare il medico per passione o per fama o per incapacità a cambiare una strada ormai imboccata, non son capace di definire i miei sentimenti per il prossimo, pretendo troppo dagli altri e non accetto le delusioni pur sentendomi fortemente delusa da me stessa, penso e fantastico sul mio futuro ma non concretizzo nel presente, mi abbandono alla mia paura, alla mia ansia. Non so dare voce alle mie esigenze, non so se quando agisco e mi relaziono sono io o quello che gli altri vogliono che sia, vivo spesso di menzogne megalomani, perchè il resto del mondo possa apprezzarmi, perchè io possa colmare la delusione che sento di essere, per non sentirmi dire sei una mediocre e non vali nulla. Non mi sento più reale.
[#7]
Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
Cara Utente,

di solito agli ipocondriaci si sconsiglia di leggere o cercare informazioni sulle malattie perchè non ne siano impressionati e non traggano conseguenze sbagliate.

A lei non è possibile dirlo perchè ha fatto una scelta di studio che si potrebbe considerare una mossa controfobica: quale migliore formazione di quella del medico per essere in grado di evitare le malattie o auto-diagnosticarsele per tempo, intervenendo di conseguenza?

"Ora studio medicina e le cose non sono cambiate, nè migliorate"

In realtà per la sua serenità vivere in mezzo a libri di Medicina è anzi dannoso, e le servirebbe se mai un attimo di respiro da quello che studia - almeno finchè non recupererà (o costruirà) la calma e la lucidità necessarie per non essere più così tanto in pena per sè stessa.

"E' come se l'ansia che ho dentro dovesse trovare una giustificazione pratica attraverso le malattie o il timore di gravidanza"

Probabilmente le cose stanno proprio così: la ricerca di un oggetto concreto sul quale riversare le proprie angosce serve a gestirle meglio, ma quando questo oggetto è il proprio corpo le cose si complicano di parecchio.

Come mai mi sembra che lei sia quasi offesa dalla diagnosi di DOC che ha ricevuto?

Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it

[#8]
Dr.ssa Valentina Sciubba Psicoterapeuta, Psicologo 1.7k 38
Gentile utente,
il suo ultimo post solleva altre problematiche che non si erano evidenziate nel primo post e sembra mostrare un disagio profondo che pertanto le consiglio di cercare di capire e risolvere al più presto, prima che la vita le porti altre complicazioni.
Non abbia paura per il costo della psicoterapia: le Terapie Brevi durano poco e sicuramente può trovare anche psicoterapeuti con prezzi accessibili a tutte le tasche:
Ma la faccia una terapia; alla sua età le scelte di vita sono fondamentali e condizionano tutta la vita successiva, perciò non può permettersi di sbagliarle: ne va della sua vita. della sua felicità e di quella della sua famiglia quanto meno.
[#9]
Utente
Utente
Salve dottori.
Sono entrata in cura con una psicoterapeuta che pratica tcc.
Pare io soffra di un DOC prevalentemente da contaminazione. Ma sembra io abbia anche qualche tratto ipocondriaco. Al momento le sedute prevedono la "mi conoscenza" ed esposizione del problema. Le mie ansie sono di gran lunga aumentate ed è per questo che ho deciso di farmi supportare.
Vorrei sapere, però se guarire senza farmaci è possibile.
Non riesco sempre a controllare e sopportare la mia ansia che raggiunge livelli spesso insostenibili!!!
[#10]
Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317
Ci sono varie correnti di pensiero, chi preferisce solo la psicoterapia, chi la terapia combinata, io personalmente questa ultima strada.

Partecipi a chi ha il piacere di seguirla, le sue difficoltà e perlessità, avrà sicurameente più elementi di noi
[#11]
Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
La psicoterapia può essere sufficiente per curare un DOC, non è "obbligatorio" prendere farmaci, ma se un quadro clinico presenta sintomi invalidanti e il paziente sta molto male può essere preferibile assumere anche degli psicofarmaci (ovviamente su prescrizione e sotto controllo medico) per rendere più gestibile la situazione.
[#12]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
Tenga conto di quanto i colleghi le hanno detto, soprattutto il Dr. Calì, e faccia attenzione a non cadere nell'illusione che ricevendo molte risposte l'ansia possa cambiare qualcosa. Perché è proprio il contrario: più chiede rassicurazioni, più sta subdolamente alimentando la sua ansia. Infatti, ogni qualvolta chiede e riceve rassicurazioni è come se inviasse a se stessa anche il messaggio silenzioso: "Non puoi fare a meno di essere rassicurata, perché sei un'ansiosa". E quindi di fatto si relega da sola in questo ruolo.

Quindi se ha fatto la scelta di affidarsi alle cure di un terapeuta, è in quella sede che dovrà prevalentemente cercare la soluzione al suo problema.

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

[#13]
Utente
Utente
Salve dottori. Dopo quasi 4 mesi dall'inizio della terapia cognitivo - comportamentale la mia psicoterapeuta mi ha rivelato che, in realtà non posso annoverarmi tra coloro che soffrono di DOC poichè non rispondo a tutti i criteri. Probabilmente ho qualche lieve tratto, ma non soffro di DOC. E' più tesa a pensare che si tratti di disturbo d'ansia generalizzato, ma dopo 12 sedute io trovo relativo giovamento. Sono più riflessiva e affronto con maggiore consapevolezza le mie ansie, ma ho ancora ogni tanto delle "crisi" che mi portano a chiedere consulti medici, ad andare al pronto soccorso e ad avere la convinzione e la certezza di avere una qualche tumore o una qualche malattia infettiva. Non so se si può contiuare così!
[#14]
Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
Tenga presente che 12 sedute di TCC (come di qualunque psicoterapia) possono essere poche per aspettarsi risultati completi e consolidati (definitivi, non a rischio di ricadute).
Penso anche che dibattere sulla diagnosi non serva a nulla, siamo sempre nel campo dei disturbi d'ansia e apporre etichette non accelera la risoluzione del problema.

Per ora è importante che stia migliorando: se fra un po' non sarà soddisfatta dei risultati potrà farlo presente alla dottoressa e discutere con lei dell'argomento e di quali risutati si può attendere dalla TCC che state effettuando.
[#15]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
Ricordi che più continua a chiedere "informazioni" (leggi: rassicurazioni) più sta alimentando l'ansia.

Se sta incontrando giovamento deve proseguire la cura seguendo le istruzioni della terapeuta.

[#16]
Utente
Utente
Salve dottori,
Spero rileggerete il mio vecchio post che risale a quasi 3 anni fa.
Come va ad oggi?
Male.
Psicoterapia per quasi 2 anni. Sicuramente è migliorata la mia vita sociale, probabilmente il mio rapporto con l'altro e con me. Ma non per quanto riguarda le fissazioni.
Sono ad oggi consapevole, tramite un'autoanalisi poi ri analizzata dalla psicoterapeuta, di sviluppare maggiormente pensieri negativi legati al mio stato di salute, quando mi si presentano occasioni che, inconsciamente mi causerebbero ansie e incertezze. Ma oltre questo null'altro. Continuo a crucciarmi per l'ebola ad oggi e misuro la T corporea anche 20volte al giorno. O anche 10volte in 30minuti. Non ragiono né riesco a concentrarmi e per quanto mi dica che devo smetterla, sono sempre e comunque alla ricerca di rassicurazioni e non riesco a sentirmi serena.
Il mio psicoterapeuta ad oggi è convinto che io non abbia nessun disturbo vero e proprio. Né DoC né ipocondria né ansia generalizzata poiché, afferma, trascorro periodi brevi o più lunghi in cui sto bene e non sono più ricettiva nei confronti di sintomi o malattie ed anche perché io sono ben consapevole di quanto poco probabilmente reali, o comunque mai certi, siano le mie preoccupazioni.
Io voglio crederci, ma mi chiedo...se non ho alcun disturbo per cosa verrò "curata"?
E soprattutto come posso non avere un disturbo se in oltre 15 anni ho spesso avuto atteggiamenti limitanti la mia quotidianità per via delle mie fissazioni?
[#17]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
Che tipo di psicoterapia (orientamento) sta facendo? TCC? Con che frequenza? Ha ricevuto istruzioni precise su cosa fare o non fare per tenere a bada le sue paure?

[#18]
Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
Cara Utente,

non sempre il malessere di una persona è inquadrabile esattamente con i criteri utilizzati dalla psichiatria e dal testo che anche noi psicologi teniamo in considerazione per effettuare una diagnosi psicopatologica condivisibile con altri professionisti.
Tale testo, il DSM, è un manuale "statistico", nato in base ad elaborazione statistica di dati clinici, e non di rado non rende ragione di quadri che possiamo considerare psicopatologici secondo altri metri di giudizio, come quelli utilizzati nella diagnosi psicodinamica, o anche solo basandoci sull'intenso disagio di un soggetto.

Il fatto che non le sa applicabile un'"etichetta"precisa perchè mancano i criteri della continuità dei sintomi, in genere necessaria in psichiatria, non significa che lei non abbia nulla che non vada e che non debba ancor lavorare su sè stessa, eventualmente seguendo un altro approccio terapeutico, se quello attuale ha esaurito il proprio potenziale di cambiamento.

Ha proseguito per 2 anni la Terapia Cognitivo-Comportamentale con lo stesso psicoterapeuta?
Nel dettaglio, quali obiettivi avete raggiunto?
[#19]
Utente
Utente
Si ho proseguito per due anni con lo stesso terapeuta.
I pensieri intrusivi riguardo le malattie non vanno via. L'associazione di pensieri che mi porta a reagire come se avessi la certezza di avere una data patologia pur solo avendone letto sintomi o solo il nome, continua.
Per farVi un esempio: Donna di colore, parla inglese non italiano, mi chiede dove sia il pronto soccorso, non si sente bene: " ha l'ebola ed io parlandole a distanza potrei averla contratta".
Quel "potrei" che consapevolmente include una bassissima percentuale di probabilità, non solo per lo sconosciuto stato sierologico della donna, ma anche per le eventuali modalità di contagio, diventa di li a pochi minuti elaborazione del pensiero, per me, certezza. Dunque vivo con l'ansia della certezza di aver contratto l'ebola e passo in rassegna i sintomi, misuro la T corporea fino a 10volte in 30 /40 minuti, ne prendo nota, cerco informazioni o notizie su internet.
Ma lo stato delle ansie non cambia: Questi meccanismi li attuo per mantenere l'ansia e la paura a livelli costanti piuttosto che farle schizzare, ma non arrivo alla consapevolezza dell'assurdità del pensiero. Temo sempre che possa esser probabile e non riesco a sopportarlo. Passati poi i giorni di incubazione della malattia in questione, sto meglio per un po' ma poi altri dubbi mi attanaglieranno l'animo.

Seguo una terapia cognitivo comportamentale. Finora abbiamo talvolta provato un'esposizione all'ansia o un evitamento di comportamenti ripetitivi/finti rassicurativi. Tuttavia lo schema di pensiero che mi porta ad accettare come realtà quella che è solo una possibilità remota o solo un mio pensiero...questi schemi che mi accompagnano da anni ormai non decadono.
[#20]
Utente
Utente
P.s. Non ho ricevuto alcuna direttiva pratica da attuare per placare l'ansia e le paure se non un consiglio a non cercare rassicurazioni, a capire che sono solo miei pensieri e che pensare di diventare ricca non mi renderà tale. E poi a soffermarmi sul fatto che quando voglio, in determinate situazioni che mi tranquillizzano per giorni, sono sempre e solo io che decido di star bene.
Tuttavia in quelle suddette situazioni io non mi rendo conto di quale sia la forza che mi spinge a non pensare o a pensarci in maniera cinica e distante alle eventuali possibilità di contagio.
Studio medicina e proseguire col mio percorso di studi è ormai diventato particolarmente difficile
[#21]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
Da un punto di vista strategico, si tratta con buona probabilità di preoccupazioni ossessive, che dovrebbero quindi essere curate con una terapia attiva e focalizzata, ossia dove si ricevono istruzioni *precise* su cosa fare o non fare, come la strategica o la comportamentale.

È probabile che quella che ha seguito non fosse una TCC, diversamente avrebbe dovuto ricevere compiti dettagliati su come comportarsi. Anche il parere che ha ricevuto che le sue non sarebbero ossessioni mi lascia perplesso. A tal proposito tenga presente che terapeuti di alcuni orientamenti non riconoscono le ossessioni come disturbo a sé stante, dotato di "dignità" propria, ma lo considerano espressione di qualcos'altro che ne starebbe a monte.

Consiglio pratico per futuri percorsi terapeutici: se non dovesse vedere risultati entro due o tre mesi, cambi terapeuta senza pensarci troppo.

[#22]
Utente
Utente
Va bene.
La ringrazio. Sono anche io dell'opinione che pur non soffrendo di DOC le mie siano ossessioni e che, talvolta, queste mi portano ad attuare compulsioni regolatrici. Vorrei anche io ricevere istruzioni precise sul da farsi oltre che fare esposizione all'ansia fine a se stessa.
Continuerò fino a fine anno (sempre che non muoia prima) e poi se non dovessi riscontrare risultati, cambierò. Per quanto il cambiamento mi terrorizzi
[#23]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
>>> Per quanto il cambiamento mi terrorizzi
>>>

Infatti soffre d'ansia.

Le ossessioni, come tutti i disturbi d'ansia, si possono manifestare in molti modi diversi. Anche chi non controlla continuamente il rubinetto del gas può soffrirne.

Se non ha ottenuto risultati in due anni, è probabile che continuando le cose non cambino. Le psicoterapie che funzionano in disturbi come il suo di solito manifestano i propri effetti molto presto.

Consideri la decisione di cambiare terapeuta come un segno di miglioramento, rispetto alla sua ansia immobilizzatrice.
[#24]
Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
Chi come lei soffre di ipocondria e studia Medicina di solito lo fa con il movente (conscio o inconscio) di prendere il controllo della situazione, cautelarsi, essere informato al massimo grado sulla prevenzione e la cura delle malattie e così via, ma gli anni di studio (e magari anche successivamente di professione) possono diventare un calvario, se il contatto con qualsiasi agente patogeno e persona ammalata diventano sinonimo di rischio per l'integrità personale e quindi per la sopravvivenza.

Per tornare alla sua domanda iniziale, si è informata presso un'associazione che si occupi di PANDAS per individuare un medico che abbia esperienza in materia e la possa visitare, come le è stato consigliato in Psichiatria?
Si riconosce anche in altri sintomi e segni o solo nel DOC?
http://www.pandasitalia.it/pdf/segni-e-sintomi.pdf

Visto che fa risalire a un momento preciso nella sua vita l'esordio delle ossessioni, ricorda di aver avuto un'infezione da streptococco in quel periodo?
Quando aveva 10 anni è successo qualcos'altro nella sua vita personale o familiare? (lutti, separazione dei genitori, nascita di un fratello, ...)
[#25]
Utente
Utente
Ricordo solo che all'età di 7anni ebbi quello che si può definire trauma.
Mio padre ebbe un incidente d'auto che ci fu comunicato telefonicamente a casa. Mia madre sembrava impazzita ed in preda all'ansia.
(Mia madre è sempre stata un soggetto molto ansioso e credo che da lei io abbia appreso tali comportamenti). Di li in avanti, per parecchio tempo, non riuscivo ad addormentarmi la notte, se mio padre non era fisicamente in casa. Che fosse fuori per lavoro o anche solo in giardino. E pregavo mia madre di farmi rimanere sveglia ad aspettarlo insieme a lei. Mia madre non me lo permetteva e trascorrevo notti insonni nell'attesa del ritorno di mio padre. Mi alzavo dal letto e spiavo mia madre dalla cucina. Avevo necessità di vedere che fosse sveglia. Quando la trovavo addormentata mi prendeva il panico. Mi sentivo persa e sola. Questa fase si è protratta per parecchio tempo, forse anche oltre un anno, finché una sera mi addormentai nonostante l'assenza di mio padre e tutto sembrava passato.
Credo, ma non vorrei fare associazioni errate, che sostanzialmente in quel periodo iniziai a sviluppare la preoccupazione per le malattie all'epoca più banali. Ernie e appendiciti: Quelle di cui sentivo parlare a casa. E ricercavo segni e sintomi sulle enciclopedie. Divenni ricettiva nei confronti di qualsiasi nuova malattia di cui sentivo parlare in casa o in tv. Così piano passai al tetano, all'HIV e poi ai tumori. Puntualmente vivevo giorni di ansia finché il periodo di incubazione non fosse passato ed io potessi ritenermi fuori pericolo. Nascosi sempre tutto ai miei che credevano solo fossi un po' troppo fissata sulle malattie. Il tutto si accentuava nei periodi non scolastici, estivi, quando il mio da farsi era limitato e la mia mente poco occupata. Credo di esser riuscita a gestire il tutto finché ho creduto fosse solo un lato del mio carattere. Quando ho capito che pur crescendo i sintomi continuavano e vivendo da sola e potendo dar sfogo alla cosa non riuscivo più a gestirla e a non farmi condizionare nel quotidiano non ho mai trovato pace.
Ho iniziato la psicoterapia in un periodo in cui il senso di colpa mi divorava per un avvenimento ed io lo trasformai in timore di aver contratto l'HIV. Durò tre mesi intensi durante i quali io lasciai l'università e tornai a casa. Vivevo come un vegetale. Piangevo e avevo paura. Non avevo pensieri che non fossero "ho l'hiv". Piano piano, digerito il senso di colpa, son guarita e ad oggi, almeno l'HIV non mi fa più paura. Neppure se ne sento parlare. Di solito, mi basta leggere di una malattia random che pur senza sintomi, e se anche magari tropicale, inizia la fissazione. Non posso vivere in questo modo.
[#26]
Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
Sua madre è ansiosa in che forma? E' ipocondriaca?
Le ha trasmesso la paura che possa esserci sempre un imprevisto dietro l'angolo?
[#27]
Utente
Utente
Si. Esattamente. Ipocondriaca no. La sua paura per le malattie era rivolta solo nei confronti di noi figli non nei suoi. Ma di certo lei è ansiosa. Paura dell'imprevisto, della punizione divina (è religiosa e credente), paura delle azioni della gente, delle ripercussioni, paura della velocità, degli aerei, di incidenti, forte paura della morte, questo sicuramente. Lo dice. E quando al telefono la sento esprimere queste ansie attraverso le sue frasi, io divento rabbiosa. Perché spesso le do la colpa del mio problema. Anche se, lei il mio status mentale, tende a sminuirlo dicendomi che non devo fissarmi, che sto bene e devo ringraziare il cielo per questo, che c'è gente che soffre davvero, che se continuo così finirò per ammalarmi sul serio.
[#28]
Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
Se lei è cresciuta avendo come modello una mamma così terrorizzata dalla vita penso che non ci sia da stupirsi se ora è a sua volta terrorizzata dalle malattie e, anzi, è già qualcosa che non lo sia anche da tutto il resto.
Può leggere questo articolo al riguardo:
https://www.medicitalia.it/news/psicologia/2678-genitori-ansiosi-fanno-figli-ansiosi.html

Se consideriamo sia l'influenza materna, sia la natura per lei traumatica dell'incidente accaduto a suo padre e l'impossibilità di elaborarlo in altro modo se non cercando di intensificare il monitoraggio sulle potenziali minacce esterne, penso che non ci sia da stupirsi che lei oggi si trovi nello stato psicologico che ha descritto.
E' entrata in terapia dopo tantissimi anni trascorsi in quel modo e quindi il cammino verso la "guarigione" si rende sicuramente più complesso e impegnativo, perchè la sua stessa identità si è strutturata attorno all'angoscia di morte e alla necessità di avere il controllo per sopravvivere.
Questo comunque non significa che lei non sia trattabile.


[#29]
Utente
Utente
Spero di guarire da quelle che ormai per me è una vera e propria malattia.
[#30]
Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
Sarà importante che lei da un lato superi il trauma del'incidente di suo padre e dall'altro prenda le distanze dal modello materno, che sfortunatamente è stato convalidato da quanto è accaduto al papà.

Deve decidere lei se proseguire con l'attuale terapeuta o cambiare, ma francamente non credo che darsi un termine di altri 2 mesi servirà a molto e mi sentirei di consigliarle di attivarsi subito per contattare qualcun altro.
[#31]
Utente
Utente
Grazie mille per le risposte ed i consigli. A dirla tutta sono un po' restia a ricominciare con un altro terapeuta perché non saprei a cosa andrei incontro. E poi c'è la questione economica ... Vedrò!
[#32]
Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
Ci rifletta con tranquillità.
Può anche decidere di continuare la Terapia Cognitivo-Comportamentale, ma l'importante è che il non aver concluso molto in due anni non la porti a proseguire con sfiducia il lavoro che sta svolgendo: in quel caso sarebbe più salutare che cambiasse terapia.

Ci faccia sapere!
Un caro saluto,
[#33]
Utente
Utente
Certo. Grazie ancora!
[#34]
Utente
Utente
Volevo rispondere alla dott.ssa che mi ha parlato del Pandas, il cui articolo ho letto solo ora.
Dunque il mio TAS è ed era elevato da che ho memoria di analisi del sangue. Il mio medico diceva si trattasse di infezione streptococcica pregressa.
Molto di me ho riscontrato nell'articolo.
Fissazioni a parte, sicuramente ho disturbi d'attenzione e, ultimamente anche di aggressività e problemi nella gestione dellA rabbia. Pollachiuria, borse e occhiaie da anni che in nessun modo riesco a controllare, ansia da separazione certamente, febbricola talvolta, tic in passato, ansia ovviamente. Alterno poi momenti maniacali/psicotici iniziali a successivo disinteresse e pseudo depressione durante i periodi di ansia. Ho pensato di essere pure bipolare. Ma davvero lo sconforto mi assale e temo che farò l'ennesimo buco nell'acqua.
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
Fermo restando che quanto ha riferito sulla sua storia familiare è rilevante e probabilmente determinante, indipendentemente dal fatto che lei abbia anche la PANDAS, cerchi tramite quell'associazione il nominativo di un medico da consultare per sentire cosa pensa del suo quadro clinico e ci faccia sapere!
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Gentile Utente,

come Le hanno già suggerito i Colleghi, anche io Le consiglio di cambiare terapeuta, perchè -da quello che dice della psicoterapia intrapresa fin qui- NON sembra proprio avere le modalità di una psicoterapia di tipo cognitivo-comportamentale, che in realtà ha caratteristiche molto precise e ben diverse da quelle che Lei ha descritto.

Anni fa avevo scritto questo post https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/1384-e-davvero-psicoterapia-cognitivo-comportamentale.html perchè purtroppo molti Utenti di Medicitalia riferiscono di seguire una TCC ma, quando ne descrivono le caratteristiche, parlano di tutt'altro. Purtroppo è un fenomeno molto diffuso.

Il fatto che Lei non abbia ricevuto alcuna prescrizione precisa su cosa fare e su come affrontare le problematiche portate in terapia, che è il cuore della TCC, a me lascia un po' perplessa e posso dirLe che non si tratta di TCC.

Mi pare anche di capire che non vi fossero obiettivi chiari, dico bene?

Inoltre la psicoterapia non può durare per sempre: se non migliora e se non viene eliminato il problema per il quale si era rivolta allo psicoterapeuta, il lavoro psicologico perde di valore e di senso. E i temp per apprezzare i miglioramenti di solito sono stretti.

La psicoterapeuta cui si è rivolta non Le ha suggerito di cambiare o di interrompere il trattamento, dal momento che non ha ottenuto risultati?

Infine non sarà rincorrendo tutte le malattie e tutti i fastidi fisici che Lei percepisce: è l'ansioso che trascorre il proprio tempo ed investe molte energie nel monitorare i battiti cardiaci, la temperatura, la pressione, ecc... efa parte del Suo problema tutto ciò. Quindi non deve inseguire il sintomo, ma curare una volta per tutte l'ossessività.

https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/4335-la-psicoterapia-cognitivo-comportamentale-non-rimuove-le-cause-del-problema.html

Cordiali saluti,

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

[#37]
Utente
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Ho lasciato la terapia. Nulla andava come doveva. Ricado sempre negli stessi schemi. Vado dal mio ragazzo, lui poi per paura dopo si fa lasciare da me passa del tempo ritorna e torniamo insieme. Pensavo di aver raggiunto almeno questo obbiettivo..non ricadere in questi schemi malati. Ho appena scoperto purtroppo che non è così..ho lasciato la terapia. E il mio fidanzato. Sono stanca di questa stasi.
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317
Le terapie - per fare effetto- necessità di tempo, costanza e pazienza.....

Gli schemi, di cui parla, per essere analizzati e per i più modificati, hanno bisogno di tempo.
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
Se era quello che sentiva (anche alla luce del fatto che in 2 anni non ha ottenuto risultati) ha fatto bene a terminare la terapia.

Personalmente le consiglierei di orientarsi verso una psicoterapia psicodinamica, che rappresenta un tipo di intervento sicuramente diverso da quello che ha effettuato finora quanto a strumenti e a presupposti.

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